A poche ore dall’incontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte, previsto per il pomeriggio di lunedì 4 luglio, filtrano alcune prese di posizione da parte del presidente del Consiglio. Draghi sarebbe disposto ad ascoltare e ad accogliere le istanze politiche del leader del M5S. Ma, avverte, “l’agenda del governo resta la stessa”.
“Sono ancora ottimista, il governo non rischia. Questo governo non si fa senza Cinquestelle. Il governo è nato con i Cinquestelle, non si accontenta di un appoggio esterno”, ha dichiarato il premier Draghi lo scorso 30 giugno in conferenza stampa, cerando di rassicurare sulla tenuta dell’esecutivo. Draghi ha poi negato di aver chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Conte dalla guida del M5S. “Non ho mai fatto queste dichiarazioni. – ha negato le accuse – Mi dicono che ci sono riscontri oggettivi. Messaggi? Vediamoli, li aspetto. Non ho mai neanche pensato di entrare nelle questioni interne di un partito. Credo che anche Grillo abbia smentito”.
Ora che mancano poche ore all’incontro con Conte, da ambienti vicini al presidente del Consiglio filtra l’intenzione, raccontata dall’Adnkronos, di dare “ascolto e massima attenzione”, alle istanze dei contiani ma, avrebbe ribadito Draghi, “l’agenda resta la stessa e le sfide che attendono il governo non possono essere eluse, anche alla luce del Pnrr”. Inoltre il premier assicura di non avere “mai detto” le parole che gli sono state attribuite dal sociologo Domenico De Masi durante l’intervista al Fatto Quotidiano.
Intanto, ad animare la vigilia dell’incontro Conte-Draghi ci ha pensato Dario Franceschini. “Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte. – Avverte il ministro della Cultura in quota Pd – se ci sarà una rottura o una distinzione, perché un appoggio esterno è una rottura, per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale. Servono generosità ed elasticità nell’incontro tra Draghi e Conte che hanno in mano il destino della prossima legislatura”, conclude.
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