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Discorsi di fine anno, Mattarella-Grillo: scontro tra sobrietà e populismo

Abbiamo già detto di come con questo governo si sia raggiunto il punto più basso di rispetto delle istituzioni. Il Movimento 5Stelle, soprattutto, non perde occasione per mettersi in imbarazzo da solo oltraggiando il senso dello Stato. Con la mossa di Grillo del controdiscorso di fine anno, però, si è arrivati davvero al limite. Il fondatore del movimento pentastellato, per il controdiscorso di Capodanno, ha girato un video parlando con il suo volto in diretta da un I-pad, ma sul corpo di un culturista.

“Sono ormai a livelli oltre la perfezione. Non sono neanche più l’Elevato. Non so neanche che anno sia. Io ragiono per secoli, ormai ho diviso la mia mente dal mio corpo. Il mio corpo lo potete vedere, è un sogno, e i sogni saranno la battaglia che dovremmo fare nel prossimo secolo. Non so cosa sto dicendo, sto riflettendo su che tipo di individuo sarò nel prossimo secolo”. La sua mossa, però, non è piaciuta per nulla.

Stavolta anche il suo consenso scricchiola e il suo discorso è stato un flop. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, aveva consigliato a Grillo, Salvini e Di Maio di evitare queste buffonte istituzionalmente sgarbatissime. “Evitino l’occupazione mediatica almeno il 31 dicembre. Hanno 364 giorni all’anno per stare sotto i riflettori. E ci stanno in tutti i modi possibili e immaginabili, con giubbotti, felpe, sui tetti e sui balconi. Lascino in pace l’Italia almeno l’ultimo giorno all’anno, quando a parlare è il presidente della Repubblica che rappresenta l’unità nazionale, tutto il Paese e non solo una parte di esso”.

Se da un lato Grillo ha farneticato, dall’altro il presidente della Repubblica, invece, ha fatto un discorso di altissimo profilo, andando a toccare, per altro, molti punti che sono sembrati in totale contrasto all’operato del governo. Oltre dieci milioni di ascolti tv e boom di contatti social. Sull’account Twitter del Quirinale il discorso ha avuto più di due milioni di visualizzazioni, praticamente triplicato rispetto allo scorso anno.

Segno evidente che gli italiani hanno scelto di “ritornare sulla retta via”, dopo la sbandata (e la sbornia) populista che li ha spinti a votare Lega e 5Stelle il 4 marzo. L’operato del governo, le promesse non rispettate, lo scontro con le istituzioni e con l’Europa, i miliardi bruciati e una retorica ormai stantia, hanno fatto fiutare la puzza di bruciato: ora “il popolo” ha voglia e bisogno di ritrovare la strada giusta. E la strada giusta è quella indicata da Mattarella, figura attorno al quale si è riunita l’intera comunità. “Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti; basta con odio e timori”, ha detto il capo dello Stato.

Mattarella ha fatto gli auguri agli italiani e agli immigrati. Anche questa sottolineatura è stata letta come un chiaro messaggio alla Lega, insieme al ricordare che la “sicurezza” è altra cosa rispetto a quel che dice in continuazione il ministro dell’Interno Salvini. Mattarella ha parlato degli ultimi, ha ricordato i terremotati e i ragazzi autistici. Ha invitato il governo a non tassare, come annunciato, le associazioni di volontariato che in Italia svolgono un ruolo fondamentale.

In tv il messaggio del Capo dello Stato è stato visto complessivamente da 10 milioni e 525mila spettatori, con uno share del 40%. Da un lato, dunque, Mattarella. Dall’altro il patetico Grillo. Quel Grillo che aveva spinto i suoi a chiedere l’Impeachment proprio contro Mattarella e che alla festa dei 5Stelle gridava che il ruolo del Presidente della Repubblica va riformato perché ha troppi poteri… Se il discorso di fine anno per Grillo era un test, ha avuto una bella risposta da parte degli italiani, che ormai iniziano a essere stufi delle pagliacciate e degli annunci fini a se stessi che in manovra e nel governo non trovano alcun riscontro. La rete, tanto cara alla Casaleggio Associati, a Salvini e ai 5Stelle, dunque consacra superstar il presidente della Repubblica.

Non sfondano le uscite social di Beppe Grillo, e nemmeno quelle di Di Maio e Di Battista. Il Presidente ha ricevuto telefonate di complimenti da tutti. I primi sono stati Napolitano, Conte, Fico e Casellati. Silenti i due vicepremier, “cornuti e mazziati”. Tutte le opposizioni hanno espresso solidarietà, vicinanza e soprattutto comunione d’intenti con il discorso di Mattarella. Quella è l’Italia che ora vogliono gli italiani. Un’Italia europeista, solidale, attenta agli ultimi, rispettosa delle istituzioni, desiderosa di più cultura e bellezza. Basta strilli, promesse vane, odio, prepotenza, dissacrazione del senso dello Stato. Basta comunicazione: qui serve la politica, quella che latita da quando si sono insediati i gialloverdi.

 

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