Un’inversione a U spericolata, di quelle che passeranno alla storia. Vittorio Feltri, come illuminato sulla via di Damasco, si è infatti improvvisamente accorto di quanto fatto di buono in questi mesi difficili dal premier Giuseppe Conte. Spendendo per lui inattese parole di apprezzamento dopo settimane di accuse e attacchi gratuiti alla prima occasione utile: “Prima di linciare il governo, guadiamoci intorno e osserviamo cosa succede in mezzo mondo”.
Per Feltri, Conte “va ringraziato per aver adottato misure fastidiose, liberticide, che però hanno salvato la pelle a tanta gente”. Un post che viene difficile associare al direttore di Libero. E invece proprio lui ha commentato la situazione attuale sostenendo che “tutto sommato siamo più efficienti” di altri Stati, alle prese con difficoltà superiori alle nostre. Un messaggio che suona come una folgorazione improvvisa e che ha lasciato interdetti molti utenti.Nell’analizzare la situazione sanitaria a livello globale, Feltri ha infatti constatato come “la Francia è devastata e non sa più che fare, il Belgio detiene addirittura il record mondiale, l’Inghilterra è messo peggio di noi, gli Stati Uniti continuano ad essere una sorta di tritacarne umano”. Diversa la situazione italiana, dove le contromisure “tutto sommato hanno funzionato”. Da qui, l’ammissione pubblica di errore: “
Anche noi di Libero quanto i colleghi di altri giornali abbiamo esagerato con le critiche rivolte al governo. Ma prima di linciarlo guardiamo cosa succede in mezzo mondo”.
In passato, infatti, Feltri si era lanciato in titoli di tono decisamente opposto come “Conte sequestra tutti i cittadini e la fa pure franca”, accusando il premier di non “saper gestire nemmeno un condominio” e ammettendo con fierezza di non indossare mascherine perché “mi danno fastidio”. Altri tempi, evidentemente. “
Non sono filogovernativo ma di fronte alla realtà non posso chiudere gli occhi. Abbiamo analizzato i dati di molti Paesi e ci siamo resi conto che l’Italia al confronto è un fiore all’occhiello”.
Autostrade, adesso è rottura Benetton-governo: torna l’ipotesi della revoca