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Più che un Congresso, un circo: gli ospiti scelti da Salvini per parlare di “famiglia”

Un evento che ha fatto e farà discutere, quello organizzato a Verona tra il 29 e il 31 marzo. Dove sfileranno baldanzosi i vertici della Lega, a partire da Matteo Salvini. E dove, invece, non saranno i Cinque Stelle, saggiamente al riparo. Meglio evitare, pensano i grillini, di far associare i nostri nomi a quelli di certi ospiti, dai curricula per nulla lodevoli e puntualmente contestati a ogni uscita pubblica. Nello specifico: a inaugurare la kermesse saranno Brian Brown e Allan Carlson, rispettivamente  presidente e segretario internazionale del Wcf (acronimo inglese per definire il Congresso Mondiale delle Famiglie).

I pilastri su cui si fonda il Wcf, che i due hanno contribuito attivamente a fondare? Come spiega il Corriere della Sera, “l’opposizione al matrimonio omosessuale, all’aborto, alla pornografia”. Non si sa nulla dei contenuti del loro intervento, come d’altronde misterioso è il programma generale della tre giorni, di cui sono stati annunciati soltanto temi a grandi linee. Gli altri ospiti sono invece noti: ad alternarsi, tra i tanti, Igor Dodon, il presidente moldavo che ha ospitato il Congresso nel 2018, prima che la Corte costituzionale lo sospendesse dalle sue funzioni di presidente perché non aveva voluto firmato le leggi approvate dal suo Parlamento.A seguire Katalin Novák, ministra della famiglia ungherese, Alexey Komov, ambasciatore russo del Wfc, e Dimitri Smirnov, arciprete ortodosso russo. Nella giornata inaugurale ci sarà il nostro ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, lui che questo Congresso a Verona ha fortemente voluto, con il vicepremier Matteo Salvini, che farà la sua relazione poco dopo l’intervento di un altro ministro leghista, quello dell’Istruzione Marco Bussetti, e di quello del fondatore del Family Day Massimo Gandolfini.Ad accorrere in soccorso dei leghisti è stata Giorgia Meloni, che ha voluto a tutti i costi ritagliarsi un suo spazio nel programma. L’ultimo giorno è infine previsto un panel dell’attivista nigeriana Theresa Okafor: si è molto polemizzato su di lei in questi giorni, si è detto che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso, e gli organizzatori italiani del Congresso (Antonio Brandi e Jacopo Coghe) hanno definito “diffamanti” queste accuse. Non hanno però spiegato come conciliare il pensiero del Congresso italiano con quello statunitense, che tra i pilastri fondanti ha proprio la lotta al matrimonio omosessuale.

Tra neofascisti e antiabortisti, il convegno voluto a Verona da Salvini

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