Ci siamo. Così come voluto dal Jobs Act, in Italia è ufficialmente arrivata la nuova Agenzia del Lavoro (Anpal) che dovrebbe gestire il ricollocamento lavorativo in maniera diversa rispetto a quanto avvenuto finora.
Sono molte le novità al riguardo. L’Anpal, ad esempio, può controllare in tempo reale se il disoccupato non si presenta al corso di formazione o se rifiuta una proposta di lavoro e intervenire di conseguenza, togliendogli il beneficio del sussidio. Una formula che i suoi sostenitori definiscono figlia di una visione moderna e flessibile del lavoro, in pieno stile europeo.
Ma l’operatività dell’Agenzia del Lavoro, avverte il presidente Maurizio Del Conte, è ancora fortemente limitata: ‹‹Manca il decreto di trasferimento delle risorse e degli organici che sono ancora al vaglio della Corte dei Conti››. E poi ci sono i centri per l’impiego che dovrebbero sparire per confluire in questo nuovo sistema, ma questi, essendo in capo alle Regioni, non potranno essere toccati fino a quando non si voterà il referendum costituzionale.
In maniera estremamente sintetica, la nuova Agenzia del Lavoro funzionerà in questo modo: il disoccupato si iscriverà al centro per l’impiego che, a sua volta, provvederà a far avere il suo curriculum all’Anpal. Dalla data di licenziamento il centro per l’impiego avrà 2 mesi di tempo per convocare il lavoratore, e da questa convocazione il disoccupato avrà a sua volta 15 giorni per presentarsi in sede: se non lo farà, gli verrà decurtato un quarto dell’assegno di disoccupazione. Inoltre, per tutto il periodo in cui non dovesse riuscire a trovare un lavoro, il disoccupato verrebbe comunque obbligato a sottoporsi a corsi di formazione e monitorato da una sorta di “tutor del lavoro”.
Matteo D’Apolito