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Meloni contro Salvini: il referendum sulla giustizia spacca i sovranisti

Sono circa 20 giorni che Matteo Salvini e Giorgia Meloni non si vedono né si sentono. Da quando il leader della Lega si è fatto convincere a votare il bis di Sergio Mattarella al Quirinale. Il leader della Lega si sarebbe detto pronto ad un incontro, ma la numero uno di Fatelli d’Italia sarebbe ancora scettica. Intanto, a dividere ancora di più i due leader sovranisti ci si mettono pure i referendum sulla giustizia appena giudicati ammissibili dalla Corte Costituzionale. A farli litigare nuovamente è soprattutto quello sulla custodia cautelare, di cui la Meloni non vuole nemmeno sentir parlare.

Meloni contro Salvini sui referendum

“Sono conquiste liberali, moderate, e sarebbe molto bello se il centrodestra ripartisse sulla spinta riformista di questi quesiti che si fondano sul merito e sulla modernità. Bene se si ricreasse un centrodestra che guarda avanti. – dichiara Matteo Salviniin conferenza stampa, rispondendo alla domanda se i referendum potranno ricompattare il centrodestra – Un centrodestra unito darebbe una bella prova di sé”.

La Meloni, però, già tempo fa aveva fatto sapere che “semplicemente su due punti non siamo d’accordo perché si rischia di creare delle storture. In particolare, quello sulla carcerazione preventiva. Fermo restando che considero un’ottima mossa parlare di giustizia partendo dall’ipotesi referendaria, perché sono anni che parliamo di riformare la giustizia e alla fine se si aspetta il Palazzo si rischia di non arrivare mai”.

Oggi la leader di Fdi ribadisce il concetto, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta. “La custodia cautelare è sicuramente un istituto di cui si è fatto un abuso incredibile. Ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca. Si finisce per impedire che si possano arrestare i criminali”, puntualizza la Meloni. “Fratelli d’Italia contro? Viva la libertà. I comitati per il sì al referendum saranno liberi, indipendenti, senza colori politici”, replica Salvini. “Le alleanze si fanno sui contenuti e non sui titoli. E io non sono più disposta a far finta di niente”, lo gela però l’alleata sovranista.

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