Platoon, la start-up inglese fondata da Denzyl Feigelson e Saul Klein e specializzata nella produzione, distribuzione e commercializzazione di musica di talenti emergenti, è stata acquisita da Apple la scorsa settimana. Ma cosa ha spinto la Mela ad avventurarsi nella caccia ai talenti musicali? Questa operazione è solo l’ultima di una lunga serie, mirata a spingere i servizi di Cupertino.
Come funziona Platoon
Platoon, società avviata già dal 2016, offre servizi per far emergere musicisti e piccole etichette. Utilizza il digitale sia per scovare che per lanciare gli artisti: l’analisi dei dati è alla base delle scelte di marketing, con uno sguardo particolare alle piattaforme digitali (da Youtube a Spotify ed Apple Music). Tutto per comprendere il Dna di artisti, manager e creativi e capire di cosa hanno veramente bisogno, come ha speigato l’ideatore Feigelson in un post. Anche se ancora la start-up non è molto nota, avrebbe una valutazione vicina ai 4 milioni di dollari, frutto di un investimento da 600.000 dollari del venture capital Local Globe.
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Alla ricerca di artisti emergenti
Negli ultimi anni, alcune tra le più importanti acquisizioni di Apple puntano proprio sulla musica. Oltre a Platoon, ad ottobre la Mela ha acquistato Asaii, una società che analizza i dati delle piattaforme musicali. La principale funzione dell’applicazione è quella di raccogliere informazioni da servizi musicali e social media per orientare le scelte di marketing degli inserzionisti. Inoltre può anche scandagliare i dati per intercettare gli artisti emergenti. In oltre era già entrato dallo scorso settembre nella famiglia di Cupertino, Shazam, l’app per il riconoscimento dei brani, per circa 400 milioni.
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In definitiva, Apple Music non vuole limitarsi soltanto ad essere una piattaforma di streaming ma i piani per il suo futuro sono più grandi, ambendo a diventare anche un produttore e un distributore. Come spiegato dalla stessa Cupertino, è una scelta che prova a battere i concorrenti (a partire da Spotify) su due fronti: ampliare l’offerta sia per il pubblico (più artisti, se possibile in esclusiva) che per i musicisti (che possono attingere a servizi di analisi preziosi per orientare promozione e prodotti).
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