Il due per mille ai partiti non decolla. Anzi, fa segnare un vistoso calo: quattordici milioni di euro in tutto quelli raccolti, uno in meno rispetto allo scorso anno, con un Pd che pur rimanendo il partito più gettonato (poco più di 7 milioni di euro la “raccolta” nel corso del 2018) vede comunque calare i numeri registrati dodici mesi prima, quando in casa i milioni erano stati 8. Subito dietro i dem c’è la Lega, distante ma in salita: quasi 3 milioni, uno in più rispetto al passato.
Non compare nella lista il M5S, che ha più volte spiegato di aver rinunciato a questa possibilità considerata nei fatti un finanziamento pubblico ai partiti. “Meno del 3% dei contribuenti – dice Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera ed esponente 5S – ha deciso di destinare il 2xmille ai partiti, l’11% in meno rispetto allo scorso anno. Un chiaro flop per la vecchia politica, una scelta che fa guadagnare lo Stato e che permette di investire più risorse in scuola, sanità e trasporti”.
Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze del Tesoro i contribuenti che nella dichiarazione dei redditi 2018 (anno di imposta 2017) hanno scelto di donare una piccola percentuale dell’Irpef alle forze politiche sono 1.089.817 cittadini contro il milione e 228 mila circa dell’anno precedente. E se oltre i due terzi dei fondi del 2x mille va al Pd e alla Lega, il restante 30% della torta viene suddivisa fra ulteriori 24 soggetti politici: al quarto posto, in calo, Fdi con circa 720 mila euro di contributi, seguita da Forza Italia, che vede scendere i fondi a 637.130 euro contro i circa 850 milioni di euro raccolti con le dichiarazioni dei redditi 2017, e dal Partito di rifondazione comunista con 547.426 euro.
Più giù si trovano Mdp e Sinistra italiana, rispettivamente con 349.516 e 316.960 euro, seguite a loro volta da Sudtiroler Volkspartei e dai Verdi che registrano incassi per 287.329 e 257.919. Sotto la soglia dei duecentomila euro, Possibile (170 mila), Partito socialista italiano (140 mila), Centro democratico (130 mila), Scelta civica (128 mila circa), Energie per l’Italia (85mila circa), Movimento La Puglia in Più (60 mila), Italia dei Valori (51 mila circa), Movimento associativo Italiani all’Estero (46 mila euro), Unione per il Trentino, Unione Valdotaine e Alternativa popolare con circa 38 mila euro di contributi a testa, Partito autonomista Trentino Tirolese (34 mila), Unione di centro (30 mila), Stella Alpina (27 mila euro), Popolari per l’Italia (24 mila euro circa), Idea Identità e Azione (15 mila circa) e ultima Democrazia solidale con 11 mila euro.
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