Doina Matei, la 33enne colpevole di aver ucciso Vanessa Russo conficcandole la punta di un ombrello in un occhio, il 26 aprile del 2007 alla stazione Termini di Roma, ha scontato la sua pena e adesso è una donna libera. A riportare la notizia è il Corriere della Sera: “Martedì 25 giugno il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Venezia ha firmato l’atto con cui ha certificato il fine pena”.
Una conclusione anticipata di quattro anni, ottenuta grazie alla buona condotta che ha consentito a Doina di guadagnare 45 giorni ogni sei mesi dal momento dell’ingresso in carcere. Ora non dovrà più rispettare le prescrizioni che le erano state imposte alla fine del 2015, quando ha avuto la semilibertà
I fatti accaddero il pomeriggio del 26 aprile del 2007, alla stazione metropolitana Termini di Roma. All’apertura delle porte del convoglio, Vanessa Russo, 23 anni, studentessa universitaria, è aggredita al culmine di una lite da due sconosciute. Una, Doina, la colpisce con l’ombrello in un occhio uccidendola. La romena e l’amica, minorenne, scappano. Ma il 29 aprile sono arrestate.
Doina è accusata di omicidio volontario, reato poi derubricato in omicidio preterintenzionale quando è condannata in abbreviato a 16 anni. Sentenza confermata in Cassazione. Nel corso dei 12 anni di detenzione, Doina Matei ha seguito un percorso di rieducazione, così come prescritto dall’articolo 27 della Costituzione.
Nel 2011 è seconda a un concorso letterario riservato ai detenuti, con un racconto intitolato “La ragazza con l’ombrello” scritto con l’aiuto di Franca Leosini. A fine 2015 ottiene la semilibertà. Che tuttavia perde nell’aprile del 2016 per aver postato una foto su Facebook in costume. Nel 2016 ha trovato lavoro come dirigente in un’attività legata al mondo della ristorazione.
Un percorso riabilitativo sfruttato a pieno della donna. “La fase riabilitativa – sottolinea l’avvocato Testa Piccolomini – l’ha sfruttata con dedizione. Ora Doina vuole solo essere dimenticata”.
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