È un Draghi battagliero quello che si presenta alla prima conferenza stampa in diretta per spiegare il dl Sostegni. Parla delle misure economiche, di lavoro, di riscossione e di vaccini. “Non mi sono ancora prenotato, ma farò Astrazeneca”, ha annunciato per sgombrare il campo da ogni dubbio e per rassicurare gli italiani impauriti dal recente stop dovuto a casi sospetti. “La mia fascia d’età prevede la vaccinazione con Astrazeneca, quindi sì, lo farò, lo ha fatto anche mio figlio in Inghilterra”. Draghi ha spiegato che la sospensione delle somministrazioni “non è stata un errore” e che “la decisione non è stata presa per imitazione o ‘per interessi tedeschi'”. (Continua dopo la foto)
“Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso”, ha aggiunto Draghi. “Quando l’autorità europea dice ‘continuate pure le vaccinazioni, però voglio prendermi un po’ di tempo per guardare se effettivamente sono sicure…’ Beh, se vi metteste nei panni miei e di altri governanti in Europa cosa avreste fatto? Avreste detto: vabbé, proviamoci?”. Sulla Scuola anche Draghi è netto: “Sarà la prima cosa a riaprire quando i contagi lo permetteranno, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media”. (Continua dopo la foto)
Draghi ha poi riassunto la situazione attuale in Italia sul piano vaccinazioni. “Siamo partiti da 69mila, ora siamo a 160mila vaccinazioni giornaliere, arriveremo a 500mila in aprile e l’obiettivo è aumentarla in maggio-giugno. Poi speriamo di non avere imprevisti sulle forniture di vaccini”. Poi la strigliata alle Regioni: “Vanno in ordine sparso e questo non va bene. Andiamo forte a livello nazionale – ha sottolineato – ma le Regioni sono molto difformi, alcune arrivano al 25% e altre al 5%: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini”. (Continua dopo la foto)
Infine capitolo Europa, con una dichiarazione che da lui nessuno si sarebbe mai aspettato: “Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio. La campagna vaccinale europea ha avuto sicuramente problemi che risalgono ai modi in cui i contratti sono stati fatti, alle scelte delle ditte, ma col senno di poi si trovano tanti errori”.
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