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Donna morta di cancro perché abbracciava il padre con la tuta d’amianto: la storica sentenza

Questa storia incredibile arriva dal Veneto e viene raccontata dal Corriere della Sera. Una donna di 58 anni, che per tutta la vita ha fatto la casalinga, è morta sei anni fa a causa di una forma molto grave di mesotelioma pleurico. Ora la quarta sezione civile della corte d’Appello di Venezia ha riconosciuto il nesso di causa ed effetto tra il lavoro svolto dal padre quando lei era bambina e la malattia che l’ha colpita. Il papà lavorava alla Edilit srl di Vigodarzere, in provincia di Padova, a stretto contatto con l’eternit. Le conclusioni dei giudici sono state che la donna si sarebbe ammalata di cancro abbracciando il padre quando tornava dal lavoro e aiutando la madre a pulire gli abiti sporchi di amianto dell’uomo.
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donna morta per mesotelioma pleurico: la storica sentenza

La storia della donna morta per mesotelioma pleurico

La corte d’Appello di Venezia ha quindi condannato l’azienda a risarcire i parenti della donna per quasi 700mila euro. Riconoscendo la tesi degli avvocati della famiglia, Enrico e Livia Cornelio, secondo i quali la continua esposizione all’amianto sarebbe l’unica ragione che ha provocato il mesotelioma pleurico nella parente dei loro assistiti, il marito e la sorella. Contatto con quella sostanza che poteva essere dovuto solo alla vicinanza con il padre. Era stata proprio la donna morta a fare causa per prima all’azienda nel 2017. Aveva spiegato in tribunale di aver vissuto per 21 anni a casa dei genitori a Castello, nel centro storico di Venezia, da quando è nata nel 1959 fino al 1980, quando è andata a vivere con suo marito.

Inoltre, la donna morta di cancro ha spiegato di non aver mai lavorato in vita sua. Se non per una breve parentesi tra il 1979 e l’80 in una valigeria. Impossibile dunque che sia venuta a contatto con l’amianto sul posto di lavoro. Il padre invece ha lavorato per 15 anni alla Prodotti Cemento Amianto spa, che in seguito prenderà la denominazione di Edilit srl. Tornava a casa tutte le sere con gli abiti da lavoro “estremamente impolverati”. Quando era piccola dunque era frequente e quotidiano “il contatto che, alla stregua di ogni altro bambino, avrebbe avuto al rientro del padre”.

La sentenza e il risarcimento

Ad aggravare la situazione, poi, è il fatto che lei e la sorella aiutavano sempre la madre a pulire la tuta del padre sporca di amianto. Purtroppo però, ad appena un mese dall’apertura del processo, la donna è morta di cancro il 4 aprile del 2017. Ci hanno pensato il marito e la sorella ad impugnare la sentenza negativa sul suo caso di fronte alla corte d’Appello veneziana. Stavolta la tesi difensiva, basata sul fatto che il mesotelioma pleurico “è causato in via esclusiva dalle inalazioni delle polveri di amianto”, è stata accolta. E così i familiari della 58enne sono stati risarciti dalla Edilit srl per una cifra totale che supera i 600mila euro.
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