I tre medici della clinica Mangiagalli di Milano chiamati a testimoniare al processo a Ciro Grillo e ai suoi amici nel tribunale di Tempio Pausania confermano che lividi e ferite sul corpo della ragazza che li ha denunciati sono compatibili con una violenza sessuale, ma anche con una caduta mentre faceva sport.
Al via il processo al figlio di Beppe Grillo, Ciro, e ai suoi tre amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti genovesi, che sono stati accusati di stupro di gruppo da una studentessa italo-norvegese.
I fatti sarebbero avvenuti al termine di una festa in una villa in Sardegna, nel luglio 2019.
Nella prima udienza, conclusa oggi, hanno parlato i tre medici del Mangiagalli: la dottoressa di medicina legale Vera Gloria Merelli, la ginecologa Marta Castiglioni, la psicologa Laila Micci, che ha reso una dichiarazione molto forte.
Ha parlato anche il medico legale della difesa, Marco Salvi.
Secondo quanto emerso dalle testimonianze, dunque, i lividi sul corpo della ragazza sarebbero compatibili sia una violenza sessuale sia con eventuali cadute mentre faceva sport.
La studentessa fu visitata dalla psicologa nove giorni dopo la serata nella villa in Sardegna: “Quei lividi sono compatibili con qualcuno che le potrebbe avere bloccato braccia e gambe”.
La ragazza “non ha ancora superato il trauma” di quella notte ed è tuttora in cura dalla professionista.
Micci ha anche risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso, che quando si è presentata alla clinica Mangiagalli, a fine luglio del 2019, nove giorni dopo il presunto stupro, avrebbe presentato le “tipiche sintomatologie delle vittime di uno stupro”.
Le prossime udienze, che vedranno anche la testimonianza degli imputati, sono previste per il 21 dicembre e poi l’8 febbraio, l’8 marzo e il 12 aprile.
Saranno ascoltati numerosi testimoni, gli ultimi trenta dei cinquantasei ammessi.