Una delle autrici più seguite negli ultimi anni dagli appassionati di thriller di tutto il mondo, Karin Slaughter. Che è riuscita a calare i suoi racconti in un contesto contemporaneo, vissuto dai lettori come vicini al mondo in cui si immergono tutti i giorni, e reso celebre grazie a questa sua capacità il personaggio di Will Trent, un truce quanto efficacissimo agente dell’Fbi con un passato complicato e un presente dedicato alla caccia di uomini pericolosi, per i quali ha un fiato speciale.
L’altro personaggio che la Slaughter ha reso popolare a ogni latitudine è quello della coroner Sara Linton, una donna coraggiosa nata pediatra e poi diventata coroner, sposata con il capo della polizia della cittadina in cui vive e poi rimasta vedova. Inizialmente protagonista di una serie a sé stante, ha incrociato il suo cammino con quello di Trent, diventandone amante nonostante l’avversione della famiglia.
L’Ultima Vedova, romanzo della scrittrice americana nata in Georgia uscito in questi giorni nelle librerie, li vede impegnati a confrontarsi con dei terroristi che rapiranno Sara dopo aver massacrato di botte Will. La donna si troverà a solidarizzare con un’altra prigioniera del gruppo criminale, Michelle, simile eppure diversissima da lei. Entrambe vittime di violenze nel presente e nel passato, entrambe con le loro debolezze, impegnate a sopravvivere a ogni costo all’orrore.
C’è il tema della violenza sulle donne, purtroppo sempre attuale. E ci sono i terroristi, suprematisti bianchi, incarnazione dell’incapacità di accettare una società multietnica e donne che si sono ormai emancipate. Prodotti malati di un mondo che fatica a capire sé stesso. Non solo, ahimè, nelle pagine dei romanzi.
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