Non cresce l’economia digitale italiana. Lo conferma il Digital Economy and Society Index (DESI), il rapporto presentato nei giorni scorsi dalla Commissione Europea sulla digitalizzazione dell’economia, del sistema pubblico e della società. Secondo il rapporto, l’Italia è 25° in Europa, stabile rispetto allo scorso anno. In un anno, dunque, nessun miglioramento, per l’economia digitale italiana, se non in specifiche e sparute aree di intervento.
Cos’è il Digital Economy and Society Index
Si tratta di un tool che raggruppa più di 30 indicatori in cinque aree di intervento: connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali, servizi pubblici digitali. L’insieme dei dati raccolti indica quanto ognuno dei Paesi membri dell’Unione Europea ha investito nella digitalizzazione dell’economia, tanto nel sistema pubblico, quanto nel sistema sociale in genere. L’Italia, come già detto, è 25°, praticamente a pari merito con Croazia e Polonia, avanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania, distante anni luce dalle prime della classe, Danimarca, Finlandia e Svezia.
Economia digitale italiana. Ecco cosa non funziona
Italia nel digital divide
Nel complesso, l’Unione Europea ha migliorato la sua prestazione digitale di 3 punti rispetto allo scorso anno ma, secondo gli analisti, i progressi potrebbero essere più rapidi. Sconcerta inoltre il divario digitale fra un paese e l’altro. Fra il primo classificato, la Danimarca, e l’ultimo, la Romania, ci sono ben 37 punti percentuali. Non solo. I paesi in testa alla classifica sono competitivi anche nelle classifiche mondiali, e se la giocano con Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. Si segnalano, in questo quadro, le ottime performance di Slovacchia e Slovenia. Per contro, tutti i Paesi dell’area Sud Est sono in ritardo già rispetto alla media Europea. L’economia digitale italiana è nel blocco dei più pigri.