Da un reportage del Fatto quotidiano, un quadro delle mamme italiane di nuove generazione. O meglio della manager che hanno fatto carriera senza rinunciare alla famiglia, nonostante ostacoli, difficoltà e momenti decisamente bui.
Giornali e studi di settore rimandano l’immagine di un Italia non adeguatamente aggiornata sulla questione lavoro-maternità. Sempre più madri decidono infatti di lasciare il lavoro dopo una gravidanza a causa della mal conciliazione tra gli orari di ufficio, le incombenze da gestire e i bisogni del nuovo arrivato. Spesso non si può contare sui nonni, anche ancora lavorano, e mandare il neonato al nido costa a volte più dello stesso stipendio.
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I dati dell’Istat sulle donne che lavorano in Italia
Eppure la volontà di farcela, di gestire professione e famiglia, è un atteggiamento che contraddistingue molte mamme, anche se spesso il risultato è negativo.
L’indagine in questione registra un aumento di donne manager negli ultimi anni, in particolare un 15,8% in più nel quinquennio che va dal 2008 al 2012, ma non nel nostro paese sin tocca appena il 14,5 %. Per consultare i dati Istat andiamo indietro di qualche anno: è il 2010 e le madri senza lavoro sono circa 800mila. Le percentuali si modificano dopo la prima gravidanza: più della metà preferisce dare le dimissioni, circa il 23,8 è stata licenziata mente per le lavoratrici a contratto al 15,6 % non è stato proposto un rinnovo.
Che ci siamo numerosi problemi di mal conciliazione è un dato di fatto: la donna, in pratica, non può permettersi di lavorare se sceglie di diventare madre. E se lo fa, lo stipendio resta più basso rispetto a quello degli uomini del 20%.
Chi dunque può dire di avere avuto successo? Quale donna vanta una buona posizione in azienda “nonostante” la famiglia?
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Le testimonianze
L’indagine riporta alcune testimonianze, come quella di Cristina Scocchia, amministratore delegato di L’Oréal Italia. L’Ad afferma che: “Non è vero che le donne sono più umorali e più insicure degli uomini (…) non è vero neanche che tutti gli uomini ai vertici di aziende sono autoritari. Non c’è uno stile femminile e uno maschile di stare al comando. Il mio segreto per il successo è il non lasciarsi andare al vittimismo e tenere bene a mente che per tirare avanti in un’azienda non ti chiedono se sei bella, ma se sai gestire i conti economici e risolvere problemi».
Un altro esempio di determinazione e intraprendenza è quello di Chiara Bisconti, assessore al benessere del Comune di Milano. La Bisconti ha ricoperto ruoli da manager in multinazionali come Nestlé e San Pellegrino. Le piace ricordare come al centro delle sue decisioni abbia sempre messo sempre sé stessa, perché non si è trattato di una scelta di egoismo, “ma bisogna fare così se vuoi conciliare tutto. La dedizione assoluta è insopportabile. Nel mio ruolo cerco di migliorare la situazione per le donne che verranno dopo di me».
Aprite occhi e orecchie, mamme lavoratrici: forse c’è un futuro anche per voi.