“Psiconano”, “mafioso” e chi più ne ha più ne metta. Per anni, il Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo in testa, ha attaccato Berlusconi come nessun altro. E adesso si è arrivati a un paradosso esistenziale che ha dell’incredibile. Ritrovarsi al governo insieme. Avevano detto: “Mai con Salvini”, e ci hanno fatto un governo. Poi: “Mai con Renzi”, e ci hanno fatto un governo. “Mai col Pd”, e adesso hanno un’alleanza così stretta che li porterà alle urne insieme. Poi: “Mai con Berlusconi”. E ora? E ora digeriranno anche Berlusconi, sì. Perché in una telefonata lunga 2 ore, Mario Draghi ha convinto Beppe Grillo a dire sì. Come ricostruisce Il Fatto, “due ore in cui l’ex presidente della Bce ha ripetuto quanto aveva già detto a Roberto Fico e di fatto a Giuseppe Conte: senza i Cinque Stelle il governo non si può fare”. Impossibile, senza il primo gruppo per eletti in Parlamento.
Così eccola la seconda mossa in poche ore di Draghi, nel mercoledì dove ha messo le basi per provarci. Prima l’incontro con Conte di oltre un’ora, a Palazzo Chigi. Poi la telefonata a Grillo. Quella che ha convinto il Garante a chiamare Vito Crimi, mercoledì notte: “Devi dire ai parlamentari che bisogna ascoltare Draghi, sedersi al tavolo con lui”. Ma soprattutto, lo ha spinto a richiamare Conte: “Giuseppe, serve un tuo segnale, anche al Movimento”. Viene quasi tutto da li, dal Grillo che “come al solito ha cambiato le carte in tavola, perché noi fino a poche ore fa eravamo in gran parte per il no” sussurra un ministro al Fatto.
Il colloquio con l’ex presidente della Bce è stato lungo e molto cordiale, assicura chi ha parlato con il Garante. “Mi è sembrato una persona molto aperta, quasi uno di noi” è arrivato a dire Grillo. Un po’ troppo, a naso. “Il Garante a Draghi ha chiesto assicurazioni sui temi. Innanzitutto su quelli legati all’ambiente, e allora ecco perché ieri Conte ha fatto quel riferimento ‘allo sviluppo sostenibile’ come cardine del programma della coalizione giallorosa. Un segnale a tutte le parti ma innanzitutto a Draghi, perché non dimentichi quale deve essere il punto
di partenza”.
Ma Grillo e il possibile nuovo premier hanno parlato anche, e molto, di reddito di cittadinanza e di “compagni di governo”. Sì, perché il nodo centrale è che quasi certamente anche Forza Italia ci entrerà. E così ora il prossimo step sarà far digerire alla base e ai parlamentari che il prossimo governo del M5S, il terzo, sarà con Berlusconi. Dopo Salvini, Renzi e Zingaretti, ora è la volta dell’arcinemico B. Bizzarra la storia…
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