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Djokovic, lo smash di Panatta: “Mi ricorda il Marchese del Grillo”

Nonostante l’esenzione medica dal vaccino, Novak Djokovic non è ancora certo di poter partecipare all’Australian Open. La doccia fredda per il tennista numero 1 al mondo arriva direttamente dal premier australiano Scott Morrison, il quale promette che Nole sarà rimesso sul primo aereo se non dimostrerà di possedere i requisiti per l’esenzione. Intanto, l’ex tennista italiano Adriano Panatta lo paragona al Marchese del Grillo per il trattamento di favore ottenuto.

epa09337554 Novak Djokovic of Serbia reacts during the men’s final against Matteo Berrettini of Italy at the Wimbledon Championships, Wimbledon, Britain 11 July 2021. EPA/NEIL HALL EDITORIAL USE ONLY

“Chiunque entri in Australia deve avere i requisiti. – pianta i paletti Morrison – Quando Djokovic arriverà, credo non manchi molto, dovrebbe fornire una spiegazione plausibile se non fosse vaccinato. Aspettiamo e vediamo quali elementi fornisce. Se la documentazione fosse insufficiente, verrebbe trattato come tutti gli altri e verrebbe rimesso sul primo aereo. Non ci sono regole speciali per Novak Djokovic”, assicura il premier australiano.

Morrison precisa comunque che “questa circostanza non è unica. Altre persone hanno avuto queste esenzioni e hanno prodotto sufficienti elementi a sostegno. La questione qui è legata al fatto se Djokovic abbia elementi sufficienti per dimostrare che ha diritto all’esenzione”. “Djokovic deve dire perché non si può vaccinare. Se gli organizzatori non chiariscono bene i motivi dell’esenzione allora mi ricorda il Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete un c…”, lo attacca invece Panatta dai microfoni di Radio Capital.

“Se è allergico al vaccino non c’è niente di male, lo dica e venga spiegato. – aggiunge Panatta – Credo che se si partecipa ad un torneo si accettano le regole oppure ci si rifiuta dicendo ‘io non vado perché non sono d’accordo’. Io feci il boicottaggio a Wimbledon, ma erano altre motivazioni. – Ricorda l’ex numero 1 del tennis italiano negli anni ‘70 – Questo è un caso diverso, c’è un problema sanitario, la vita negli spogliatoi diventa un po’ promiscua, ma non si può scegliere contro chi giocare”, conclude.

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