Proxima b, il pianeta simile alla Terra
Proxima b è un pianeta simile alla Terra. Nonostante si tratti solo di un piccolo pianeta roccioso, proprio per questo ha suscitato l’interesse degli esperti: grazie alle sue caratteristiche di massa e temperatura potrebbe essere idoneo a ospitare la vita. La sua scoperta appartiene all’equipe di scienziati guidata dal Dottor Guillem Anglada-Escudé, professore di astrofisica all’università Queen Mary di Londra.
Lo studio, condotto attraverso l’analisi dei dati raccolti dalle sofisticate apparecchiature dello European Southern Observatory, si basa sulle cosiddette Misure Doppler. Queste osservazioni permettono di calcolare gli infinitesimali spostamenti di una stella dovuti ai pianeti circostanti, che esercitano su di essa la propria attrazione gravitazionale.
La notizia, riportata dalla rivista scientifica Nature, ha provocato entusiasmo e scompiglio nella comunità astronomica. Non solo per la scoperta di un pianeta simile alla Terra situato al di fuori del nostro Sistema Solare, ma anche per la sua straordinaria vicinanza: ”solo” quattro anni luce ci separano da Proxima b e da Proxima Centauri.
Questo aspetto, unito alle peculiarità del piccolo pianeta, accende l’interesse verso possibili sviluppi di studio. Condurre osservazioni e ricerche più approfondite potrebbe essere alla nostra portata e, nei prossimi secoli, mostrare ulteriori e incredibili implicazioni per l’umanità intera.
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Un pianeta adatto alla vita?
Sono le caratteristiche di questo piccolo pianeta roccioso a rendere importante la sua scoperta. Grazie alla distanza ottimale da Proxima Centauri e un periodo orbitale – cioè il tempo impiegato a compiere un’orbita completa – di soli undici giorni, Proxima b potrebbe essere adatto ad accogliere acqua allo stato liquido e, con essa, la vita.
Gli studi, basati su dati raccolti in un periodo compreso tra il 2000 e il 2016, non sono però ancora in grado di rivelare se si tratti di un pianeta simile alla terra sotto tutti gli aspetti salienti. Più vicino alla propria stella di quanto sia la Terra rispetto al sole, infatti, Proxima b potrebbe essere eccessivamente esposto a radiazioni nocive.
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Nuovi orizzonti di studio
Nonostante al momento non sia chiaro il quadro completo delle condizioni presenti sul pianeta, gli scienziati si mostrano ottimisti riguardo i possibili scenari di studio. Un eventuale campo magnetico, per esempio, potrebbe essere in grado di schermare questo piccolo pianeta simile alla terra dai raggi X provenienti dalla vicina Proxima Centauri, proteggendone la superficie proprio come accade sulla Terra per i raggi solari.
La ricerca potrebbe essere condotta, nei secoli a venire, attraverso l’utilizzo di apparecchiature robotiche adatte a sondare il terreno e l’atmosfera, trasmettendo dati accurati sulla loro composizione chimica. Difficile, tuttavia, fare dei pronostici: trattandosi di un sistema solare più giovane rispetto al nostro, la sua evoluzione potrebbe avvenire migliaia di anni dopo lo spegnimento del Sole.
La vita al di fuori del nostro pianeta, da sempre teorizzata, rimane dunque ancora un’incognita. Eppure, proprio grazie alla scoperta di Proxima b, potrebbe assumere contorni meno incerti e avvicinare di un altro passo il mondo della scienza a quello dell’immaginazione: non resta che attendere, senza mai distogliere lo sguardo dal cielo.
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