Corteggiato, atteso per la presidenza del Consiglio o quella della Repubblica, quindi temuto e ora isolato. Non ha usato la politica ma la politica ha usato lui. Ma l’ex presidente della Bce prepara le contromosse. Mario Draghi – stando a quanto rivela Carlo Tecce su L’Espresso – ha rifiutato la prestigiosa presidenza di Goldman Sachs. E questo è un chiaro segnale: punta a Palazzo Chigi, o al Quirinale. E evidentemente sente che i tempi sono ormai maturi. In molti, quando Giuseppe Conte lo aveva rivelato, avevano letto la sua idea come una mossa “à la D’Alema”. Conte, infatti, il mese scorso aveva confessato che quando è stato il momento di esprimere un candidato per la presidenza della Commissione Europea, lui avrebbe voluto “mettere” Mario Draghi.
D’Alema, allo stesso modo, e a suo tempo, cercò di delocalizzare il suo competitor più ingombrante, Romano Prodi. Dopo aver “salvato l’euro”, Draghi era il candidato perfetto in Europa. Con il governo traballante, e con le crisi continue all’interno dei due principali azionisti di maggioranza, Pd e Movimento 5 Stelle, per Conte era fondamentale allontanare lo spauracchio principale, ossia il nome che avrebbe messo tutti d’accordo per sfilargli la poltrona di Palazzo Chigi da sotto il sedere o, ancor peggio, quella del Quirinale. Sono due mosse, una per il presente, una in prospettiva futura. L’ex presidente della Bce, infatti, prima aveva spronato dalle colonne del Financial Times la UE a fare debito e politiche procicliche, poi, all’indomani di ferragosto, aveva fatto una vera e propria sortita politica, in cui essenzialmente diceva: io ci sono.
Da quel momento in poi, però, le cose sono cambiate. Ma non troppo. Draghi è tornato nell’ombra, proprio per evitare il rischio di essersi davvero bruciato. E si torna così al gioco della seggiola. Conte anche – da quel che si dice nel Palazzo – punta alla poltrona del Quirinale. Si tratterebbe dunque di un gioco a due. Lasciare Chigi a Draghi per prendersi il Quirinale, o continuare a Chigi (ma questa è una strada assai più pericolosa, visto il consenso che scende per le misure restrittive) e lasciare a Draghi il Quirinale?
Vi sono infatti seri motivi di Costituzione materiale ad opporsi al doppio mandato di Mattarella, come invece molti stanno evocando in questi giorni, ed è per questo che è quasi certa l’elezione di un nuovo Capo dello Stato. I destini dei due sembrano essere strettamente collegati. Inoltre, è altamente probabile che nel 2022 si voti a Parlamento vigente, quindi con un Parlamento che nei numeri è fedele all’attuale premier, quello che ha traghettato l’Italia durante una delle crisi più severe di sempre.
Forse è per questo che lo stesso Conte ha voluto mettere nel tritacarne del toto candidato anche lo stesso Mattarella. L’intenzione dell’attuale premier, dunque, sarebbe quella di prenotare per sé la poltrona dorata di capo dello Stato. Considerando Mattarella un terribile avversario, Conte prima ha messo in mezzo Mario Draghi, dicendo che l’ex governatore della Banca centrale europea è troppo stanco per fare qualche cosa, poi ha cercato di “bruciare” il Mattarella-bis “avendolo dato in pasto ai giornalisti”. Si attendono sviluppi.
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