La Disney è ormai diventata un colosso dell’intrattenimento. Partita come casa di produzione per cartoni animati, è presto diventata una multinazionale di successo, arrivando a posizionarsi seconda al mondo per ricavi. Dagli anni ’80 ha allargato il suo interesse anche a settori come l’editoria, la musica e i media digitali.
La notizia di questi giorni è l’acquisizione della 21st Century Fox, il gruppo mediatico tra i più importanti e redditizi degli Stati Uniti. Si parla di una cifra pari a 66 miliardi di dollari, compreso il risanamento dei debiti della Fox.
La Disney porta quindi a casa sua anche il 39 % di Sky plc, l’impero di Murdoch, a cui restano News e Sport. Così facendo, l’impero Disney è entrato in possesso di tutte le attività cinematografiche e televisive di Fox, insieme a titoli, properties e marchi. Possederà inoltre anche una partecipazione di Star, compagnia indiana, e di Hulu, la piattaforma Streaming che viene trasmessa negli Stati Uniti.
Ciò significa che la Disney si metterà in competizione con le piattaforme che adesso vanno per la maggiore (Netflix, Amazon Prime Video) , contrapponendosi come una valida alternativa. Per non parlare dei brand dai quali riscuoterà subito un grande successo: Avatar, Alien, Deadpool e ancora i Simpson, i Griffin, la Marvel Entertainement e il National Geograhic.
Perché una tale scelta? La Disney si è resa conto che se vuole sopravvivere alla crisi in cui versano le pay tv, le tv via cavo e il cinema, deve investire nella nuova tipologia di fruizione digitale, lo streaming. Per non parlare dei colossi come Facebook e Google, i quali possiedono quasi tutta la pubblicità online. La casa di Topolino ha pensato bene di diversificare prodotti e contenuti, puntando tutto sulla distribuzione online.
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In realtà l’acquisizione è una buona mossa anche per casa Fox, che versava in una situazione di debiti di circa 13,7 miliardi. Conserverà comunque il Fox Broadcasting Network, Fox News, e la compagnia News Corp, che gestisce anche l’editoria: casa editrice, Wall Street Journal e New York Post. James Murdoch, figlio del magnate Rupert, resterà comunque in carica nella nuova compagnia.
Grazie a questa milionaria acquisizione, la Disney ha stimato un risparmio di circa 2 miliardi di dollari, guadagnando invece dalle piattaforme streaming che prima non possedeva.
Pare infine che il tutto possa avvenire senza particolari sanzioni da parte dell’antitrust dell’amministrazione Trump, che invece aveva ostacolato gli accordi tra la Time Warner e la AT&T.