“Egregio Signor Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro”. Comincia così la comunicazione a CR7 che inguaia la Juventus e che mette nero su bianco la prova dell’esistenza di una scrittura privata tra la Vecchia Signora e il campione per “premi integrativi” finiti sotto la lente di ingrandimento della guardia di finanza.
La “carta di Ronaldo”, spuntata nelle intercettazioni tra il capo dell’ufficio legale della Juve Cesare Gabasio e il ds Federico Cherubini, dunque esiste davvero. E fa tremare il club bianconero, il cui cda guidato da Andrea Agnelli si è dimesso settimane fa. Non solo, dunque, esiste, ma è anche nelle mani della Gdf da un anno, da quando è stata trovata a Torino tra le carte dello studio dell’avvocato Federico Restano, nel corso della seconda perquisizione disposta dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello.
Sulla firma della “carta Cr7” c’è la firma di quello che fino a due mesi fa è stato il dominus della Juve: l’ex ds Fabio Paratici, indagato con gli ex vertici societari bianconeri nell’inchiesta sui bilanci falsi. Di fatto, la “carta Ronaldo” certifica un passaggio di ingenti risorse dal club al calciatore ma senza l’obbligatorio deposito in Lega. E, quindi, senza l’adeguato pagamento delle tasse sull’importo delle cifre corrisposte. La carta fa poi anche riferimento a un debito residuo che la Juve avrebbe maturato con Ronaldo prima del suo trasferimento al Manchester: secondo quanto stabilito tra gli accordi tra le parti, la Juve dovrebbe al calciatore ancora 20 milioni di euro circa.
L’accusa nei confronti della Juve, che ha dato origine all’inchiesta, è di debiti ingenti fuori bilancio. I pm italiani hanno chiesto una rogatoria internazionale per interrogare Ronaldo, ma il calcitore ha sempre risposto picchèe, affidando la replicai suoi legali Salvatore Pino e John Shehata: “Cr7 non ha mai visto quei documenti e non ne possiede copia”.