Ieri era trapelata la prima indiscrezione: nessuna zona gialla subito dopo Pasqua. Oggi ne trapela un’altra: fino al 1° maggio l’Italia resterà solo arancione e rossa. Il presidente del consiglio, esattamente come fu con Conte, prosegue dunque di Dpcm in Dpcm monitorando costantemente i dati e valutando sulla base di quelli. Ora, però, non si levano cori da parte di chi criticava la modalità di fare Dpcm continui e a stretto giro in base all’evolversi della situazione. L’Italia rimarrà dunque arancione e rossa. Ma la decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni. L’orientamento del presidente del Consiglio Mario Draghi e del Cts è ormai noto. Convocherà la cabina di regia, ma gli scienziati sono contrari al ritorno delle Regioni in fascia gialla. Al momento l’unico spiraglio riguarda le scuole, e non tutti gli ordini e gradi. (Continua a leggere dopo la foto)
La riapertura di cinema e teatri inizialmente prevista per il 27 marzo – come era già ampiamente prevedibile – certamente slitterà di almeno due settimane, è più probabile che avvenga non prima del 15 aprile. Intanto moltissimi degli operatori del mondo dello spettacolo ancora non hanno ricevuto il becco di un quattrino. Dopo aver esaminato i dati martedì con il premier Draghi e il ministro Roberto Speranza, i rappresentanti del Cts sconsigliano di abbandonare le misure attuali. (Continua a leggere dopo la foto)
Anche sulle scuole, che lo stesso Draghi auspica di riaprire, una valutazione finale sarà fatta in base all’evoluzione della curva epidemiologica: viene considerato probabile che tornino in classe gli studenti di asilo ed elementari in zona rossa e tutti gli altri se sono in arancione ma con la didattica a distanza al 50 per cento. Il governo dunque discute delle misure del nuovo dpcm, che sarà adottato tra lunedì e mercoledì prossimi. La discussione più animata riguarda la possibilità di confermare il blocco delle zone gialle. (Continua a leggere dopo la foto)
L’opzione di un arancione nazionale come base minima per l’intero territorio è un’ipotesi che piace a Pd, Cinquestelle e a il ministro alla Salute Roberto Speranza. Il centrodestra, invece, appare contrariato e punta a un ritorno in giallo il prima possibile, sposando la causa delle imprese e dei ristoranti che possono riaprire soltanto in zona gialla. Tenere quegli esercizi chiusi per un altro mese e con sostegni scarsi potrebbe ora rappresentare un vero problema per l’intero governo.
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