Il caso Djokovic continua a far discutere anche l’Italia. Il campione serbo, numero uno del tennis mondiale, è protagonista ormai da mesi dello scontro tra pro vax e no vax, visto che ha dichiarato di non essersi mai vaccinato contro il Covid. Decisione che gli è costata la rinuncia agli Australiana Open e l’espulsione dall’Australia. Nei giorni scorsi, il sottosegretario allo Sport italiano, Valentina Vezzali, aveva dato il via libera alla sua partecipazione agli Internazionali d’Italia in programma a Roma dal 2 al 15 maggio. Ma prima il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, e ora il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si oppongono con forza.
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Risale ad appena pochi giorni fa lo scontro a distanza tra la Vezzali e Costa. La prima ha dichiarato che non ci sono problemi alla partecipazione di Djokovic al torneo romano. Per praticare il tennis, infatti, non è richiesto il Super green pass. Basta non frequentare strutture al chiuso come gli spogliatoi. Ma contro questa apertura si è schierato Costa, convinto che un campione di quella portata debba per forza dare il buon esempio. Ecco perché secondo lui non deve venire a Roma.
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Sulla stessa linea di Costa si pone oggi anche Giovanni Malagò. “Se è giusto che Djokovic partecipi agli Internazionali di tennis a Roma? Assolutamente no. – dichiara deciso il presidente del Coni, ospite di Agorà su Rai 3 – Perché ammesso e non concesso che uno si faccia la doccia in un camper, che mangi e dorma da solo e in situazioni di fortuna, è il messaggio che è sbagliatissimo”.
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“Il punto centrale – spiega il numero uno dello sport italiano – è che bisognerà vedere cosa succederà da qui a maggio. E io spero che la situazione sia migliore e ci sia possibilità non solo di vedere Djokovic e anche di tornare a fare attività sportiva. Ma io ricevo decine di mail ogni giorno di mamme e di papà imbufaliti perché i figli che non hanno il green pass non possono fare sport. Spiegatemi perché invece un campione nella stessa condizione lo può fare”, conclude.
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