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“Futuro dei giovani a rischio. Dobbiamo dare loro di più”. L’allarme di Draghi dal Meeting di Rimini

Mario Draghi è intervenuto al Meeting di Rimini e ha tenuto un importante discorso rivolto soprattutto ai giovani e al futuro, esortando il governo a fare di più per loro. “Ai giovani bisogna dare di più”. Dopo la catastrofe della pandemia “bisogna affrontare la fase difficile e disseminata di insidie della ricostruzione, che dovrà essere improntata “alla flessibilità, al pragmatismo, ma anche alla trasparenza. E i giovani vanno messi al centro di ogni riflessione per rimettere in moto i loro percorsi formativi”. L’importanza dell’istruzione è un filo rosso che l’ex presidente della Bce non ha mai abbandonato e che ha riportato al centro del dibattito in questa occasione.

Spiega Draghi: “I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire, ma quando si esauriranno, il rischio è che ai giovani resti la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e i loro redditi futuri”. Il rischio reale è quello di una “distruzione di capitale umano di proporzioni senza precedenti dagli anni del conflitto mondiale”. Il discorso di Draghi parte dalle macerie del coronavirus per poi elogiare la “flessibilità e il pragmatismo” con cui è stata affrontata, anche in Europa. E per formulare un “appello ad affrontare insieme le sfide che ci pone la ricostruzione”. Da questa crisi l’Europa “può uscire rafforzata”, dice.

Ma “la responsabilità si accompagna e dà legittimità alla solidarietà. Perciò questo passo avanti dovrà essere cementato dalla credibilità delle politiche economiche a livello europeo e nazionale”. La situazione di oggi, osserva Draghi, “richiede un impegno speciale”. L’emergenza ha richiesto “maggiore discrezionalità nella risposta dei governi, che non nei tempi ordinari: maggiore del solito dovrà allora essere la trasparenza delle loro azioni, la spiegazione della loro coerenza con il mandato che hanno ricevuto e con i principi che lo hanno ispirato”.

In un altro passaggio chiave, Draghi sottolinea che “la costruzione del futuro, perché le sue fondazioni non poggino sulla sabbia, non può che vedere coinvolta tutta la società che deve riconoscersi nelle scelte fatte perché non siano in futuro facilmente reversibili. Trasparenza e condivisione sono sempre state essenziali per la credibilità dell’azione di governo; lo sono specialmente oggi quando la discrezionalità che spesso caratterizza l’emergenza si accompagna a scelte destinate a proiettare i loro effetti negli anni a venire”.

Draghi auspica un ritorno alla crescita “che rispetti l’ambiente e non umili le persone è un imperativo assoluto”. Ma “una vera ripresa dei consumi e degli investimenti si avrà solo col dissolversi dell’incertezza che oggi osserviamo e con politiche economiche che siano allo stesso tempo efficaci nell’assicurare il sostegno delle famiglie e delle imprese credibili, perché sostenibili nel tempo”. Draghi consegna alla platea del Meeting un bilancio positivo degli accordi europei raggiunti nei mesi scorsi, ma avverte che le macerie della crisi rischiano di seppellire anzitutto i giovani.

L’ex governatore della Banca d’Italia sostiene che “dobbiamo pensare a riformare l’esistente senza abbandonare i principi generali che ci hanno guidati in questi anni”: la coesione europea, il multilateralismo nelle relazioni globali, l’adesione a un ordine giuridico mondiale. Quei cardini che ci hanno garantito un lunghissimo periodo di pace. “Il futuro non è in una realtà senza più punti di riferimento che porterebbe, come è successo in passato, si pensi agli anni Settanta del secolo scorso, a politiche erratiche e certamente meno efficaci, a minor sicurezza interna ed esterna, a maggiore disoccupazione, ma è nelle riforme anche profonde dell’esistente”.

“La situazione presente rende imperativo e urgente un massiccio investimento di intelligenza e risorse finanziarie” nell’istruzione, ammonisce Draghi. Anche per una ragione morale: saranno i giovani a ereditare la nostra montagna di debiti, ereditata da decenni di scelte scriteriate, ingigantite dalla pandemia. “Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.

 

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