Passa la linea dura decisa da Mario Draghi sul Super green pass. Dal 6 dicembre (e fino al 15 gennaio) ci sarà dunque un certificato verde a due velocità. Uno per i vaccinati, che potranno entrare praticamente ovunque. L’altro per i non vaccinati ai quali, anche in zona bianca, viene precluso l’ingresso in ristoranti, bar, teatri, cinema, palestre e stadi, oltre che sui mezzi pubblici locali. Matteo Salvini prova ad opporsi almeno all’entrata in vigore delle nuove misure in zona bianca. Ma alla fine il leader della Lega è costretto a cedere alle pressioni del premier. Anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese protesta per i pochi mezzi disponibili per i nuovi controlli da effettuare. Ma è tutto inutile.
A spiegare al presidente del Consiglio la posizione della Lega è Giancarlo Giorgetti. “A noi le restrizioni in zona bianca non piacciono”, dichiara il ministro dello Sviluppo economico durante il Consiglio dei ministri di mercoledì 24 novembre. Richiesta che però riceve la replica secca della collega di Forza Italia, Maria Stella Gelmini. “Scusa Giancarlo, guarda che queste regole andavano bene anche ai tuoi governatori”, gli ricorda parlando dei governatori regionali leghisti. “A me non risulta”, avrebbe risposto Giorgetti. “Ti assicuro che nella conferenza Stato-Regioni di due giorni fa, i soli a chiedere misure meno rigide sono stati quelli di Fratelli d’Italia”, lo stoppa però la Gelmini.
Insomma, niente da fare. La linea di Draghi sul Super green pass è ormai tracciata. E la Lega fallisce nel tentativo almeno di addolcirla sulle restrizioni in zona bianca. Anche se sono proprio i governatori ad andare incontro a Salvini sul no al Super certificato verde in zona bianca, allo scopo di ricompattare il Carroccio. La Lega avrebbe addirittura pensato di disertare il Cdm in segno di protesta. Ma anche questa ipotesi sfuma.
Fatto sta che Draghi è deciso ad “eccedere in prudenza” di fronte al rischio di nuove chiusure. Tanto da inserire nel decreto anche la necessità del Super green pass sul trasporto pubblico. “Ma noi non siamo in grado di garantire al meglio i controlli. Siamo in carenza di uomini e risorse”, avrebbe protestato il ministro Lamorgese. “Non posso sentire un argomento del genere”, la avrebbe però zittita il premier.
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