È passata davanti alle telecamere senza proferire parola, ma in udienza è poi crollata davanti ai suoi difensori, chiedendo loro di avere una foto della piccola Diana e di poter sapere dov’è sepolta. Alessia Pifferi, la donna di 37 anni arrestata a luglio per aver abbandonato sua figlia di un anno e mezzo in casa per sei giorni e che poi è morta di stenti, è comparsa ieri per la seconda volta davanti al giudice.
Al processo si è stabilita la data dell’incidente probatorio, con la richiesta di estendere la perizia non solo al biberon e al ciuccio trovati vicino al corpo della piccola, ma anche al cuscino, al pannolino e al materassino della piccola.
L’avvocato Solange Marchignoni, che assiste Pifferi insieme al collega Luca D’Auria, ha poi rilasciato alcune dichiarazioni:
“Mi ha chiesto una foto della bambina da tenere in carcere. È in difficoltà perché nella sua mente si sta schiarendo la storia. Sta cominciando ad elaborare. Comunque in qualche modo vedrà i nostri consulenti per gli esami neuroscientifici”.