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Dispositivi intelligenti, arriva il robot comò che aiuta i disabili a vestirsi

Per le persone disabili fisicamente o affette da demenza senile, l’atto del vestirsi risulta uno dei più complicati della vita quotidiana. Per la maggior parte della gente comune è un’abitudine scontata, gesti da eseguire autonomamente e indipendentemente, magari con soddisfazione soprattutto se ci piace ciò che indossiamo.

Purtroppo, per chi soffre di malattie neurodegenerative e per chi si prende cura di loro, vestirsi comporta fatica, tanto da diventare un processo talmente complicato da sfociare nel sentimento della frustrazione.

Si perde completamente la familiarità nell’abbottonarsi una camicia, indossare una giacca o infilarsi un paio di scarpe.

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Un progetto innovativo

La soluzione a questo grave disagio l’ha studiata e brevettata la New York University. L’idea sta nel dotare un semplice cassettone di dispositivi meccanici e robotica tali da agevolare la persona disabili nel momento in cui deve vestirsi. Ai più potrà sembrare un’innovazione distaccata, non adatta, ma il team che ha portato avanti il progetto rivendica l’efficacia e il grande supporto intrinseco.

Il nostro obiettivo è fornire assistenza alle persone affette da demenza per aiutarle ad invecchiare in modo più aggraziato, mentre potrà dare una pausa alla badante mentre la persona si veste, con la certezza che il sistema avviserà quando il processo di medicazione sarà completato o le richiederà qualora fosse necessario un intervento , ha spiegato il leader del progetto Winslow Burleson, in un comunicato stampa della New York University. 

Dress: cosa fa

La squadra ha quindi dotato il comò intelligente di braccia robotiche, tablet, sensori e sistemi medicali capaci di cambiare anche medicazioni e fasciature. 

Più che un mobile intelligente, Dress come lo ha chiamato il team, sembra un vero e proprio assistente personale.

É dotato di cinque cassetti con un tablet disposto al vertice, che funge da display e fotocamera, con il compito di monitorare e guidare l’utente attraverso il processo di vestizione. Il tutto segue una puntuale procedura anche con l’ordine secondo cui devono essere messi i capi. Ciò semplifica tutto e offre la possibilità di eseguire l’intero procedimento in completa autonomia, conferendo privacy essenziale per i disabili, sempre portati a fare riferimento ad altre persone e indipendenza, essendo la prima cosa che si perde nell’atto fisico.

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Miglioramenti in corso

Se sussiste qualche problema durante la procedura, ad esempio la persona non può riesce a capire qualcosa, oppure non trova il cassetto giusto o si distrae, viene immediatamente contattata la badate che, allertata, verrà in aiuto. Ma se tutto procederà come deve, la persona sarà capace di vestirsi da sola, facendo qualcosa che prima non sarebbe stato possibile.

Per adesso si parla di Dress solo come di un prototipo, ovvero una prova utile per dimostrare la sua utilità. Il team sta studiando come migliorare il sistema di visione, standardizzando la piegatura e l’ingrandimento dell’abbigliamento o modificando in altro modo le etichette codificate su ciascun articolo per migliorare il processo e renderlo accessibile a tutti sul mercato.

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