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Draghi premier al posto di Conte? Il retroscena: “Ha già detto sì”. Cosa succede ora

Le ultimissime dal Palazzo rivelano che Mario Draghi avrebbe dato il suo assenso a guidare un governo della ricostruzione nazionale sostenuto da una foltissima maggioranza parlamentare. L’epoca di Giuseppe Conte sembra sempre più prossima alla fine, anche se l’attuale premier starebbe facendo di tutto per tentare un Conte-ter, ed è proprio questo assetto che ora i partiti di maggioranza stanno vagliando. Ma secondo le indiscrezioni, Forza Italia e Lega si sarebbero già dichiarate pronte ad appoggiare Draghi, e questo cambierebbe tutto. Perfino la Meloni, in un’intervista al Corriere, si è detta pronta “a dare una mano” al Paese.

Ovviamente a premere per l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi è soprattutto Italia Viva, ma dietro il silenzio assenso di Pd e buona parte del M5S (con Di Maio in testa) si legge la volontà di voltare pagina e archiviare l’esperienza Conte. Mario Draghi punterebbe così a guidare il governo della ricostruzione nazionale. Un esecutivo che verrebbe sostenuto da una folta maggioranza trasversale, considerato che il Paese ha bisogno di una forte azione nei prossimi mesi, sia per continuare ad affrontare l’emergenza sanitaria, sia per mettere mano a quella economica.

La notizia è stata diffusa da affaritaliani.it, ma soltanto nei prossimi giorni si capirà meglio se l’indiscrezione che arriva dagli ambienti politici è giusta, oppure se si tratta di una delle tante ipotesi delle ultime ore, come quella di Marta Cartabia, già presidente della Corte costituzionale, oppure Walter Veltroni. Mario Draghi sta trascorrendo il periodo delle feste natalizie nella sua casa in Umbria, a Città della Pieve. Per l’ennesima volta viene tirato per la giacchetta in un momento particolarmente complesso per il Paese.

Era già accaduto in passato, infatti, ma stavolta le condizioni sono diverse, visto che si tratta di uno dei periodi peggiori del Dopoguerra vissuto dal Paese. Le altre ipotesi in campo sono quelle di un Conte-ter con un forte rimpasto di governo e l’idea Franceschini premier che non dispiacerebbe neppure a Di Maio. Insomma, quel che è certo è che in un modo o nell’altro il Conte-due è sostanzialmente già finito. La prova definitiva, come annunciato da Renzi, si avrà il 6 gennaio al consiglio dei ministri.

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