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Disoccupazione in Italia: le stime per i prossimi anni nell'analisi dell'ILO

L’ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro, ha tra i suoi compiti istituzionali quello di realizzare studi e stime sulla congiuntura del mercato del lavoro globale. L’organizzazione grazie allo studio dei dati macroeconomici di tutti i paesi membri delle Nazioni Unite, realizza stime annuali per aiutare gli stati ad interpretare i mutamenti dei propri mercati del lavoro, le conseguenze delle politiche economiche e dei cambiamenti normativi.

grafico del tasso di disoccupazione in Italia
Evoluzione del tasso di disoccupazione in Italia – Fonte: Ilo.org

Crescita debole, mercato del lavoro stagnante

L’analisi che riguarda l’Italia è particolarmente interessante, considerata la lunga stagione di crisi economica e del lavoro durata quasi dieci anni. E mentre negli ultimi due anni l’economia italiana ha iniziato a dare i primi segnali di vitalità con un ritorno alla crescita del Pil, il mercato del lavoro ha invece continuato a stagnare. Nella tabella che pubblichiamo sopra tratta dal sito Ilo.org è possibile apprezzare il picco massimo della disoccupazione dell’ultimo ventennio, raggiunto nel 2014.

Disoccupazione in lieve calo nei prossimi due anni

Dalla stessa tabella è possibile apprezzare come le stime per l’anno in corso, il 2018, e quelle per il 2019 la disoccupazione è data in calo all’11% dall’11,3% del 2017, mentre per il 2019 ILO prevede un’ulteriore flessione di un decimale, al 10,9%. Come è facile capire si tratta di variazioni minime, piccolissimi miglioramenti sintomo di una ripresa economica considerata ancora troppo fragile per avere positive ricadute sulle assunzioni. Di più, la relativa stagnazione del lavoro in un contesto di crescita secondo tutti gli osservatori significa anche una profonda trasformazione in atto nell’economia italiana, dove l’Industria 4.0 innovando i processi di molti settori, sta anche ridisegnando le proprie esigenze di personale.
Nel suo “World Employment and Social Outlook” l’ILO scrive a proposito della disoccupazione in Europa: “Le maggiori riduzioni dei tassi di disoccupazione nel 2018, nell’ordine di 2 punti percentuali punti, sono attesi in Grecia e in Spagna, dove si stima che il tasso di disoccupazione raggiunga il 19,5 e il 15,4%, rispettivamente. Si prevede inoltre che il tasso di disoccupazione continuerà a scendere nel 2018 in Irlanda, Italia e Portogallo, ma a un ritmo più lento rispetto al periodo 2015-17. La disoccupazione il tasso per il 2018 dovrebbe rimanere relativamente stabile in Francia, Germania e Regno Unito”.

I mutamenti nel comparto produttivo italiano

Lo ha ben spiegato il documento “Il lavoro che cambia” realizzato dal Ministero del Lavoro italiano: l’Industria 4.0, secondo i tecnici italiani, inciderà significativamente su tutti i comparti produttivi della manifattura e dei servizi. Nel campo della manifattura, asset fondamentale per l’attività produttiva del nostro paese, l’Advanced Manufacturing e l’Internet of Things porteranno verso l’ottimizzazione dei processi e la produzione justin-time, che significherà anche una progressiva riduzione dell’occupazione in questi settori. Automazione e AI, insomma, sostituiranno progressivamente la manodopera nel settore manifatturiero e questo porrà un problema di ricollocazione per migliaia di lavoratori del nostro paese altrimenti a rischio disoccupazione.

La domanda di lavoro “non soddisfatta”

ILO nel suo outlook 2018 segnala inoltre come l’Italia sia, assieme alla Slovacchia, l’unico paese UE in cui è in crescita la disoccupazione a lungo termine. Inoltre, anche se si potrebbe sostenere che i dati sulla disoccupazione in Europa siano migliorati, questi – sottolinea il rapporto ILO –  non tengono conto della domanda di lavoro non soddisfatta, che è spesso notevolmente più grande di quello che una semplice valutazione delle statistiche tradizionali sulla disoccupazione suggerirebbe. Il riferimento è anche a coloro che, al momento delle indagini statistiche, risultano impiegati magari con contratti a breve e brevissimo termine ma che di fatto appartengono alla categoria di chi “cerca lavoro”, più stabile in questo caso. Oppure gli scoraggiati, che come ben sappiamo non risultano tra le persone alla ricerca di lavoro e diventano di fatto “invisibili”.

tasso combinato disoccupazione forze lavoro
Tasso combinato disoccupazione/forze lavoro, 2016 – Fonte: Ilo.org

Un quadro, quello relativo alla disoccupazione in Italia, ancora molto complesso e tutt’altro che positivo. Lo dimostra anche il tasso combinato di disoccupazione e forze lavoro potenziali (immagine sopra), che secondo ILO per l’Italia è superiore al 20%, non distante da quello di Spagna e Grecia dove però il tasso di disoccupazione è ben più alto.
Leggi anche: Il lavoro che cambia, l’iniziativa del Ministero del Lavoro in 4 parole chiave

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