Un italiano su tre che ha già ricevuto le due dosi del vaccino contro il Covid non avrebbe nessuna intenzione di farsi anche la terza. Questa preoccupante notizia, riportata dall’Huffington Post, emerge da un’indagine condotta da EngageMinds Hub, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona che ha intervistato migliaia di cittadini vaccinati. Girando sui social network si scopre che a questa nuova categoria di italiani è stato pure affibbiato un nome: i No booster. Un modo per differenziarli da chi, come i No vax, non ha ricevuto ancora nessuna dose. I No booster rappresentano un bel problema per il governo, proprio ora che siamo nel pieno della campagna per la terza dose.
Dunque, secondo quanto emerge dalla recente indagine del Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona su un campione di 6.000 persone, un italiano su tre si dice dubbioso della terza dose (33%). Mentre uno su dieci si dichiara decisamente contrario al booster. E addirittura il 30% ritiene che la terza dose non sia necessaria. Un popolo di No booster formato da milioni di persone visto che, come riporta anche Repubblica, al momento sono 6,6 milioni gli italiani over 60 che si sono vaccinati con doppia dose più di cinque mesi fa e ancora non si sono prenotati per la terza. Ma ci sono anche 2,4 milioni di over 70 e persino 1,7 milioni di over 80.
“Questo 33% di italiani che hanno poca o nessuna intenzione di sottoporsi alla terza dose deve far riflettere. Perché non si tratta di No vax. Visto che sono già regolarmente vaccinati. – commenta Guendalina Graffigna, direttrice dell’EngageMinds Hub – Inoltre, dai dati emerge che questa espressione di forte scetticismo rispetto all’ulteriore immunizzazione è un’inclinazione omogenea nella popolazione. Non si riscontrano infatti differenze tra sesso, fasce di età, provenienza geografica e titolo di studio”.
“Un fatto non frequente in questo tipo di rilevazioni. Ciò che impatta, e questo non sorprende – conclude Graffigna cercando di tracciare il ritratto dei No booster – è che chi risulta avere poca fiducia verso la scienza e il sistema sanitario è ancora meno propenso a vaccinarsi per la terza volta”.
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