Giorgia Meloni aveva deciso, nelle scorse ore, di rendere pan per focaccia a tutti i detrattori che l’avevano recentemente accusata di non essere mai in Parlamento, sempre impegnata altrove piuttosto che presente nel fulcro sacro della politica italiana. E così, stizzita, si era armata di telefoni per dimostrare a tutti come non sia certo lei l’unica a bighellonare in giro per l’Italia piuttosto che assolvere il proprio dovere. “Mal comune mezzo gaudio” deve aver pensato la leader di Fratelli d’Italia che ha mostrato, soddisfatta, il Transatlantico di Montecitorio completamente vuoto.
Ad accompagnare il desolante scatto, la stoccata: “”Ops, Transatlantico deserto. Perché oggi non si vota e a chi manca non decurtano lo stipendio e non viene segnata come assenza. Tutti a casa di giovedì i moralizzatori grillini? Dai mi sento sola venite a farmi compagnia, assenteisti! Capito perché il M5S ha bocciato la proposta di Fratelli d’Italia per fare timbrare il cartellino ai parlamentari? Ps. Noi anche oggi al lavoro, tra poco illustriamo gli oltre 500 emendamenti alla manovra presentati da Fratelli d’Italia”. Et voilà, missione compiuta e giustizia fatta. O forse no.
Come hanno fatto notare dei colleghi grillini, infatti, la Meloni è incappata in una clamorosa gaffe che dimostra la sua scarsa conoscenza del calendario dei lavori parlamentari. È infatti perfettamente normale che quel corridoio sia vuoto il giovedì mattina. Come spiegato dal pentastellato Paolo Giuliadori, i deputati erano tutti al lavoro nelle varie Commissioni, che si trovano al quarto piano di Montecitorio, non in quello dove si trovava Meloni.
“Ciao Giorgia, io cambierei chi ti gestisce il calendario altrimenti non si spiega il tuo 27% di presenze in aula. Se vuoi lavorare ci trovi al quarto piano di Montecitorio, nelle varie Commissioni” è stato il contrattacco di Giuliodori. Che, non pago, ha poi ironizzato sull’ormai celebre hit con protagonista da leader FdI: “Io sono Giorgia e non conosco il calendario dei lavori parlamentari”. Davvero senza cuore, non c’è che dire…
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