Economia - Business.it https://www.business.it/economia/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Wed, 25 Sep 2024 12:50:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Economia - Business.it https://www.business.it/economia/ 32 32 Voli aerei, svelati i due giorni della settimana in cui i prezzi sono più bassi e puoi risparmiare sui biglietti https://www.business.it/voli-aerei-svelati-i-due-giorni-della-settimana-in-cui-i-prezzi-sono-piu-bassi-e-puoi-risparmiare-sui-biglietti/ Wed, 25 Sep 2024 12:49:10 +0000 https://www.business.it/?p=141431 Sapevate che ci sono due giorni della settimana in cui volare conviene di più e si possono risparmiare parecchi soldi? Ebbene sì, e ora scopriremo quali sono e perché. Se state pianificando un viaggio e siete alla ricerca di voli economici, questo suggerimento potrebbe fare al caso vostro. Un recente studio, basato sull’analisi dei dati,… Leggi tutto »Voli aerei, svelati i due giorni della settimana in cui i prezzi sono più bassi e puoi risparmiare sui biglietti

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Sapevate che ci sono due giorni della settimana in cui volare conviene di più e si possono risparmiare parecchi soldi? Ebbene sì, e ora scopriremo quali sono e perché. Se state pianificando un viaggio e siete alla ricerca di voli economici, questo suggerimento potrebbe fare al caso vostro. Un recente studio, basato sull’analisi dei dati, ha rivelato quali sono i giorni in cui gli aerei in Europa viaggiano, in media, con meno passeggeri a bordo. A svelarlo è un articolo del Corriere, firmato da Leonard Berberi, che illustra come variano le prenotazioni e i flussi dei passeggeri ogni giorno.

“I dati sono stati ottenuti dall’analisi di documenti interni e riservati di una decina di compagnie aeree, sia tradizionali che low cost, e confrontati con quelli di alcuni aeroporti italiani”, si legge nell’articolo. Il meccanismo è semplice: più si avvicina la data di partenza e più un aereo resta vuoto, più le tariffe si abbassano, nel tentativo di riempire il maggior numero possibile di posti.

Secondo i dati relativi al tasso di occupazione medio di Ryanair, raccolti dal CEO Michael O’Leary dall’estate 2023 e analizzati dal Corriere, si è scoperto che i giorni in cui si fatica di più a vendere tutti i posti sono il martedì e il mercoledì. Nonostante ci siano meno voli in questi giorni, le compagnie aeree trovano difficoltà a riempire gli aerei, portando così a una riduzione dei prezzi. Questo perché è più vantaggioso per la compagnia abbassare le tariffe piuttosto che volare con l’aereo semivuoto. Nei voli tradizionali, il riempimento scende al 79% il martedì e al 78% il mercoledì.

Queste statistiche influenzano anche l’andamento dei prezzi. Analizzando la settimana dal 30 settembre al 6 ottobre sulle rotte Nord-Sud Italia, emerge che il prezzo più basso si registra il martedì e il mercoledì, mentre i più alti sono riscontrabili il venerdì e il lunedì. Tuttavia, va tenuto conto di particolari eventi locali, come competizioni sportive o concerti, che possono influenzare i numeri.

In conclusione, secondo Berberi, i giorni migliori per risparmiare sui voli sono proprio il martedì e il mercoledì.

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Addio cartelle esattoriali, ecco cosa cambia dal 2025 https://www.business.it/addio-cartelle-esattoriali-ecco-cosa-cambia-dal-2025/ Wed, 25 Sep 2024 08:24:56 +0000 https://www.business.it/?p=141422 Cambiano le regole per chi ha debiti con il Fisco. Le tradizionali cartelle esattoriali saranno gradualmente eliminate, grazie all’introduzione del decreto legislativo 110/2024. Questo cambiamento semplifica il processo di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, unificando tutte le procedure in un unico atto, l’accertamento esecutivo. Tra i tributi che rientrano in questo nuovo regime ci sono l’imposta… Leggi tutto »Addio cartelle esattoriali, ecco cosa cambia dal 2025

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Cambiano le regole per chi ha debiti con il Fisco. Le tradizionali cartelle esattoriali saranno gradualmente eliminate, grazie all’introduzione del decreto legislativo 110/2024. Questo cambiamento semplifica il processo di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, unificando tutte le procedure in un unico atto, l’accertamento esecutivo. Tra i tributi che rientrano in questo nuovo regime ci sono l’imposta di registro, quella sulle successioni, i crediti d’imposta utilizzati indebitamente e le agevolazioni fiscali non dovute. Con un semplice avviso da parte dell’Agenzia, sarà possibile avviare ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti se i debiti non vengono saldati entro i termini stabiliti.

Cosa cambia con il decreto 110/2024

Fino ad ora, l’accertamento esecutivo si applicava solo a specifici tributi, come le imposte sui redditi, l’Iva, l’Irap e le entrate locali come Imu, Tari e Tosap, oltre ai debiti verso l’Inps. Con l’entrata in vigore del decreto, l’elenco si amplia includendo anche nuove voci.

Come sottolineato da Antonella Donati su Repubblica, gli avvisi di accertamento esecutivo indicano un termine di 60 giorni per effettuare il pagamento o presentare un ricorso. Superato questo termine, gli atti diventano titolo per l’avvio delle procedure esecutive (pignoramento) o cautelari (ipoteca, fermo amministrativo), che si attivano trascorsi 30 giorni dalla scadenza del pagamento. “In sostanza, si passa da un sistema che prevedeva più fasi – come l’iscrizione a ruolo e la successiva emissione delle cartelle – a uno più snello e immediato”, osserva Donati.

I nuovi tributi interessati

Le novità introdotte dal decreto 110/2024 riguardano diversi tributi e imposte, tra cui:

  • Crediti non spettanti o inesistenti utilizzati in compensazione;
  • Tasse, imposte e importi non versati, compresi contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti;
  • Sanzioni;
  • Imposte di registro e di successione;
  • Liquidazioni in caso di omessa dichiarazione di successione;
  • Rettifiche e liquidazioni di imposte sulle assicurazioni;
  • Imposte su finanziamenti e su bolli;
  • Tasse automobilistiche e addizionali erariali.

Vantaggi per lo Stato e sospensione delle esecuzioni

L’abolizione delle cartelle esattoriali consentirà allo Stato di recuperare i crediti fiscali in tempi più brevi. Tuttavia, spiega Donati, è prevista una sospensione dell’esecuzione forzata per un periodo di 180 giorni. Questo periodo si riduce a 120 giorni se la riscossione viene gestita direttamente dall’Agenzia delle Entrate o dal Comune che ha emesso l’avviso di accertamento.

Con questo nuovo sistema, la riscossione fiscale diventa più rapida ed efficace, garantendo tempi più brevi per il recupero dei debiti da parte dello Stato e una maggiore efficienza nel contrasto all’evasione fiscale.

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Pil 2023 rivisto al ribasso dall’Istat: i conti pubblici però ne beneficiano. Ecco perché https://www.business.it/pil-2023-rivisto-al-ribasso-dallistat-i-conti-pubblici-pero-ne-beneficiano-ecco-perche/ Wed, 25 Sep 2024 07:00:18 +0000 https://www.business.it/?p=141414 L’Istat ha corretto al ribasso la crescita del Pil per il 2023, modificando le stime precedenti. Tuttavia, dietro questa riduzione si nasconde una notizia positiva per i conti pubblici: i dati economici degli ultimi tre anni rivelano una crescita superiore a quella inizialmente stimata, con ricadute favorevoli su indicatori fiscali chiave, come il rapporto deficit/Pil… Leggi tutto »Pil 2023 rivisto al ribasso dall’Istat: i conti pubblici però ne beneficiano. Ecco perché

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L’Istat ha corretto al ribasso la crescita del Pil per il 2023, modificando le stime precedenti. Tuttavia, dietro questa riduzione si nasconde una notizia positiva per i conti pubblici: i dati economici degli ultimi tre anni rivelano una crescita superiore a quella inizialmente stimata, con ricadute favorevoli su indicatori fiscali chiave, come il rapporto deficit/Pil e il debito pubblico.

La revisione del Pil: 43 miliardi di aumento nel 2023

La correzione dell’Istat riguarda il Pil nominale. Sebbene le previsioni per il 2023 siano leggermente in ribasso, le revisioni al rialzo per gli anni precedenti fanno da contrappeso. Nel dettaglio, il Pil del 2021 è stato incrementato di 21 miliardi, quello del 2022 di 34 miliardi e quello del 2023 di ben 43 miliardi rispetto alle previsioni di marzo 2024. Grazie a queste rettifiche, l’economia italiana appare più solida: nel 2023, il Pil in termini reali ha superato il picco storico registrato prima della crisi del 2008.

Più nello specifico, il tasso di crescita del Pil nel 2022 è stato corretto al rialzo, con un incremento del 4,7%, pari a 0,7 punti percentuali in più rispetto alle precedenti previsioni. Anche il 2021 ha mostrato una crescita più robusta, registrando un +8,9% grazie a una revisione di +0,6 punti percentuali.

Deficit/Pil in miglioramento

La revisione dei dati del Pil ha avuto un effetto positivo anche sul rapporto deficit/Pil. Nel 2023, il deficit è sceso al 7,2%, rispetto al 7,4% stimato ad aprile. Anche per il 2022 si è registrata una correzione al ribasso: dall’8,6% inizialmente previsto all’8,1%. Questo miglioramento riveste un’importanza strategica per i conti pubblici, poiché permette di tenere sotto controllo le spese in deficit.

Debito pubblico in calo

Anche il rapporto debito/Pil ha tratto beneficio dalla revisione del Pil. Nel 2023, il debito pubblico si è ridotto al 134,6%, rispetto al 137,3% previsto nel Documento di economia e finanza (Def). Questo dato risulta particolarmente significativo in vista della prossima legge di bilancio, fornendo al governo una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse economiche.

In conclusione, nonostante la revisione al ribasso della crescita del Pil per il 2023, i nuovi dati mostrano una situazione economica più stabile rispetto a quanto inizialmente previsto, soprattutto grazie alla consistente riduzione del deficit e del debito pubblico. Questi segnali positivi potrebbero fornire una base solida per le future politiche economiche del governo.

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Manovra del governo: gli effetti sulle tasche degli italiani https://www.business.it/manovra-del-governo-gli-effetti-sulle-tasche-degli-italiani/ Tue, 24 Sep 2024 13:11:48 +0000 https://www.business.it/?p=141404 La Manovra 2025 è attualmente in fase di definizione e le decisioni del governo avranno un forte impatto sull’economia italiana e, di conseguenza, sugli stipendi dei cittadini. Il governo guidato da Giorgia Meloni sta introducendo diverse misure, con al centro la conferma del taglio del cuneo fiscale, che rimane il provvedimento principale per il prossimo… Leggi tutto »Manovra del governo: gli effetti sulle tasche degli italiani

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La Manovra 2025 è attualmente in fase di definizione e le decisioni del governo avranno un forte impatto sull’economia italiana e, di conseguenza, sugli stipendi dei cittadini. Il governo guidato da Giorgia Meloni sta introducendo diverse misure, con al centro la conferma del taglio del cuneo fiscale, che rimane il provvedimento principale per il prossimo anno. Oltre a questo, si stanno valutando altre ipotesi, come l’estensione del bonus per le madri alle lavoratrici con partita IVA e la possibilità di destinare il TFR ai fondi pensione.

Conferma del taglio del cuneo fiscale

Il governo ha già assicurato che il taglio del cuneo fiscale sarà mantenuto nel 2025, una misura che costerà circa 11 miliardi di euro. Questa iniziativa riguarda i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro, i quali continueranno a beneficiare degli aumenti salariali già ottenuti negli ultimi anni.

Attualmente, il provvedimento prevede una riduzione dei contributi di 7 punti percentuali per chi guadagna fino a 25mila euro annui e di 6 punti per i redditi compresi tra 25mila e 35mila euro. Ciò si traduce in un aumento netto in busta paga di circa 100 euro al mese. Il governo si farà carico dei costi, compensando l’Inps per evitare ripercussioni sulle pensioni future dei lavoratori.

Altre misure in discussione: bonus mamme e premi aziendali

Oltre al taglio del cuneo fiscale, si sta discutendo di ulteriori misure che potrebbero influire positivamente sui salari. Tra queste, l’estensione del bonus mamme alle lavoratrici autonome con partita IVA, un provvedimento volto a sostenere le donne nel mondo del lavoro autonomo.

Si ipotizza anche una revisione dei premi aziendali e dei fringe benefit, con l’obiettivo di rendere la tassazione più vantaggiosa per i lavoratori e aumentare la competitività delle imprese. Questi interventi mirano a incentivare la produttività e migliorare le condizioni lavorative, in particolare in un periodo di difficoltà economica come quello attuale.

Prospettive economiche e vincoli di bilancio

Nonostante le misure proposte, le risorse del governo rimangono limitate, soprattutto a causa delle regole europee e di un contesto economico che risente di una crescita più debole del previsto a livello continentale e di una situazione internazionale caratterizzata da incertezze.

L’obiettivo del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, confidando nell’effetto positivo sui consumi. Tuttavia, nonostante l’intenzione di stabilizzare questa misura, è difficile prevedere una realizzazione a breve termine, dato che i vincoli di bilancio e l’incertezza economica ostacolano la possibilità di garantire aumenti salariali duraturi.

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Auto a Gpl, ecco le più convenienti per consumi e prezzo. La guida https://www.business.it/auto-a-gpl-ecco-le-piu-convenienti-per-consumi-e-prezzo-la-guida/ Tue, 24 Sep 2024 06:53:38 +0000 https://www.business.it/?p=141389 Con il settore elettrico che fatica a prendere piede e, anzi, mostra segni di rallentamento, e con i prezzi di benzina e diesel in costante aumento, le auto a Gpl stanno tornando in auge, guadagnando l’interesse di un numero crescente di consumatori. Le vetture bi-fuel, infatti, rappresentano un’opzione vantaggiosa nel lungo periodo grazie al costo… Leggi tutto »Auto a Gpl, ecco le più convenienti per consumi e prezzo. La guida

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Con il settore elettrico che fatica a prendere piede e, anzi, mostra segni di rallentamento, e con i prezzi di benzina e diesel in costante aumento, le auto a Gpl stanno tornando in auge, guadagnando l’interesse di un numero crescente di consumatori. Le vetture bi-fuel, infatti, rappresentano un’opzione vantaggiosa nel lungo periodo grazie al costo contenuto del Gpl e ai bassi consumi. Marco Bruckner, nella sezione motori della Gazzetta, ha stilato una lista dei modelli più competitivi sul mercato, accompagnata da schede informative. Da sottolineare, inoltre, che alcuni di questi modelli sono acquistabili beneficiando degli incentivi statali: rottamando una vettura Euro 0, 1 o 2, è possibile ottenere un bonus di 3.000 euro, che scende a 2.000 per le Euro 3 e a 1.500 per le Euro 4. Ecco allora i modelli più interessanti.

La classifica delle migliori auto a Gpl (parte 1)

  1. DR 3.0: equipaggiata con un motore da 1.498 cc, capace di erogare 116 cavalli. Consuma 9,3 litri di benzina ogni 100 km. Il prezzo base della versione Gpl parte da 20.400 euro.
  2. Mitsubishi Space Star: motore da 1.193 cc, con 71 cavalli di potenza. I consumi si attestano su 6,1 l/100km. Prezzo di listino: 17.550 euro.
  3. Evo 3: il propulsore da 1.499 cc eroga 107 cavalli. I consumi sono di 8,4 l/100km. Il prezzo parte da 17.900 euro.
  4. Renault Clio: con motore da 999 cc che sviluppa 101 cavalli. Consuma 8,5 litri di benzina ogni 100 km. Il prezzo di partenza è 19.050 euro.
  5. Dacia Sandero: motore da 999 cc e 101 cavalli. Consumo medio di 6,71 l/100km. Il prezzo per la versione Streetway è di 14.750 euro, mentre la Stepway parte da 16.050 euro.

La classifica delle migliori auto a Gpl (parte 2)

  1. Mahindra Kuv100: dotata di un motore da 1.198 cc, con una potenza di 85 cavalli. La versione Gpl percorre 100 km con 7,9 litri di carburante. Il prezzo è di 17.395 euro.
  2. Haval 2: il propulsore da 1.497 cc eroga 106 cavalli. Consuma 10,1 litri di benzina ogni 100 km. Prezzo di partenza: 18.800 euro.
  3. Dacia Jogger: motore da 999 cc con una potenza di 101 cavalli. Consuma 7,7 l/100km. Prezzo base: 18.100 euro.
  4. KGMobility Tivoli: motore da 1.497 cc che sviluppa 135 cavalli. Il consumo è di 7 litri ogni 100 km. Il prezzo parte da 23.900 euro.
  5. Sportequipe 5: equipaggiata con un motore da 1.498 cc, che eroga 154 cavalli. Consumo di 9,6 l/100km. Prezzo iniziale: 35.900 euro.

Questa selezione dimostra come il Gpl stia guadagnando terreno nel mercato automobilistico, offrendo modelli competitivi sia per consumi che per costi.

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Assicurazione casa, le più convenienti e come funziona. Perché sempre più italiani decidono di farla https://www.business.it/assicurazione-casa-le-piu-convenienti-e-come-funziona-perche-sempre-piu-italiani-decidono-di-farla/ Tue, 24 Sep 2024 06:43:56 +0000 https://www.business.it/?p=141385 Negli ultimi anni, sempre più italiani stanno valutando l’opportunità di stipulare un’assicurazione per la propria abitazione. Le catastrofi naturali come terremoti, inondazioni, incendi e furti, che stanno diventando sempre più frequenti, stanno spingendo molti proprietari a proteggere il proprio patrimonio. Secondo i dati forniti dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), solo lo scorso anno il… Leggi tutto »Assicurazione casa, le più convenienti e come funziona. Perché sempre più italiani decidono di farla

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Negli ultimi anni, sempre più italiani stanno valutando l’opportunità di stipulare un’assicurazione per la propria abitazione. Le catastrofi naturali come terremoti, inondazioni, incendi e furti, che stanno diventando sempre più frequenti, stanno spingendo molti proprietari a proteggere il proprio patrimonio. Secondo i dati forniti dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), solo lo scorso anno il costo totale degli eventi naturali estremi in Italia ha raggiunto i 16 miliardi di euro, un importo paragonabile al valore di una legge di bilancio. Negli ultimi 50 anni, le spese sostenute dallo Stato per queste emergenze sono state di circa 310 miliardi di euro, come riportato da La Stampa.

Eventi come alluvioni, frane, terremoti, siccità, e altre calamità naturali possono comportare danni ingenti alle proprietà. Nonostante questo, la consapevolezza del rischio e la diffusione delle polizze assicurative sono ancora limitate. Ivass riporta che solo nel 2023, il Nord Italia ha subito 210 eventi climatici estremi, il Centro 98 e il Sud 70. La media europea per una polizza casa è di circa 150 euro l’anno, mentre in Italia, nel 2024, il costo medio è stato di 199,13 euro, come indicato da Facile.it.

Il report “2023 Global Insurance Outlook”, pubblicato da EY e citato da La Stampa, sottolinea che l’Italia è uno dei Paesi con il più alto divario di protezione: l‘89% delle perdite derivanti da catastrofi naturali negli ultimi dieci anni non era coperto da assicurazione. Attualmente, solo il 50% delle abitazioni italiane ha una copertura per il rischio incendio, e appena il 5,1% dispone di un’estensione per eventi naturali, nonostante oltre il 75% delle case sia esposto a rischi significativi.

Ma cosa fare per proteggere la propria casa? Attivare una polizza assicurativa è semplice e può essere fatto anche online. I costi variano da meno di 130€ fino a oltre 400€ per polizze più complete e personalizzate. Gli elementi che incidono sul costo includono:

  • la tipologia e la dimensione dell’immobile
  • il suo valore commerciale e la posizione
  • il numero e il tipo di garanzie selezionate
  • il massimale assicurativo

Secondo Forbes Advisor, le migliori polizze casa online del 2024 sono state valutate in base a diversi fattori. Ecco la classifica delle sei migliori opzioni disponibili:

  1. Vitanuova Casa Senza Confini – A partire da 124€, con preventivo rapido e assistenza H24.
  2. Prima Casa e Famiglia – Da 282,99€, offre un preventivo intuitivo e assistenza H24.
  3. Zurich Connect Casa e Famiglia – A partire da 369,80€, con preventivo veloce, ma senza assistenza H24.
  4. Reale Mutua Casamia – A partire da 139€, con formula di preventivo rapida, ma senza assistenza H24.
  5. Genertel Casa – A partire da 336€, con formula di preventivo rapida, ma senza assistenza H24.
  6. Quixa Home & Family – A partire da 231,24€, con formula di preventivo rapida, ma senza assistenza H24.

Scegliere una buona assicurazione casa può rappresentare un’importante tutela, soprattutto in un Paese esposto a così tanti rischi naturali.

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Ecco le 5 migliori app per risparmiare sul prezzo del carburante https://www.business.it/ecco-le-5-migliori-app-per-risparmiare-sul-prezzo-del-carburante/ Mon, 23 Sep 2024 08:24:07 +0000 https://www.business.it/?p=141352 Il costo del carburante è diventato un vero incubo per gli italiani, rappresentando una voce sempre più pesante nel bilancio mensile delle famiglie. Esiste però un modo per alleggerire questa spesa? Fortunatamente sì, e la soluzione arriva dalla tecnologia. Ci sono infatti diverse app che monitorano e confrontano automaticamente i prezzi dei distributori di carburante… Leggi tutto »Ecco le 5 migliori app per risparmiare sul prezzo del carburante

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Il costo del carburante è diventato un vero incubo per gli italiani, rappresentando una voce sempre più pesante nel bilancio mensile delle famiglie. Esiste però un modo per alleggerire questa spesa? Fortunatamente sì, e la soluzione arriva dalla tecnologia. Ci sono infatti diverse app che monitorano e confrontano automaticamente i prezzi dei distributori di carburante nelle vicinanze, permettendoci di scegliere quello più conveniente. In questo articolo, vi proponiamo le 5 migliori app per trovare i distributori più economici vicino a voi, con funzionalità aggiuntive per monitorare anche i vostri consumi e costi nel tempo.

Grazie a queste app, che sfruttano la geolocalizzazione, potrete visualizzare i distributori di carburante nelle vicinanze e i relativi prezzi, risparmiando sul pieno. Alcune applicazioni si basano su aggiornamenti forniti dalla community di utenti, mentre altre raccolgono informazioni direttamente dai distributori o da altre fonti attendibili. Vediamo nel dettaglio come funzionano.

Le 5 migliori app per risparmiare sul carburante

Tra le applicazioni più utili per risparmiare c’è Prezzi Benzina, disponibile sia su Android che su iOS. Questa app mostra i distributori lungo il nostro percorso, con prezzi aggiornati manualmente dagli utenti. È una soluzione molto affidabile per chi vuole essere informato sui prezzi migliori disponibili.

Un’altra app molto efficace è Fuelio, che non solo permette di trovare i distributori più economici, ma offre anche la possibilità di tenere traccia dei consumi di carburante e dei costi. Fuelio calcola il consumo in base alla distanza percorsa e alla quantità di carburante utilizzata, aiutando così a monitorare l’efficienza della vostra auto.

Al terzo posto troviamo Gasoline Now, che utilizza la posizione GPS del dispositivo per individuare i distributori più vicini e confrontare i prezzi di benzina e diesel. Quest’app consente inoltre di filtrare i risultati in base al tipo di carburante e alla distanza, rendendo la ricerca ancora più mirata.

Tra le altre app utili troviamo Gaspal e Waze. Gaspal, disponibile solo su Android, utilizza il GPS per trovare i distributori di carburante più economici nelle vicinanze, con un’interfaccia semplice e intuitiva. Waze, invece, è ben conosciuta come alternativa a Google Maps, ma offre anche la funzionalità di trovare i distributori più economici lungo il percorso di navigazione, il che la rende estremamente pratica per chi è sempre in movimento.

Per finire, segnaliamo Osservaprezzi Carburanti, il portale ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove è possibile consultare in tempo reale i prezzi dei carburanti praticati in tutti i distributori del territorio nazionale.

Ora non vi resta che scaricare queste app, provarle e scegliere quella che meglio si adatta alle vostre esigenze per iniziare subito a risparmiare!

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Bonus 100 Euro non sarà per tutti. Le regole per richiederlo: “Non sarà automatico” https://www.business.it/bonus-100-euro-non-sara-per-tutti-le-regole-per-richiederlo-non-sara-automatico/ Sun, 22 Sep 2024 06:41:05 +0000 https://www.business.it/?p=141339 Il governo guidato da Giorgia Meloni ha lanciato il cosiddetto “bonus tredicesima”, un provvedimento che prevede un contributo di 100 euro da versare a dicembre per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, è necessario chiarire che non tutti potranno beneficiare di questa misura. Le stime indicano che solo circa 1,1 milioni di persone potranno ricevere il bonus,… Leggi tutto »Bonus 100 Euro non sarà per tutti. Le regole per richiederlo: “Non sarà automatico”

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Il governo guidato da Giorgia Meloni ha lanciato il cosiddetto “bonus tredicesima”, un provvedimento che prevede un contributo di 100 euro da versare a dicembre per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, è necessario chiarire che non tutti potranno beneficiare di questa misura. Le stime indicano che solo circa 1,1 milioni di persone potranno ricevere il bonus, soggette a precisi criteri di accesso.

Per ottenere il bonus, il reddito annuo del lavoratore non deve superare i 28.000 euro, e la prima casa è esclusa dal calcolo. Un aspetto importante è che il contributo non sarà assegnato in automatico: i lavoratori dovranno fare richiesta direttamente al proprio datore di lavoro, certificando il diritto a ricevere l’indennità e fornendo i dati fiscali del coniuge e dei figli. Solo dopo questa procedura, il datore potrà aggiungere il bonus alla tredicesima.

Il costo complessivo dell’iniziativa è stimato a 100,3 milioni di euro, coperto dalle risorse del bilancio corrente. Nella relazione dell’emendamento si spiega che, a causa delle limitazioni finanziarie, l’indennità sarà riservata ai lavoratori in “condizioni economiche di particolare disagio”. Questo ridimensiona le aspettative iniziali, che prevedevano una flat tax sulla tredicesima, ancora in fase di discussione.

Per accedere al bonus, è richiesto che il lavoratore sia sposato (non separato legalmente) e abbia almeno un figlio, che può essere nato fuori dal matrimonio, adottivo o in affidamento. Questi requisiti restringono ulteriormente la platea dei destinatari, sollevando dubbi sull’efficacia del provvedimento nel supportare le famiglie in difficoltà.

Il “bonus tredicesima” rappresenta certamente un passo positivo da parte del governo per sostenere le fasce più vulnerabili della popolazione. Tuttavia, le condizioni restrittive e il complesso processo di richiesta potrebbero limitarne l’efficacia. In un momento economico delicato, l’impegno dell’esecutivo nel sostenere le famiglie si scontra con la necessità di rispettare i vincoli di bilancio imposti al Paese.

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Bonus Natale, in arrivo 100 euro per le famiglie a basso reddito https://www.business.it/bonus-natale-in-arrivo-100-euro-per-le-famiglie-a-basso-reddito/ Sat, 21 Sep 2024 12:46:37 +0000 https://www.business.it/?p=141315 Arrivano buone notizie in vista delle festività natalizie. Il governo ha approvato il cosiddetto “Bonus Natale” di 100 euro netti. Inizialmente previsto per essere incluso nelle tredicesime, era stato posticipato a gennaio a causa di difficoltà nelle coperture finanziarie. Tuttavia, grazie all’andamento positivo delle finanze pubbliche, la situazione è migliorata. Il decreto legislativo Irpef-Ires, che… Leggi tutto »Bonus Natale, in arrivo 100 euro per le famiglie a basso reddito

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Arrivano buone notizie in vista delle festività natalizie. Il governo ha approvato il cosiddetto “Bonus Natale” di 100 euro netti. Inizialmente previsto per essere incluso nelle tredicesime, era stato posticipato a gennaio a causa di difficoltà nelle coperture finanziarie. Tuttavia, grazie all’andamento positivo delle finanze pubbliche, la situazione è migliorata. Il decreto legislativo Irpef-Ires, che include il bonus, entrerà in vigore il 1° gennaio, ma si è riusciti ad anticipare l’erogazione a dicembre 2024, come confermato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo durante un intervento a Speciale Telefisco del Sole24Ore. Il “Bonus Befana” si è quindi trasformato in “Bonus Natale”. Ma come funziona e chi ne può beneficiare? Ecco tutti i dettagli.

Il bonus, del valore di 100 euro, sarà introdotto attraverso un emendamento del governo al decreto omnibus. Sarà riservato alle famiglie con redditi più bassi, in particolare ai lavoratori dipendenti con figli e redditi annui compresi tra 8.500 e 28.000 euro. Il costo stimato dell’operazione è di circa 100 milioni di euro, e il numero dei destinatari sarà di un milione. “L’obiettivo è erogare un bonus di 100 euro netti, esenti da tassazione”, ha spiegato Leo, sottolineando che verrà inserito direttamente in busta paga.

Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale, Leo ha aggiunto: “Attualmente i contribuenti con un reddito tra 28.000 e 50.000 euro pagano un’aliquota del 35%. L’obiettivo, se le risorse lo permetteranno, è di ridurla al 33%, e possibilmente fare un ulteriore passo avanti per chi rientra nella terza fascia, quella del 43%, alzando la soglia fino a 60.000 euro, spostando quindi 10.000 euro nella fascia del 33%. Tuttavia, tutto dipenderà dalle risorse disponibili, e si agirà con la dovuta cautela”.

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Monopattini, stop al casco per gli adulti e patentino obbligatorio https://www.business.it/monopattini-stop-al-casco-per-gli-adulti-e-patentino-obbligatorio/ Tue, 23 Jul 2024 08:38:11 +0000 https://www.business.it/?p=140005 Regolare la circolazione dei monopattini in Italia è una priorità. Il codice della strada necessita di modifiche urgenti. Forza Italia ha presentato sessanta emendamenti al disegno di legge in esame. L’operatività del provvedimento è prevista per ottobre. Se approvati, questi emendamenti potrebbero allungare i tempi per il voto definitivo e costringere il provvedimento a tornare… Leggi tutto »Monopattini, stop al casco per gli adulti e patentino obbligatorio

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Regolare la circolazione dei monopattini in Italia è una priorità. Il codice della strada necessita di modifiche urgenti. Forza Italia ha presentato sessanta emendamenti al disegno di legge in esame. L’operatività del provvedimento è prevista per ottobre. Se approvati, questi emendamenti potrebbero allungare i tempi per il voto definitivo e costringere il provvedimento a tornare alla Camera.

Le proposte di Forza Italia

Forza Italia vuole eliminare l’obbligo del casco per i maggiorenni che noleggiano monopattini con una velocità massima di 20 km/h. L’obbligo del casco resterebbe per i minorenni e per i mezzi più veloci. Forza Italia propone anche l’obbligo del casco per tutti i minori che vanno in bici per strada.

Un’altra proposta riguarda l’uso dei proventi delle multe. Il 50% di queste entrate dovrebbe essere destinato agli investimenti sulla segnaletica stradale. Inoltre, Forza Italia vuole introdurre un mini corso sulle principali regole stradali per chi usa bici e monopattini, un vero e proprio patentino per chi non ha la patente di guida.

Le posizioni dei partiti

La Lega, con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, spinge per un’approvazione rapida del disegno di legge entro luglio. Fratelli d’Italia è più disponibile a trovare un accordo, mentre Forza Italia insiste sull’approfondimento di alcuni aspetti. La situazione crea tensioni nella maggioranza, ma la volontà di trovare un compromesso resta.

Il termine per presentare gli emendamenti è stato rinviato, nonostante fossero stati concessi parecchi giorni per le modifiche. Questo slittamento riflette i malumori nella maggioranza sui tempi del provvedimento. Il rinvio allunga i tempi per il voto definitivo, ma il dibattito resta acceso e le proposte di Forza Italia potrebbero portare a cambiamenti significativi. Il futuro della regolamentazione dei monopattini in Italia è ancora incerto. Forza Italia vuole garantire sicurezza e investimenti sulla segnaletica stradale, ma la strada per un accordo definitivo è ancora lunga. La discussione proseguirà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa che possa garantire sicurezza e mobilità sostenibile.

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Bonus zanzariere 2024, ecco come ottenerlo e per quali modelli vale: tutte le informazioni https://www.business.it/bonus-zanzariere-2024-ecco-come-ottenerlo-e-per-quali-modelli-vale-tutte-le-informazioni/ Mon, 22 Jul 2024 08:05:28 +0000 https://www.business.it/?p=139969 Non sopportiamo più quel fastidioso ronzio nell’orecchio la notte appena ci addormentiamo. Non sopportiamo più i pizzichi in ogni parte del corpo. Non sopportiamo più di dover applicare prodotti specifici sulla nostra pelle anche mentre siamo in casa. E allora abbiamo pensato: perché non installare delle zanzariere? È la scelta giusta, ma non tutti sanno… Leggi tutto »Bonus zanzariere 2024, ecco come ottenerlo e per quali modelli vale: tutte le informazioni

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Non sopportiamo più quel fastidioso ronzio nell’orecchio la notte appena ci addormentiamo. Non sopportiamo più i pizzichi in ogni parte del corpo. Non sopportiamo più di dover applicare prodotti specifici sulla nostra pelle anche mentre siamo in casa. E allora abbiamo pensato: perché non installare delle zanzariere? È la scelta giusta, ma non tutti sanno come muoversi. Inoltre, esiste un bonus che può darci una mano, anche se non vale per tutti i tipi di zanzariere. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come ottenerlo.
Leggi anche: West Nile, primo morto in Italia: scatta l’allarme, cos’è il pericoloso virus

Il Bonus Zanzariere: di cosa si tratta?

Luca Cartapatti e Tatiana Oneta di AltroConsumo ci aiutano a capire meglio: “Non si tratta di un vero ‘bonus’, ma di una detrazione fiscale, un incentivo sugli interventi di riqualificazione energetica di abitazioni ed edifici. Non è una nuova agevolazione, quindi, ma uno degli interventi detraibili dalle tasse che fanno parte del pacchetto Ecobonus, attivo ormai da anni”.

Quali zanzariere rientrano nel bonus 2024?

Non tutte le zanzariere sono detraibili. Per poter usufruire del bonus, le zanzariere devono rispondere a specifici criteri, rientrando nella detrazione del 50% delle spese sostenute per l’installazione di schermature solari. In pratica, oltre a fungere da barriera contro gli insetti, devono migliorare la prestazione energetica della casa schermando la luce solare. Ecco i requisiti:

  • Protezione di una superficie vetrata
  • Non essere liberamente montabili e smontabili dall’utente
  • Essere regolabili e dotate di marcatura CE

Dettagli sulla detrazione

La detrazione copre sia la fornitura e la posa in opera delle zanzariere, sia le eventuali opere murarie necessarie. La detrazione spetta per il 50% della spesa fino a un massimo di 60.000 euro. Tuttavia, il pagamento dei lavori deve essere anticipato dal contribuente e recuperato in 10 anni, con quote annuali uguali attraverso le dichiarazioni dei redditi.

Requisiti tecnici

Per ottenere l’Ecobonus, le schermature devono rispettare i requisiti previsti dall’Allegato M al Dlgs 311/2006. Devono essere installate su esposizioni da Est a Ovest, passando per il Sud, avere un valore del fattore di trasmissione solare totale (gtot) inferiore o uguale a 0,35, e possedere la dichiarazione di prestazione (DOP) che attesta la destinazione d’uso del prodotto e le sue caratteristiche prestazionali.

Tipi di zanzariere consigliate

Secondo AltroConsumo, le zanzariere che rientrano nel bonus sono solo quelle a schermatura solare, ma la scelta della struttura è libera. Gli esperti suggeriscono:

  • Zanzariera a rullo avvolgente: con molla e a catenella, costo circa 24 euro/mq.
  • Zanzariere Magnetiche: fisse, estensibili o scorrevoli, prezzi da 7 a oltre 35 euro.
  • Zanzariere per finestre scorrevoli: costo a partire da 25 euro/mq.
  • Zanzariere a pannello fisso: costo medio di 50-60 euro/mq.
  • Zanzariere Plissettate: con una media di 80 euro che può arrivare fino a oltre 200 euro.
  • Zanzariere ad incasso a scomparsa: prezzi da 35-40 euro a pezzo fino a 100-110 euro per le più complesse.

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Dieta mediterranea, business da 90 miliardi https://www.business.it/dieta-mediterranea-business-da-90-miliardi/ Tue, 09 Jul 2024 09:34:11 +0000 https://www.business.it/?p=139545 Nel 2023, il settore alimentare italiano ha registrato una crescita del 10%, spinto dall’export. Il valore complessivo ha raggiunto i 90 miliardi di euro, un traguardo significativo per la nostra economia. La dieta mediterranea, famosa in tutto il mondo, ha giocato un ruolo fondamentale in questo successo. Dal 2012 al 2023, il settore è cresciuto… Leggi tutto »Dieta mediterranea, business da 90 miliardi

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Nel 2023, il settore alimentare italiano ha registrato una crescita del 10%, spinto dall’export. Il valore complessivo ha raggiunto i 90 miliardi di euro, un traguardo significativo per la nostra economia. La dieta mediterranea, famosa in tutto il mondo, ha giocato un ruolo fondamentale in questo successo. Dal 2012 al 2023, il settore è cresciuto costantemente, passando da 53 miliardi a circa 90 miliardi di euro. Anche le esportazioni sono aumentate, passando da 23 a 44 miliardi di euro nello stesso periodo.
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La crescita incredibile del food italiano

Negli ultimi dieci anni, le aziende del food italiano hanno mostrato una redditività superiore alla media delle imprese italiane. Anche la produttività degli investimenti e il tasso di indebitamento hanno registrato dati positivi. Le piccole e medie imprese a controllo familiare dominano il settore. Queste aziende, seppur relativamente piccole con un fatturato medio di circa 97 milioni di euro e 178 collaboratori, hanno saputo crescere del 4,4% annuo dal 2013 al 2022.

Dal 2009, le aziende del settore hanno effettuato 72 acquisizioni, di cui 26 internazionali, per un totale di 5,4 miliardi di euro. Queste acquisizioni hanno portato a un aumento del fatturato del 90% e a un miglioramento del margine EBIT del 6%. Il settore ha superato diverse crisi congiunturali, una pandemia e tensioni geopolitiche, continuando a crescere sopra la media nazionale.

Le prospettive future

Il 2023 è stato un anno eccezionale per il settore alimentare italiano, con una crescita del 10% grazie al buon andamento del mercato interno e all’export. Le esportazioni hanno raggiunto i 44 miliardi di euro, con una crescita del 6,3%. La redditività commerciale ha raggiunto il 5,1%, mentre quella del capitale investito sfiora l’8%, grazie all’ottimizzazione delle scorte.

La crescita del settore alimentare proseguirà nel biennio 2024-2025 con tassi superiori al PIL. Si prevede una crescita del 4,8% per il 2024 e del 5,2% per il 2025. Anche l’export continuerà a crescere, con un aumento dell’8,1% nel 2024 e del 7,3% nel 2025. Settori tipici del Made in Italy come caffè, olio, distillati e vino cresceranno a tassi superiori alla media, grazie ai buoni risultati sul mercato internazionale. Settori come pasta, latte e derivati, e dolci cresceranno a valori leggermente inferiori, a causa delle tensioni nel sistema della distribuzione e della contrazione dei consumi in alcuni segmenti del mercato italiano.

Il settore alimentare italiano è destinato a consolidare i suoi eccellenti risultati del periodo post Covid. La crescita dimensionale è una priorità da perseguire attraverso acquisizioni e fusioni, vantaggiose per le singole aziende e per le filiere produttive. La dieta mediterranea continuerà a essere un simbolo di eccellenza e qualità, trainando il cibo italiano verso nuovi traguardi.

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Firenze, la “rivoluzione” di Ravvin: ecco quanto costa un pasto con vino https://www.business.it/firenze-la-rivoluzione-di-ravvin-ecco-quanto-costa-un-pasto-con-vino/ Tue, 09 Jul 2024 09:08:52 +0000 https://www.business.it/?p=139541 Nel cuore di Firenze, un nuovo locale sta conquistando i palati e i cuori dei fiorentini con la sua offerta culinaria unica e prezzi stracciati. Si tratta di Ravvin – Produzioni Alimentari, nato dalla passione di Lorenzo D’Alessio e Meng Wang, conosciuta come Mei. Questa trattoria moderna unisce la cucina italiana e cinese, proponendo piatti… Leggi tutto »Firenze, la “rivoluzione” di Ravvin: ecco quanto costa un pasto con vino

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Nel cuore di Firenze, un nuovo locale sta conquistando i palati e i cuori dei fiorentini con la sua offerta culinaria unica e prezzi stracciati. Si tratta di Ravvin – Produzioni Alimentari, nato dalla passione di Lorenzo D’Alessio e Meng Wang, conosciuta come Mei. Questa trattoria moderna unisce la cucina italiana e cinese, proponendo piatti di alta qualità a costi incredibilmente bassi, grazie a un innovativo modello di business basato sull’economia di scala.
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La storia di Lorenzo e Mei

Lorenzo, 46 anni, italiano con una laurea in psicologia, e Mei, 34 anni, cinese con una laurea in disegno industriale, si sono conosciuti mentre Lorenzo stava per iniziare la sua carriera come psicologo. Tuttavia, la loro comune passione per la cucina li ha portati a cambiare strada. Nel 2017 hanno aperto “Ravioli e Vino” in via del Ponte alle Mosse, che successivamente è diventato “Ravvin”. Il locale fonde le ricette orientali con ingredienti italiani di prima qualità, creando un’esperienza culinaria unica.

I prezzi competitivi di Ravvin

Partiti con un piccolo locale di 70 mq, Lorenzo e Mei hanno rapidamente ampliato il loro business. Nel 2018, hanno acquisito un nuovo spazio di 100 mq per il laboratorio di produzione e, nel 2023, hanno trasferito il laboratorio in una struttura di 550 mq a Osmannoro. Questo spazio più grande può ospitare oltre 100 persone, offrendo una vasta gamma di piatti a prezzi estremamente competitivi.

“L’idea era di creare un negozio a nostra immagine e somiglianza, con poche cose nel menu, ma fatte bene e a prezzi accessibili”, spiega Lorenzo. Il risultato? 7 ravioli a 3€, 7 arrosticini a 5€ e un calice di vino a 1€. Un pasto completo può costare meno di 10€. Il segreto di questi prezzi risiede nell’economia di scala: produzione in grandi quantità per ridurre i costi fissi e superflui.

Una proposta gastronomica appetitosa e un modello efficiente

Ravvin elimina processi costosi e inefficienze comuni nei ristoranti tradizionali. Non c’è servizio al tavolo e vengono utilizzate stoviglie usa e getta. Tutti i piatti sono preparati nel laboratorio, surgelati e poi cotti nei negozi. “Lavoriamo sui grandi numeri, acquistando direttamente dai commercianti per abbattere i costi”, spiega Lorenzo.

Il menu di Ravvin si concentra su ravioli cinesi con ingredienti italiani. Offrono due tipologie di ravioli: i classici (3€ per 7 ravioli) con scottona e verdure, maiale e cipollotti, e quelli speciali (4,50€ per 7 ravioli) con pecora e verdure, tacchino e melanzane. Inoltre, il menu include arrosticini di pecora, maiale, scottona e seitan, tofu alla piastra e spezzatino di seitan, tutti a 3€. I clienti possono anche acquistare ravioli crudi da cuocere a casa in 12 minuti.

Dopo Firenze, Pistoia. E poi…

Recentemente, Ravvin ha aperto una seconda sede a Pistoia, mantenendo lo stesso format di successo. Inoltre, Lorenzo e Mei stanno pianificando l’apertura di un altro punto vendita vicino al laboratorio e stanno valutando l’ingresso nella grande distribuzione organizzata (GDO). Con una capacità produttiva ampliata, sono pronti a cogliere nuove opportunità di mercato.

Ravvin rappresenta un nuovo modo di fare ristorazione, dimostrando che è possibile offrire qualità a prezzi accessibili. Un modello che sta riscuotendo grande successo e che potrebbe presto espandersi ulteriormente, portando la loro filosofia e i loro sapori unici a un pubblico sempre più vasto.

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I 7 elettrodomestici che consumano più energia e i consigli per risparmiare https://www.business.it/i-7-elettrodomestici-che-consumano-piu-energia-e-i-consigli-per-risparmiare/ Fri, 05 Jul 2024 08:13:04 +0000 https://www.business.it/?p=139484 La gestione responsabile dell’energia è cruciale. Gli elettrodomestici che utilizziamo ogni giorno influiscono sul nostro consumo energetico e sulla bolletta. Alcuni apparecchi consumano più di altri. Conoscere questi consumi aiuta a risparmiare e ridurre l’impatto ambientale. La Classifica degli Elettrodomestici che Consumano di più Ottimizzare l’uso degli apparecchi più energivori può ridurre le spese. Ecco… Leggi tutto »I 7 elettrodomestici che consumano più energia e i consigli per risparmiare

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La gestione responsabile dell’energia è cruciale. Gli elettrodomestici che utilizziamo ogni giorno influiscono sul nostro consumo energetico e sulla bolletta. Alcuni apparecchi consumano più di altri. Conoscere questi consumi aiuta a risparmiare e ridurre l’impatto ambientale.

La Classifica degli Elettrodomestici che Consumano di più

Ottimizzare l’uso degli apparecchi più energivori può ridurre le spese. Ecco i sette elettrodomestici che consumano di più:

  1. Condizionatore: È il re dei consumi. Una famiglia media utilizza 450 kWh all’anno per il condizionatore, con un costo di circa 120 euro. Emissioni annue: 143 kg di CO2. Per risparmiare, scegliere modelli di classe energetica A o superiore, usare la modalità ECO e pulire regolarmente i filtri.
  2. Phon: Il phon è il secondo apparecchio più energivoro. Può assorbire oltre 2.000 Watt. Emissioni annue: circa 25 kg di CO2.
  3. Frigorifero: Sempre acceso, rappresenta circa il 25% del consumo energetico domestico. Un frigorifero di classe A consuma in media 300 kWh all’anno, con un costo di circa 80 euro. Emissioni annue: 102 kg di CO2. Preferire modelli di classe A o superiore.
  4. Lavatrice: Utilizzata circa 260 volte all’anno, consuma 240 kWh con un costo di circa 63 euro. Emissioni annue: 64 kg di CO2. Lavare a basse temperature e usare la modalità eco.
  5. Microonde: Assorbe fino a 2.400 Watt. Emissioni annue: 133 kg di CO2.
  6. Lavastoviglie: Può essere più efficiente del lavaggio a mano se usata correttamente. Consumo: 220 kWh all’anno per 220 cicli, con un costo di circa 60 euro. Emissioni annue: 140 kg di CO2. Preferire modelli di classe A e evitare l’asciugatura con aria calda.
  7. Forno Elettrico: Consuma circa 105 kWh all’anno, con una spesa di circa 30 euro. Emissioni annue: 66 kg di CO2. Usare la modalità ventilata e scegliere elettrodomestici di classe energetica elevata.

Le Etichette di Classe Energetica degli Elettrodomestici

Una famiglia italiana produce circa 673 kg di CO2 ogni anno solo con questi elettrodomestici. Moltiplicando questo dato per il numero di famiglie in Italia, si raggiungono 17 miliardi di kg di CO2 ogni anno. Le emissioni di CO2 sono una delle principali cause dell’effetto serra e del cambiamento climatico.

Tutti gli elettrodomestici devono avere un’etichetta energetica che indica il loro consumo. La classe energetica va da A (più efficienti) a D (meno efficienti). Elettrodomestici di classe A consumano meno e riducono i costi delle bollette. Dal 1° marzo 2021, le nuove etichette energetiche sono obbligatorie e forniscono informazioni dettagliate su efficienza e prestazioni.

I costi delle forniture di elettricità e gas sono aumentati. Secondo ARERA, le bollette dell’elettricità sono aumentate del 55% e quelle del gas del 41,8%. Le famiglie cercano di risparmiare riducendo i consumi energetici. Conoscere i consumi degli elettrodomestici aiuta a fare scelte più responsabili e a risparmiare energia e denaro.

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È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate https://www.business.it/e-vero-che-le-auto-elettriche-soffrono-il-caldo-come-salvare-la-batteria-in-estate/ Fri, 05 Jul 2024 07:53:56 +0000 https://www.business.it/?p=139478 In estate, il caldo intenso può diventare un nemico delle auto elettriche. Quando il termometro supera i 35 gradi, l‘autonomia delle batterie può ridursi anche del 30%. La colpa principale è del climatizzatore, che consuma molta energia per mantenere fresco l’abitacolo. Secondo uno studio di Recurrent, questa situazione può essere mitigata con alcuni semplici accorgimenti.Leggi… Leggi tutto »È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate

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In estate, il caldo intenso può diventare un nemico delle auto elettriche. Quando il termometro supera i 35 gradi, l‘autonomia delle batterie può ridursi anche del 30%. La colpa principale è del climatizzatore, che consuma molta energia per mantenere fresco l’abitacolo. Secondo uno studio di Recurrent, questa situazione può essere mitigata con alcuni semplici accorgimenti.
Leggi anche: Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina

Il problema del caldo

Le batterie delle auto elettriche funzionano bene anche in estate. Ma quando le temperature sono estreme, si può notare una diminuzione delle prestazioni. Recurrent ha esaminato i dati di 7500 batterie di veicoli elettrici, rilevando che il climatizzatore può consumare dai 3 ai 5 kilowatt di potenza per il raffreddamento iniziale, stabilizzandosi poi intorno a 1 kW. Questo consumo incide sull’autonomia del veicolo, soprattutto quando la temperatura esterna supera i 35 gradi.
Leggi anche: Tesla choc: “Le auto pulite sono una sporca bugia!”. In centinaia assaltano la fabbrica di Elon Musk (VIDEO)

Se fino a 32 gradi la riduzione dell’autonomia è minima (circa il 5%), con temperature di 35 gradi si registra una diminuzione del 15%. Quando la temperatura raggiunge i 38 gradi, l’autonomia può calare del 31%. Le auto reagiscono diversamente in base al modello. La Mustang Mach-E di Ford perde circa il 16% di autonomia a 38 gradi, mentre la Nissan Leaf comincia a ridurre l’autonomia già a 29 gradi. Le Tesla, grazie a una pompa di calore efficiente, riescono a contenere meglio queste perdite.
Leggi anche: Il green che inquina, enormi cimiteri di auto elettriche

I consigli per risparmiare energia

Nicola Armaroli, chimico del CNR, suggerisce di utilizzare il climatizzatore con giudizio. Evitare di tenerlo acceso al massimo o di accenderlo e spegnerlo frequentemente può aiutare. Inoltre, la batteria delle auto elettriche è gestita da un sistema intelligente che regola anche la temperatura, consumando energia ma garantendo la sua salute.

Per affrontare il caldo, si consiglia di precondizionare l’auto. Questo significa portare l’abitacolo alla temperatura desiderata mentre l’auto è ancora collegata al caricabatterie. Anche uno stile di guida fluido, evitando brusche frenate e ripartenze, aiuta a risparmiare energia. Sfruttare il sistema di recupero dell’energia cinetica è un altro modo per aumentare l’autonomia. Ad esempio, se si parte da una località di montagna, meglio partire con l’85% di batteria per poter ricaricare gratuitamente durante la discesa grazie alla frenata rigenerativa.

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Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina https://www.business.it/al-via-i-dazi-europei-sulle-auto-elettriche-importate-ma-la-germania-contesta-loperazione-e-favorisce-ancora-la-cina/ Fri, 05 Jul 2024 07:31:23 +0000 https://www.business.it/?p=139475 Oggi, 5 luglio, scattano i dazi dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. La decisione della Commissione Ue è destinata a creare scompiglio, con la Germania che esprime forte dissenso, mentre la Cina mantiene una posizione di forza. I dazi colpiscono tre dei principali produttori cinesi: Byd, Geely e Saic, con aumenti dei prezzi rispettivamente del… Leggi tutto »Al via i dazi europei sulle auto elettriche importate, ma la Germania contesta l’operazione e favorisce ancora la Cina

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Oggi, 5 luglio, scattano i dazi dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. La decisione della Commissione Ue è destinata a creare scompiglio, con la Germania che esprime forte dissenso, mentre la Cina mantiene una posizione di forza. I dazi colpiscono tre dei principali produttori cinesi: Byd, Geely e Saic, con aumenti dei prezzi rispettivamente del 17,4%, 19,9% e 37,6%. Anche altri produttori subiranno rincari del 20,8% se hanno collaborato con l’indagine Ue, e del 37,6% in caso contrario. La decisione finale su questi dazi provvisori sarà presa entro fine ottobre dagli Stati membri.
Leggi anche: Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo

“Vogliamo il dialogo con la Cina”

Se confermati, i dazi diventeranno definitivi per cinque anni. La Cina ha già minacciato ritorsioni, suscitando preoccupazione tra i produttori tedeschi, che dipendono fortemente dal mercato cinese. Finora, Pechino ha reagito con un aumento dei dazi sulla carne di maiale e prodotti derivati, un segnale di disponibilità al dialogo piuttosto che di confronto diretto.
Leggi anche: È vero che le auto elettriche soffrono il caldo? Come “salvare” la batteria in estate

Il portavoce della Commissione Europea ha dichiarato: “I dazi non sono un obiettivo in sé, ma un mezzo per correggere una situazione ingiusta. Vogliamo il dialogo con la Cina, e questo dialogo sta avendo luogo”. Ha inoltre aggiunto che gli Stati membri voteranno sulla questione, ma che “il commercio è una competenza dell’Ue”. Da Pechino, il portavoce del ministero del Commercio He Yadong ha espresso la speranza che l’Ue “mostri sincerità nel portare avanti la consultazione sull’indagine anti-sovvenzioni”.

Il rischio della misura speculare della Cina

La Cina rimane in una posizione di forza. La produzione di auto elettriche in Europa dipende dalla componentistica cinese, in particolare dalle batterie. Inoltre, i produttori cinesi stanno già iniziando a produrre direttamente all’interno dell’Ue, eludendo così i dazi. Nell’immediato, molte vetture prodotte in Cina sono già state trasferite e stipate nei porti europei. I bassi prezzi, favoriti dai sussidi statali, permettono ai produttori cinesi di mantenere un vantaggio competitivo nonostante le tariffe.

Il vero timore per l’Europa è un possibile incremento dei dazi cinesi sull’importazione di auto di grossa cilindrata. La Cina è il più grande mercato mondiale per queste vetture, e i produttori tedeschi come Bmw, Audi e Mercedes sono particolarmente vulnerabili. Diversa è la situazione per i produttori francesi e italiani, meno presenti in Cina e con maggiori difficoltà nel settore elettrico.

Urso: “Auspico soluzione negoziale”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha auspicato una soluzione negoziale, affermando che i dazi sono solo uno strumento e che “la soluzione è cosa diversa”. Secondo Urso, una soluzione andrebbe trovata “all’interno del Wto perché noi siamo per un mercato libero ma equo”.

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Adeguamento di caldaie e infissi, ecco il calendario dei lavori che l’Europa ci impone (ed è solo l’inizio) https://www.business.it/adeguamento-caldaie-infissi-calendario-lavori-europa/ Wed, 03 Jul 2024 10:14:47 +0000 https://www.business.it/?p=139397 La Direttiva dell’Unione Europea sulle case “green” sta sollevando molte preoccupazioni tra i cittadini italiani. La famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili costringerà molti proprietari a intraprendere lavori di ristrutturazione assai costosi. Infatti, le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive) saranno significative. L’obiettivo ambizioso è di rendere tutte le… Leggi tutto »Adeguamento di caldaie e infissi, ecco il calendario dei lavori che l’Europa ci impone (ed è solo l’inizio)

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caldaie calendario lavori Europa

La Direttiva dell’Unione Europea sulle case “green” sta sollevando molte preoccupazioni tra i cittadini italiani. La famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili costringerà molti proprietari a intraprendere lavori di ristrutturazione assai costosi. Infatti, le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive) saranno significative. L’obiettivo ambizioso è di rendere tutte le abitazioni europee a emissioni zero entro il 2050. Le nuove regole prevedono una riduzione del consumo di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
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Secondo il portale Ilovetrading, oltre il 70% dei 12 milioni di edifici italiani non è a norma. Questo significa che circa 8 milioni di immobili necessitano di ristrutturazioni. Le prime simulazioni del Codacons stimano un costo totale di circa 108 miliardi di euro per le ristrutturazioni degli edifici privati. Considerando che l’87% degli immobili italiani è di classe energetica “D”, le spese interesseranno una vasta platea di cittadini. Tuttavia, “ce lo chiede l’Europa”.

I primi interventi necessari

Le ristrutturazioni dovranno includere interventi su caldaie, infissi, impianti fotovoltaici e cappotto termico. Questi lavori saranno simili a quelli previsti dal Superbonus. Ad esempio, per ridurre il consumo di gas sarà necessario acquistare pompe di calore di nuova generazione, con o senza sonda geotermica. Un edificio non a norma vedrebbe il proprio valore dimezzato, con una potenziale svalutazione fino al 40%, secondo il Codacons. In Italia, più della metà dei 12 milioni di edifici residenziali si trovano nelle peggiori classi energetiche, F e G.

Quanto dovremo spendere

I costi delle ristrutturazioni possono variare dai 20.000 ai 60.000 euro per abitazione. Secondo Unimpresa, il conto totale per l’Italia potrebbe arrivare a 270 miliardi. Attualmente, solo 30 o 40 miliardi sono recuperabili tra i fondi del Pnrr e i nuovi fondi UE. Il Corriere della Sera ha fornito alcune stime sui costi degli interventi: per il cappotto termico, la spesa media è di 300 euro al metro quadrato. La sostituzione di serramenti e infissi può costare fino a 900 euro al metro quadrato nelle aree più fredde.

Ancora più costoso è dotarsi di un impianto fotovoltaico, con un costo medio di 2.400 euro per kilowatt di potenza installata. Inoltre, è paradossale che i pannelli fotovoltaici siano prodotti in Cina con centrali a carbone e dopo dieci-quindici anni debbano essere smaltiti, senza un chiaro piano per lo stoccaggio del silicio nocivo per l’ambiente. Per quanto riguarda le caldaie a gas, i Paesi avranno tempo fino al 2040 per eliminarle, e dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili.

L’obbligo di installare pannelli fotovoltaici riguarderà i nuovi edifici pubblici in modo progressivo, dal 2026 al 2030. La sostituzione degli infissi potrebbe ridurre fino al 20% la spesa per il riscaldamento. Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, con una scadenza anticipata al 2028 per quelli di proprietà pubblica.

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Un appartamento su due è vuoto. Ecco cosa sta succedendo nelle città italiane https://www.business.it/affitti-brevi-appartamenti-sempre-piu-vuoti-milano-roma-perche/ Tue, 02 Jul 2024 18:46:26 +0000 https://www.business.it/?p=139385 Il settore degli affitti brevi sembra attraversare una fase di espansione e scrutinio. Nonostante l’aumento significativo di alloggi disponibili per locazioni di breve periodo, i dati del Centro Studi Rescasa-Confcommercio rivelano una realtà complessa. Analizzando i numeri riportati da Massimiliano Jattoni Dall’Asén sul Corriere, emerge che, in città come Milano, su quasi 20.000 appartamenti presenti… Leggi tutto »Un appartamento su due è vuoto. Ecco cosa sta succedendo nelle città italiane

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Affitti brevi, appartamenti sempre più vuoti: ecco il perché

Il settore degli affitti brevi sembra attraversare una fase di espansione e scrutinio. Nonostante l’aumento significativo di alloggi disponibili per locazioni di breve periodo, i dati del Centro Studi Rescasa-Confcommercio rivelano una realtà complessa. Analizzando i numeri riportati da Massimiliano Jattoni Dall’Asén sul Corriere, emerge che, in città come Milano, su quasi 20.000 appartamenti presenti sulle principali piattaforme online, meno della metà ha registrato tassi di occupazione significativi negli ultimi 12 mesi. La situazione è simile in altre città italiane come Napoli, Roma, e Firenze.

Richieste di standard elevati

A Roma, ad esempio, il numero di notti affittate per brevi periodi è aumentato da 8,574 milioni nel 2022 a 11,768 milioni nel 2023, ma attualmente solo uno su due di questi alloggi sembra essere occupato. Francesco Zorgno, presidente di CleanBnB Spa, la più grande società di gestione di immobili in affitto breve in Italia, spiega che solo gli immobili gestiti professionalmente riescono a mantenere tassi di occupazione elevati. Questo è dovuto in parte alla richiesta di standard elevati da parte degli ospiti e in parte all’incapacità dei proprietari non professionisti di gestire le prenotazioni in modo efficiente e di applicare tariffe dinamiche.

Home tax deduction

Zorgno sottolinea che nel mondo degli affitti brevi c’è una segmentazione netta: vincono solo coloro che operano con elevati standard e in pieno rispetto delle regole. I fattori determinanti nella scelta di un appartamento includono l’approccio last minute, con clienti che prenotano all’ultimo momento per sfruttare tariffe più vantaggiose, e una finestra di prenotazione flessibile. Diventa cruciale per i gestori adottare politiche di prezzi dinamiche, supportate da software professionali per adattare le tariffe in tempo reale in base alla domanda.

Un altro parametro fondamentale per la scelta di un alloggio è la flessibilità di rimborso. I viaggiatori preferiscono soluzioni che permettano la cancellazione all’ultimo momento senza penali. Questo elemento è diventato un criterio di selezione essenziale per molti. Jattoni Dall’Asén conclude che il mercato degli affitti brevi è maturato e sta subendo una selezione naturale. Solo chi riesce a garantire standard elevati e a gestire in modo efficiente le prenotazioni e le tariffe può competere con successo in questo settore in crescita.

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“Ecco cosa è successo quando ho comprato casa”. Il sogno dei padri si trasforma in incubo per i figli https://www.business.it/ecco-cosa-e-successo-quando-ho-comprato-casa-il-sogno-dei-padri-si-trasforma-in-incubo-per-i-figli/ Mon, 01 Jul 2024 09:22:21 +0000 https://www.business.it/?p=139341 Un tempo, per i nostri genitori e nonni, comprare casa era il sogno realizzabile di chiunque. Bastava risparmiare con costanza, fare un mutuo e il gioco era fatto. Non serviva avere alle spalle una grande fortuna, ma solo un normale stipendio e un po’ di pazienza. La realtà odierna, però, racconta una storia diversa, una… Leggi tutto »“Ecco cosa è successo quando ho comprato casa”. Il sogno dei padri si trasforma in incubo per i figli

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Un tempo, per i nostri genitori e nonni, comprare casa era il sogno realizzabile di chiunque. Bastava risparmiare con costanza, fare un mutuo e il gioco era fatto. Non serviva avere alle spalle una grande fortuna, ma solo un normale stipendio e un po’ di pazienza. La realtà odierna, però, racconta una storia diversa, una storia in cui quel sogno è diventato un incubo.
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Oggi, acquistare un appartamento in città senza avere un consistente aiuto familiare è praticamente impossibile. Non si parla solo dell’Italia, dove il problema è ancora più marcato. Qui, gli stipendi sono fermi da vent’anni, mentre il costo della vita è schizzato alle stelle. Anche affittare un appartamento è diventato un lusso per molti lavoratori. Trovare un “nido” dove rientrare la sera sta diventando sempre più un’impresa, e spesso un peso economico insostenibile.

Le testimonianze di Sam e Sara

La testimonianza di Sam Barker, una giovane americana, illustra perfettamente questa situazione (il video ora è privato). Con un video su Tik Tok, Sam ha raccontato come l’acquisto di una casa l’abbia messa in ginocchio finanziariamente. Prima dell’acquisto, i suoi debiti si limitavano a quelli del college e al pagamento dell’auto. Ma con il mutuo, tutto è cambiato. Sam aveva fatto i conti con precisione: il mutuo era sostenibile. Non aveva però previsto le spese impreviste che l’hanno travolta. Per rifare l’intero sistema di condizionamento e le fondamenta ha speso 40.000 dollari. Poi, altri 10.000 per sistemare il portico e l’ingresso, altrimenti non avrebbe potuto assicurare la casa. E queste sono solo alcune delle spese.

Sam è una ragazza responsabile, che aveva pianificato con attenzione. Ma la realtà l’ha colpita duramente. Ora si trova sommersa dai debiti, ma non ha perso la fiducia. Ha messo a punto un piano per recuperare, cercando lavori extra oltre al suo impiego a tempo pieno. La sua storia potrebbe sembrare un’eccezione, ma purtroppo è una realtà comune a molti giovani che tentano di fare il grande passo.

In Italia, la situazione è ancora più complessa. Pensiamo a Milano: comprare una casa lì è un miraggio. E con le nuove norme europee del decreto Green, i costi per i proprietari di case potrebbero lievitare ulteriormente, arrivando fino a 80.000 euro. Un colpo mortale per chi già fatica a sbarcare il lunario.

Dopo Sam Baker, la testimonianza, sempre su TikTok, di Aurora Zuccheretti:

@aurora_zuccheretti Comprare casa è il peggiore errore finanziario che tu possa fare! #casa #soldi #investimenti ♬ suono originale – Aurora Zuccheretti

Il sogno della casa di proprietà, un tempo simbolo di stabilità e sicurezza, sta diventando un peso per le nuove generazioni. In un contesto economico dove gli stipendi stagnano e il costo della vita cresce, la possibilità di acquistare una casa si allontana sempre di più. E mentre i nostri genitori potevano permettersi di sperare, oggi il sogno si trasforma in un incubo, in una lotta quotidiana contro debiti e spese impreviste.

Forse è giunto il momento di rivedere le nostre priorità e di trovare nuovi modi per costruire una vita stabile e serena, anche senza la certezza di un tetto di proprietà sopra la testa.

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Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo https://www.business.it/auto-elettriche-sono-spazzatura-lo-dissi-fin-da-subito-lesperto-smonta-il-bluff-del-finto-ecologismo/ Mon, 01 Jul 2024 08:54:06 +0000 https://www.business.it/?p=139330 Il calo delle vendite di auto elettriche è un fenomeno globale. L’euforia iniziale per la transizione verso veicoli a basso impatto ambientale ha ceduto il passo a un crescente scetticismo da parte degli acquirenti. Diversi fattori concorrono a questa inversione di tendenza, riflettendo un cambiamento di percezione che sta riportando in auge voci critiche. Tra… Leggi tutto »Auto elettriche: “Sono spazzatura, lo dissi fin da subito”. L’esperto smonta il bluff del finto ecologismo

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Il calo delle vendite di auto elettriche è un fenomeno globale. L’euforia iniziale per la transizione verso veicoli a basso impatto ambientale ha ceduto il passo a un crescente scetticismo da parte degli acquirenti. Diversi fattori concorrono a questa inversione di tendenza, riflettendo un cambiamento di percezione che sta riportando in auge voci critiche. Tra queste, spicca quella di Jeremy Clarkson, celebre giornalista britannico noto per le sue posizioni polemiche e provocatorie.
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“Ho capito in 15 minuti che sono inutili”

Clarkson, già conduttore di “Top Gear” e “The Grand Tour”, non ha mai nascosto la sua avversione per le auto elettriche. Le sue opinioni, spesso espresse con toni taglienti, gli hanno attirato molte critiche, tanto da essere etichettato come negazionista del cambiamento climatico e luddista. “Mi sono bastati quindici minuti per capire che le auto elettriche fossero inutili”, ha scritto nel suo spazio sul Sun, aggiungendo che esprimere queste idee in televisione gli è valso l’appellativo di folle.

La recente diminuzione delle vendite offre a Clarkson una rivincita. “Potete immaginare la mia soddisfazione nel vedere milioni di persone avvicinarsi al mio punto di vista,” ha affermato. In Germania, a marzo, le vendite di veicoli elettrici sono calate del 29%, un dato significativo che si rispecchia in una flessione dell’11% nel resto dell’Unione Europea. Anche nel Regno Unito, dove l’influenza delle campagne ecologiste è più forte, la quota di mercato dei veicoli a batteria è scesa dal 16,6% al 15,2% nel 2024.

Crisi Tesla e modello competitivo Usa

Il caso Tesla rappresenta un punto cruciale nella narrazione di Clarkson. L’azienda di Elon Musk, spesso considerata il pioniere del settore, ha annunciato il licenziamento del 10% del suo personale, pari a circa 14.000 dipendenti. Clarkson attribuisce questo declino non solo alla riduzione delle agevolazioni fiscali da parte dei governi, ma soprattutto alla crescente consapevolezza dei consumatori sui limiti delle auto elettriche. Costose, monotone alla guida, poco pratiche per lunghi tragitti, e non particolarmente eco-sostenibili: questi sono i difetti che, secondo Clarkson, stanno emergendo sempre più chiaramente agli occhi del pubblico.

La riflessione di Clarkson si conclude con un monito sulla realtà delle auto elettriche, che, al di là delle facili promesse, devono ancora dimostrare di essere una soluzione valida e sostenibile per il futuro della mobilità. Le sue parole, pur discutibili, trovano riscontro in un mercato sempre più attento e disincantato, segnando un momento di svolta nella percezione collettiva delle tecnologie verdi.

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Il governo svende un altro pezzo d’Italia: cosa ha ceduto dei “gioielli di famiglia”, a chi e quanto ha incassato https://www.business.it/il-governo-svende-un-altro-pezzo-ditalia-cosa-ha-ceduto-dei-gioielli-di-famiglia-a-chi-e-quanto-ha-incassato/ Fri, 28 Jun 2024 15:27:02 +0000 https://www.business.it/?p=139271 Il governo ha avviato una nuova fase di privatizzazioni, e come spesso accade, la via scelta è quella di vendere asset strategici dello Stato. Stavolta tocca a Eni, uno dei giganti dell’energia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la vendita di una quota di minoranza dell’Eni, segnando l’inizio di una serie di dismissioni… Leggi tutto »Il governo svende un altro pezzo d’Italia: cosa ha ceduto dei “gioielli di famiglia”, a chi e quanto ha incassato

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Il governo ha avviato una nuova fase di privatizzazioni, e come spesso accade, la via scelta è quella di vendere asset strategici dello Stato. Stavolta tocca a Eni, uno dei giganti dell’energia. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la vendita di una quota di minoranza dell’Eni, segnando l’inizio di una serie di dismissioni di aziende a controllo pubblico.

Con una nota diffusa a mercati chiusi il 15 maggio, proprio nel giorno dell’assemblea dei soci del gruppo energetico, il Tesoro ha reso noto di aver avviato una procedura accelerata di raccolta ordini, conosciuta come “Accelerated Book Building”. L’obiettivo è cedere 91.965.735 azioni ordinarie, pari a circa il 2,8% del capitale di Eni. Per questa operazione, il ministero ha coinvolto un consorzio di banche composto da Goldman Sachs, Jefferies e UBS Europe in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.

Il Piano delle privatizzazioni

Il collocamento lampo è stato annunciato come un successo dopo le 22.30, con le azioni vendute a un prezzo scontato dell’1,7% rispetto ai corsi di Borsa. Il titolo Eni, che il 15 maggio ha chiuso a 15,11 euro, è stato venduto dal Mef a 14,855 euro ad investitori italiani ed esteri, con una forte domanda da parte degli americani. L’operazione ha fruttato quasi 1,4 miliardi di euro.

La vendita di una quota di Eni rappresenta solo l’inizio. Nei piani del governo ci sono anche le privatizzazioni di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. L’obiettivo dichiarato è raccogliere circa 20 miliardi di euro entro il 2026. La strategia è chiara: fare cassa velocemente per finanziare le politiche economiche e ridurre il debito pubblico.

La nota del Ministero

Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti ha comunicato che non venderà ulteriori azioni di Eni sul mercato per un periodo di 90 giorni senza il consenso dei Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, salvo eccezioni. Questa clausola serve a garantire la stabilità del titolo sul mercato e a mantenere la fiducia degli investitori. La decisione di vendere una parte di Eni ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni vedono in questa mossa un passo necessario per risanare le finanze pubbliche, mentre altri temono la perdita di controllo su asset strategici per il paese. La storia delle privatizzazioni italiane è lunga e complessa, e il dibattito su questo tema è destinato a proseguire.

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Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella… https://www.business.it/monti-piano-italexit-lira-mattarella/ Tue, 25 Jun 2024 12:39:26 +0000 https://www.business.it/?p=139161 Il libro di Mario Monti, “Demagonia”, pubblicato dall’editrice Solferino, rappresenta una vera e propria bomba mediatica. Le rivelazioni contenute in questo volume gettano una luce nuova e inaspettata sulla recente storia politica italiana. Monti, ex Premier, ha infatti svelato che nel 2018 erano in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Questa clamorosa… Leggi tutto »Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella…

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Monti Italexit Lira Mattarella

Il libro di Mario Monti, “Demagonia”, pubblicato dall’editrice Solferino, rappresenta una vera e propria bomba mediatica. Le rivelazioni contenute in questo volume gettano una luce nuova e inaspettata sulla recente storia politica italiana. Monti, ex Premier, ha infatti svelato che nel 2018 erano in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Questa clamorosa informazione è stata riportata dal Fatto Quotidiano.
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Il racconto di Mario monti

Secondo Monti, Ignazio Visco della Banca d’Italia aveva preparato un piano di emergenza per il ritorno alla Lira, nel caso in cui la situazione finanziaria sui mercati fosse diventata insostenibile. A maggio 2018, Paolo Savona, che stava per diventare ministro dell’Economia del governo gialloverde, pubblicò alcune slide su un sito Eurocritico dove spiegava la possibilità di una Italexit e del ritorno alla Lira.

Intervenne quindi Mattarella, bloccando la nomina di Savona perché, secondo il Quirinale, con lui al dicastero dell’Economia, “il rischio dell’Italexit” sarebbe stato praticamente inevitabile. Fu dunque la decisione del Presidente della Repubblica a bloccare ogni possibilità di uscita dell’Italia dall’Europa. Tuttavia, Monti svela un altro retroscena nel suo libro. Già nel 2012, incontrò l’allora Presidente Francese, Hollande. “Ci confrontammo in modo franco”, ha raccontato Monti, “chiedendo cosa avrebbe fatto la Francia se l’Italia fosse stata costretta a uscire dall’Euro”.

Monti voleva capire se Parigi avrebbe scelto di perdere prestigio, uscendo dall’Unione Europea e seguendo l’Italia nel ritorno alle monete nazionali, oppure se avrebbe preferito perdere competitività mantenendo l’Euro e affrontando la concorrenza dei prodotti italiani prezzati in una Lira svalutata. Dopo un po’ di tempo, arrivò la risposta di Hollande: la Francia avrebbe seguito l’Italia. “L’intesa”, continua Monti, “era che ci saremmo riferiti a quei piani solo come a un progetto nel cassetto. Per fortuna non c’è mai stato bisogno di aprirlo”.

Queste rivelazioni evidenziano la volontà di Monti di mantenere l’Italia nell’Euro, ma anche un fatto cruciale: l’Italia fuori dall’Euro sarebbe stata vista come un pericoloso avversario. La nostra posizione sui mercati commerciali si sarebbe infatti rafforzata al punto da spingere persino la Francia a considerare un’uscita dalla moneta unica europea. Ora sappiamo che nel 2012 e nel 2018, l’Italia si è trovata per due volte a un bivio fra le politiche di austerity e il “piano B” prospettato prima da Monti e Hollande, poi da Savona. E che uscire dall’Euro forse non sarebbe stata una sciagura come sostenuto dal mantra europeista. Perché un’altra soluzione era possibile. Ma Mattarella non era d’accordo.

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La Ue ora ci cambia la colazione. Ecco le nuove norme su miele e marmellate https://www.business.it/ue-norme-miele-marmellate/ Tue, 25 Jun 2024 12:17:48 +0000 https://www.business.it/?p=139156 Le norme europee ormai abbracciano quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana, influenzando ciò che facciamo, usiamo e consumiamo. Questa volta, è la prima colazione a finire sotto i riflettori di Bruxelles, che ha appena varato nuove direttive su miele, marmellate, succhi di frutta e latte disidratato. Le nuove regole mirano a garantire una maggiore… Leggi tutto »La Ue ora ci cambia la colazione. Ecco le nuove norme su miele e marmellate

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Ue norme miele marmellate

Le norme europee ormai abbracciano quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana, influenzando ciò che facciamo, usiamo e consumiamo. Questa volta, è la prima colazione a finire sotto i riflettori di Bruxelles, che ha appena varato nuove direttive su miele, marmellate, succhi di frutta e latte disidratato. Le nuove regole mirano a garantire una maggiore trasparenza per i consumatori al momento della scelta e dell’acquisto, oltre a contrastare le frodi alimentari. In particolare, le etichette dei prodotti dovranno essere più dettagliate e precise.
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Tutte le novità su miele e marmellate

Per quanto riguarda il miele, le etichette dovranno indicare i numeri dei Paesi che hanno contribuito alla realizzazione del prodotto, in ordine decrescente di peso. Gli Stati potranno limitarsi a indicare solo le quote dei principali quattro Paesi se rappresentano più del 50% della miscela. Una misura che punta a una maggiore chiarezza sulla provenienza del prodotto.

Passando ai succhi di frutta, questi verranno suddivisi in tre categorie: a ridotto contenuto di zucchero, a ridotto contenuto di zucchero concentrato e succhi di frutta concentrati a ridotto contenuto di zucchero. Le nuove etichette permetteranno anche di indicare quando i prodotti contengono solo zuccheri naturali, aiutando i consumatori a distinguere tra succhi di frutta, che non possono contenere zuccheri aggiunti, e nettari di frutta.

La novità più rilevante riguarda le marmellate. Il contenuto di frutta nelle confetture aumenterà da 350 a 450 grammi per ogni chilogrammo, mentre nelle confetture extra passerà da 450 a 500 grammi. Questo cambiamento ridurrà la percentuale di zucchero nelle marmellate e sosterrà il mercato della frutta. Infine, per il latte disidratato sarà consentito l’uso di trattamenti che permettono di ottenere latte disidratato senza lattosio, ampliando così l’offerta per chi soffre di intolleranze. Tutte queste norme saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione, segnando un passo avanti verso una maggiore tutela e informazione per i consumatori europei.

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Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Davvero assurdo https://www.business.it/farmaco-letale-rimasto-in-commercio-per-33-anni-migliaia-di-morti-davvero-assurdo/ Mon, 24 Jun 2024 14:28:35 +0000 https://www.business.it/?p=139124 Esiste un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, che ha ricevuto tutte le autorizzazioni e venne messo in vendita nel 1976. È rimasto in commercio per 33 anni, e per 33 anni è stato prescritto ai diabetici. Salvo poi scoprire che era letale. L’allarme era stato dato già nel 1997, ma… Leggi tutto »Farmaco letale rimasto in commercio per 33 anni: “Migliaia di morti”. Davvero assurdo

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Mediator

Esiste un farmaco, il Mediator, il cui principio attivo è il benfluorex, che ha ricevuto tutte le autorizzazioni e venne messo in vendita nel 1976. È rimasto in commercio per 33 anni, e per 33 anni è stato prescritto ai diabetici. Salvo poi scoprire che era letale. L’allarme era stato dato già nel 1997, ma chiunque osasse denunciare la pericolosità di questo farmaco, veniva immediatamente messo a tacere. Si è dovuto aspettare il 2009 per far sì che quel prodotto farmaceutico venisse ritirato dal mercato. Da quel momento, si è iniziato a parlare dello “scandalo Mediator”. Nel Giugno 2010, grazie a un libro intitolato “Mediator 150mg: quanti morti?”, scritto da una pneumologa dell’ospedale di Brest, Irène Frachon, vengono alla luce storie, numeri e retroscena sul Mediator. Stando alle stime, in Francia questo farmaco ha causato tra i 1.500 e i 2.100 decessi; 1.700/2.350 interventi chirurgici per la sostituzione di una valvola cardiaca e 3.100/4.200 ricoveri. (Continua a leggere dopo la foto)

Come racconta Valentina Cavinato sul portale Miglio Verde, Mediator, la sentenza definitiva è stata pronunciata nel Marzo 2021: l’ANSM (AIFA francese) viene condannata a pagare una multa di 303.000€; i laboratori SERVIER devono pagare una multa di 2,7 milioni di euro; 180 milioni di € è l’importo per il risarcimento delle vittime (una parte delle vittime non è compresa, in quanto diverse persone avevano trattato direttamente in privato con la casa farmaceutica). Lo scandalo è stato enorme in Francia, anche perché si è capito presto che cosa facesse questo prodotto, eppure hanno continuato a tenerlo in commercio e a prescriverlo alle persone. (Continua a leggere dopo la foto)

Commercializzato in Francia nel 1976 come farmaco coadiuvante nella cura del diabete, ma usato ovunque come antifame, il Mediator è stato prescritto a circa 5 milioni di persone durante i 33 anni in cui è rimasto in commercio, fino al suo ritiro nel novembre 2009. “Nonostante fossero a conoscenza dei rischi da molti anni – ha detto la presidente del tribunale, Sylvie Daunis – non hanno mai preso i provvedimenti necessari, ed hanno in conseguenza ingannato” i consumatori del Mediator.

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Usi le registrazioni vocali dello smartphone? Ecco quali rischi corri: dovresti preoccuparti https://www.business.it/usi-le-registrazioni-vocali-dello-smartphone-ecco-quali-rischi-corri-dovresti-preoccuparti/ Mon, 24 Jun 2024 14:12:28 +0000 https://www.business.it/?p=139121 Con l’evolversi del progresso tecnologico, certi aspetti della nostra quotidianità che un tempo ricadevano nel campo della “fantascienza” sono divenuti realtà, e neppure stupisce più di tanto il fatto che lo smartphone di cui oramai dispone chiunque, alle volte più di uno, possa “origliare” le nostre conversazioni private. In molti sostengono che le app installate sugli smartphone siano in grado di accendere il… Leggi tutto »Usi le registrazioni vocali dello smartphone? Ecco quali rischi corri: dovresti preoccuparti

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Con l’evolversi del progresso tecnologico, certi aspetti della nostra quotidianità che un tempo ricadevano nel campo della “fantascienza” sono divenuti realtà, e neppure stupisce più di tanto il fatto che lo smartphone di cui oramai dispone chiunque, alle volte più di uno, possa “origliare” le nostre conversazioni private. In molti sostengono che le app installate sugli smartphone siano in grado di accendere il microfono automaticamente in modo da captare quelle parole chiave utili per creare pubblicità mirate. Il rischio c’è, ed è peraltro stato oggetto di una clamorosa inchiesta già nell’ottobre del 2021 da parte del Garante privacy, proprio in merito all’utilizzo del microfono degli smartphone per spiarci a fini di marketing, arrivando a stabilire che il fenomeno sembrerebbe causato – anche – dalle app che scarichiamo sui nostri cellullari. Molte tra queste, infatti, tra le autorizzazioni di accesso che richiedono al momento del download inseriscono anche l’utilizzazione del microfono: una volta che si accetta, cosa che sovente facciamo automaticamente, abbiamo inconsapevolmente accettato di essere “spiati”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli assistenti vocali “origliano”?

Ma è anche, e soprattutto, il ricorso frequente agli assistenti vocali – Siri Alexa sono i più diffusi – a comportare rischi che derivano principalmente dalla possibilità che gli assistenti vocali stessi raccolgano e trasmettano informazioni relative alle abitudini dei consumatori, fornendo una gigantesca base dati per azioni mirate di marketing. Il rischio appare ancora più grave se l’assistente vocale è utilizzato in ufficio o in ambito lavorativo. Dunque, cosa possiamo fare? È sempre consigliabile disattivare questa funzione dai propri smartphone. Anzitutto, occorre controllare sempre quali applicazioni hanno accesso al microfono modificando le impostazioni se necessario e scaricare app solo da fonti attendibili prima di installarle. Questo processo servirà a impedire al tuo telefono di rispondere a comandi vocali non richiesti e ad evitare la possibilità di registrare conversazioni senza il tuo consenso. Ora, ecco una guida su come disattivare la funzione delle registrazioni vocali per preservare la privacy, tanto sui telefoni con sistema operativo Android, quanto sugli iPhone, con sistema operativo iOS. (Continua a leggere dopo la foto)

Come proteggersi? La guida per Android e iOS

Ecco come funziona per i dispositivi Android, secondo le indicazioni del portale Notizie.it: per prima cosa si devono aprire le impostazioni dal proprio dispositivo Android; occorre, poi, selezionare l’opzione “Sistema” o  “Generale” ,a seconda della versione del sistema operativo; poi, occorre selezionare l’opzione “Linguaggio e sequestro” O “Tastiera e digitazione”, è in questa sezione che si trovano le impostazioni relative ai comandi vocali; infine, basterà disattivare la funzione di registrazione vocale, spesso chiamata “Ok Google” o “Assistente Google”. Per gli utenti di iPhone (iOS) la metodologia appare più snella: dapprima vanno aperte le impostazioni dello smartphone Apple; poi, si tocca l’opzione “Siri e Cerca”; infine, vanno disabilitate entrambe le funzioni “Ascolta Siri” e “Tocca per parlare con Siri”.

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Bonus Mutuo di 760 euro, ecco chi può ottenerlo. Come funziona: i requisiti e la procedura https://www.business.it/bonus-mutuo-760-euro-come-funziona/ Mon, 24 Jun 2024 08:06:33 +0000 https://www.business.it/?p=139112 Con la legge di Bilancio 2023, il governo Meloni ha deciso di prorogare per tutto il 2024 il bonus Mutuo, meglio noto come “bonus prima casa” introdotto dal precedente governo Draghi. Questa misura rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto dopo i dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse imposti dalla Banca centrale europea, che hanno pesato… Leggi tutto »Bonus Mutuo di 760 euro, ecco chi può ottenerlo. Come funziona: i requisiti e la procedura

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bonus mutuo come funziona

Con la legge di Bilancio 2023, il governo Meloni ha deciso di prorogare per tutto il 2024 il bonus Mutuo, meglio noto come “bonus prima casa” introdotto dal precedente governo Draghi. Questa misura rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto dopo i dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse imposti dalla Banca centrale europea, che hanno pesato notevolmente sulle rate dei mutui. Tuttavia, non tutti i mutui accesi potranno usufruire di questo bonus, che può arrivare fino a 760 euro. I destinatari della misura devono essere proprietari dell’immobile, avere firmato il contratto di mutuo e risiedere nell’immobile per il quale è stato attivato il mutuo stesso.
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Più nel dettaglio, la normativa stabilisce che possono beneficiare del bonus coloro che hanno acquistato una casa e entro 12 mesi hanno sottoscritto il mutuo, oppure coloro che hanno stipulato il contratto di mutuo con l’acquisto dell’immobile che deve avvenire entro i 12 mesi successivi. Vi sono però altri vincoli, condizioni e requisiti da rispettare. La normativa prevede detrazioni sugli interessi del mutuo ipotecario stipulato per l’acquisto della casa adibita a residenza. In pratica, il Bonus mutui 2024 consiste nella detrazione sugli interessi passivi del mutuo acceso per l’acquisto della casa, cioè quelli che il mutuatario deve pagare alla banca come compenso per il prestito ricevuto.

Come funziona il bonus mutuo 2024

Questa agevolazione riguarda coloro che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro e che decidono di acquistare la loro prima casa. La parte di interessi può essere portata in detrazione fino a 4.000 euro, con una detrazione fiscale calcolata al 19% sull’importo massimo di 4.000 euro, equivalendo a un rimborso potenziale di 760 euro. Il bonus 2024 decade se viene variato l’indirizzo di residenza dopo aver iniziato a beneficiare della detrazione. Tuttavia, ci sono eccezioni: il beneficio fiscale persiste se il contribuente deve trasferire la propria residenza per motivi lavorativi o per cure in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l’immobile non venga affittato. Inoltre, il vantaggio fiscale si estende ai genitori separati che mantengono il diritto alla detrazione per gli interessi passivi del mutuo, qualora un familiare continui a risiedere nell’abitazione.

Il bonus per gli under 36

Oltre al bonus mutuo 2024, esistono altre misure per chi acquista un immobile e necessita di un mutuo. Ad esempio, il Quotidiano Nazionale cita il bonus prima casa per gli under 36, un incentivo per i giovani che possono ottenere mutui agevolati fino a 250mila euro con garanzia fino all’80 per cento del valore capitale. Sul sito di Consap è disponibile l’intera informativa sul Fondo di Garanzia prima casa, con le agevolazioni per gli under 36. I requisiti per accedervi includono essere cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno in Italia, non essere proprietari di altri immobili ad uso abitativo, richiedere un mutuo non superiore a 250mila euro, acquistare un immobile non di lusso situato in Italia e adibirlo a prima casa.

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Gelati, quali sono i migliori al supermercato: ecco la classifica. Qualità, prezzo e salute https://www.business.it/gelati-migliori-supermercato-classifica/ Fri, 21 Jun 2024 07:11:16 +0000 https://www.business.it/?p=139039 Con l’arrivo dell’estate, il caldo e la voglia di gelato diventano compagni inseparabili delle nostre giornate. Ma quale scegliere tra la vasta offerta del supermercato? La gamma è davvero ampia e ce n’è per tutti i gusti, ma non tutti i gelati sono uguali. Tra vaschette, barattolini e gelati in multi confezioni, possiamo sbizzarrirci nella… Leggi tutto »Gelati, quali sono i migliori al supermercato: ecco la classifica. Qualità, prezzo e salute

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Con l’arrivo dell’estate, il caldo e la voglia di gelato diventano compagni inseparabili delle nostre giornate. Ma quale scegliere tra la vasta offerta del supermercato? La gamma è davvero ampia e ce n’è per tutti i gusti, ma non tutti i gelati sono uguali. Tra vaschette, barattolini e gelati in multi confezioni, possiamo sbizzarrirci nella scelta.
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I vari supermercati e discount propongono spesso delle opzioni esclusive, inclusi gelati del proprio marchio. Altroconsumo, rivista specializzata nella tutela dei consumatori, ha stilato una classifica dettagliata dei migliori gelati in commercio, basandosi su criteri specifici. La scelta è avvenuta tra ben 156 diversi tipi di gelati presenti nei grandi punti vendita.

Gli esperti di Altroconsumo hanno valutato diversi aspetti: contenuto di nutrienti e zuccheri aggiunti, presenza di coloranti e additivi, chiarezza delle informazioni nutrizionali sulle confezioni, e infine il rapporto qualità/prezzo.

La classifica dei migliori gelati

Cosa è emerso dalla classifica? I migliori gelati del supermercato secondo Altroconsumo sono:

  • Ghiacciolo Sammontana Dadaumpa vintage al gusto anice
  • Ghiacciolo Sammontana Dadaumpa al gusto cedro e granatina
  • Ghiacciolo al limone e all’amarena Conad
  • Mini cono Conad
  • Gelati a stecco Coop

Questi gelati non solo sono di alta qualità, ma hanno anche prezzi molto convenienti. Le analisi di laboratorio sulla qualità del prodotto hanno confermato queste scelte, con un costo medio che si aggira intorno ai tre euro.

Ma cosa dire delle vaschette gelato? Sebbene non siano le più scelte dagli italiani, che preferiscono le monoporzioni, l’azienda tedesca Öko-Test ha rivelato quali sono le migliori opzioni. Tra le vaschette e i barattoli, i gelati migliori sono quelli di Häagen-Dazs e Bofrost. Quindi, la prossima volta che sentite il richiamo del caldo e la voglia di gelato, sapete dove rivolgere la vostra attenzione. Buon appetito e buona estate!

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La truffa dell’olio extravergine d’oliva: attenzione! Cosa ha scoperto un’inchiesta di Piazzapulita (VIDEO) https://www.business.it/truffa-olio-extravergine-oliva-piazzapulita/ Thu, 20 Jun 2024 11:53:52 +0000 https://www.business.it/?p=139024 Chi produce olio lo sa bene, soprattutto chi lo fa in piccole quantità, destinate a soddisfare il fabbisogno familiare e poco più. Quando si cerca di vendere l’eccesso e si chiedono 10 euro al litro, si sa già di starci rimettendo. Eppure, spesso i clienti rifiutano, affermando che al supermercato l’extravergine costa meno. Ma un… Leggi tutto »La truffa dell’olio extravergine d’oliva: attenzione! Cosa ha scoperto un’inchiesta di Piazzapulita (VIDEO)

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truffa olio extravergine oliva

Chi produce olio lo sa bene, soprattutto chi lo fa in piccole quantità, destinate a soddisfare il fabbisogno familiare e poco più. Quando si cerca di vendere l’eccesso e si chiedono 10 euro al litro, si sa già di starci rimettendo. Eppure, spesso i clienti rifiutano, affermando che al supermercato l’extravergine costa meno. Ma un motivo c’è, no? Negli ultimi anni, l’olio extravergine d’oliva è diventato un bene di lusso. Il cambiamento climatico, alternando siccità a piogge torrenziali, sta compromettendo la produzione di olive in Italia e nel Mediterraneo, facendo lievitare i prezzi. Così, il costo dell’olio EVO è raddoppiato in due anni, diventando difficile trovarlo a meno di 10 euro al litro.
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Il video che smaschera la truffa

Eppure, negli ultimi tempi, in rete si trovano centinaia di offerte di “olio extra vergine 100% italiano” a prezzo stracciato. Come è possibile? Semplice, non si tratta di vero olio EVO. L’inchiesta di Danilo Lupo, andata in onda su “Piazza Pulita”, il programma di Corrado Formigli su La7 nella puntata del 28 febbraio, lo dimostra chiaramente. Lupo ha fatto analizzare alcuni di questi oli all’Agenzia delle Dogane di Roma: “Il laboratorio ha analizzato i campioni con solventi e macchinari. I risultati sono inoppugnabili: l’olio è allungato con oli di semi“.

Questi oli a basso costo, venduti come “extravergine d’oliva” a un prezzo inferiore ai 10 euro, sono semplicemente allungati con oli di semi. Ecco svelato il trucco, o meglio, la truffa.

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L’Euro ha massacrato gli italiani. Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni: “Una cifra colossale” Lo studio tedesco https://www.business.it/euro-massacrato-italiani-studio-tedesco/ Thu, 20 Jun 2024 07:57:50 +0000 https://www.business.it/?p=139014 Qual è il Paese dell’UE che ha sofferto di più con l’entrata dell’Euro? La risposta è scontata: l’Italia. A vent’anni dall’introduzione della moneta unica, i dati lo confermano. Abbiamo visto con i nostri occhi il costo della vita triplicare e gli stipendi dimezzarsi. Abbiamo assistito impotenti alla perdita dei nostri gioielli nazionali e delle ricchezze… Leggi tutto »L’Euro ha massacrato gli italiani. Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni: “Una cifra colossale” Lo studio tedesco

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euro italiani studio tedesco

Qual è il Paese dell’UE che ha sofferto di più con l’entrata dell’Euro? La risposta è scontata: l’Italia. A vent’anni dall’introduzione della moneta unica, i dati lo confermano. Abbiamo visto con i nostri occhi il costo della vita triplicare e gli stipendi dimezzarsi. Abbiamo assistito impotenti alla perdita dei nostri gioielli nazionali e delle ricchezze strategiche.
Leggi anche: “Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo

Questo è quanto emerge da uno studio del Centro per la politica europea (Cep), un think tank tedesco specializzato in politiche economiche dell’UE. Secondo lo studio, la Germania è il Paese che ha maggiormente beneficiato dell’Euro, mentre l’Italia ha subito le perdite maggiori. I dati parlano chiaro.

Quanto ha perso l’Italia con l’euro in 20 anni

Il rapporto “Vent’anni di euro: vincitori e perdenti” rivela quali Paesi hanno visto le proprie casse e le tasche dei cittadini riempirsi grazie alla moneta unica e quali, al contrario, sono sprofondati. Lo studio ha stimato il PIL pro capite che ogni Paese avrebbe avuto senza l’Euro. L’Italia, con una perdita totale di 4.325 miliardi di PIL bruciati, si piazza all’ultimo posto per crescita economica nella zona euro. Nessuno peggio di noi.

Gli esperti del Cep sono categorici: “In nessun altro Paese l’Euro ha portato a perdite così elevate di prosperità come in Italia”. Il PIL pro capite italiano è rimasto stagnante dall’introduzione dell’Euro, con una perdita pro capite di 73.605 euro dal 1999 al 2017. Al contrario, la Germania ha guadagnato in totale 1.893 miliardi di euro, ovvero 23.116 euro per abitante nello stesso periodo. Dietro la Germania troviamo i Paesi Bassi, e, ironia della sorte, perfino la Grecia ha subito perdite minori rispetto all’Italia. Questo dato è emblematico e ci fa riflettere su quanto l’introduzione dell’Euro abbia avuto effetti devastanti sulla nostra economia.

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“Venduto a 1.000 dollari, ma ne costa 5”. Medicinali a prezzi folli, case farmaceutiche nella bufera https://www.business.it/venduto-a-1-000-dollari-ma-ne-costa-5-medicinali-a-prezzi-folli-case-farmaceutiche-nella-bufera/ Tue, 18 Jun 2024 08:21:08 +0000 https://www.business.it/?p=138982 Negli Stati Uniti sta montando un caso che solleva una questione rilevante per tutti noi. Il prezzo di vendita di un farmaco, originariamente utilizzato contro il diabete e ora famoso per le sue proprietà anti-fame, ha innescato un’ondata di polemiche, coinvolgendo persino il Congresso USA. Questo farmaco, prodotto in Danimarca, è l’Ozempic, un blockbuster globale… Leggi tutto »“Venduto a 1.000 dollari, ma ne costa 5”. Medicinali a prezzi folli, case farmaceutiche nella bufera

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Negli Stati Uniti sta montando un caso che solleva una questione rilevante per tutti noi. Il prezzo di vendita di un farmaco, originariamente utilizzato contro il diabete e ora famoso per le sue proprietà anti-fame, ha innescato un’ondata di polemiche, coinvolgendo persino il Congresso USA. Questo farmaco, prodotto in Danimarca, è l’Ozempic, un blockbuster globale della Novo Nordisk, l’azienda che lo commercializza. Il prezzo applicato dalla casa farmaceutica è, senza mezzi termini, folle e del tutto scollegato dalla realtà. E lo stesso vale per un altro farmaco associato, il Wegovy.
Leggi anche: “Svelato il business del dolore”. Ecco i “trucchi” del gigante farmaceutico per guadagnare sulle sofferenze altrui

Lo scandalo è esploso dopo una ricerca pubblicata da JAMA Network Open, che ha stimato il costo di produzione dell’Ozempic tra gli 89 centesimi e i 4,73 dollari. Tuttavia, il prezzo che i pazienti americani devono pagare per acquistarlo è di circa 1.000 dollari al mese. L’Ozempic e il Wegovy contengono come principio attivo il semaglutide, e grazie a questi medicinali, la casa farmaceutica danese è diventata la regina del mercato per i trattamenti contro il diabete e l’obesità. Milioni di persone in tutto il mondo usano questi preparati, che hanno rivoluzionato la ricerca del peso forma.

Negli Stati Uniti, il prezzo di listino di Ozempic si aggira intorno ai 1.000 dollari, mentre quello di Wegovy arriva addirittura a 1.300 dollari. E questo, nonostante i costi di produzione siano minimi. Nel 2023, le vendite dei due farmaci hanno superato i 18 miliardi di dollari. Ma ora Novo Nordisk è nella bufera, alla luce dei dati pubblicati, per applicare un ricarico sui prezzi che va dal 10.000% al 20.000%. La casa farmaceutica ha cercato di difendersi spiegando che il 75% dei profitti viene reinvestito in ricerca e sviluppo, ma i numeri sono troppo grandi per non causare reazioni.

Dal Congresso americano, dopo la pubblicazione dello studio, si sono sollevate molte voci indignate, prima fra tutte quella del senatore Bernie Sanders, che ha fatto della lotta contro il caro dei farmaci il suo cavallo di battaglia. “Questo prezzo oltraggiosamente alto ha il potenziale di mandare in bancarotta Medicare, il popolo americano e il nostro intero sistema sanitario,” ha dichiarato Sanders. Il senatore ha chiesto a Novo Nordisk di ridurre il prezzo a 155 dollari al mese. Non a caso, il tema del pricing (il ricarico sul costo dei farmaci) è molto sentito dagli americani, che nel 2022 hanno speso oltre 500 miliardi di dollari in medicinali da prescrizione, più del doppio rispetto a dieci anni prima.

Una situazione insostenibile, che rischia di compromettere il diritto alla salute per milioni di persone. E nel mirino, oltre alle case farmaceutiche, ci sono anche i politici e le autorità che dovrebbero regolare il settore.

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“Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo https://www.business.it/corrente-italiani-pagano-tedeschi-francesi/ Tue, 18 Jun 2024 07:04:41 +0000 https://www.business.it/?p=138968 Indro Montanelli una volta disse: “Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi, gli italiani da europei”. Questa celebre citazione ci introduce perfettamente alla cronaca di un’altra vicenda che rivela cosa significhi davvero l’Europa per l’Italia, rispetto a come viene vissuta dalle altre nazioni europee. È una metafora… Leggi tutto »“Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo

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corrente italiani pagano tedeschi

Indro Montanelli una volta disse: “Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi, gli italiani da europei”. Questa celebre citazione ci introduce perfettamente alla cronaca di un’altra vicenda che rivela cosa significhi davvero l’Europa per l’Italia, rispetto a come viene vissuta dalle altre nazioni europee. È una metafora perfetta per descrivere la situazione attuale.
Leggi anche: Stangata in bolletta: ecco i nuovi aumenti per luce e gas

Nel 2023, nasce un sistema europeo per integrare i sistemi di bilanciamento e dispacciamento dell’elettricità tra gli Stati membri. Questo sistema, chiamato Picasso, aveva l’ambizioso obiettivo di armonizzare la domanda e l’offerta di elettricità, facilitando le partite compensative tra operatori per mantenere in equilibrio la rete elettrica. Tuttavia, come spesso accade, l’Italia si è ritrovata svantaggiata rispetto agli altri Stati, con la Germania in testa.

Fin dai primi mesi, Picasso si è rivelato un disastro per il mercato italiano. Andrea Greco, su Repubblica, denuncia come questo sistema sia diventato un “buco nero” per il nostro Paese, inghiottendo decine, se non centinaia di milioni di euro di sovraccosti. Questi sovraccosti sono stati pagati dagli operatori italiani tramite Terna, il gestore del servizio di rete, a vantaggio di rivali come Austria, Germania e Repubblica Ceca, che hanno sfruttato le differenze regolatorie per ottenere vantaggi economici.

L’authority italiana, dopo un’indagine condotta tra luglio e ottobre 2023, ha chiesto a Terna di sospendere la partecipazione operativa a Picasso entro il 15 marzo, in attesa di misure di mitigazione. Questo provvedimento è arrivato perché le direttive comunitarie, purtroppo, non hanno funzionato come previsto. Anzi, hanno favorito i soliti noti a discapito dell’Italia.

Se vi state chiedendo il motivo dell’aumento delle vostre bollette, una parte della risposta risiede proprio in questa ennesima stortura europea. Uno dei problemi principali è l’asimmetria nelle prassi vigenti all’estero: mentre in Italia non è tecnicamente possibile pagare meno di zero i flussi di bilanciamento, altri Paesi partecipanti a Picasso accettano offerte a prezzo negativo, fino a 10.000 euro a MWh. Questa disparità ha portato gli operatori italiani a pagare migliaia di euro per MWh per i quantitativi di elettricità forniti da austriaci, tedeschi o cechi, chiamati dall’algoritmo Picasso a bilanciare gli scompensi in Italia.

A marzo, Terna ha deciso di abbandonare Picasso, evidenziando ancora una volta le difficoltà e le ingiustizie che l’Italia deve affrontare in seno all’Europa. Ecco l’Europa di cui parlava Montanelli: un’unione dove, purtroppo, i nostri interessi vengono spesso sacrificati.

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Imu 2024, oggi la scadenza: chi deve pagarla e come https://www.business.it/imu-2024-oggi-la-scadenza-chi-deve-pagarla-e-come/ Mon, 17 Jun 2024 11:16:43 +0000 https://www.business.it/?p=138958 Lunedì 17 giugno è l’ultimo giorno disponibile per i proprietari di immobili per versare l’acconto IMU 2024. La scadenza originariamente era stata fissata al 16 giugno ma, essendo caduta di domenica, il termine è stato posticipato al giorno successivo, offrendo un giorno in più ai contribuenti per adempiere al pagamento.Leggi anche: Imu 2024, cambia tutto.… Leggi tutto »Imu 2024, oggi la scadenza: chi deve pagarla e come

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lunedì 17 giugno scade Imu

Lunedì 17 giugno è l’ultimo giorno disponibile per i proprietari di immobili per versare l’acconto IMU 2024. La scadenza originariamente era stata fissata al 16 giugno ma, essendo caduta di domenica, il termine è stato posticipato al giorno successivo, offrendo un giorno in più ai contribuenti per adempiere al pagamento.
Leggi anche: Imu 2024, cambia tutto. Le nuove aliquote: ecco le città più care

L’imposta municipale unica deve essere versata da tutti i proprietari di immobili, che comprendono fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. L’obbligo si estende anche a chi detiene un diritto reale di godimento come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie. I concessionari di aree demaniali e i locatari di immobili concessi in locazione finanziaria sono tenuti al pagamento dell’IMU dal momento della consegna dell’immobile e per tutta la durata del contratto. In caso di separazione o divorzio, l’IMU deve essere pagata dal coniuge assegnatario dell’immobile, anche se non proprietario, ma generalmente vi è esenzione se la casa è assegnata con provvedimento del giudice e se vi risiede abitualmente e anagraficamente. Le società che possiedono immobili di qualunque categoria, anche se utilizzati nell’esercizio dell’attività, sono obbligate al versamento dell’imposta, con l’eccezione degli immobili-merce, costruiti o ristrutturati per la vendita e rimasti invenduti.

Chi è esonerato dall’IMU

Anche nel 2024, l’esonero dall’IMU è confermato per le abitazioni principali non di lusso e relative pertinenze. Gli immobili occupati abusivamente, con apposita denuncia all’autorità giudiziaria, e quelli per i quali sia iniziata un’azione giudiziaria penale, sono esonerati dall’imposta. Lo stesso vale per i possessori di terreni agricoli situati nei Comuni delle isole minori o in quelli montani totalmente esenti o parzialmente delimitati, nonché per quelli destinati a usi agro-silvo-pastorali a proprietà collettiva o indivisibile. Alcuni immobili posseduti da enti pubblici e religiosi sono esonerati, a condizione che non vengano utilizzati per attività commerciali.

Riduzioni e agevolazioni per l’IMU

Sono previste diverse agevolazioni per il pagamento dell’IMU. Una riduzione del 50% della base imponibile è accordata per le abitazioni (escluse le categorie A/1, A/8, A/9) concesse in comodato gratuito a parenti in linea retta di 1° grado, a patto che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile abitativo in Italia, oltre eventualmente alla propria abitazione principale. Inoltre, il comodante deve risiedere anagraficamente e dimorare abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile. Gli immobili di interesse storico/artistico, quelli inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, e un unico immobile posseduto da pensionati residenti in uno Stato di assicurazione diverso dall’Italia, con pensione maturata in regime di convenzione internazionale, beneficiano di una riduzione del 50% della base imponibile. Le abitazioni locate a canone concordato usufruiscono di una riduzione del 25% (o riduzione al 75%).

Come effettuare il versamento dell’IMU

Oggi è l’ultimo giorno utile per effettuare il pagamento dell’acconto IMU. Non perdete questa importante scadenza per evitare sanzioni e interessi. IMU 2024: è arrivato il momento di fare i conti con questa imposta che riguarda milioni di italiani. Quest’anno il versamento dell’IMU è previsto in due rate: acconto e saldo. Vediamo insieme come procedere per non incorrere in errori e sanzioni.

Il versamento dell’IMU si effettua principalmente con due metodi: tramite il modello F24 o attraverso un bollettino postale. Tra le due opzioni, è preferibile utilizzare l’F24 perché permette di compensare l’IMU con eventuali crediti fiscali o contributivi. Inoltre, con un unico modello, è possibile versare l’imposta dovuta in più Comuni.

Compilazione del modello F24

Nella sezione “IMU e altri tributi locali” del modello F24, vanno indicati diversi dati essenziali:

  • Codice catastale del Comune
  • Numero di immobili per cui si esegue il versamento
  • Anno di imposta (in questo caso, 2024)
  • Importo da versare, raggruppato in funzione del codice tributo per singola tipologia di immobile

È fondamentale barrare la casella “acconto” e non indicare nulla nel campo rateazione. Per quanto riguarda l’importo, il pagamento si effettua con arrotondamento all’euro per difetto se la frazione è inferiore a 49 centesimi, o per eccesso se superiore. Seguendo queste indicazioni, sarà possibile procedere senza intoppi al versamento dell’IMU, evitando così fastidiose multe e interessi di mora. Ricordate di prestare attenzione alle scadenze e di verificare con attenzione i dati inseriti nel modello F24 o nel bollettino postale. Siate puntuali e precisi, e l’IMU sarà solo un’altra delle tante pratiche burocratiche a cui adempiere senza stress.

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Spopola la truffa della mail con il logo della polizia: cos’è e come evitarla https://www.business.it/spopola-la-truffa-della-mail-con-il-logo-della-polizia-cose-e-come-evitarla/ Fri, 14 Jun 2024 13:50:38 +0000 https://www.business.it/?p=138885 Attenzione, i truffatori online hanno individuato un nuovo raggiro che viaggia attraverso la posta elettronica e in cui sono incappati in tantissimi. Forse sarà capitato anche a chi legge, come è capitato a chi scrive, di ricevere delle email che utilizzano la stemma della Polizia di Stato e il logo dell’Acn – l’autorità nazionale per la cybersicurezza – o dell’Europol o, ancora, dei Carabinieri,… Leggi tutto »Spopola la truffa della mail con il logo della polizia: cos’è e come evitarla

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Attenzione, i truffatori online hanno individuato un nuovo raggiro che viaggia attraverso la posta elettronica e in cui sono incappati in tantissimi. Forse sarà capitato anche a chi legge, come è capitato a chi scrive, di ricevere delle email che utilizzano la stemma della Polizia di Stato e il logo dell’Acn – l’autorità nazionale per la cybersicurezza – o dell’Europol o, ancora, dei Carabinieri, mail allarmanti in cui si annunciavano l’indagine e ipotetiche azioni legali nei confronti dell’ignaro soggetto. Una massiccia campagna di phishing, che invita il destinatario della email a contattare le forze dell’ordine (in realtà, i truffatori) per sanare la vicenda: uno stratagemma per carpire la fiducia della vittima, a cui in genere vengono sottratti denaro e dati sensibili, come documenti di identità o numeri di conto corrente. La truffa dei falsi mandati giudiziari non è nuova, ma ultimamente si registra una certa recrudescenza delle segnalazioni.

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Lo stemma della Polizia

Il “Mandato ufficiale del Tribunale” fa riferimento all’esistenza di procedimenti penali nei confronti della vittima della truffa per reati gravi come la pornografia infantile, la pedofilia, la cyber pornografia e l’esibizionismo, contestati a causa della rilevazione dell’IP dell’apparecchio usato durante la navigazione su siti contenenti materiale pedopornografico. Vengono concesse all’utente 24 ore di tempo dal ricevimento della mail per rispondere al messaggio ed evitare che le azioni legali nei suoi confronti partano senza più alcuna possibilità di impedirlo. Oltre all’eventuale furto dei dati, farsi consegnare denaro dal presunto indagato, al fine di evitare le gravissime conseguenze millantate dal punto di vista legale, è uno degli obiettivi dell’intero raggiro. Ora, la polizia non informa tramite una semplice mail, ma attraverso un ufficiale avviso di garanzia, e di certo non estorce denaro per evitare procedimenti legali, eppure sono soprattutto i più vulnerabili dal punto di vista informatico, tipicamente gli anziani che hanno scarsa confidenza con la tecnologia, a cascare nella trappola. Vi sono comunque elementi, all’interno di questo genere di email, dai quali si può capire che si sta per incappare in qualcosa di fraudolento e ai quali occorre prestare attenzione: spesso, infatti, il testo è pieno di errori grammaticali o di sintassi ed è caratterizzato da toni fin troppo colloquiali, gli indirizzi dei mittenti sono artefatti e in taluni casi esplicitamente fittizi, alcuni enti vengono citati in modo inesatto o addirittura non esistono, così come alcuni reati o articoli del codice penale menzionati. Lo scopo, evidentemente, è di causare agitazione, così inducendo la vittima ad abbassare le proprie difese e a eseguire pedissequamente quanto i truffatori propongono.

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Cosa (non) fare

Sicché, nel lanciare l’allarme, le forze dell’ordine ricordano che nessun procedimento penale viene reso noto all’interessato tramite posta elettronica e invitano chiunque riceva email dal contenuto sospetto a non procedere ad alcun tipo di azione tra quelle richieste dai truffatori, non cliccare su alcun link né aprire eventuali allegati, ma, come avviene per qualsiasi tipologia di raggiro, a rivolgersi prontamente al 112 o alla Polizia postale. Anche i Carabinieri invitano a prendere attenzione al phishing. “Cittadini e aziende hanno segnalato la ricezione di false e-mail con cui vengono invitate a collaborare con Comandi dell’Arma dei Carabinieri – si legge in un avviso, come riporta il Giornale – Non farti ingannare dalle e-mail fraudolente. In caso di dubbi, contatta la più vicina Stazione Carabinieri”. Occorre, dunque, seguire tali semplici accortezze: non aprire mai questi allegati, buttare anche dal cestino l’email sospetta e contattare l’ente o azienda che invia il documento per accertare la veridicità.

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Arriva “l’acqua dei ricchi” da 9.000 euro a bottiglia (mentre miliardi di persone soffrono la sete) https://www.business.it/arriva-lacqua-dei-ricchi-da-9-000-euro-a-bottiglia-mentre-miliardi-di-persone-soffrono-la-sete/ Fri, 14 Jun 2024 13:37:45 +0000 https://www.business.it/?p=138882 Mentre 2,5 miliardi di persone nel mondo soffrono la sete e non hanno acqua potabile, le elite sembrano avere ben altro a cui pensare. Per esempio, a lanciare una nuova moda: l’Acqua per miliardari. Una singola bottiglia, nel caso più estremo, arriva a costare 9.000 euro. Sei mesi dello stipendio medio di un italiano per… Leggi tutto »Arriva “l’acqua dei ricchi” da 9.000 euro a bottiglia (mentre miliardi di persone soffrono la sete)

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Mentre 2,5 miliardi di persone nel mondo soffrono la sete e non hanno acqua potabile, le elite sembrano avere ben altro a cui pensare. Per esempio, a lanciare una nuova moda: l’Acqua per miliardari. Una singola bottiglia, nel caso più estremo, arriva a costare 9.000 euro. Sei mesi dello stipendio medio di un italiano per togliersi lo sfizio di far arrivare dal Giappone la Supernariwa, la più cara del mondo. Verrebbe da chiedersi se la rivoluzione francese sia servita a qualcosa. Ma così vanno le cose, a quanto pare. Certo, si tratta di acque con provenienze molto particolari, a seconda delle esigenze dei pochissimi che possono spendere soldi in questo modo. La già citata Supernariwa proviene da una fonte millenaria. A generarla è stata una pioggia di meteoriti mista all’eruzione di un vulcano marittimo. (continua dopo la foto)

Le magiche proprietà di questo liquido? In realtà nessuna o quasi, secondo la comunità scientifica. Ma il produttore sostiene che rallenti il processo di invecchiamento e protegga dalle malattie. Tant’è. Se non avete 9.000 euro per una bottiglia d’acqua giapponese, comunque, potete sempre ripiegare sulla Kona Nigari. Estratta a 1.200 metri di profondità, quest’acqua desalinizzata arriva dalle Isole Hawaii. 75 cl costano “solo” fra i 360 e i 420 euro a bottiglia. Attenzione però; per berla, bisogna diluirla in acque comuni. E’ una buona notizia, così dura di più. Dicono che faccia bene alla pelle, che faccia passare il mal di pancia e riduca lo stress. Presumibilmente quello che coglie gli avventori al momento di pagare il conto. Ma questo vale per noi comuni mortali, non certo per i nuovi padroni del mondo. (continua dopo la foto)

Non solo. Dal Giappone arriva una chicca a soli 200/250 euro, sempre per 75 cl: la Fillico Water. Stavolta non vengono segnalate proprietà magiche, a far impennare i costi è la bottiglia composta di cristalli Swarovski. Ah, occhio ai tappi: sono d’argento e d’oro. Prezzi diversi, ma significativi, anche in India. I fortunati ospiti degli hotel di lusso pagano 6 dollari a bottiglia per le acque più pregiate del Paese, che viaggiano apposta per centinaia di chilometri. Può sembrare poco, rispetto alle altre, ma forse va ricordato che 6 dollari sono all’incirca il salario medio di un lavoratore indiano. Se arrivati a questo punto vi prudono le mani, sappiate che siete fuori moda. Questa è la nuova mondanità. Ma forse aveva ragione Sartre, che i membri delle elite nel suo capolavoro, La Nausea, li definiva con una sola parola: sporcaccioni. Nonostante l’acqua.

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Cibi industriali, non tutti fanno male: i peggiori e i migliori sugli scaffali del supermercato https://www.business.it/cibi-industriali-non-tutti-fanno-male-i-peggiori-e-i-migliori-sugli-scaffali-del-supermercato/ Fri, 14 Jun 2024 13:23:06 +0000 https://www.business.it/?p=138878 Oggi come oggi si usa spesso il termine “cibo spazzatura”, identificandolo quasi in automatico con i cibi industriali che acquistiamo al supermercato. Ma si tratta davvero di prodotti così nocivi e pericolosi? Quali sono i migliori e i peggiori in tal senso? Parliamo dei surgelati, del fast food, di merendine, snack, fette biscottate, bevande zuccherate,… Leggi tutto »Cibi industriali, non tutti fanno male: i peggiori e i migliori sugli scaffali del supermercato

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cibi industriali migliori peggiori

Oggi come oggi si usa spesso il termine “cibo spazzatura”, identificandolo quasi in automatico con i cibi industriali che acquistiamo al supermercato. Ma si tratta davvero di prodotti così nocivi e pericolosi? Quali sono i migliori e i peggiori in tal senso? Parliamo dei surgelati, del fast food, di merendine, snack, fette biscottate, bevande zuccherate, yogurt alla frutta, cereali per la colazione… Stando a quanto detto durante una conferenza dell’American Society for Nutrition, a Boston, dalla dottoressa Lauren O’Connor del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) non tutto sembra essere così chiaro e scontato. In uno studio ripreso da Maddalena Bonaccorso su Panorama e effettuato su 1.140 neonati e bambini statunitensi fra i 6 mesi e i due anni è stato osservato che il 75% dell’apporto di ferro e il 48% dell’apporto di zinco provenivano in media da alimenti considerati ultra-lavorati. Dunque? “Privarli di questi cibi in nome del «mangiar sano» avrebbe portato alla mancanza di micronutrienti importanti per la salute e la crescita”. Non solo…

In un altro studio del 2021, sempre citato da Panorama e realizzato in Australia, su 12 mila adulti si dimostrava che modulando la dieta e sottraendo dai regimi alimentari questi cibi industriali – meglio noti come ultra-lavorati – si otteneva un calo del ferro del 42% e delle fibre del 33. Sul settimanale inglese New Scientist dello scorso ottobre la nota nutrizionista Edith Fesken ha detto chiaro e tondo: “Non tutti gli UPF sono uguali. Ci sono anche quelli ‘buoni’, ossia che hanno un valido standard nutrizionale”. Ci sono infatti cibi ultra lavorati che possono fare bene: “Basti pensare agli yogurt alla frutta, o ai latti vegetali integrati con la vitamina D o il calcio”, suggerisce a Panorama Nadia Cerutti, direttore dell’UOSD di Medicina a indirizzo dietologico dell’ASST di Pavia. “Così come non possiamo colpevolizzare i cereali, magari integrali, che consumiamo a colazione o i biscotti a basso contenuto di zuccheri. L:importante è tenersi il più possibile lontani dai piatti con troppo sale, troppi additivi o che devono essere scaldati eccessivamente”. Altri esempi? (Continua a leggere dopo la foto)

Se abbiamo voglia di un hamburger al fast-food con le patatine fritte, ogni tanto possiamo concedercelo senza sentirci in colpa con noi stessi. Il consiglio è sempre quello, comunque, di leggere bene le etichette al supermercato e di non farsi fregare dal packaging. I più diffusi cibi ultra processati sono: bevande gassate e zuccherate; snack e merendine confezionate; creme spalmabili; fette biscottate e cereali per colazione; salse istantanee; pizze confezionate; bastoncini di pesce; wurstel; hamburger; zuppe confezionate; veg-burger e hamburger vegani. Il 50% dei prodotti alimentari che consumiamo, sappiatelo, sono appunto ultra-processati. Cioè quei prodotti a cui vengono aggiunti additivi chimici, grassi idrogenati, amidi, zuccheri, aromi e sale. Ricordate che anche i cosiddetti prodotti dietetici e a basso contenuto calorico sono in realtà cibi ultra-processati.

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A che serve il foro nella linguetta delle lattine? La risposta al dilemma (e altri consigli) https://www.business.it/a-che-serve-il-foro-nella-linguetta-delle-lattine-la-risposta-al-dilemma-e-altri-consigli/ Fri, 14 Jun 2024 13:11:15 +0000 https://www.business.it/?p=138875 Tra le tante domande apparentemente banali ma che tutti ci poniamo almeno una volta nella vita c’è quella relativa all’utilizzo del foro sulla linguetta delle lattine delle bevande. Quesito che aiuterebbe a capire, per esempio, se la Coca Cola l’abbiamo bevuta sempre nel modo sbagliato o no. In realtà quella cavità ha una funzione ben precisa: girando… Leggi tutto »A che serve il foro nella linguetta delle lattine? La risposta al dilemma (e altri consigli)

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Tra le tante domande apparentemente banali ma che tutti ci poniamo almeno una volta nella vita c’è quella relativa all’utilizzo del foro sulla linguetta delle lattine delle bevande. Quesito che aiuterebbe a capire, per esempio, se la Coca Cola l’abbiamo bevuta sempre nel modo sbagliato o no. In realtà quella cavità ha una funzione ben precisa: girando la linguetta dalla parte del foro, otteniamo un comodo quanto igienico “porta cannuccia”. (Continua a leggere dopo la foto)

oggetti usiamo modo sbagliato

Il tubetto del dentifricio e altri “trucchi”

Una logica simile a quella del foro presente alla fine dei manici di pentole e padelle, che evidentemente non risponde a canoni estetici, ma è utile a inserirvi un mestolo senza doverlo appoggiare a un altro piatto. Un’altra abitudine sbagliata, che magari le nostre madri, nonne o mogli ci hanno sempre rinfacciato riguarda il tubetto del dentifricio, buttato quando quasi mai è stato del tutto adoperato. Per risolvere il problema, in molti lo ripiegano su se stesso per farne fuoriuscire il contenuto. Sbagliato. Ecco cosa bisogna fare, secondo un curioso e utile vademecum del Corriere della sera, ripreso dal sito Dagospia: utilizzare una forcina o una molletta per chiudere i sacchetti, facendola scorrere partendo dalla parte finale del tubetto e risalendo verso l’ugello. In questo modo la quantità di dentifricio sprecata sarà minima o del tutto assente. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il dilemma della carta igienica e il mistero del mestolo

Probabilmente, abbiamo sempre sbagliato anche nel mangiare le patatine in busta. Proprio così, occorrerebbe solo accartocciare il fondo del sacchetto, creando una sorta di “porta patatine”. Anche per evitar sprechi, oltre che per una maggiore praticità, ecco come versare il latte, i succhi di frutta o qualsiasi liquido sia contenuto nelle confezioni in Tetra Pack: il beccuccio da cui esce il liquido deve stare nella parte alta della confezione, talché si eviterà “l’effetto cascata” di cui parla il Corriere. Un altro grande classico, che sovente crea un dibattito semiserio tra le opposte fazioni, per così dire, riguarda il verso in cui va posizionata la carta igienica. Ecco la risposta definitiva, pratica e – appunto – igienica: il bordo deve essere rivolto verso l’esterno per facilitare lo strappo. In caso opposto, il rotolo rimane vicino al muro, che può essere sporco e inoltre non consente di strappare bene la carta. Non è finita qui, perché la lista dei suggerimenti e delle curiosità pare infinita. Torniamo in cucina e occupiamoci di un particolare di cui francamente, almeno chi scrive, in pochi avranno capito l’utilità. I mestoli per gli spaghetti “pesano” la pasta, nel senso che, come detto per le pentole, anche il foro al centro del mestolo stesso riveste una funzione precipua: ci consente di dosare la pasta semplicemente riempiendo quel buco, perché sarà l’equivalente di una porzione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Altri pratici suggerimenti

Magari, per ricordare tutti questi accorgimenti, qualcuno potrebbe pensare di attaccare un post-it al frigorifero o al muro, però non fatelo nel modo sbagliato: quando lo stacchiamo dal blocchetto bisogna farlo dal bordo laterale, in modo che la zona collosa abbia più presa. Altri brevi consigli: la banana va sbucciata dalla parte inferiore, per evitare che si formina i filamenti; le forcine per capelli vanno usate al contrario, la parte ondeggiata va verso il basso. E ancora, volete mangiare un hamburger senza sporcarvi? Prendete il panino e capovolgetelo. In questo modo la farcitura rimarrà ben ferma all’interno delle due fette di pane. Infine, il modo corretto per fare uscire le caramelle dalla confezione: occorre utilizzare la linguetta che si trova proprio attaccata alla scatola. Dunque, abbiamo ricevuto tanti piccoli suggerimenti che, pur nella loro apparente – solo apparente, irrilevanza – renderanno più semplici le nostre attività quotidiane.

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Pasticcio Superbonus 110. “Ho presentato un esposto in Procura, arriverò alla Corte Europea e poi lascio l’Italia”. La denuncia di un cittadino esasperato https://www.business.it/pasticcio-superbonus-110-ho-presentato-un-esposto-in-procura-arrivero-alla-corte-europea-e-poi-lascio-litalia-la-denuncia-di-un-cittadino-esasperato/ Fri, 14 Jun 2024 07:28:39 +0000 https://www.business.it/?p=138863 Le iniziali sono G.M., e abita a Varese. È uno dei tanti cittadini esasperati dalle continue giravolte delle istituzioni in tema di Superbonus 110 per la ristrutturazione delle abitazioni. La sua frustrazione l’ha spinto a prendere una decisione drastica: muoversi per vie legali. “Ho appena fatto un esposto alla Procura della Repubblica di Varese”, ha… Leggi tutto »Pasticcio Superbonus 110. “Ho presentato un esposto in Procura, arriverò alla Corte Europea e poi lascio l’Italia”. La denuncia di un cittadino esasperato

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Le iniziali sono G.M., e abita a Varese. È uno dei tanti cittadini esasperati dalle continue giravolte delle istituzioni in tema di Superbonus 110 per la ristrutturazione delle abitazioni. La sua frustrazione l’ha spinto a prendere una decisione drastica: muoversi per vie legali. “Ho appena fatto un esposto alla Procura della Repubblica di Varese”, ha dichiarato G.M. in un’intervista rilasciata al giornale Varese News, “per capire se ci siano stati comportamenti penalmente rilevanti nella vicenda relativa al Superbonus. In ogni caso, non mi fermerò e arriverò alla Corte Europea”.
Leggi anche: Bonus Mutuo di 760 euro, ecco chi può ottenerlo. Come funziona: i requisiti e la procedura

La denuncia

G.M. aveva deciso di sfruttare le opportunità offerte dalla Legge n. 77 del 2020, che prevede detrazioni per chi avesse sostenuto spese per l’efficienza energetica e il consolidamento statico degli edifici. G.M. ha sempre rispettato requisiti e scadenze imposti dalla legge. Tuttavia, dopo tre anni, i lavori non sono ancora terminati, l’appartamento è un cantiere aperto, e per completare i lavori deve pagare di tasca sua.

Aveva scelto di cedere il credito verso lo Stato a un’impresa appaltatrice, la quale, per ottenere la liquidità necessaria, avrebbe potuto chiedere il supporto di una banca cedendo a sua volta il credito. Ma a un certo punto le banche hanno smesso di acquistare quei crediti, perché ne avevano accumulati troppi, trovandosi così nell’impossibilità di detrarli nei 4 anni previsti. Questo ha lasciato tanti cittadini, pur rispettosi delle norme, in una situazione insostenibile, con le case ridotte a cantieri e senza la possibilità di completare i lavori.

“Il governo ha continuato a prorogare i termini”, ha spiegato G.M.. “Senza preoccuparsi di incentivare le banche ad acquisire quei crediti di imposta rimasti in pancia alle imprese. Su questa materia sono stati fatti ben 34 interventi legislativi nel giro di tre anni. Altro che certezza del diritto, come cittadino mi sento preso in giro”.

L’esposto del cittadino di Varese mira a fare chiarezza su molte anomalie. “Non andavano bloccati gli interventi di alcuni enti territoriali”, aggiunge. “In particolare quelli di Regioni e Comuni, che potevano acquistare i crediti d’imposta legati al Superbonus 110. Così si è creata una discriminazione tra cittadini e imprese che, grazie alla cessione del credito, hanno potuto terminare i lavori”.

“Si potevano coinvolgere le grandi partecipate dello Stato”, prosegue G.M., “a cominciare dalla Cassa Depositi e Prestiti e le Poste Italiane, che avrebbero potuto fare la differenza, come in alcuni casi di partecipate regionali”.

Il cittadino di Varese non è solo. Molti sono gli esodati da Superbonus, e hanno formato un comitato per confrontarsi e trovare una strategia comune. “Eravamo così tanti”, conclude G.M., “che abbiamo dovuto cambiare piattaforma. Presenteremo esposti in tutte le procure e siamo pronti a ricorrere fino alla Corte Europea per far valere i nostri diritti”.

Infine, G.M. esprime tutta la sua amarezza: “Una volta finita questa storia, lascerò l’Italia”.

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Il “green” dell’Europa fa ricca la Cina e impoverisce l’Italia. Disastro von der Leyen e gli italiani fanno da soli https://www.business.it/green-europa-cina-von-der-leyen/ Fri, 14 Jun 2024 06:45:42 +0000 https://www.business.it/?p=138852 L’industria del fotovoltaico in Europa rappresenta un mercato di 14 miliardi di euro l’anno, ma ora deve cedere il passo alla Cina, che l’ha letteralmente conquistata. Negli ultimi sei mesi, i prezzi dei moduli solari in Europa si sono dimezzati. Una buona notizia per i cittadini, certo, ma poi c’è sempre il grande tema della… Leggi tutto »Il “green” dell’Europa fa ricca la Cina e impoverisce l’Italia. Disastro von der Leyen e gli italiani fanno da soli

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green Europa Cina Leyen

L’industria del fotovoltaico in Europa rappresenta un mercato di 14 miliardi di euro l’anno, ma ora deve cedere il passo alla Cina, che l’ha letteralmente conquistata. Negli ultimi sei mesi, i prezzi dei moduli solari in Europa si sono dimezzati. Una buona notizia per i cittadini, certo, ma poi c’è sempre il grande tema della qualità. Il basso costo cinese garantisce comunque la stessa qualità dei moduli prodotti in Europa, ma che costano di più?
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Settore in fortissima crescita

Il settore è in fortissima crescita: basti pensare all’Italia, dove quest’anno il mercato dei pannelli solari è salito addirittura del 27,5%. Circa la metà della produzione fotovoltaica mondiale avviene nella UE, ma – e questo è il grande paradosso – il 90% dei pannelli solari installati in Europa proviene dalla Cina. Questo perché i produttori cinesi hanno immesso negli ultimi mesi sul mercato una quantità enorme di pannelli, tanto da mandare in crisi i produttori europei.

Come spiega Antonio Amorosi su Affari Italiani, riprendendo i dati di Solar Media-PV Tech, tra i primi dieci produttori di moduli fotovoltaici otto sono cinesi. Il portavoce della Commissione UE per l’energia, Tim McPhie, ha ammesso in conferenza stampa delle gravi difficoltà dei produttori europei e di star lavorando a una possibile soluzione. Per le quantità di prodotto e per i prezzi immessi, la Cina ha messo in ginocchio il mercato.

La situazione in Cina

La Cina produce pannelli solari a 16-18,9 centesimi per watt di capacità di generazione, le imprese USA a 28 centesimi, quelle europee 24-30 centesimi. Come è possibile questa differenza? Innanzitutto per il costo della manodopera, ma anche per i rapporti commerciali con la Cina, non sempre così chiari. Come spiega Amorosi, grazie ai finanziamenti provenienti dalla Cina, le aziende hanno potuto fare un’offerta notevolmente più economica rispetto alla concorrenza e vincere un progetto pubblico in Romania per l’apertura di una centrale. Si tratta dell’impresa cinese leader del settore, la Longi Solar, e la Shanghai Electric, due società energetiche con sede in Cina.

In tutto questo, però, va detto che l’Italia si difende bene, grazie a Enel Green Power e all’operazione 3Sun Gigafactory di Catania, un impianto che per capacità produttiva si prevede diventi la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa. Ad aprile 2022 è avvenuta la firma di un accordo tra Enel Green Power e la Commissione Europea per un finanziamento agevolato a fondo perduto per un tipo di produzione di pannelli ad altissima efficienza. I moduli a basso costo cinesi, però, hanno messo in ginocchio il settore europeo. Basti pensare che a un produttore storico come la Meyer Burger le linee di produzione della fabbrica di moduli nella Germania orientale sono completamente ferme da alcune settimane. “La chiusura completa della produzione è prevista per la fine di aprile”.

Questo scenario evidenzia la complessità della situazione: da un lato, la crescente accessibilità dei pannelli solari per i cittadini, dall’altro, la necessità di proteggere l’industria europea da una concorrenza che, seppur leale, rischia di essere devastante per l’economia del continente.

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Altroconsumo: quali sono le mozzarelle migliori e peggiori vendute nei supermercati https://www.business.it/altroconsumo-mozzarelle-migliori-supermercati/ Thu, 13 Jun 2024 09:46:26 +0000 https://www.business.it/?p=138827 Nel variegato mondo dei formaggi italiani, la mozzarella si erge come una regina indiscussa, adorata in ogni angolo del Bel Paese. Recentemente, Altroconsumo ha intrapreso una minuziosa analisi su 19 diverse varietà di mozzarella, rivelando segreti inaspettati sui marchi che affollano gli scaffali dei supermercati italiani.Leggi anche: Nutella + mozzarella: due eccellenze italiane si incontrano… Leggi tutto »Altroconsumo: quali sono le mozzarelle migliori e peggiori vendute nei supermercati

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Altroconsumo mozzarelle migliori supermercati

Nel variegato mondo dei formaggi italiani, la mozzarella si erge come una regina indiscussa, adorata in ogni angolo del Bel Paese. Recentemente, Altroconsumo ha intrapreso una minuziosa analisi su 19 diverse varietà di mozzarella, rivelando segreti inaspettati sui marchi che affollano gli scaffali dei supermercati italiani.
Leggi anche: Nutella + mozzarella: due eccellenze italiane si incontrano e diventano moda

L’indagine

Questa indagine ha sollevato alcune controversie sorprendenti: ben 5 prodotti su 19 non rispettavano il peso dichiarato in etichetta. Tuttavia, la scoperta più clamorosa riguarda una mozzarella proveniente dalla Slovenia, sospettata di non essere prodotta esclusivamente con latte fresco, ma anche con l’aggiunta di latte in polvere. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla qualità e la trasparenza delle pratiche produttive al di fuori dei confini nazionali.

Gusti e sorprese

Non solo le discrepanze nel peso hanno destato scalpore, ma anche le differenze di gusto. Una mozzarella venduta nei discount Lidl, denominata Merivio, ha trionfato nelle degustazioni, conquistando i giudici con il suo profilo fruttato e un equilibrio gustativo impeccabile. Al contrario, una delle poche mozzarelle biologiche testate, la Bio Cansiglio di NaturaSì, ha deluso ampiamente le aspettative, ottenendo scarsi risultati sia per il gusto che per le condizioni di conservazione.

Gli esperti di Altroconsumo attribuiscono queste variazioni di qualità a diversi fattori, tra cui problemi di taratura delle macchine durante la produzione e tecniche di lavorazione che influenzano la consistenza e il gusto del formaggio.

La questione dell’acido citrico

Una delle controversie più accese riguarda l’uso di acido citrico come sostituto dei tradizionali fermenti lattici. Sebbene considerato sicuro, l’acido citrico è al centro di un dibattito tra i puristi della mozzarella, che ritengono possa compromettere il gusto autentico del formaggio.

Sicurezza alimentare

L’indagine di Altroconsumo non si è fermata agli aspetti sensoriali del formaggio, ma ha anche esaminato la sicurezza alimentare. Sono state individuate tracce di microrganismi potenzialmente dannosi, come Listeria e Salmonella, in alcuni campioni, mettendo in evidenza l’importanza della catena del freddo nella distribuzione e conservazione delle mozzarelle.

Conclusione

In conclusione, l’analisi di Altroconsumo ha fornito un quadro dettagliato e critico sullo stato attuale della mozzarella sul mercato italiano, esortando i consumatori a prestare attenzione non solo al prezzo e al marchio, ma anche alla provenienza e alla qualità degli ingredienti utilizzati. Questa indagine mette in luce l’importanza di fare scelte consapevoli nella selezione del proprio formaggio preferito, garantendo così un’esperienza gustativa genuina e sicura.

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Assicurazioni, agenti in rivolta: “Le compagnie ci impongono di rincarare le polizze” https://www.business.it/assicurazioni-compagnie-agenti-rivolta/ Thu, 13 Jun 2024 08:58:54 +0000 https://www.business.it/?p=138820 Gli agenti delle compagnie di assicurazioni sono in rivolta. Il sindacato che li rappresenta ha presentato un esposto all’Ivass, accusando i vertici delle compagnie di esercitare forti pressioni nei loro confronti. Queste ultime, secondo l’accusa, starebbero mettendo pressione agli agenti perché modifichino le polizze in peggio. Aumentando ad esempio l’importo delle franchigie, abbassando i massimali e eliminando… Leggi tutto »Assicurazioni, agenti in rivolta: “Le compagnie ci impongono di rincarare le polizze”

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assicurazioni compagnie agenti rivolta

Gli agenti delle compagnie di assicurazioni sono in rivolta. Il sindacato che li rappresenta ha presentato un esposto all’Ivass, accusando i vertici delle compagnie di esercitare forti pressioni nei loro confronti. Queste ultime, secondo l’accusa, starebbero mettendo pressione agli agenti perché modifichino le polizze in peggio. Aumentando ad esempio l’importo delle franchigie, abbassando i massimali e eliminando alcune garanzie, come quella che copre dagli eventi atmosferici, soprattutto per le polizze salute e casa.
Leggi anche: Assicurazioni online, chiusi oltre 200 siti web pericolosi. Ecco come evitare di essere truffati

Come rierise Repubblica, nell’ultimo periodo gli agenti stanno ricevendo diverse lettere dalle compagnie di assicurazioni dove si raccomanda loro ad esempio di “riformare le polizze”, “correggere le tariffe”, pena un richiamo ufficiale per chi non si adegua. Il tasso di polizze riformate è “assolutamente insoddisfacente”, bisogna “allinearsi al più presto”, queste alcune delle accuse mosse agli agenti.

Le gravi accuse degli agenti

“Ma non sono mancate neanche le minacce dirette di toglierci il mandato, mettendo in discussione addirittura il rapporto di lavoro”, accusa Claudio Demozzi, presidente del Sna, il Sindacato nazionale agenti. Dopo l’esposto da loro presentato, l’Ivass spiega a Repubblica di aver “convocato le compagnie per discutere del tema. Valutazioni sono in corso. In base ad alcune evidenze ricevute, alcune compagnie starebbero comunque rivedendo l’approccio”.

“In sostanza, ci viene chiesto di non tutelare i migliori interessi dei nostri clienti in barba al rapporto di fiducia che abbiamo costruito con loro nel corso di anni. – prosegue Demozzi – E non è solo una questione di deontologia: “La normativa europea e il Codice italiano delle assicurazioni vieta ai distributori di polizze di agire ‘in pregiudizio degli interessi del cliente’. Quello che ci chiedono le compagnie semplicemente non si può fare”.

Accettando la clausola dello ius variandi, con il semplice pagamento del premio il cliente accetta che la compagnia possa modificare in ogni momento le condizioni contrattuali con una semplice email al cliente. Immaginiamo un cliente assicurato da vent’anni che decide di non accettare le nuove condizioni. Se pochi mesi dopo si dovesse ammalare, non troverebbe più compagnie disposte ad assicurarlo”, conclude Demozzi.

La replica durissima delle compagnie di assicurazioni

Ma la replica dei vertici dei rappresentanti del settore assicurativo è durissima: “Si ritiene infondato l’esposto dello Sna, soprattutto nella parte in cui afferma che le clausole in parola siano ‘assolutamente astruse e contraddittorie’, oltre che lesive dei diritti della clientela, e tantomeno che le clausole stesse siano applicate ‘automaticamente e all’insaputa del cliente. Le imprese assicuratrici, come previsto dalla normativa vigente, sono libere di determinare il contenuto delle clausole contrattuali, che devono anche essere pubblicate sui siti web delle imprese stesse, e sono liberamente consultabili e scaricabili dai potenziali clienti. Appare legittimo nell’ambito dell’autonomia contrattuale, prevedere meccanismi di adeguamento del premio a scadenza o anche di modifica delle condizioni contrattuali, naturalmente purché ciò avvenga attraverso meccanismi predefiniti dalle polizze e comunicati in maniera trasparente all’assicurato, dandogli la possibilità di scelta, senza penalizzazioni”.

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Disastro Italia in Europa, l’esperto: “Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni!” https://www.business.it/disastro-italia-in-europa-lesperto-ecco-quanto-abbiamo-perso-in-20-anni/ Wed, 12 Jun 2024 06:21:46 +0000 https://www.business.it/?p=138764 Cosa sta succedendo all’Europa in questi anni? La risposta la dà Valerio Malvezzi che, su RadioRadio, analizza i numeri e spiega come le politiche europee siano state un disastro per il nostro Paese. “Tuttavia Francia, Germania e Spagna hanno raggiunto questo traguardo prima di noi. Questo ritardo ha portato a un aumento della differenza negativa del… Leggi tutto »Disastro Italia in Europa, l’esperto: “Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni!”

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Cosa sta succedendo all’Europa in questi anni? La risposta la dà Valerio Malvezzi che, su RadioRadio, analizza i numeri e spiega come le politiche europee siano state un disastro per il nostro Paese. “Tuttavia Francia, Germania e Spagna hanno raggiunto questo traguardo prima di noi. Questo ritardo ha portato a un aumento della differenza negativa del PIL Procapite italiano dal 4,4% al 9,8% nel 2023”. Il dato più interessante e drammatico? “Dal 2000 l’Italia ha perso il 20% della sua capacità produttiva industriale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco cosa hanno prodotto, dunque, gli utimi 20 anni d’Europa. Spiega Malvezzi: “Abbiamo perso, invece che crescere, il 20% della nostra capacità produttiva industriale. L’Europa è stata un disastro per l’Italia. Il rapporto annuale dell’Istat solleva la domanda se l’Italia possa mantenere ritmi di crescita sostenuti per ridurre il cosiddetto debito pubblico che ha raggiunto i 2.894 miliardi di euro a marzo 2023. Il Ministro dell’economia onorevole Giorgetti propone una politica dell’offerta per stimolare la creazione di nuove imprese e favorire le aggregazioni”. La produttività è cresciuta solo dell’1,5% tra il 2000 e il 2023 rispetto ai 15 punti di Francia e oltre 20 punti di Spagna e Germania. “Insomma la frammentazione produttiva pesa con microimprese sotto i 10 dipendenti che hanno una incidenza maggiore in Italia rispetto ad altri paesi europei”. 

Per tirare le somme, rispetto al 2000 l’Italia ha perso il 20% della produzione industriale. “Ha accumulato un divario negativo del 20% di PIL rispetto a Francia e Germania”. Dai dati statistici, le piccole, medie e microimprese costituiscono la maggior parte del reddito italiano e la maggior parte dei posti di lavoro. Conclude Malvezzi: “Demonizzarle non serve nulla, ma neanche voglio sentire parlare di aiutarle. Ci aiutiamo da soli tranquillamente. Se volete informazioni ne trovate anche sul sito valeriomalvezzi.it. Noi continuiamo a fare reddito e a produrre”.

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Spopolano i “truffatori della giacca”. Come funziona lo stratagemma e cosa (non) fare https://www.business.it/spopolano-i-truffatori-della-giacca-come-funziona-lo-stratagemma-e-cosa-non-fare/ Tue, 11 Jun 2024 15:27:36 +0000 https://www.business.it/?p=138756 Se continuiamo a parlare di truffe, e in particolare di cybertruffe, è perché i malviventi hanno un’incredibile varietà di inganni, tecniche e sotterfugi che rendono facile cadere nelle loro trappole. Oggi introduciamo una nuova truffa, o meglio, un tentativo di truffa che è stato fortunatamente sventato grazie all’intervento della Polfer alla Stazione Termini di Roma.… Leggi tutto »Spopolano i “truffatori della giacca”. Come funziona lo stratagemma e cosa (non) fare

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Se continuiamo a parlare di truffe, e in particolare di cybertruffe, è perché i malviventi hanno un’incredibile varietà di inganni, tecniche e sotterfugi che rendono facile cadere nelle loro trappole. Oggi introduciamo una nuova truffa, o meglio, un tentativo di truffa che è stato fortunatamente sventato grazie all’intervento della Polfer alla Stazione Termini di Roma. I borseggiatori hanno cercato di mettere in atto la cosiddetta truffa della giacca, ma senza successo. Questo stratagemma consiste nell’uso di una giacca per coprire lo zaino o il telefono cellulare della vittima, che viene distratta da un complice. Una manovra molto rapida, ma che questa volta non ha funzionato. Scopriamo cosa è accaduto.

Come funziona la “truffa della giacca”

Gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della Polfer, mentre pattugliavano via Giovanni Giolitti vicino all’ala Mazzoniana e al Mercato centrale, hanno notato un uomo sospetto che era già noto alle forze dell’ordine. Questo individuo, con fare furtivo, si aggirava tra i viaggiatori in attesa dei pullman diretti agli aeroporti di Roma. È stato raggiunto da un secondo uomo, e insieme sono entrati nel Mercato centrale di Termini. I due si sono mossi tra la folla, cercando persone sedute ai tavolini, probabilmente alla ricerca delle vittime “perfette” da derubare. Quando uno dei borseggiatori è uscito tenendo tra le mani un giubbotto sotto il quale celava un oggetto, i poliziotti sono intervenuti e lo hanno fermato mentre tentava di fuggire con il suo complice. Entrambi sono stati arrestati in flagranza di reato. La giacca serviva a occultare uno zaino rubato a un turista ignaro.

La variante della truffa e cosa fare per proteggersi

Il consiglio, ovviamente, è di prestare sempre attenzione quando si viene approcciati da sconosciuti, specialmente se sono in due. Mentre si parla con uno, è importante tenere d’occhio l’altro. Non bisogna avvicinarsi troppo e bisogna fare attenzione a borse, zaini, telefoni e portafogli. Esiste anche una variante della truffa della giacca: una persona si siede dietro la vittima che ha appoggiato la propria giacca sullo schienale della sedia. Poi, si toglie la propria giacca e la poggia sullo schienale della sua sedia, facendo in modo che le due giacche combacino. A questo punto, finge di rovistare nelle tasche della sua giacca, ma in realtà sta mettendo le mani nelle tasche della giacca della vittima, mentre un complice supervisiona il tutto.

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Allarme droghe, boom di catinoni: “Causano gravi danni psichiatrici.” Di cosa si tratta https://www.business.it/allarme-droghe-boom-di-catinoni-causano-gravi-danni-psichiatrici-di-cosa-si-tratta/ Tue, 11 Jun 2024 14:59:23 +0000 https://www.business.it/?p=138753 Il mondo delle droghe è in continua evoluzione, sempre al passo con i tempi. In una società frenetica, dove tutto va veloce, emergono sostanze sintetiche che promettono euforia ed eccitazione, simili agli effetti dell’anfetamina o della cocaina. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i catinoni sintetici sono molto più economici, diventando così accessibili a un pubblico più… Leggi tutto »Allarme droghe, boom di catinoni: “Causano gravi danni psichiatrici.” Di cosa si tratta

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Il mondo delle droghe è in continua evoluzione, sempre al passo con i tempi. In una società frenetica, dove tutto va veloce, emergono sostanze sintetiche che promettono euforia ed eccitazione, simili agli effetti dell’anfetamina o della cocaina. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i catinoni sintetici sono molto più economici, diventando così accessibili a un pubblico più ampio e pericolosamente noti come la “cocaina dei poveri”.

L’allarme è stato lanciato a Treviglio, in provincia di Bergamo, dove il Servizio Multidisciplinare Integrato (Smi) ha già trattato quattro giovani per gli effetti negativi di queste sostanze. Nonostante non siano nuove, la loro diffusione è aumentata rapidamente negli ultimi anni. Basti pensare all’MDMA (ecstasy), usata inizialmente come antidepressivo negli anni ’50, poi diventata popolare nei club e rave e ora diffusa in vari contesti sociali. Un percorso simile è stato seguito dalla ketamina.

I catinoni sintetici sono analoghi del catinone, un composto psicoattivo presente nel khat, una pianta coltivata in Africa orientale e nella Penisola Arabica. Questi derivati, come il mefedrone, il metilone, l’MDPV e la pericolosa Flakka, si presentano principalmente in polvere bianca o marrone, da sniffare o fumare, ma possono anche essere venduti in compresse.

Secondo Roberto Santarpino, responsabile dello Smi, queste sostanze hanno un impatto devastante sulla salute mentale. Gli effetti collaterali includono paranoia, attacchi di panico, convulsioni, mal di testa, nausea, tachicardia, palpitazioni, dolore al petto, bruxismo, ipertensione, sangue dal naso e vista offuscata.

Questa nuova ondata di droghe sintetiche richiede un’attenzione immediata da parte delle autorità sanitarie e della comunità per prevenire ulteriori danni e proteggere la salute pubblica.

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Smartphone, ecco quelli che emettono più radiazioni. La classifica dei peggiori nel 2023 https://www.business.it/smartphone-classifica-peggiori-2023/ Mon, 10 Jun 2024 07:25:01 +0000 https://www.business.it/?p=138722 La radiazione emessa dai cellulari è misurata tramite l’indice SAR (Specific Absorption Rate), che quantifica la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano. Un valore SAR più basso indica minori radiazioni emesse e, quindi, un potenziale rischio ridotto per la salute. Ecco la classifica dei peggiori smartphone del 2023.Leggi anche: Nuovo codice della strada,… Leggi tutto »Smartphone, ecco quelli che emettono più radiazioni. La classifica dei peggiori nel 2023

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smartphone classifica peggiori 2023

La radiazione emessa dai cellulari è misurata tramite l’indice SAR (Specific Absorption Rate), che quantifica la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano. Un valore SAR più basso indica minori radiazioni emesse e, quindi, un potenziale rischio ridotto per la salute. Ecco la classifica dei peggiori smartphone del 2023.
Leggi anche: Nuovo codice della strada, stretta sul cellulare alla guida

Classifica dei peggiori telefoni per emissioni di radiazioni:

  1. ASUS Zenfone 6 – SAR: 1.39
  2. Google Pixel 3 XL – SAR: 1.39
  3. iPhone 7 – SAR: 1.37
  4. iPhone 8 – SAR: 1.35
  5. iPhone 7 Plus – SAR: 1.34
  6. Samsung Galaxy S22 – SAR: 1.21
  7. Samsung Galaxy S22 Ultra – SAR: 1.05
  8. Samsung Galaxy A52 5G – SAR: alto ma non specificato
  9. Realme GT Neo 2 – SAR: alto ma non specificato
  10. Oneplus Nord CE 2 – SAR: alto ma non specificato
  11. Google Pixel 6 – SAR: alto ma non specificato
  12. Google Pixel 6 Pro – SAR: alto ma non specificato
  13. iPhone 13 Pro – SAR: alto ma non specificato
  14. iPhone 13 Pro Max – SAR: alto ma non specificato

Classifica dei peggiori telefoni per emissioni di radiazioni:

  1. Samsung Galaxy M12 – SAR: inferiore a 0.60
  2. Samsung Galaxy S22+ – SAR: inferiore a 0.60
  3. Xiaomi 11T – SAR: inferiore a 0.60
  4. Xiaomi 11 Lite – SAR: inferiore a 0.60
  5. Xiaomi Redmi Note 11 – SAR: inferiore a 0.60
  6. POCO M4 Pro 5G – SAR: inferiore a 0.60
  7. Samsung Galaxy S23 Ultra – SAR: inferiore a 0.60
  8. Honor 10 Lite – SAR: inferiore a 0.60
  9. Huawei Mate 20 – SAR: inferiore a 0.60
  10. Huawei Mate 30 – SAR: inferiore a 0.60
  11. Vari dispositivi Nokia – SAR: inferiore a 0.60

Questi dati sono stati raccolti dall’organizzazione tedesca Bundesamt für Strahlenschutz, che monitora e valuta i livelli di radiazioni emessi dai telefoni cellulari. La scelta di un dispositivo con un valore SAR inferiore può essere una considerazione importante per coloro che sono preoccupati per l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

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“Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli” https://www.business.it/batteri-gambero-rosso-delivery-food/ Sat, 08 Jun 2024 08:13:16 +0000 https://www.business.it/?p=138689 Il fenomeno del delivery food, che consente di ricevere cibo a domicilio tramite un semplice ordine effettuato via smartphone, nasconde diverse insidie legate alla sicurezza alimentare, come evidenziato da un’inchiesta del Gambero Rosso. Questa ha coinvolto Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche, che ha esaminato uno dei contenitori utilizzati da Glovo,… Leggi tutto »“Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli”

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batteri Gambero Rosso delivery

Il fenomeno del delivery food, che consente di ricevere cibo a domicilio tramite un semplice ordine effettuato via smartphone, nasconde diverse insidie legate alla sicurezza alimentare, come evidenziato da un’inchiesta del Gambero Rosso. Questa ha coinvolto Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche, che ha esaminato uno dei contenitori utilizzati da Glovo, una delle principali aziende del settore.
Leggi anche: “La trappola food delivery”. Ecco cosa succede davvero quando ordini cibo a domicilio con le app

Risultati dell’analisi

Panzironi ha scoperto che un box apparentemente pulito conteneva oltre 200 colonie di batteri sulle sue superfici interne, un numero triplo rispetto a quello presente su un pavimento sporco. Questo dato è estremamente preoccupante, poiché indica un rischio elevato di contaminazione microbiologica del cibo durante il trasporto.

Regolamentazione e controllo

L’espansione del settore del delivery food ha portato all’introduzione di normative sempre più severe lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione alla vendita. Tuttavia, il controllo igienico-sanitario durante il trasporto degli alimenti risulta carente. Le autorità competenti, come le Asl, i Nas e l’Icqrf, dovrebbero vigilare sulla sicurezza alimentare, ma in pratica non esiste un controllo sistematico in questa fase cruciale.

Problemi di trasporto e conservazione

Un altro punto critico riguarda la conservazione e il trasporto degli alimenti, che dovrebbero avvenire su veicoli con contenitori certificati ATP (Accord Transport Perissable). Tuttavia, le dimensioni di questi contenitori ne rendono difficile l’uso su scooter e biciclette, mezzi frequentemente utilizzati dalle aziende di delivery per motivi di sostenibilità ambientale. Questo compromette il rispetto dei protocolli di sicurezza.

Considerazioni finali

L’inchiesta del Gambero Rosso mette in luce la necessità di un maggiore rigore nel controllo igienico-sanitario dei mezzi di trasporto utilizzati per il delivery food. È essenziale che le aziende del settore adottino soluzioni conformi alle normative sulla sicurezza alimentare per garantire la salute dei consumatori.

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“Spopola la nuova truffa del bancomat”. L’allarme dei carabinieri: “Come difendervi” https://www.business.it/spopola-la-nuova-truffa-del-bancomat-lallarme-dei-carabinieri-come-difendervi/ Fri, 07 Jun 2024 08:47:34 +0000 https://www.business.it/?p=138667 Vendere un prodotto online e, una volta trovato il compratore, farsi accreditare i soldi e spedirlo. Un’operazione che milioni di persone svolgono ogni giorno e che però potrebbe comportare pericolosi rischi, se non si tengono ben drizzate le antenne. Le forze dell’ordine hanno sottolineato in queste ore quanto sia importante fare attenzione alla cosiddetta “truffa… Leggi tutto »“Spopola la nuova truffa del bancomat”. L’allarme dei carabinieri: “Come difendervi”

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Vendere un prodotto online e, una volta trovato il compratore, farsi accreditare i soldi e spedirlo. Un’operazione che milioni di persone svolgono ogni giorno e che però potrebbe comportare pericolosi rischi, se non si tengono ben drizzate le antenne. Le forze dell’ordine hanno sottolineato in queste ore quanto sia importante fare attenzione alla cosiddetta “truffa del bancomat“: l’ultimo caso è avvenuto a Tregnango, in provincia di Verona, ed è stato raccontato dalla testata locale L’Arena: quattro giovani, residenti nel padovano, sono stati denunciati dai carabinieri perché ritenuti responsabili di un raggiro a danno di un cittadino del paese. Per i ragazzi è scattato anche il sequestro di otto conti correnti postali, dove sarebbe finito il denaro proveniente dall’attività illecita.

Ma come funziona, di preciso, questa truffa? I malviventi cercano le loro vittime su siti di annunci per effettuare compravendite, dove viene offerta ad acquirente e venditore la possibilità di un contatto diretto, senza filtri. Ecco cos’è successo al signore vittima del raggiro: ha messo in vendita un oggetto ed è stato contattato da un potenziale compratore, che si è detto interessato e ha proposto di pagare con bonifico bancario. (Continua a leggere dopo la foto)

L’uomo ha accettato e il truffatore gli ha chiesto di recarsi presso uno sportello bancomat per svolgere alcune operazioni che gli avrebbero permesso di ricevere il pagamento. Al telefono, lo ha poi guidato attraverso vari passaggi: inserire il bancomat, selezionare il circuito di pagamento, selezionare ricarica. Il malvivente ha chiesto a quel punto di digitare l’importo del pagamento e un numero, che sosteneva fosse quello dell’ordine dell’operazione. In realtà, invece, si trattava di una carta ricaricabile. (Continua a leggere dopo la foto)

Complessivamente, all’uomo sono stati sottratti circa 3 mila euro nel giro di pochi minuti. I carabinieri di Verona hanno invitato i cittadini a fare particolare attenzione alle operazioni fatte online: in caso di dubbi, è sempre opportuno contattare le forze dell’ordine per segnalare un comportamento sospetto da parte di altri utenti.

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Case green, ecco come conoscere la propria classe energetica https://www.business.it/case-green-ecco-come-conoscere-la-propria-classe-energetica/ Fri, 07 Jun 2024 08:23:39 +0000 https://www.business.it/?p=138663 Secondo un sondaggio realizzato da Changes Unipol e Ipsos, solo l’8% degli italiani sarebbe disposto a effettuare opere di efficientamento energetico per adeguarsi alla nuova, folle direttiva Ue sulle Case green. Ma, cosa ancora più importante, il 52% non è a conoscenza della classe energetica della propria abitazione. La direttiva europea sulle Case green sta facendo impazzire gli italiani. L’allarme rosso è già scattato,… Leggi tutto »Case green, ecco come conoscere la propria classe energetica

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Secondo un sondaggio realizzato da Changes Unipol e Ipsos, solo l’8% degli italiani sarebbe disposto a effettuare opere di efficientamento energetico per adeguarsi alla nuova, folle direttiva Ue sulle Case green. Ma, cosa ancora più importante, il 52% non è a conoscenza della classe energetica della propria abitazione. La direttiva europea sulle Case green sta facendo impazzire gli italiani. L’allarme rosso è già scattato, e il mercato immobiliare è in fibrillazione. Ma anche quello dei mutui, con le banche restie a concedere mutui per immobili già svalutati in partenza. In mezzo a tanta confusione, col rischio di vedersi vietato vendere o affittare un proprio immobile, la prima cosa da fare è capire se si rientra nelle esenzioni previste dalla normativa e, soprattutto, a quale classe energetica appartiene il proprio immobile. Ma come faccio a sapere qual è la mia classe energetica? 

riconoscere la classe energetica

La casa viene classificata secondo le possibili classi energetiche di riferimento: A+, A, B, C, D, E, F, G. Come è ovvio, la A+ è la classe migliore, invece, la peggiore è la classe G. E la nostra casa com’è? Rientra negli obblighi della direttiva europea sulle case Green oppure no? Come faccio a sapere la classe energetica della mia casa? La cosa più semplice da fare è cercare la classe energetica nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), o nel più vecchio Attestato di Certificazione Energetica (ACE). Il primo documento ha sostituito il secondo con il D.L. 63/2013. Questi due sono dunque gli unici documenti ufficiali che la riportano. Se per qualsiasi motivo non foste in possesso dell’APE (o dell’ACE) cosa fare? (Continua a leggere dopo la foto)

In questo caso, l’unico modo per conoscere la propria classe energetica è quello di farsi fare da un professionista un Attestato di Prestazione Energetica. L’attestato vale 10 anni ed è indispensabile per poter vendere o affittare una casa. Conoscere la classe energetica della propria casa è importante sia per la valutazione economica dell’immobile, sia per capire quali sono i reali consumi. I coefficienti energetici di una casa sono: A+ con un consumo di 15 kWh/anno per metro quadro; A con 15 e 30 kWh per mq; B 31-50 kWh per mq; C 51-70 kWh per mq; D 71-90 kWh per mq; E 91-120 kWh per mq; F 121-160 kWh per mq; G oltre i 160 kWh per mq. (Continua a leggere dopo la foto)

direttiva UE classe energetica

Chi rilascia questa certificazione? quanto può costare?

I criteri secondo cui viene assegnata una classe dipendono dai materiali di costruzione, dalla tipologia di infissi, dall’impianto di riscaldamento, dalla produzione di acqua calda e dal sistema di illuminazione. Ma chi rilascia questa certificazione? quanto può costare? L’APE viene redatto da un soggetto non coinvolto nella proprietà che è il certificatore energetico. I principali casi in cui deve essere redatta l’APE e allegata alla documentazione sono: la compravendita immobiliare; la donazione immobiliare; l’affitto di un’unità immobiliare; la vendita di nuove costruzioni; la ristrutturazione del 25% della superficie. L’APE non ha un costo fisso e può costare solitamente tra i 100 e i 300€.

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Stangate sulle multe, ecco le più frequenti e quali sono aumentate di più https://www.business.it/stangate-sulle-multe-ecco-le-piu-frequenti-e-quali-sono-aumentate-di-piu/ Fri, 07 Jun 2024 06:57:41 +0000 https://www.business.it/?p=138650 L’incubo di qualunque automobilista sono loro, le multe, sempre pronte a fare capolino e costringerci a mettere mano al portafogli. Spesso in maniera pesante, oltretutto. Negli ultimi anni, il costo di alcune sanzioni è aumentato vertiginosamente, rendendo la situazione ancora più onerosa per chi si mette al volante. Meglio, allora, fare attenzione, soprattutto alle sanzioni… Leggi tutto »Stangate sulle multe, ecco le più frequenti e quali sono aumentate di più

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L’incubo di qualunque automobilista sono loro, le multe, sempre pronte a fare capolino e costringerci a mettere mano al portafogli. Spesso in maniera pesante, oltretutto. Negli ultimi anni, il costo di alcune sanzioni è aumentato vertiginosamente, rendendo la situazione ancora più onerosa per chi si mette al volante. Meglio, allora, fare attenzione, soprattutto alle sanzioni più care nelle quali potremmo incappare.

Come spiegato dal portale specializzato Investire Oggi, nel corso del 2022 sono state contestate ai conducenti del Bel Paese oltre 1 milione e mezzo di infrazioni soltanto dalla polizia. Numeri altissimi, ai quali andrebbero poi aggiunte tutte le multe contestate da carabinieri, polizia municipale e ausiliari del traffico. Un totale da capogiro, a testimonianza da un lato delle troppe disattenzioni alla guida, dall’altro di controlli sempre più ferrei.

Prima di passare alle più costose, ecco quali sono le multe più frequenti: per gli italiani, è innanzitutto il rispetto dei limiti di velocità a causare guai, visto che un terzo delle infrazioni contestate negli ultimi 12 mesi riguarda proprio questo errore. Il costo? Dipende in questo caso dalla gravità: se il limite è stato superato di meno di 10 km/h la multa sarà compresa tra i 42 e i 173 euro. In caso di velocità decisamente eccessiva, invece, si può arrivare addirittura a una sanzione di 3.000 euro.

Quali sono le multe più frequenti

Tra le multe più diffuse e che hanno visto il loro costo aumentare nel tempo ci sono però, soprattutto, quelle causate dalla sosta selvaggia. Si parte in questo caso da un minimo di 41 euro a un massimo di 335, qualora si ostruisca il passaggio di mezzi pubblici o di persone disabili. Il mancato rispetto del semaforo rosso, altro tasto dolente, può provocare sanzioni fino a 665 euro, mentre per la revisione scaduta si oscilla tra i 173 euro e i 694 euro.

Infine, tra le sanzioni più diffuse nel nostro Paese (e più costose) c’è quella per guida in stato di ebbrezza. Anche in questo caso, l’esborso è variabile in base al tasso alcolemico riscontrato: si passa dai 543 euro ai 6.000, con possibile sospensione della patente per un anno. Guidare contromano può portare a una multa fino a 11 mila euro, mentre la partecipazione a corse clandestine ha un costo record: da un minimo di 25.000 a un massimo di 100.000 euro.

Essere consapevoli di queste cifre può forse aiutarci a evitare errori costosi, ricordando che la prudenza alla guida non solo salva vite, ma anche il nostro portafoglio.

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La social card sale a 500 euro, ma gli sconti fanno aspettare: quando arriveranno https://www.business.it/la-social-card-sale-a-500-euro-ma-gli-sconti-fanno-aspettare-quando-arriveranno/ Thu, 06 Jun 2024 09:21:51 +0000 https://www.business.it/?p=138643 A dispetto di scontri e disaccordi, il governo Meloni ha deciso di varare la versione 2024 della social card “Dedicata a Te“. Un provvedimento mirato a sostenere le famiglie meno abbienti, soprattutto quelle con figli a carico, in un momento di crescente incertezza economica. Questa nuova edizione della social card prevede un aumento dell’importo, passando… Leggi tutto »La social card sale a 500 euro, ma gli sconti fanno aspettare: quando arriveranno

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A dispetto di scontri e disaccordi, il governo Meloni ha deciso di varare la versione 2024 della social card “Dedicata a Te“. Un provvedimento mirato a sostenere le famiglie meno abbienti, soprattutto quelle con figli a carico, in un momento di crescente incertezza economica. Questa nuova edizione della social card prevede un aumento dell’importo, passando dai 460 euro dell’anno precedente a 500 euro. Tuttavia, i fondi non saranno disponibili prima di settembre, suscitando inevitabili polemiche sul tempismo dell’annuncio, soprattutto a pochi giorni dalle elezioni.
Leggi anche: Il governo “ricarica” la social card: come funziona e chi ne ha diritto
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Il ministro Lollobrigida presenta la social card

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme ai suoi colleghi di governo, ha presentato il decreto interministeriale che sblocca l’erogazione della card. Una mossa che, se da un lato mira a fornire un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà, dall’altro non manca di sollevare dubbi sulle reali intenzioni politiche dietro tale decisione così vicina alle elezioni. Per beneficiare della social card, le famiglie devono rientrare in determinati requisiti: essere residenti in Italia, con un Isee non superiore a 15mila euro e non essere titolari di altre misure di sostegno al reddito. Esclusi sono anche coloro che percepiscono indennità di disoccupazione o altre forme di sussidio economico. Ma come funziona concretamente questa iniziativa? Il contributo verrà erogato tramite carte elettroniche di pagamento, fornite da Poste Italiane, previa trasmissione dei dati da parte dell’Inps e dei comuni. Le famiglie avranno il compito di utilizzare interamente le somme accreditate entro il 28 febbraio 2025, altrimenti perderanno il beneficio.

Il nodo sull’accordo con la grande distribuzione agli sconti

Tuttavia, resta ancora da definire il discorso degli sconti sugli acquisti. Nonostante le trattative con le associazioni del commercio e della grande distribuzione, non è stato ancora raggiunto un accordo per garantire uno sconto del 15% ai possessori della social card. Si parla di una possibile convenzione con singoli esercizi commerciali, ma i dettagli dovranno essere definiti in seguito.

Nonostante le incertezze e le resistenze delle scorse settimane, sembra che le associazioni del commercio siano intenzionate a supportare l’iniziativa, seppur con modalità ancora da precisare. Resta da vedere se questa social card riuscirà davvero a dare un sollievo alle famiglie italiane in difficoltà economica, o se si rivelerà solo una mossa politica in vista delle elezioni imminenti.

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“Arriva il latte green”. Dopo la farina di grilli ecco la nuova porcheria che vorrebbero farci mangiare https://www.business.it/latte-green-farina-grilli/ Thu, 06 Jun 2024 09:12:05 +0000 https://www.business.it/?p=138638 Dopo l’assalto al vino italiano e al nostro Made in Italy, dopo aver “affondato” 3mila pescherecci italiani, dopo aver invaso il nostro Paese con la farina di grillo, l’Europa e le multinazionali del cibo tornano all’attacco. Come se non bastasse la carne sintetica, ora vogliono imporci anche il latte sintetico. Ma cosa è questa bevanda?… Leggi tutto »“Arriva il latte green”. Dopo la farina di grilli ecco la nuova porcheria che vorrebbero farci mangiare

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latte green farina grilli

Dopo l’assalto al vino italiano e al nostro Made in Italy, dopo aver “affondato” 3mila pescherecci italiani, dopo aver invaso il nostro Paese con la farina di grillo, l’Europa e le multinazionali del cibo tornano all’attacco. Come se non bastasse la carne sintetica, ora vogliono imporci anche il latte sintetico. Ma cosa è questa bevanda? A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Filiera Italia che a Tuttofood hanno promosso con Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni la prima alleanza contro l’assalto del cibo sintetico alle tavole mondiali. Dopo la carne e il pesce in provetta arriva dunque anche il latte sintetico, con Israele che si appresta a diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche. Questa nuova allucinante svolta va a minare un altro dei comparti strategici del vero Made in Italy agroalimentare.
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In occasione del convegno su “I rischi del cibo sintetico” nell’ambito della più importante fiera dell’agroalimentare in Italia a Milano, Coldiretti ha dunque acceso un potentissimo faro sui rischi del latte sintetico (spiegando cosa è e come viene prodotto) e sul cibo sintetico in generale. “La verità è che non si tratta di cibo ma di un prodotto ingegnerizzato, con processi di lavorazione molto più simili a quelli dei farmaci e proprio in questo ambito devono essere valutati”, ha affermato al convegno il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “nei prodotti a base cellulare si utilizzano ormoni che invece sono vietati negli allevamenti europei dal 1996. Abbiamo acceso i riflettori su un business in mano a pochi ma molto influenti nel mondo che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda mettendo a rischio la stessa democrazia economica e alimentare”.

“Il ministero della Sanità di Israele – spiega Coldiretti – ha concesso alla società Remilk, che sta già producendo su scala industriale in diverse aree del mondo, di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata con un processo simile a quello usato un po’ per tutti gli alimenti creati in laboratorio, o ‘a base cellulare’ come suggerito da Fao e Oms”. L’Europa guarda con attenzione e, esattamente come per la carne sintetica e la farina di insetti, si sta già operando per inserire nel nostro mercato anche il latte sintetico. Accogliamo l’appello di Coldiretti e facciamo di tutto per impedirlo. Ma cosa è questo latte sintetico?

Che cos’è e come si produce il latte sintetico

La tecnica per produrre latte sintetico (come avviene già negli Stati Uniti e in Israele) è la fermentazione di precisione, grazie alla quale il risultato finale è una sostanza molto cremosa nella consistenza e con un’elevata capacità di fare la schiuma, proprio come il latte naturale prodotto dalle mucche. Ma cosa è? Assomiglia a qualcosa di molto lontano dal latte vero, ma il motivo per cui lo stanno spingendo tanto è che anche questo sarebbe green, perché riduce le emissioni di metano. Bah! Il paradosso: il latte sintetico è più “green” di quello della mucca vera. Poveri noi.

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Estate 2024, indagine Altroconsumo: per ombrellone e lettino 228 euro in media a settimana https://www.business.it/estate-2024-ombrellone-lettino-prezzi-altroconsumo/ Thu, 06 Jun 2024 08:49:46 +0000 https://www.business.it/?p=138633 Con l’arrivo dell’estate, parte come sempre la ricerca della spiaggia che offra servizi con i prezzi più convenienti possibile. E, come ogni anno, Altroconsumo pubblica un’indagine sul costo di ombrellone e lettino, raccogliendo le tariffe di 211 stabilimenti balneari in 10 località italiane. I risultati di quest’anno confermano una tendenza ormai consolidata: le tariffe sono… Leggi tutto »Estate 2024, indagine Altroconsumo: per ombrellone e lettino 228 euro in media a settimana

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ombrellone lettino indagine Altroconsumo

Con l’arrivo dell’estate, parte come sempre la ricerca della spiaggia che offra servizi con i prezzi più convenienti possibile. E, come ogni anno, Altroconsumo pubblica un’indagine sul costo di ombrellone e lettino, raccogliendo le tariffe di 211 stabilimenti balneari in 10 località italiane. I risultati di quest’anno confermano una tendenza ormai consolidata: le tariffe sono sempre al rialzo, con un incremento del 10% nel 2022 e del 5% nel 2023.
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Per condurre la sua indagine sui prezzi di ombrelloni e lettini per l’estate 2024, Altroconsumo ha raccolto le tariffe praticate dagli stabilimenti balneari di dieci località italiane: Lignano, Rimini, Senigallia, Viareggio, Palinuro, Alassio, Gallipoli, Alghero, Taormina e Giardini Naxos, e Anzio. Tutti i 211 stabilimenti sono stati contattati telefonicamente e in modo anonimo, chiedendo le tariffe per le prime quattro file per la settimana dal 4 al 10 agosto.

I risultati dell’indagine di Altroconsumo

La prima fila costa in media 226 euro. Cifra che si riduce progressivamente scegliendo le file successive: in seconda fila il costo medio è di 210 euro, 199 euro in terza, e 186 euro dalla quarta fila in poi. A Lignano, Taormina e Giardini Naxos non c’è stato alcun aumento rispetto al 2023. Rialzi si registrano ad Alghero e Gallipoli (2%), Alassio, Anzio e Palinuro (3%), Rimini (4%) e Viareggio (5%). L’aumento più alto si osserva a Senigallia (8%), che resta comunque la località meno cara dell’inchiesta di Altroconsumo.

Per avere prezzi più economici, sottolinea infine Altroconsumo, “servirebbe più concorrenza. In questi giorni si dibatte molto sulla questione delle concessioni balneari. Il sistema di rilascio dei permessi per gli stabilimenti balneari privati deve essere riorganizzato in tempi stretti, attraverso nuovi bandi di gara. Nell’attesa che ciò avvenga, a pagare sono i consumatori, perché questa situazione di stallo, con le concessioni che restano in mano agli stessi operatori, si ripercuote sul prezzo di lettini e ombrelloni, ogni anno più costosi ed elitari. È importante quindi arrivare presto a una riforma del settore ‘spiagge’. Per questo motivo, Altroconsumo ha lanciato una petizione per avere spiagge aperte anche a nuovi proprietari e prezzi contenuti, alla portata di tutti”.

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Olio d’oliva, la classifica delle marche migliori (e i declassamenti) per evitare le sofisticazioni alimentari https://www.business.it/olio-doliva-la-classifica-delle-marche-migliori-e-i-declassamenti-per-evitare-le-sofisticazioni-alimentari/ Wed, 05 Jun 2024 16:08:51 +0000 https://www.business.it/?p=138610 È il condimento principe nella nostra dieta mediterranea e nelle case degli italiani non può proprio mancare. Lo produciamo, lo esportiamo e soprattutto lo consumiamo quotidianamente. È il nostro olio d’oliva. Ma è sempre di qualità? “Altroconsumo”, che regolarmente effettua dei test sui prodotti in commercio, ha appena fornito i risultati di un’analisi condotta su… Leggi tutto »Olio d’oliva, la classifica delle marche migliori (e i declassamenti) per evitare le sofisticazioni alimentari

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È il condimento principe nella nostra dieta mediterranea e nelle case degli italiani non può proprio mancare. Lo produciamo, lo esportiamo e soprattutto lo consumiamo quotidianamente. È il nostro olio d’oliva. Ma è sempre di qualità? “Altroconsumo”, che regolarmente effettua dei test sui prodotti in commercio, ha appena fornito i risultati di un’analisi condotta su 30 oli extravergini. Se da un lato è emerso che i campioni di olio prelevati siano tutti conformi ai parametri di legge, d’altro canto la successiva prova, eseguita per verificare le proprietà organolettiche del prodotto, ha riscontrato talune criticità che hanno fatto declassare da extravergine a vergine alcuni marchi, come si può leggere su Trend-online

Nessun problema di sicurezza ci tiene a sottolineare l’associazione. “Forse un consumatore inesperto non si accorgerebbe della differenza (tra vergine ed extravergine, ndr) ma a livello merceologico non è corretto, perché si vende qualcosa che non ha le caratteristiche che afferma di avere“, si apprende dal report. Per essere classificato come extravergine nella sua vita commerciale, per legge l’olio deve superare anche la prova dell’assaggio effettuata da esperti “ufficiali”, a cui le autorità nazionali affidano i controlli sulla qualità.
Leggi anche: La truffa dell’olio extravergine d’oliva: attenzione! Cosa ha scoperto un’inchiesta di Piazzapulita (VIDEO)

Dalle analisi effettuate, nove olii hanno ottenuto un punteggio che non scende sotto i 70 punti, ossia la soglia sotto il quale il prodotto è considerato di “qualità ottima stabilita”. La differenza tra olio extravergine di oliva e olio vergine risiede nel diverso sapore odore dei due, oltre che nell’acidità: quest’ultima deve essere di 0,8 grammi per 100 grammi di prodotto nell’olio extravergine, mentre ha un tetto massimo di 2 grammi per 100 grammi di prodotto nell’olio vergine. Ecco il perché del declassamento di certi marchi.

Il primo in classifica è un biologico, il Monini Monini Bios 100 per cento Italiano che ha ottenuto un punteggio di 78 punti. Mentre il “miglior acquisto”, cioè la bottiglia con il miglior rapporto qualità prezzo, è il Desantis Classico che ha totalizzato 71 punti. Di buona qualità anche: Bio Podere del Conte, Carapelli Il frantoio, Desantis 100% italiano e Desantis classico, Conad Verso Natura Bio, De Cecco classico, Carapelli Oro verde.


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“Questo farmaco aumenta il rischio di tumore al seno nelle donne”: la terribile scoperta https://www.business.it/questo-farmaco-aumenta-il-rischio-di-tumore-al-seno-nelle-donne-la-terribile-scoperta/ Wed, 05 Jun 2024 13:22:11 +0000 https://www.business.it/?p=138606 Uno studio che solleva ombre inquietanti su un farmaco particolarmente utilizzato nel mondo Occidentale, la pillola anticoncezionale. E che però rischia di essere completamente ignorato, nonostante i pericoli siano, almeno stando ai risultati, serissimi. Come riportato dal Gazzettino, infatti, una ricerca realizzata dall’Università di Oxford e pubblicata sulla rivista Plos Medicine rivelerebbe come “il rischio relativo… Leggi tutto »“Questo farmaco aumenta il rischio di tumore al seno nelle donne”: la terribile scoperta

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Uno studio che solleva ombre inquietanti su un farmaco particolarmente utilizzato nel mondo Occidentale, la pillola anticoncezionale. E che però rischia di essere completamente ignorato, nonostante i pericoli siano, almeno stando ai risultati, serissimi. Come riportato dal Gazzettino, infatti, una ricerca realizzata dall’Università di Oxford e pubblicata sulla rivista Plos Medicine rivelerebbe come “il rischio relativo di sviluppare cancro al seno aumenta di circa il 20-30% in chi assume la pillola anticoncenzionale, combinata (estrogeno-progestinico) ma anche con semplice progestinico, ovvero la mini-pillola”. Risultati, quelli dell’istituto britannico, tutt’altro che rassicuranti. Di fronte ai quali, però, gli enti regolatori al momento non hanno modificato le proprie linee guida. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo studio ha messo a confronto i dati di 9.498 donne con una diagnosi di cancro al seno invasivo prima dei 50 anni con quelli di 18.000 coetanee sane. Quasi la metà delle pazienti colpite da tumore (circa il 44%) aveva assunto contraccettivi ormonali, di solito nei tre anni precedenti la diagnosi della grave malattia, rispetto al 39% nel gruppo sano. (Continua a leggere dopo la foto)

Angelo Francesco Filando, presidente dell’Associazione ginecologi ostetrici cattolici, ha commentato così i risultati: “Tutti i contraccettivi ormonali aumentano il rischio di tumore. Lo studio in questione non è chiarissimo, ma questa percentuale è molto alta. Certo, da quanto si legge non è un valore assoluto. Però è un aumento rispetto a quanto già noto in letteratura”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un allarme lanciato mentre Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha iniziato una campagna promettendo questi contraccettivi alle donne, non per tutte le formulazioni, minimizzando sui possibili effetti collaterali. “Sembra che l’unico obiettivo – ha commentato Filando – sia dimostrare che la progestinica, meno usata, abbia efficacia ed effetti collaterali dell’estroprogestinica”.

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La classifica delle acque minerali: ecco le migliori secondo Altroconsumo. E non mancano le sorprese https://www.business.it/la-classifica-delle-acque-minerali-ecco-le-migliori-secondo-altroconsumo-e-non-mancano-le-sorprese/ Wed, 05 Jun 2024 10:54:39 +0000 https://www.business.it/?p=138601 L’acqua minerale, spesso sottovalutata nel panorama dell’alimentazione, rivela la sua importanza non solo per ciò che mangiamo ma anche per ciò che beviamo. Un recente studio condotto da Altroconsumo ha gettato luce su questa realtà, analizzando attentamente ben 79 tipi diversi di acque minerali, compresi acqua naturale, effervescente e frizzante. La ricerca ha rivelato che… Leggi tutto »La classifica delle acque minerali: ecco le migliori secondo Altroconsumo. E non mancano le sorprese

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L’acqua minerale, spesso sottovalutata nel panorama dell’alimentazione, rivela la sua importanza non solo per ciò che mangiamo ma anche per ciò che beviamo. Un recente studio condotto da Altroconsumo ha gettato luce su questa realtà, analizzando attentamente ben 79 tipi diversi di acque minerali, compresi acqua naturale, effervescente e frizzante. La ricerca ha rivelato che non tutte le acque minerali sono create uguali. Oltre alle considerazioni sulla qualità, l’analisi ha preso in considerazione anche il prezzo e la sostenibilità ambientale delle bottiglie.

Acque minerali: il test

L’etichetta, obbligatoria per legge, è stata la prima fonte di informazioni su parametri cruciali come il residuo fisso, che indica la presenza di sali minerali come calcio, magnesio e sodio. Inoltre, sono stati esaminati i potenziali contaminanti metallici, come alluminio, nichel e arsenico, oltre al tipo di plastica utilizzata per le bottiglie. Quest’ultimo aspetto ha rivelato un interesse crescente per la sostenibilità ambientale, con un’attenzione particolare ai materiali riciclati o rinnovabili.

La classifica

L’analisi ha portato alla luce sorprendenti risultati. L’acqua Smeraldina naturale si è distinta come la migliore in assoluto, con una valutazione di “qualità ottima” e un prezzo medio di soli 0,47 € a bottiglia. Seguono da vicino Recoaro, San Bernardo, Santacroce ed Eva. Tra le acque effervescenti, l’acqua Uliveto si è guadagnata il primo posto, seguita da Lete, Sangemini, Grazia e Santagata. Per quanto riguarda le acque frizzanti, la Boario si è rivelata la migliore, seguita da Eva frizzante, Sorgesana leggermente frizzante, Rocchetta Brio Blu leggermente frizzante e San Benedetto leggermente frizzante. Questo studio mette in evidenza l’importanza di fare scelte consapevoli anche quando si tratta di acqua minerale, mostrando che la migliore opzione non è sempre la più costosa. Ora, armati di queste informazioni, possiamo navigare tra gli scaffali dei supermercati con maggiore consapevolezza e fare scelte che non solo beneficiano della nostra salute, ma anche dell’ambiente.

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“Cosa ci fanno mangiare davvero”. La scoperta horror nei popolari biscotti: da brividi https://www.business.it/cosa-ci-fanno-mangiare-davvero-la-scoperta-horror-nei-popolari-biscotti-da-brividi/ Wed, 05 Jun 2024 07:55:18 +0000 https://www.business.it/?p=138593 È scattato il panico intorno al biscotto nero Oreo, celebre in tutto il mondo, e alla fabbrica produttrice in Olanda. Tutto è partito da un’inchiesta condotta dal giornale olandese Noordhollands Dagblad e dalle dichiarazioni di un informatore anonimo, che potrebbe essere uno degli ex addetti alla produzione in fabbrica. La denuncia riguarda l’uso di un… Leggi tutto »“Cosa ci fanno mangiare davvero”. La scoperta horror nei popolari biscotti: da brividi

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È scattato il panico intorno al biscotto nero Oreo, celebre in tutto il mondo, e alla fabbrica produttrice in Olanda. Tutto è partito da un’inchiesta condotta dal giornale olandese Noordhollands Dagblad e dalle dichiarazioni di un informatore anonimo, che potrebbe essere uno degli ex addetti alla produzione in fabbrica. La denuncia riguarda l’uso di un ingrediente, bicarbonato di ammonio, nella fabbrica Olam di Koog-sur-le-Zaan. Questa sostanza sarebbe mescolata alla polvere di cacao per annerire i biscotti.
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È sorprendente scoprire che all’interno dei biscotti Oreo, amati da generazioni, possa esserci ammoniaca. E non è solo un problema legato a questa marca: il bicarbonato di ammonio è comunemente usato dall’industria alimentare ed è presente in molti altri biscotti famosi. Se l’uso di questa sostanza è regolamentato dall’Unione europea, perché lo scandalo?

Innanzitutto, non era noto al pubblico che l’ammoniaca fosse utilizzata per la produzione di biscotti, causando preoccupazione, soprattutto per chi non è del settore. Inoltre, secondo l’informatore, nell’ambiente di produzione della fabbrica “l’ammoniaca fuoriesce da ogni angolo e fessura, la puzza è enorme”. Questo solleva dubbi sulla sicurezza e l’idoneità dello spazio per la produzione dei biscotti. L’informatore afferma che la fabbrica non è attrezzata per trattare correttamente l’ammoniaca di scarto dei processi di lavorazione.

Il direttore della fabbrica Olam, Eric Nederhand, ha risposto alle accuse affermando che l’ammoniaca è aggiunta durante il processo produttivo e che rimangono solo tracce minime nel prodotto finale. Ha sottolineato che l’uso dell’ammoniaca è giustificato come additivo alimentare e non influisce sulla qualità o sulla sicurezza del prodotto.

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Il governo “ricarica” la social card: come funziona e chi ne ha diritto https://www.business.it/il-governo-ricarica-la-social-card-come-funziona-e-chi-ne-ha-diritto/ Tue, 04 Jun 2024 09:42:09 +0000 https://www.business.it/?p=138577 Ad una manciata di giorni dalle Elezioni europee, il governo Meloni cala l’asso nella manica. Si tratta della social card “Dedicata a te”, un provvedimento per fornire sostegno economico ai cittadini: con un budget di spesa rivisto al rialzo a 500 euro grazie alle risorse aggiuntive di circa 100 milioni, offre un aiuto significativo a… Leggi tutto »Il governo “ricarica” la social card: come funziona e chi ne ha diritto

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Ad una manciata di giorni dalle Elezioni europee, il governo Meloni cala l’asso nella manica. Si tratta della social card “Dedicata a te”, un provvedimento per fornire sostegno economico ai cittadini: con un budget di spesa rivisto al rialzo a 500 euro grazie alle risorse aggiuntive di circa 100 milioni, offre un aiuto significativo a coloro che ne hanno bisogno.  
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“Dedicata a te”, come ottenere la social card

La carta prepagata riservata alle famiglie a basso reddito non è una novità, il governo Meloni l’aveva utilizzata come «arma» per l’abolizione del reddito di cittadinanza. Il budge della carta, di 382,50 euro una tantum, poteva essere usato esclusivamente in beni alimentari di prima necessità. Ora, secondo quanto riporta Il Foglio, il governo ha lavorato sul bilancio, scovando risorse aggiuntive che dovrebbero ammontare a circa 100 milioni. I beneficiari potrebbero essere circa 1,3 milioni di persone. Penserà direttamente l’Inps, comunque, a individuare i potenziali beneficiari e, si presume, contattarli per proporre il servizio. Le nuove social card, in realtà, potranno essere utilizzate solo da settembre, e la distribuzione inizierà a partire da luglio. 

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Le 7 aziende che governano il mondo: chi sono, cosa fanno e quanto guadagnano. Numeri choc https://www.business.it/7-aziende-che-governano-mondo/ Tue, 04 Jun 2024 08:54:52 +0000 https://www.business.it/?p=138571 Sette colossi digitali. Questi giganti della tecnologia capitalizzano da soli, tenetevi forte nel leggere questa cifra, 14mila miliardi di dollari. Sono le aziende che condizionano l’economia, influenzano i mercati e governano, ormai, le nostre vite. Sono loro i nuovi padroni del mondo. Abbiamo raccontato in un precedente articolo dell’enorme balzo fatto da Nvidia, l’azienda che… Leggi tutto »Le 7 aziende che governano il mondo: chi sono, cosa fanno e quanto guadagnano. Numeri choc

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7 aziende governano mondo

Sette colossi digitali. Questi giganti della tecnologia capitalizzano da soli, tenetevi forte nel leggere questa cifra, 14mila miliardi di dollari. Sono le aziende che condizionano l’economia, influenzano i mercati e governano, ormai, le nostre vite. Sono loro i nuovi padroni del mondo. Abbiamo raccontato in un precedente articolo dell’enorme balzo fatto da Nvidia, l’azienda che produce chip e processori per l’intelligenza artificiale, e che in questi giorni sta spingendo il mercato azionario a nuovi livelli record, con vendite nell’ultimo trimestre che hanno toccato quota 221 miliardi (e la capitalizzazione record raggiunta subito dopo: 2.000 miliardi). Da qui un nuovo boom del mercato azionario spinto dai colossi tecnologici.

I nomi delle 7 società

Con Nvidia hanno brindato le altre “sorelle”: Meta, Google, Amazon, Apple, Microsoft, Tesla. Una capitalizzazione complessiva di 14.000 miliardi. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, ripresi da La Stampa, “più della metà del prodotto interno lordo degli Stati Uniti (25.000 miliardi); quasi quanto quello dell’Europa (17.000); sette volte quello dell’Italia (2.100)”. Non è un caso, dunque, che oggi tra le 10 aziende più capitalizzate al mondo, 9 sono aziende tecnologiche USA. Ora è l’intelligenza artificiale la nuova corsa all’oro, ma in molti pensano (e temono) che sia solo l’ennesima bolla. Intanto, però, gli investitori continuano a puntare.

E già si pensa al futuro, alla prossima corsa all’oro. L’avidità, la voracità di queste big tech è impressionante. Basti pensare che venerdì Jeff Bezos, fondatore di Amazon, insieme a Nvidia, Microsoft e OpenAI, appunto, ha investito in una startup che lavora a… robot umanoidi che sanno fare movimenti delicati come pochi altri, come fare il caffè o preparare tisane. FigureAI, questo il nome.

Mentre il mondo osserva, incantato e preoccupato, questi giganti continuano la loro avanzata, modificando il nostro modo di vivere e lavorare. L’era digitale ha i suoi re, e questi sette colossi ne sono l’incarnazione più potente. La loro storia è quella di una crescita inarrestabile, e noi, spettatori e partecipanti di questa epoca, non possiamo che restare a guardare, aspettando di vedere quale sarà il prossimo passo nella loro ascesa vertiginosa.

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“Sostanze tossiche in cosmetici e shampoo”. Sequestri in tutta Italia. Marche e prodotti interessati https://www.business.it/sostanze-tossiche-in-cosmetici-e-shampoo-sequestri-in-tutta-italia-marche-e-prodotti-interessati/ Mon, 03 Jun 2024 11:09:28 +0000 https://www.business.it/?p=138556 Saponi, detergenti, schiume per capelli, deodoranti, creme e cosmetici ritirati dal commercio perché contaminati dal Lilial (BMHCA), una sostanza pericolosissima che è stata addirittura classificata come tossica per la riproduzione umana, oltre a causare problemi alla salute del feto, e può anche causare sensibilizzazione cutanea, perché ha un potere genotossico. I sequestri Decisive sono risultate decisive le segnalazioni al… Leggi tutto »“Sostanze tossiche in cosmetici e shampoo”. Sequestri in tutta Italia. Marche e prodotti interessati

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Saponi, detergenti, schiume per capelli, deodoranti, creme e cosmetici ritirati dal commercio perché contaminati dal Lilial (BMHCA), una sostanza pericolosissima che è stata addirittura classificata come tossica per la riproduzione umana, oltre a causare problemi alla salute del feto, e può anche causare sensibilizzazione cutanea, perché ha un potere genotossico.

I sequestri

Decisive sono risultate decisive le segnalazioni al Sistema di allerta rapido europeo (Rapex). E, mentre produttori e distributori si scambiano accuse reciproche, sono scattati i sequestri in tutta Italia. Ma, i prodotti contaminati dal Lilial sarebbero ancora presenti sugli scaffali di numerosi esercizi, nonostante il tempo concesso alle aziende per liberarsi delle scorte rimanenti rivendendole ai produttori

Come riconoscere la presenza di Lilial

Per riconoscere in etichetta il Lilial, come stabilito dalla nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici, basta verificare la presenza del codice BMHCA o di Buthyfenil Methylpropional. Resta da spiegare, quindi, che cosa non abbia funzionato nell’iter di smaltimento dei prodotti nocivi e per quale motivo moltissimi articoli siano rimasti all’interno dei magazzini nonostante il nuovo regolamento. Cosmetica Italia, l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta i produttori di settore, in occasione del maxi sequestro del 5 settembre 2023 aveva sostenuto che: “I produttori non sono responsabili né obbligati a ritirare dal commercio i prodotti immessi prima che scattasse il divieto” e che “sono quindi i distributori che devono preoccuparsi di togliere dal commercio” i prodotti incriminati.

L’elenco dei prodotti contaminati

Ecco l’elenco dei prodotti sequestrati fornito da L’Indipendente:
BOROTALCO Active Roll-on deodorant
Dove original crema idratante
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Nivea tonico addolcente Tonico pelli secche e sensibili
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Prep Crema Mani Ripatrice Hand cream
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Nivea rassodante Latte idratante
Nivea Creme care Salviettine struccanti viso
NIDRA Bagno latte delicato (lotti coinvolti B03ED130431 e B03ED210631)
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Bonus di Sostegno al Reddito per i lavoratori disoccupati: cos’è e come fare domanda per ottenerlo https://www.business.it/bonus-sostegno-reddito-domanda/ Mon, 03 Jun 2024 09:04:37 +0000 https://www.business.it/?p=138546 I lavoratori che hanno avuto contratti in somministrazione (gli ex interinali) e che attualmente sono disoccupati possono accedere anche quest’anno al cosiddetto Sostegno al Reddito, noto anche come Bonus SaR. Si tratta di una misura di sostegno prevista per chi ha perso il lavoro. Aiuto che corrisponde a un’indennità che va dai 780 euro a un massimo di 1000 euro al… Leggi tutto »Bonus di Sostegno al Reddito per i lavoratori disoccupati: cos’è e come fare domanda per ottenerlo

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bonus sostegno reddito domanda

lavoratori che hanno avuto contratti in somministrazione (gli ex interinali) e che attualmente sono disoccupati possono accedere anche quest’anno al cosiddetto Sostegno al Reddito, noto anche come Bonus SaR. Si tratta di una misura di sostegno prevista per chi ha perso il lavoro. Aiuto che corrisponde a un’indennità che va dai 780 euro a un massimo di 1000 euro al mese. Ma come si fa ad accedere al bonus? Necessario presentare richiesta sul portale web di Formatemp (FTWeb). Non rappresenta però un requisito sufficiente per ottenere il sussidio l’aver precedentemente lavorato in somministrazione.
Leggi anche: Superbonus, il decreto è legge: via libera della Camera. Tutte le novità

A chi spetta il Bonus SaR

Come appena accennato, il Bonus SaR spetta ai cosiddetti ex interinali. Ovvero ai lavoratori assunti dalle Agenzie per il lavoro per essere impiegati presso altre aziende, che oggi hanno perso il posto e risultano disoccupati. Il Sostegno al Reddito consiste in un sussidio che arriva fino a1000 euro al mese. Ma, affinché l’importo da ricevere sia di 1000 euro, bisogna rientrare in una delle due categorie qui sotto elencate.

La prima categoria comprende chi è disoccupato da almeno 45 giorni e ha maturato almeno 110 giorni di lavoro negli ultimi 12 mesi a partire dalla data dell’ultimo giorno di lavoro effettivo in somministrazione. Numero di ore necessarie che sale però a 440 in caso di contratto part-time verticale o con Monte ore Garantito (MOG). Per la seconda categoria, invece, bisogna essere disoccupato da almeno 45 giorni e aver concluso la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro) sempre negli ultimi 12 mesi. In entrambi questi casi, l’importo del Bonus SaR è di 1000 euro.

L’importo erogato, inoltre, si riduce, arrivando a 780 euro al mese, per il lavoratore che è disoccupato da almeno 45 giorni, ma negli ultimi 12 mesi ha maturato almeno 90 giorni di lavoro. Oppure 360 ore lavorate in caso di part-time e di contratto MOG.

Come richiederlo e quando fare domanda: documenti necessari e scadenze

Il Bonus SaR va richiesto necessariamente presentando domanda tramite il portale Formatemp (FTWeb). Il Sostegno al Reddito è anche compatibile con l’indennità NASpI, ma solo nei casi in cui il lavoratore disponga dei requisiti per l’accesso ad entrambe le misure. La richiesta può essere presentata dallo scoccare dei 45 giorni necessari per rientrare nei requisiti appena descritti. Devono trascorrere almeno 60 giorni e, da quel momento, si hanno 68 giorni di tempo. Insomma, la domanda va inoltrata tra il 106esimo e il 173esimo giorno dall’ultimo rapporto di lavoro. Per presentarla, è possibile farsi aiutare dagli sportelli sindacali di settore, Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp.

Nella domanda per ottenere il Bonus SaR va allegato un documento d’identità valido e il codice fiscale. Oppure, si può presentare la CIE (la carta d’identità elettronica). Sarà anche necessario presentare la copia delle buste paga che dimostrino l’anzianità lavorativa e il numero delle giornate lavorate (compresa quella di cessazione) e l’estratto contributivo emesso dall’INPS attestante i 45 giorni di disoccupazione. Da conservare anche eventuali certificati di malattia, infortunio o maternità e un documento con l’IBAN e la titolarità del conto corrente bancario o postale del lavoratore disoccupato. Tutto deve essere in formato pdf. Ultimate tutte le procedure il portale presenterà a chi richiede la prestazione un modulo di domanda da stampare e da sottoscrivere con firma autografa. Per terminare la procedura di richiesta il modulo andrà scansionato e caricato sulla piattaforma.

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Luce e gas, l’Antitrust accusa: “Offerte non conformi alle regole”. Pressing su 13 società https://www.business.it/luce-e-gas-lantitrust-accusa-offerte-non-conformi-alle-regole-pressing-su-13-societa/ Mon, 03 Jun 2024 07:17:48 +0000 https://www.business.it/?p=138538 In seguito della prevista cessazione del mercato tutelato, l’Antitrust ha effettuato un monitoraggio delle offerte commerciali proposte dalle principali società di vendita di energia elettrica e gas presenti sul mercato libero, per verificare trasparenza e completezza delle informazioni promozionali. Un intervento di “moral suasion”, ovvero una richiesta di modificare i propri comportamenti senza ancora imbracciare… Leggi tutto »Luce e gas, l’Antitrust accusa: “Offerte non conformi alle regole”. Pressing su 13 società

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In seguito della prevista cessazione del mercato tutelato, l’Antitrust ha effettuato un monitoraggio delle offerte commerciali proposte dalle principali società di vendita di energia elettrica e gas presenti sul mercato libero, per verificare trasparenza e completezza delle informazioni promozionali. Un intervento di “moral suasion”, ovvero una richiesta di modificare i propri comportamenti senza ancora imbracciare l’arma delle sanzioni, nei confronti di 13 società attive nella fornitura di energia elettrica e gas sul mercato libero, perché “le offerte pubblicizzate online non sono risultate pienamente conformi alla disciplina a tutela del consumatore”.
Leggi anche: Bollette, ecco come ci fregano. Il gioco sporco che fa pagare il doppio a cittadini e aziende

Pressing su 13 società

Le società destinatarie della moral suasion sono Illumia, Jen Energia, Dolomiti Energia, Axpo Italia (Pulsee Luce & Gas), Ajò Energia, Acea Energia, Ecom-Energu Comune, Agsm Aim Energia, Hera Comm, Wekiwi, Omnia Energia, Semplice Gas & Luce, E.On Energia.

Le criticità riscontrate

L’Autorità ha riscontrato criticità nelle varie voci di costo, perché mancava l’indicazione di alcuni oneri che compongono il prezzo dell’energia. Riguardo ai claim ambientali, invece, è emerso che alcune affermazioni da parte delle società non fornivano circostanziate e certificate informazioni sulle concrete azioni svolte.

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Salva casa, decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale: Confedilizia attiva gli sportelli informativi https://www.business.it/decreto-salva-casa-pubblicato-gazzetta-ufficiale/ Fri, 31 May 2024 07:11:16 +0000 https://www.business.it/?p=138447 Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale e quindi sono entrate in vigore le nuove norme previste dal decreto salva casa allo scopo di sanare eventuali irregolarità nelle proprie abitazioni. Confedilizia rende noto che, su tutto il territorio italiano, sono attivi gli sportelli dedicati ad attività di informazione, consulenza e assistenza in merito al nuovo decreto. Ma ecco i suoi… Leggi tutto »Salva casa, decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale: Confedilizia attiva gli sportelli informativi

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salva casa Gazzetta Ufficiale

Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale e quindi sono entrate in vigore le nuove norme previste dal decreto salva casa allo scopo di sanare eventuali irregolarità nelle proprie abitazioni. Confedilizia rende noto che, su tutto il territorio italiano, sono attivi gli sportelli dedicati ad attività di informazione, consulenza e assistenza in merito al nuovo decreto. Ma ecco i suoi punti principali.
Leggi anche: “Nel decreto c’è la ‘salva Casaleggio’”. Sgamata la mossa choc dei 5 Stelle

Tolleranze

Le tolleranze sono di due tipi: costruttive e esecutive. Sono considerate tolleranze costruttive gli interventi, realizzati entro il 24 maggio 2024. Restano del 2% per una superficie superiore a 500 metri quadri, passano al 3% per una superficie tra i 300 e 500 metri quadri, al 4% per una superficie tra i 100 e 300 metri quadri e al 5% sotto i 100 metri quadri. Mentre sono considerate tolleranze esecutive le irregolarità geometriche, le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità, la diversa collocazione di impianti e opere interne.

Vetrate in edilizia libera

Le vetrate panoramiche amovibili (le cosiddette Vepa) e anche i porticati rientranti all’interno dell’edificio, sono da oggi considerati in edilizia libera. Insomma, si tratta di tutte le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende, anche a pergola, addossate o annesse agli immobili, purché non determino spazi stabilmente chiusi.

Accertamento di conformità

Fino all’entrata in vigore del decreto salva casa, l’accertamento di conformità poteva essere chiesto solo quando veniva dimostrata la ‘doppia conformità’. Da oggi invece quest’ultima è richiesta soltanto nei casi più gravi. Inoltre, il cosiddetto ‘silenzio rigetto’ viene sostituito dal ‘silenzio assenso’. Cioè, se l’amministrazione non risponde entro determinati termini, l’istanza si considera accettata. Ad esempio, se il permesso è in sanatoria devono rispondere in 45 giorni; per la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), invece, devono rispondere entro 30 giorni.

Con il decreto salva casa, inoltre, per dimostrare lo stato legittimo sarà sufficiente presentare il titolo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria. Infine, viene semplificato il cambio di destinazione d’uso di singole unità immobiliari.

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Mooney, multa salatissima dell’Antitrust: “Troppe scorrettezze” https://www.business.it/mooney-multa-salatissima-dellantitrust-troppe-scorrettezze/ Thu, 30 May 2024 14:04:24 +0000 https://www.business.it/?p=138425 Prima lo stop della Banca d’Italia all’emissione di nuove carte prepagate, in attesa di completare le verifiche di antiriciclaggio. Ora una multa dell’Antitrust per il mancato “efficace e tempestivo controllo” sull’uso corretto delle carte emesse a suo nome, che ha consentito a terzi di spillare soldi indebitamente ad alcuni piccoli imprenditori. Costo della mancanza: 2,5 milioni. Non… Leggi tutto »Mooney, multa salatissima dell’Antitrust: “Troppe scorrettezze”

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Prima lo stop della Banca d’Italia all’emissione di nuove carte prepagate, in attesa di completare le verifiche di antiriciclaggio. Ora una multa dell’Antitrust per il mancato “efficace e tempestivo controllo” sull’uso corretto delle carte emesse a suo nome, che ha consentito a terzi di spillare soldi indebitamente ad alcuni piccoli imprenditori. Costo della mancanza: 2,5 milioni. Non è un buon periodo per le società Mooney S.p.A. e la capogruppo Mooney Group S.p.A.

Mooney S.p.A. e la capogruppo Mooney Group S.p.A. sono state accusate di aver omesso un efficace e tempestivo controllo sul rilascio e sull’uso delle proprie carte, facilitando così pratiche commerciali scorrette. In particolare, queste pratiche includevano richieste di pagamento ingannevoli che sembravano provenire dalle Camere di Commercio. Mooney S.p.A. non ha effettuato le necessarie verifiche per identificare e correggere le carenze informative e gestionali nelle procedure di blocco e sblocco delle carte, aggravando ulteriormente la situazione.

Le indagini sono iniziate dopo che l’Autorità ha ricevuto numerose segnalazioni dalle microimprese coinvolte, che indicavano l’uso frequente delle carte prepagate Mooney per richieste di pagamento ingannevoli. Durante il procedimento, è stato accertato che Mooney S.p.A., “nonostante fosse venuta a conoscenza del ricorrente utilizzo delle proprie carte per questi scopi illeciti, ha omesso di adottare tempestive iniziative per fronteggiare il fenomeno”.
Leggi anche: Google Cloud cancella per errore fondo pensione da miliardi di dollari. Ecco perché siamo tutti a rischio…

La replica di Mooney

È arrivata ben presto la replica della società. “Le società Mooney S.p.A. e Mooney Group S.p.A. hanno preso atto delle contestazioni” si legge nella nota e “si riservano di valutare le argomentazioni su cui il provvedimento è fondato, che non sembrerebbero riflettere adeguatamente il business della società, e impugnare lo stesso dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.​ Mooney ha inoltre sottolineato il suo impegno “per operare nel rispetto e a tutela dei propri clienti per garantire loro prodotti e servizi sicuri, di facile utilizzo e reperibili in modo capillare su tutto il territorio nazionale, garantendo informazioni complete, in linea con quanto previsto nei termini e condizioni d’uso dei propri prodotti”.

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Google Cloud cancella per errore fondo pensione da miliardi di dollari. Ecco perché siamo tutti a rischio… https://www.business.it/google-cloud-cancella-per-errore-fondo-pensione-da-miliardi-di-dollari-ecco-perche-siamo-tutti-a-rischio/ Wed, 29 May 2024 07:43:04 +0000 https://www.business.it/?p=138347 L’errore, per usare un eufemismo, qui da noi e sui nostri giornali è passato sotto silenzio o quasi. Ma le sue implicazioni potenziali sono enormi. Perché riguardano un sistema informatico che gestisce 600 fra le prime 1.000 aziende al mondo. E perché ancora una volta fa capire quali sarebbero le conseguenze se tutto il nostro… Leggi tutto »Google Cloud cancella per errore fondo pensione da miliardi di dollari. Ecco perché siamo tutti a rischio…

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L’errore, per usare un eufemismo, qui da noi e sui nostri giornali è passato sotto silenzio o quasi. Ma le sue implicazioni potenziali sono enormi. Perché riguardano un sistema informatico che gestisce 600 fra le prime 1.000 aziende al mondo. E perché ancora una volta fa capire quali sarebbero le conseguenze se tutto il nostro denaro diventasse virtuale e fosse controllato da enti informatici. Potrebbe accadere ciò che è successo a inizio Maggio in Australia. Cioè che per un problema del programma, il conto di un fondo pensionistico venga accidentalmente cancellato dalla faccia della Terra. Stiamo parlando di UniSuper, un fondo che, per capirci, ha un valore di portafoglio complessivo di 125 miliardi di Dollari. Sì, proprio così: centoventicinque miliardi. E non pensate che si sia trattato di un errore da poco e subito corretto: perché il mezzo milione di membri di UniSuper non ha avuto accesso al suo denaro per un’intera settimana. E se in seguito il conto è stato ripristinato, è solo perché il fondo aveva un account di backup, cioè di salvataggio, su un altro provider di Cloud. (continua dopo la foto)
Leggi anche: “Google ci ha ingannati (e spiati di nascosto)!” Multa miliardaria in arrivo: “Ecco quali programmi non usare”

Il CEO di Google Cloud Thomas Kurian si è affrettato a rassicurare i clienti con un comunicato congiunto con il CEO di UniSuper. “Questo è un evento isolato e unico nel suo genere, che non si è mai verificato prima a livello globale”, hanno scritto i manager. “Non sarebbe dovuto succedere. Google Cloud ha identificato gli eventi che hanno portato a questa interruzione e ha adottato misure per garantire che non accada di nuovo”. Resta il fatto che 500.000 persone non hanno potuto accedere al loro denaro per 7 giorni. E che questo evento è significativo di un altro possibile problema: immaginate se un Governo o un’ente economico decidesse di staccare la spina e di isolare i cittadini, o gruppi di cittadini in particolare, rendendo irreperibile il denaro di ciascuno di noi. Sarebbe la forma di controllo più assoluta e pericolosa per le nostre vite e per la nostra libertà. D’altronde qualcosa di simile è avvenuto in Canada, quando durante la Pandemia del Covid-19 il Premier Trudeau ha fatto bloccare i conti dei camionisti ribelli.

Trudeau in seguito è finito sotto processo per il suo operato, grazie all’integrità di un singolo giudice peraltro. Ma il problema rimane. Anche perché la possibilità di interruzioni o problemi peggiori preoccupa non poco le aziende che, sempre più numerose, spostano i loro dati verso i fornitori di software cloud. Quasi mezzo milione di aziende in tutto il mondo usano Google Cloud come piattaforma “as-a-service”. I nomi noti si sprecano. Da Volkswagen a, curiosamente, Royal Bank of Canada. E la National Security Agency americana ha firmato un accordo da 10 miliardi di dollari con Amazon per spostare i suoi dati di sorveglianza sul cloud dell’azienda. Mentre il Pentagono ha contratti per 9 miliardi di dollari con Microsoft, Google, Oracle e Amazon per i servizi di cloud computing. Non si può fare a meno di domandarsi cosa succederebbe se una così enorme quantità di dati, di denaro e di informazioni private finisse nel mirino di qualche gruppo hacker a servizio, per fare un esempio, di uno “Stato canaglia”. E le risposte possibili non sono per nulla rassicuranti.

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Eurispes: più della metà degli italiani ha difficoltà ad arrivare a fine mese https://www.business.it/eurispes-rapporto-italia-2024/ Fri, 24 May 2024 11:29:54 +0000 https://www.business.it/?p=138200 Quella condotta dall’Eurispes è un’indagine che mette davvero i brividi. Secondo il Rapporto Italia 2024 appena pubblicato, infatti, più della metà della popolazione italiana arriva a fine mese con difficoltà. A pesare in particolar modo per il 57,4% dei cittadini italiani sono le bollette, l’affitto di casa o le rate del mutuo.Leggi anche: Tasse e inflazione, italiani sempre… Leggi tutto »Eurispes: più della metà degli italiani ha difficoltà ad arrivare a fine mese

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Eurispes Rapporto Italia 2024

Quella condotta dall’Eurispes è un’indagine che mette davvero i brividi. Secondo il Rapporto Italia 2024 appena pubblicato, infatti, più della metà della popolazione italiana arriva a fine mese con difficoltà. A pesare in particolar modo per il 57,4% dei cittadini italiani sono le bollette, l’affitto di casa o le rate del mutuo.
Leggi anche: Tasse e inflazione, italiani sempre più poveri

Per riuscire a far quadrare i conti a fine mese, dunque, moltissimi italiani sono costretti a chiedere aiuto alla famiglia di origine (nel 32,1% dei casi, soprattutto i genitori anziani) o a ricorrere all’acquisto di beni a rate (42,7%). Il 28,3% rinuncia addirittura a cure, interventi dentistici o controlli medici.
Leggi anche: I poveri? Mangiano meglio dei ricchi! L’ultima di Lollobrigida

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Incentivi auto 2024: possibile ottenere fino a 13.500 euro di sconto https://www.business.it/incentivi-auto-2024-sconto/ Fri, 24 May 2024 07:20:39 +0000 https://www.business.it/?p=138192 Il governo Meloni ha deciso di dare via libera anche quest’anno agli incentivi per cambiare auto, moto e veicoli commerciali. Si tratta dei cosiddetti ecobonus. Il decreto (un Dpcm) è atteso per sabato 25 maggio in Gazzetta ufficiale. Anche se non sono esclusi imprevisti dell’ultimo momento. Ma vediamo a quanto ammontano e come è possibile ottenere gli incentivi… Leggi tutto »Incentivi auto 2024: possibile ottenere fino a 13.500 euro di sconto

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incentivi auto 2024 sconto

Il governo Meloni ha deciso di dare via libera anche quest’anno agli incentivi per cambiare auto, moto e veicoli commerciali. Si tratta dei cosiddetti ecobonus. Il decreto (un Dpcm) è atteso per sabato 25 maggio in Gazzetta ufficiale. Anche se non sono esclusi imprevisti dell’ultimo momento. Ma vediamo a quanto ammontano e come è possibile ottenere gli incentivi per la rottamazione.
Leggi anche: Superbonus, il decreto è legge: via libera della Camera. Tutte le novità

Come funzionano gli incentivi 2024

Fino al 31 dicembre 2024, sarà possibile ottenere una cifra che può arrivare fino a 13.500 euro nel caso delle auto elettriche, a patto che l’acquirente abbia un Isee inferiore ai 30mila euro. In pratica, gli acquisti di veicoli che saranno fatti dalla prossima settimana in poi, anche in leasing, potranno rientrare tra quelli che le concessionarie caricheranno sulla piattaforma informatica di prenotazione che viene gestita da Invitalia. Sarà poi compito proprio dei concessionari espletare tutti i passaggi necessari, come inserire i dati e avere una ricevuta di registrazione della prenotazione. In pratica, il concessionario riconosce il contributo all’acquirente come sconto.

Il decreto in uscita mette a disposizione 950 milioni di euroSenza rottamazione, per le auto è a disposizione un bonus di 6mila euro nella fascia 0-20, di 4mila nella 21-60, mentre non c’è bonus nella terza categoria di emissioni. Se si procede invece con la rottamazione di un Euro 4, si otterranno 9mila euro nella fascia 0-20, 5.500 nella 21-60 e 1.500 nella 61-135. Chi rottama un Euro 3 avrà 10mila euro, 6mila e 2mila euro. Chi rottama un Euro 0, 1 o 2, 11mila euro, 8mila e 3mila euro.

Come ottenere fino a 13.500 euro di sconto

Viene anche confermata una soglia di prezzo massimo del modello acquistabile, Iva esclusa, fissata a 35mila euro nelle fasce di emissione 0-20 e 61-135 e a 45mila euro in quella intermedia 21-60. Nelle prime due fasce di emissione, la maggiorazione del 25% scatta per singoli componenti di un nucleo familiare, se l’Isee è sotto 30mila euro. In questo modo si può arrivare quindi fino a 13.500 euro per le auto elettriche, che rappresenta il massimo incentivo ottenibile.

Per quanto riguarda invece moto, scooter, tricicli e quadricicli elettrici, il bonus è del 30% fino a 3mila euro. Sale al 40% (fino a 4mila euro) se si rottama un veicolo da Euro 0 a Euro 3. Per i modelli non elettrici, fino a Euro 5, lo sconto è del 40% fino a 2.500 euro se il venditore pratica una riduzione aggiuntiva di almeno il 5% e se viene rottamato un veicolo da Euro 0 a Euro 3. Infine, punto molto importante, per ogni categoria interessata dagli incentivi, il veicolo consegnato per la rottamazione deve essere intestato da almeno 12 mesi al soggetto intestatario del nuovo veicolo o a uno dei familiari conviventi.
Leggi anche: Stipendio, bonus 2 giugno in busta paga: come funziona e a quanto ammonta

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Superbonus, il decreto è legge: via libera della Camera. Tutte le novità https://www.business.it/superbonus-il-decreto-e-legge-via-libera-della-camera-tutte-le-novita/ Thu, 23 May 2024 11:41:18 +0000 https://www.business.it/?p=138178 Il decreto con l’ultima stretta sul Superbonus ottiene il via libero definitivo alla Camera e diventa legge. I deputati si sono espressi con 150 voti favorevoli e 109 voti contrari. Il provvedimento, sul quale alla vigilia il governo aveva incassato fiducia, diventa legge in seconda lettura dopo essere stato approvato a Montecitorio, senza modifiche rispetto… Leggi tutto »Superbonus, il decreto è legge: via libera della Camera. Tutte le novità

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Il decreto con l’ultima stretta sul Superbonus ottiene il via libero definitivo alla Camera e diventa legge. I deputati si sono espressi con 150 voti favorevoli e 109 voti contrari. Il provvedimento, sul quale alla vigilia il governo aveva incassato fiducia, diventa legge in seconda lettura dopo essere stato approvato a Montecitorio, senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato.
Leggi anche: Superbonus va alla Camera, ok alla stretta in Senato
Leggi anche: Incentivi auto 2024: possibile ottenere fino a 13.500 euro di sconto

Lo Spalma-detrazioni

La principale innovazione voluta da Giorgetti è stata il cosiddetto “Spalma-detrazioni”: da quattro anni si sale a dieci di periodo in cui ripartire le detrazioni per le spese legate ai bonus edilizi sostenute dal gennaio 2024 (con effetto, quindi, retroattivo). Con esso, è arrivato anche lo stop da gennaio 2025 alla compensazione per banche e assicurazioni dei crediti da bonus edilizi con i contributi Inps e Inail. Un punto, questo, criticatissimo dall’Abi: l”associazione delle banche lamenta che – essendo stato ridotto l’ambito di compensazione, riporta Repubblica – gli istituti “dovranno assolutamente fermarsi” nel comprare i crediti del Superbonus e, “se costretti, i maggiori acquirenti dei crediti si fermano, bisogna trovare delle forme diverse per animare il mercato, perché altrimenti imprese, condomini e famiglie si possono trovare inguaiati, in situazioni che li portano in default”. Tra le modifiche parlamentari, anche la possibilità affidata ai Comuni di effettuare controlli anti-frode nell’applicazione delle agevolazioni fiscali edilizie (trattenendo fino al 50% di quanto recuperato). 
Leggi anche: Bonus di Sostegno al Reddito per i lavoratori disoccupati: cos’è e come fare domanda per ottenerlo

Viene poi esclusa l’applicabilità della ‘rimessione in bonis’ rispetto al termine del 4 aprile scorso relativo all’obbligo di comunicazione all’agenzia delle entrate. Così come non potranno ricorrere alla compensazione dei crediti edilizi i contribuenti destinatari di ruoli esecutivi. Resta tuttavia confermata ‘applicazione di questa misura nelle aree terremotate.

Frizioni sulla sugar tax

Il decreto non si è occupato solo di Superbonus: dal governo è infatti arrivato lo slittamento dell’entrata in vigore della plastic tax, prorogata dal 1° luglio 2024 al 1 luglio 2026; mentre sulla Sugar tax si è consumata un’altra frizion

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Mutui a tasso Euribor, la Cassazione gela i consumatori https://www.business.it/mutui-a-tasso-euribor-la-cassazione-gela-i-consumatori/ Wed, 22 May 2024 09:36:25 +0000 https://www.business.it/?p=138126 Mutui a tasso Euribor, la Cassazione gela i consumatori. Ribaltata la sentenza dell'Antitrust europea.

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Tasso Euribor manipolato per i mutui: una nuova sentenza della Cassazione gela i consumatori. Dopo la concessione di un rimborso parziale degli interessi, ammessa pochi mesi fa, la Corte impone una serie di oneri in più ai risparmiatori. La sentenza cambia in negativo il panorama del caso Euribor. Ne potrebbero fare le spese i risparmiatori con cause pendenti che stanno tentando di farsi restituire migliaia di euro di interessi non dovuti. Mutui e finanziamenti accesi tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008.
Leggi anche: Bonus 2 giugno: a quanto ammonta e come ottenerlo

La sanzione dell’Antitrust

L’Antitrust europeo aveva già sanzionato quattro grandi banche europee nel 2023. Si tratta di Barclays, Deutsche Bank, Société Générale e il gruppo Royal Bank of Scotland. I gruppi avevano costruito un cartello finalizzato a manipolare il tasso Euribor, alterando così in modo illecito il mercato dei prestiti a tasso variabile. Dopo questa decisione scorso la Cassazione aveva stabilito che il rimborso degli interessi ingiustamente applicati lo si poteva chiedere a tutte le banche, non solo quelle quattro che avevano organizzato il cartello. Secondo alcuni calcoli, basati su precedenti sentenze e consulenze tecniche d’ufficio, i consumatori potevano ottenere la restituzione di 7000 euro ogni 100mila di prestito.

La sentenza della Cassazione

Di ben altro tono è la sentenza 12007/2024 pubblicata il 3 maggio scorso. In cui la Cassazione, pur confermando in linea teorica il diritto al rimborso parziale degli interessi, impone ai clienti delle banche di dimostrare diversi fatti. Se la banca non faceva parte del cartello, bisognerà dimostrare che l’istituto fosse a conoscenza di quegli accordi illegittimi.

Le modalità: la strada, secondo l’avvocato Smeralda Cappetti, una delle legali di Aduc, è quella di “presumere che la banca non potesse non sapere. Ricostruendo a valle i contratti, infatti, è possibile mostrare che le banche, pur non avendo preso parte all’intesa, hanno riprodotto lo stesso schema, di fatto partecipando alla manipolazione del tasso, perché hanno continuato a farlo anche dopo il pronunciamento Antitrust”.

Secondo Cappetti la sentenza “era nell’aria, perché negli ultimi mesi, quando chiedevamo alle banche di restituire le somme, queste ce lo negavano sostenendo di non aver mai preso parte al cartello dell’Euribor” tuttavia “non chiude ai risarcimenti, chiede requisiti più stringenti gravando il cliente di un onere che prima non c’era”.

Le ipotesi più costruttive

È ottimista sul buon esito delle cause è anche Monica Mandico, avvocata ed esperta di diritto bancario: “Non c’è alcun conflitto con la precedente sentenza. Certo, il consumatore viene gravato di onere che prima non c’era, tuttavia chi segue la vicenda da anni ha già la documentazione necessaria per provare la manipolazione dell’Euribor”, conclude l’avvocata, preferendo però non specificare nel dettaglio in che modo.

Di segno opposto la lettura di Antonio Pinto, avvocato di Confconsumatori, secondo il quale “alla luce di questa sentenza purtroppo non vale neanche la pena avviare una causa, il cui esito diventa così un vero terno al lotto”. I giudici di Roma hanno “svuotato di ogni efficacia la precedente sentenza”, continua, e il riferimento è alla quartultima pagina della sentenza, dove si stabilisce che, per ottenere il rimborso, si debbano provare tre cose”.

“Che la manipolazione delle banche sanzionate dall’Antitrust europeo abbia alterato effettivamente l’Euribor. Se, per quale tempo e in quale misura quell’alterazione abbia inciso in modo significativo sul tasso d’interesse applicato dal contratto in questione. Quali siano le conseguenze di una eventuale nullità delle clausole del contratto sul “complessivo assetto negoziale” e sulla possibilità che venga applicato il tasso minimo di legge”.

“Le tre verifiche che vengono chieste al consumatore sono impossibili da fare. Soprattutto il secondo punto, poi, fa pensare che se anche riuscissimo a dimostrare l’impatto della manipolazione del tasso sul contratto, se questo non fosse considerato “significativo” dal giudice, si andrebbe comunque a perdere”. La nuova sentenza, aggiunge Pinto, impatta anche sulle cause già iniziate nei mesi scorsi.

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Concorso Inps, oltre 500 posti a tempo indeterminato: chi può partecipare https://www.business.it/concorso-inps-oltre-500-posti-a-tempo-indeterminato-chi-puo-partecipare/ Wed, 22 May 2024 08:04:46 +0000 https://www.business.it/?p=138117 Arriva il concorso Inps: 585 posti a tempo indeterminato. Tutto quello che c'è da sapere

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Concorso Inps, atteso il bando per 585 posti a tempo indeterminato destinato ai diplomati. Tutti i requisiti per le nuove assunzioni a tempo indeterminato all’Inps. Il concorso sarà rivolto ai diplomati e fa riferimento alla categoria B, quella degli assistenti. Lo stipendio mensile varierà tra i 1.700 e i 1.900 euro.
Leggi anche: Stipendio, bonus 2 giugno in busta paga: come funziona e a quanto ammonta

Attesa per il nuovo bando Inps

Si attende da mesi, e sarebbe imminente, il concorso Inps per 585 posti con contratti a tempo indeterminato. Il concorso è riservato ai diplomati. I vincitori saranno assunti in area B e la procedura sarà bandita entro l’anno. I 585 posti da assistente saranno suddivisi per regione e per tre profili: assistenti ai servizi, assistenti tecnici e assistenti informatici.

I profili lavorativi ricercati

I profili previsti sono tre. Gli assistenti ai servizi, assistenti tecnici e assistenti informatici. In particolare, gli assistenti ai servizi sono il gruppo più numeroso, con 498 posti, e si occupano di attività amministrative, gestionali e di supporto. Gli assistenti tecnici, con 25 posti, svolgono compiti tecnici, di manutenzione e di sicurezza. Gli assistenti informatici, con 62 posti, si dedicano a compiti informatici, di sviluppo e di assistenza.

Quando sarà pubblicato il bando

Il bando era atteso già nel 2023, ma è slittato. Dovrebbe essere bandito entro l’anno in corso. Al momento però non è uscita ancora alcuna comunicazione ufficiale che indica il periodo di uscita. Per accedere alla concorso, come titolo di studio è sufficiente il diploma di scuola secondaria di secondo grado. La laurea darà diritto a un punteggio aggiuntivo. Non ci sono limiti di età o altre soglie di sbarramento, basta essere maggiorenni.

Come fare domanda per partecipare al concorso


La domanda di partecipazione al concorso Inps andrà presentata attraverso la piattaforma inPA, ovvero il nuovo portale per il reclutamento nella Pubblica Amministrazione, secondo le nuove regole per i concorsi pubblici. Per presentarla occorrerà possedere le credenziali SPID, CIE o CNS, necessarie per accedere sulla piattaforma.

Le possibile prove per il concorso Inps

La selezione avverrà per titoli ed esami. Ipotizzabile una prima prova preselettiva. Dunque, quiz a risposta multipla con test attitudinali e di logica, lingua inglese, competenze informatiche, cultura generale. Una o anche più prove scritte, su materie giuridiche ed economiche come elementi di diritto amministrativo ed elementi di diritto del lavoro. Una prova orale sulle materie elencate.

A quanto ammonta lo stipendio

Il personale di categoria B Inps percepisce uno stipendio mensile di circa 1.700 / 1.900 euro. La retribuzione tabellare annua prevede annualmente: B1 – 19.951,14 euro; B2 – 21.217,62 euro; B3 – 22.530,57 euro. A ciò vanno aggiunte la tredicesima e tutte le indennità spettanti.

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Stipendio, bonus 2 giugno in busta paga: come funziona e a quanto ammonta https://www.business.it/stipendio-bonus-2-giugno-in-busta-paga-come-funziona-e-a-quanto-ammonta/ Wed, 22 May 2024 06:41:35 +0000 https://www.business.it/?p=138110 Come funziona il bonus 2 giugno. Il 2 giugno è la Festa della Repubblica, sarebbe dunque un giorno festivo, ma quest’anno cadrà di domenica. Una legge del 1949 permette il corrispettivo in busta paga di questa giornata come giorno di riposo non goduto. In quanto festività non goduta, ci saranno comunque delle tutele per i… Leggi tutto »Stipendio, bonus 2 giugno in busta paga: come funziona e a quanto ammonta

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Come funziona il bonus 2 giugno. Il 2 giugno è la Festa della Repubblica, sarebbe dunque un giorno festivo, ma quest’anno cadrà di domenica. Una legge del 1949 permette il corrispettivo in busta paga di questa giornata come giorno di riposo non goduto. In quanto festività non goduta, ci saranno comunque delle tutele per i lavoratori. Il giorno festivo verrà considerato come una giornata lavorata e questo comporterà una conseguente maggiorazione dello stipendio.
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La normativa italiana

Secondo l’ordinamento italiano, in particolare l’articolo 5, comma 3, della legge n. 260 del 1949, quando una festività cade di domenica, ai lavoratori è dovuta un’ulteriore retribuzione. La norma stabilisce che “Qualora la festività ricorra nel giorno di domenica, spetterà ai lavoratori stessi, oltre la normale retribuzione globale di fatto giornaliera, compreso ogni elemento accessorio, anche una ulteriore retribuzione corrispondente all’aliquota giornaliera.” Il bonus 2 giugno dunque può essere applicato.
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Il trattamento economico aggiuntivo

La busta paga dei lavoratori dipendenti includerà un trattamento economico aggiuntivo. Questo giorno sarà considerato come lavorato, comportando un trattamento economico aggiuntivo. L‘importo varia in base al tipo di stipendio.

Nel caso degli impiegati e degli operai retribuiti con stipendio fisso, spetta un importo aggiuntivo pari a quanto percepito per un giorno di lavoro. Nel dettaglio, si prende 1/26 della retribuzione lorda: con uno stipendio di 2.000 euro, il bonus sarà di circa 77 euro lordi, mentre con uno stipendio di 2.500 euro, il bonus sarà di circa 96 euro lordi.

Per gli operai retribuiti in misura oraria, invece, viene riconosciuto un importo pari al compenso orario moltiplicato per le ore abituali di lavoro. Ad esempio, un lavoratore che lavora 7 ore al giorno con un compenso di 10 euro l’ora riceverà un bonus di 70 euro.

L’entità della maggiorazione per chi lavora di domenica

Molti negozi, bar e ristoranti saranno aperti il 2 giugno, pertanto numerosi lavoratori saranno di servizio durante questa festività. In questo caso, la legge prevede che oltre alla normale retribuzione, i lavoratori abbiano diritto a una maggiorazione, variabile a seconda dei settori. Per determinare l’importo esatto, è necessario fare riferimento al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) specifico.

Nel caso del Ccnl Commercio, uno dei più applicati, i lavoratori che prestano servizio durante una giornata festiva come domenica 2 giugno, hanno diritto a una maggiorazione del 30% della normale retribuzione. Nel Ccnl Multiservizi, che riguarda i lavoratori delle pulizie, la maggiorazione è pari al 50%. Meno vantaggioso è il settore della ristorazione collettiva, commerciale e turismo, dove la maggiorazione è solo del 20%.

Non è prevista una doppia maggiorazione per il festivo che cade di domenica. Chi lavora domenica 2 giugno avrà diritto a un solo bonus in busta paga, anche se alcuni Ccnl possono disciplinare diversamente. Per scoprire l’importo esatto spettante in busta paga, i lavoratori devono controllare il proprio Ccnl e verificare le disposizioni sul lavoro festivo e la relativa maggiorazione.

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Torna il Redditometro. Il fisco potrà controllare le spese incoerenti a partire dal 2016 https://www.business.it/torna-il-redditometro-il-fisco-potra-controllare-le-spese-incoerenti-a-partire-dal-2016/ Tue, 21 May 2024 14:45:37 +0000 https://www.business.it/?p=138078 Torna il redditometro e il fisco mette sotto la lente le capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi: dalle spese per l’auto a quelle per la casa, dal costo delle utenze a quelle per il possesso di barche. Scatta di nuovo il possibile utilizzo del redditometro, uno strumento che il fisco utilizza… Leggi tutto »Torna il Redditometro. Il fisco potrà controllare le spese incoerenti a partire dal 2016

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Torna il redditometro e il fisco mette sotto la lente le capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi: dalle spese per l’auto a quelle per la casa, dal costo delle utenze a quelle per il possesso di barche. Scatta di nuovo il possibile utilizzo del redditometro, uno strumento che il fisco utilizza per risalire al reddito presunto dei contribuenti-persone fisiche. Era stato sospeso nel 2018 e il decreto che lo riattiva a partire dai redditi 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato da vice ministro all’Economia, Maurizio Leo.
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I redditi dei contribuenti saranno esaminati secondo diverse tipologie: il decreto indica ad esempio 11 tipologie per i nuclei familiari e 5 diverse aree del Paese. Vengono inoltre prese in considerazione le quote di risparmio che si sono accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute così come risultano dall’Anagrafe tributaria. “Le spese, distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente, – spiega il testo – sono desunte dall’indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni significativi di contribuenti appartenenti a undici tipologie di nuclei familiari, distribuite nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale”. Si considerano “sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico”. Viceversa: “non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa”.
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Casa, finestre, tramezzi: ecco il perdono retroattivo, cosa viene perdonato (e cosa no) https://www.business.it/perdono-retroattivo-salvini-tolleranza-sanatoria/ Tue, 21 May 2024 06:47:22 +0000 https://www.business.it/?p=138058 In arrivo le nuove norme che qualcuno ha già ribattezzato “perdono edilizio” di Matteo Salvini. Insomma, una sanatoria. Il cosiddetto decreto ‘Salva-casa’ è atteso venerdì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Ma cosa cambierà in concreto? Non si potrà allargare il balcone ad esempio, ma spostare un tramezzo dentro casa sì. I pilastri e le solette tirati su senza un… Leggi tutto »Casa, finestre, tramezzi: ecco il perdono retroattivo, cosa viene perdonato (e cosa no)

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perdono retroattivo Salvini tolleranza

In arrivo le nuove norme che qualcuno ha già ribattezzato “perdono edilizio” di Matteo Salvini. Insomma, una sanatoria. Il cosiddetto decreto ‘Salva-casa’ è atteso venerdì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Ma cosa cambierà in concreto? Non si potrà allargare il balcone ad esempio, ma spostare un tramezzo dentro casa sì. I pilastri e le solette tirati su senza un permesso edilizio saranno esclusi, mentre si potrà allargare di qualche centimetro la facciata esterna della casa.
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I lavori consentiti dentro casa

Il decreto ‘Salva-casa’ è “alle limature finali”, spiegano dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato dal leder leghista. Gli interventi strutturali come i pilastri e le solette, ma anche le murature portanti delle vecchie abitazioni, resteranno abusivi se realizzati senza un regolare permesso. La cosiddetta ‘tolleranza costruttiva’ sarà invece consentita per spostare un tramezzo interno o per costruire una parete in cartongesso. Insomma, sarà possibile costruire tutto ciò che non ha una funzione portante all’interno dell’abitazione.

Balconi e tende

Niente sanatoria invece per il balcone che è stato già allargato, aumentando così la parte strutturale dell’abitazione. Sarà al contrario tollerata ad esempio una finestra che risulti più ampia rispetto a quando è stata progettata. E anche un condominio potrà regolarizzare la propria posizione per le tende esposte all’esterno degli appartamenti che sono state montate senza un’autorizzazione del Comune.

Doppia conformità e sanzioni fiscali più leggere

Sarà inoltre possibile regolarizzare le cosiddette “piccole difformità”, eliminando l’obbligo vigente di rispettare le regole risalenti a quando l’immobile è stato costruito e quelle attuali per sanare gli abusi di lieve entità. Saranno eliminate anche le super multe che arrivano fino al 240% dell’ammontare dovuto. Al contribuente sarà chiesto non più del 120% delle somme dovute al Fisco in caso di dichiarazione fiscale omessa o infedele.
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Taxi, sciopero nazionale martedì 21 maggio: stop dalle 8 alle 22 https://www.business.it/taxi-sciopero-nazionale-martedi-21-maggio-stop-dalle-8-alle-22/ Mon, 20 May 2024 12:48:34 +0000 https://www.business.it/?p=138040 Non accennano a placarsi in tutta Italia le proteste dei taxi. Per la giornata di martedì 21 maggio i tassisti hanno confermato lo sciopero nazionale che consisterà in una astensione dal servizio dalle ore 8 fino alle 22. Per l’occasione è stata organizzata a Roma una manifestazione in piazza San Silvestro, dalle 11 alle 17.Leggi anche: Ecco quanto costa una… Leggi tutto »Taxi, sciopero nazionale martedì 21 maggio: stop dalle 8 alle 22

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taxi sciopero martedì 21 maggio

Non accennano a placarsi in tutta Italia le proteste dei taxi. Per la giornata di martedì 21 maggio i tassisti hanno confermato lo sciopero nazionale che consisterà in una astensione dal servizio dalle ore 8 fino alle 22. Per l’occasione è stata organizzata a Roma una manifestazione in piazza San Silvestro, dalle 11 alle 17.
Leggi anche: Ecco quanto costa una licenza per i taxi e perché la categoria si prepara alle barricate

Il comunicato delle sigle sindacali

“È fondamentale la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù degli algoritmi e delle multinazionali”, spiegano le sigle sindacali Fast-Confsal taxi, Satam, Tam, Usb-taxi, Unica-Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa-taxi, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani.
Leggi anche: Addio taxi e auto private. La rivoluzione partita dagli Usa che potrebbe presto riguardarci da vicino

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Dichiarazione 730 precompilata, dal 20 maggio il via alle modifiche: novità, rimborsi e pagamenti https://www.business.it/dichiarazione-redditi-2024-730-precompilato-novita/ Mon, 20 May 2024 08:13:20 +0000 https://www.business.it/?p=138025 Dal pomeriggio di lunedì 20 maggio sui apre ufficialmente il canale diretto con l’Agenzia delle Entrate per l’invio della dichiarazione dei redditi precompilata 2024, relativa al periodo d’imposta dello scorso anno. Il modello 730 precompilato, che si poteva già visionare dal 30 aprile scorso, da ora può essere dunque accettato, modificato o integrato rispetto alla versione messa… Leggi tutto »Dichiarazione 730 precompilata, dal 20 maggio il via alle modifiche: novità, rimborsi e pagamenti

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dichiarazione redditi 730 novità

Dal pomeriggio di lunedì 20 maggio sui apre ufficialmente il canale diretto con l’Agenzia delle Entrate per l’invio della dichiarazione dei redditi precompilata 2024, relativa al periodo d’imposta dello scorso anno. Il modello 730 precompilato, che si poteva già visionare dal 30 aprile scorso, da ora può essere dunque accettato, modificato o integrato rispetto alla versione messa a punto dall’amministrazione fiscale. Ad ogni modo, ci sarà tempo fino al 30 settembre per il ‘730’ o fino al 15 ottobre nel caso si utilizzi il modello ‘Redditi’.
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730 precompilato: tutte le novità

Quest’anno la dichiarazione dei redditi da precompilata diventa anche semplificata, senza più quadri, codici e righi, ma divisa in semplici sezioni, come ‘casa’ o ‘famiglia’. Resta sempre disponibile la modalità ordinaria utilizzata fino allo scorso anno, ma i contribuenti potranno optare anche per quella semplificata. Sull’interfaccia saranno presenti molti termini di uso comune come “casa e altre proprietà”, “famiglia”, “lavoro”, “altri redditi”, “spese sostenute”.

Inoltre il fisco ha pre-caricato quasi 1,3 miliardi di dati. La maggioranza dei quali sono spese sanitarie (oltre 1 miliardo di documenti fiscali), premi assicurativi (98 milioni di dati), certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (75 milioni), bonifici per ristrutturazioni (10 milioni), interessi sui mutui (9 milioni), spese scolastiche (oltre 8 milioni). Ma per quest’anno sono previste novità sulle informazioni relative ai rimborsi per il «bonus vista» (quasi 46.000), su quelle inviate dagli infermieri pediatrici e su quelle relativi agli abbonamenti al trasporto pubblico locale.

Rimborsi

A patire da quest’anno, poi, prima di inviare la dichiarazione si potrà selezionare la voce “nessun sostituto” per chiedere di ricevere direttamente dall’Agenzia l’eventuale rimborso, anche in presenza di un datore di lavoro o ente pensionistico tenuto a effettuare i conguagli. Questa opzione è valida anche se dalla dichiarazione emerge la presenza di un debito: in questo caso il contribuente che invia direttamente il modello potrà effettuare il pagamento tramite la stessa applicazione online. La procedura consente infatti di addebitare l’F24 sullo stesso Iban indicato per il rimborso.

Imprenditori e professionisti

Importanti novità anche per imprenditori e i professionisti che potranno consultare la dichiarazione precompilata contenente i redditi risultanti dalle certificazioni uniche di lavoro autonomo, da fabbricati e terreni, le spese detraibili e deducibili e quelle dei familiari. Inoltre sarà possibile completare e inviare il modello Redditi persone fisiche e aderire, a partire dal 15 giugno, al concordato preventivo.

Bisogna infine segnalare che, per visualizzare e scaricare la dichiarazione dei redditi, occorre accedere alla propria area riservata con Spid, Cie o Cns. È possibile delegare un familiare o una persona di fiducia direttamente dalla propria area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Oppure inviando una pec o formalizzando la richiesta presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia.
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Come ottenere un risarcimento per i danni causati dal maltempo: i consigli degli esperti https://www.business.it/come-ottenere-un-risarcimento-per-i-danni-causati-dal-maltempo-i-consigli-degli-esperti/ Fri, 17 May 2024 17:05:54 +0000 https://www.business.it/?p=137976 Le calamità naturali purtroppo sono eventualità nelle quali ciascuno deve prendere in considerazione la possibilità di incappare. Con i cambiamenti climatici sempre più accentuati la possibilità di subire danni all’auto o all’abitazione da piogge intense, grandinate improvvise, forti venti e altri fenomeni atmosferici. Non di rado si sentono notizie di edifici danneggiati dalla furia del vento, da… Leggi tutto »Come ottenere un risarcimento per i danni causati dal maltempo: i consigli degli esperti

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Le calamità naturali purtroppo sono eventualità nelle quali ciascuno deve prendere in considerazione la possibilità di incappare. Con i cambiamenti climatici sempre più accentuati la possibilità di subire danni all’auto o all’abitazione da piogge intense, grandinate improvvise, forti venti e altri fenomeni atmosferici. Non di rado si sentono notizie di edifici danneggiati dalla furia del vento, da auto schiacciate da alberi caduti, da vetture rimaste in panne per acquazzoni molto forti. Disastri come quelli che imperversano nel nord Italia in questi ultimi giorni e che hanno causato notevoli danni alla popolazione tra allagamenti, frane e trombe d’aria. Ma cosa si può fare in questi casi?

La prima cosa da valutare in questi sfortunati casi è verificare se si è coperti da una assicurazione sui rischi derivanti dalle catastrofi o eventi naturali. Come spiega Altroconsumo, si tratta di una garanzia che prevede la copertura per i danni causati da eventi atmosferici quali ad esempio grandine, tempeste, oggetti trasportati dal vento, alluvioni, smottamenti del terreno e slavine.

Per richiedere il rimborso assicurati di mettere in sicurezza i beni danneggiati in modo che i danni si aggravino o che producano pericolo per i terzi e di fornire all’assicurazione la maggiore quantità di documentazione possibile, comprese foto dei danni riportati e preventivi o fatture di spese sostenute per la protezione dei beni e il loro ripristino.

Come spiegano da Ania, in generale l’assicurazione contro i rischi da catastrofi è venduta come garanzia facoltativa nell’ambito delle polizze incendio o multirischi a protezione della casa o anche come garanzia accessoria alla Rc Auto per i veicoli. Sul mercato esistono però prodotti che coprono diversi rischi. Queste assicurazioni coprono i danni materiali e diretti alle cose assicurate che sono stati causati dall’alluvione, compresi quelli derivanti da incendio, all’esplosione o scoppio che sono diretta conseguenza dei suddetti eventi.

In generale nell’ambito di una copertura assicurativa per l’abitazione denominata “avversità atmosferiche” o “eventi naturali” sono compresi eventi naturali come eccesso di pioggia, vento forte, trombe d’aria, tempeste e grandine. Altroconsumo ricorda però che spesso ci sono dei sottomassimali per eventi specifici oltre a franchigie e scoperti e bisogna leggere bene le clausole.

Nel caso in cui si sia vittime di danni da maltempo, bisogna denunciare il fatto alla propria assicurazione nei tempi previsti dalla polizza. I tempi per la liquidazione sono variabili e legati alla possibilità di effettuare rapidamente la perizia. “In ogni caso è sempre opportuno fare delle foto subito dopo che si sono verificati i danni, in modo da poter documentare lo stato dei luoghi dopo che è cessato l’evento atmosferico” spiegano da Altroconsumo. In effetti oggi molti assicuratori, per quantificare i danni, ricorrono sempre di più a documentazione e materiale fotografico e video prodotti dall’assicurato.

Il consiglio di fare foto dei danni causati dal maltempo arriva anche da Luca Zaia il governatore della Regione Veneto, pesantemente colpita dal maltempo. “Ai cittadini diciamo di fare foto e video per testimoniare i danni. La documentazione è bene prepararla, saranno poi i comuni a fare dei dossier che saranno poi raccolti dalla Regione che poi li farà arrivare al Governo” ha spiegato. Uno degli aspetti da valutare per chi ha subito danni dal maltempo, infatti, è se è stato dichiarato lo stato di emergenza per il proprio territorio e se sono stati stanziati fondi, in questo caso infatti ci si deve rivolgere al proprio Comune per verificare se ci sono finanziamenti pubblici e se si ha diritto.

Chi è stato interessato da danni da maltempo “può inviare richiesta di risarcimento danni al proprio Comune e per conoscenza alla Regione di appartenenza.”. La responsabilità del Comune è sancita dal Codice Civile e si esclude solamente nel caso di catastrofi naturali di enorme gravità e non prevedibili.
Negli altri casi il cittadino può richiedere il risarcimento dei danni e delle spese per le sistemazione sostenute, per danni provocati da alluvioni, neve, ghiaccio e vento forte.

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Attenzione: nuova truffa Agenzia delle Entrate. Cosa vi può arrivare e cosa non dovete fare https://www.business.it/attenzione-nuova-truffa-agenzia-delle-entrate-cosa-vi-puo-arrivare-e-cosa-non-dovete-fare/ Fri, 17 May 2024 13:32:48 +0000 https://www.business.it/?p=137964 L’uso di Internet, cellulari, computer rappresenta un fertile terreno per i truffatori, che spesso sfruttano la scarsa dimestichezza (soprattutto da parte delle persone anziane) nell’uso degli strumenti tecnologici. Gli imbroglioni telematici riescono a attivare inganni sempre più difficili da capire a un primo sguardo, specie per chi è meno abituato a utilizzare la Rete. L’ultimo… Leggi tutto »Attenzione: nuova truffa Agenzia delle Entrate. Cosa vi può arrivare e cosa non dovete fare

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L’uso di Internet, cellulari, computer rappresenta un fertile terreno per i truffatori, che spesso sfruttano la scarsa dimestichezza (soprattutto da parte delle persone anziane) nell’uso degli strumenti tecnologici. Gli imbroglioni telematici riescono a attivare inganni sempre più difficili da capire a un primo sguardo, specie per chi è meno abituato a utilizzare la Rete. L’ultimo allarme arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate, che ha segnalato l’arrivo di mail a suo nome che offrono un fantomatico rimborso fiscale a chi le riceve. Questa truffa è particolarmente pericolosa in primo luogo perché le mail inviate riportano i loghi dell’Agenzia e del Governo, offrendo un’impressione di ufficialità. In secondo luogo perché, per l’appunto, offrono a chi le riceve un rimborso fiscale. Per l’esattezza, si tratterebbe di una cifra pari a 268,35 Euro. In cambio della “restituzione” di questo denaro, viene chiesto di richiedere il rimborso entro 5 giorni lavorativi. Ed è questo “limite temporale” che deve far scattare i più che giustificati sospetti. (continua dopo la foto)

Insieme alla mail, viene fornito un link che apparentemente dovrebbe portare a una pagina governativa dedicata ai rimborsi fiscali. Naturalmente è tutto falso. Per aiutare chi dovesse avere dei dubbi, questa è la lista delle operazioni che la mail vi chiederà di compiere:

  1. Seleziona l’opzione “richiedi rimborso fiscale”
  2. Compila accuratamente il modulo di richiesta fornendo tutte le informazioni
  3. Verifica attentamente i dettagli forniti per assicurarti che siano corretti
  4. Invia la tua richiesta entro 5 giorni lavorativi per garantire l’elaborazione del rimborso

Ovviamente, l’indicazione è di non fare nulla di ciò che vi viene richiesto. L’Agenzia delle Entrate non invia mail di questo tipo e non opera in questo modo in caso di rimborsi fiscali. Chi dovesse cliccare sul link, si troverebbe su un sito che pratica il cosiddetto phishing. Cioè, grazie all’ingenuità in buona fede di chi pensa di poter ricevere del denaro inaspettato, i truffatori carpiscono i dati sensibili dei cittadini e – se ci riescono – anche i numeri delle loro carte di credito. Perciò se vi capiterà di ricevere messaggi di questo genere da siti istituzionali, non rispondete. E se vi resta qualhe dubbio, rivolgetevi a un esperto che vi possa aiutare a evitare di essere imbrogliati e derubati.

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Nuovo concorso all’Agenzia delle Entrate: tempo indeterminato e stipendio da oltre 30mila euro https://www.business.it/nuovo-concorso-allagenzia-delle-entrate-tempo-indeterminato-e-stipendio-da-oltre-30mila-euro/ Fri, 17 May 2024 08:37:38 +0000 https://www.business.it/?p=137939 L’Agenzia delle Entrate cerca 80 nuovi funzionari per le risorse umane e ha indetto un concorso pubblico nell’ottica del potenziamento del personale e in vista di un futuro turnover. Stipendio lordo annuo: 30mila euro. Sono quindi aperte le candidature da Nord a Sud dell’Italia e per partecipare c’è tempo fino alle 23.59 del 14 giugno. Per chi… Leggi tutto »Nuovo concorso all’Agenzia delle Entrate: tempo indeterminato e stipendio da oltre 30mila euro

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L’Agenzia delle Entrate cerca 80 nuovi funzionari per le risorse umane e ha indetto un concorso pubblico nell’ottica del potenziamento del personale e in vista di un futuro turnover. Stipendio lordo annuo: 30mila euro. Sono quindi aperte le candidature da Nord a Sud dell’Italia e per partecipare c’è tempo fino alle 23.59 del 14 giugno. Per chi deve prepararsi è già disponibile il Manuale creato appositamente per questo concorso. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il lavoro da funzionario per le risorse umane e come ci si può preparare per il concorso.
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Il nuovo concorso dell’Agenzia delle Entrate

Alla procedura selettiva possono partecipare coloro che, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande, sono in possesso dei seguenti requisiti: a) laurea triennale (L) nelle seguenti classi di laurea o titolo equiparato: Scienze dei servizi giuridici (L-14); Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione (L-16); Scienze dell’economia e della gestione aziendale (L-18); Scienze dell’educazione e della formazione (L-19); Scienze e tecniche psicologiche (L-24); Scienze economiche (L-33); Scienze politiche e delle relazioni internazionali (L-36); Sociologia (L-40); oppure: – diploma di laurea in giurisprudenza, economia e commercio, psicologia, scienze dell’educazione, scienze della formazione primaria, scienze politiche, sociologia, conseguito secondo l’ordinamento di studi previgente al D.M. n. 509/99 o titolo equipollente per legge; oppure: – laurea specialistica o magistrale equiparata ai suddetti diplomi di laurea secondo quanto stabilito dal decreto interministeriale del 9 luglio 2009.

Chi può partecipare

Alla procedura selettiva possono partecipare anche coloro che sono in possesso di titolo di studio conseguito all’estero, o di titolo estero conseguito in Italia, riconosciuto equipollente ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi, secondo la vigente normativa, ad una delle lauree sopra indicate; possono partecipare altresì coloro per i quali la procedura per il riconoscimento della suddetta equipollenza sia in corso, purché dimostrino di aver presentato la relativa richiesta, ai sensi delle disposizioni vigenti in materia, entro il termine ultimo di presentazione della domanda di partecipazione al presente concorso; cittadinanza italiana; posizione regolare nei riguardi degli obblighi militari; godimento dei diritti politici e civili; idoneità fisica all’impiego.

Sono esclusi coloro che sono stati interdetti dai pubblici uffici, nonché coloro che sono stati destituiti o dispensati ovvero licenziati dall’impiego presso una pubblica amministrazione, ovvero sono stati dichiarati decaduti da un impiego statale a seguito dell’accertamento che l’impiego stesso è stato conseguito mediante la produzione di documenti falsi o viziati da invalidità non sanabili. L’Agenzia delle Entrate si riserva la facoltà, in ogni momento della procedura, di procedere, con atto motivato, all’esclusione dei candidati che abbiano riportato sentenze penali di condanna o provvedimenti equiparati ancorché non passati in giudicato o di patteggiamento, tenuto conto dei requisiti di condotta e di moralità necessari per svolgere le mansioni proprie dell’area funzionario, nonché del tipo e della gravità del reato commesso.

Come presentare le domande

Il candidato dovrà inviare la domanda di partecipazione al concorso esclusivamente per via telematica, autenticandosi con Spid/Cie/Cns/eIDAS, mediante la compilazione del format di candidatura sul Portale unico del reclutamento “inPa”, disponibile all’indirizzo internet https://www.inpa.gov.it/, previa registrazione sullo stesso Portale. 3.2 Per la partecipazione al concorso, il/la candidato/a deve essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) a lui intestato o di un domicilio digitale.

La registrazione, la compilazione e l’invio on line della domanda devono essere completati entro le ore 23.59 del trentesimo giorno successivo a quello della pubblicazione del bando. Tale termine è perentorio e la data di presentazione on line della domanda di partecipazione al concorso è certificata da apposita ricevuta scaricabile, al termine della procedura di invio, dal Portale “inPa”. Allo scadere del termine ultimo per la presentazione della domanda, non sarà più consentito l’invio della domanda di partecipazione. Ai fini della partecipazione al concorso, in caso di più invii, si terrà conto unicamente della domanda inviata cronologicamente per ultima, intendendosi le precedenti revocate e prive d’effetto. Non è ammessa altra forma di compilazione e di invio della domanda di partecipazione al concorso. Per la partecipazione al concorso deve essere effettuato, a pena di esclusione, il versamento della quota di partecipazione di 10 euro sulla base delle indicazioni riportate su Portale “inPa”. Il versamento della quota di partecipazione deve essere effettuato entro il termine di scadenza. Il contributo di ammissione sarà rimborsato in caso di partecipazione alla prova scritta.

Le prove scritta e orale e come prepararsi

La prova scritta consiste in una serie di quesiti a risposta multipla volti ad accertare la conoscenza delle seguenti materie che seguono: teoria dell’organizzazione e dei sistemi gestionali di risorse umane; sistemi di misurazione e valutazione della performance e del performance management; reclutamento, selezione, sviluppo del personale; progettazione, realizzazione e gestione di interventi formativi, inclusi i metodi e le tecniche di formazione; rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione; elementi di statistica. La prova è valutata in trentesimi. Sono ammessi alla prova orale i candidati che riportano il punteggio di almeno 21/30 e rientrano in graduatoria nel limite massimo di tre volte il numero dei posti per i quali concorrono. I candidati che si collocano a parità di punteggio nell’ultimo posto utile in graduatoria sono comunque ammessi alla prova orale. Prevista, poi, la prova orale per valutarne la preparazione professionale, le attitudini, le motivazioni anche con l’assistenza di personale esperto nella selezione del personale. Durante la prova orale si procede anche all’accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse e della lingua inglese.
Leggi anche: La truffa dell’email dell’Agenzia delle Entrate. L’allarme della polizia: “Non seguite le istruzioni”

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La classifica del miglior tonno in scatola all’olio di oliva secondo Gambero Rosso https://www.business.it/la-classifica-del-miglior-tonno-in-scatola-allolio-di-oliva-secondo-gambero-rosso/ Thu, 16 May 2024 17:28:58 +0000 https://www.business.it/?p=137926 Non tutte le varietà del tonno in scatola sono della stessa qualità. Certamente si tratta di uno degli alimenti più consumati dagli italiani e le marche in commercio sono tante. Bisogna stare attenti a quali si sceglie. Sempre presente nelle nostre dispense per ragioni di comodità e semplice e comodo da usare. Quando abbiamo fretta e non abbiamo avuto… Leggi tutto »La classifica del miglior tonno in scatola all’olio di oliva secondo Gambero Rosso

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Non tutte le varietà del tonno in scatola sono della stessa qualità. Certamente si tratta di uno degli alimenti più consumati dagli italiani e le marche in commercio sono tante. Bisogna stare attenti a quali si sceglie. Sempre presente nelle nostre dispense per ragioni di comodità e semplice e comodo da usare. Quando abbiamo fretta e non abbiamo avuto tempo di cucinare, basterà aprirla e versare il contenuto in una ciotola. Si può condire o meno con un filo di olio, sale, pepe nero e per chi piace qualche filetto di cipolla. Da solo o abbinato ad un altro ingrediente è molto utile per esempio per condire un piatto di pasta, per fare delle polpette o semplicemente per impreziosire un’insalatona.

A tentare di fare una classifica del miglior tonno in scatola all’olio di oliva ci ha provato Gambero rosso che ha messo in lista però solo tonno in lattina e in olio di oliva e preso in considerazione solo alcuni marchi più presenti e diffusi nei supermercati della grande distribuzione.

Tra i dieci marchi di tonno in scatola presi in considerazione, al primo posto si è piazzato Rio Mare premiato per  “un’estrema delicatezza ed eleganza nei sentori di pesce che prevale senza dubbi sulla nota oleosa” e per la sua consistenza. Al secondo posto Corsaro – Tonno a pinne gialle all’olio di oliva per “l’ottima consistenza e per il basso apporto salino”. In terza piazza invece Sardarelli – Tonno pinna gialla all’olio di oliva che nonostante “l’importante percentuale di olio”,  è valutato con “un profilo organolettico abbastanza equilibrato e delicato nei profumi”.

Al contrario, all’ultimo posto troviamo Mareblu – Tonno all’olio di oliva descritto come un prodotto “che al profilo olfattivo si esprime con sentori di albicocca e nespola matura e quasi a sovrastare le note della materia prima” e dal quale  “emerge poco il sapore del tonno”. Al penultimo posto Nostromo – Tonno pinne gialle all’olio di oliva a causa di “Un profilo olfattivo potente che al palato, però, si riflette su un morso dalla sensazione lievemente metallica e un finale delicatamente amaricante”. Ecco la classifica completa del miglior tonno in scatola all’olio di oliva secondo Gambero Rosso:

Rio Mare – Tonno all’olio di oliva
Corsaro – Tonno a pinne gialle all’olio di oliva
Sardarelli – Tonno pinna gialla all’olio di oliva
Angelo Parodi – Trancio di tonno in olio di oliva
As do Mar – Tonno trancio intero all’olio di oliva
Mare Aperto – Tonno, olio di oliva e un pizzico di sale
Callipo – Tonno all’olio di oliva
Consorcio – Tonno in olio di oliva
Nostromo – Tonno pinne gialle all’olio di oliva
Mareblu – Tonno all’olio di oliva

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Dubbi sulla sicurezza di curcuma e peperoncino: Hong Kong e Singapore bloccano l’import delle spezie indiane https://www.business.it/dubbi-sulla-sicurezza-di-curcuma-e-peperoncino-hong-kong-e-singapore-bloccano-limport-delle-spezie-indiane/ Thu, 16 May 2024 08:37:22 +0000 https://www.business.it/?p=137895 Hong Kong e Singapore bloccano l’import di curcuma e peperoncini dalle due principali aziende indiane del settore, Mdh ed Everest, che esportano in tutto il mondo. La causa è l’uso dell’ossido di etilene, pesticida cancerogeno messo al bando nell’Unione Europea. Leggi anche: Ritirati diversi lotti di latte con gusto anomalo. L’allerta si allarga a molte… Leggi tutto »Dubbi sulla sicurezza di curcuma e peperoncino: Hong Kong e Singapore bloccano l’import delle spezie indiane

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Hong Kong e Singapore bloccano l’import di curcuma e peperoncini dalle due principali aziende indiane del settore, Mdh ed Everest, che esportano in tutto il mondo. La causa è l’uso dell’ossido di etilene, pesticida cancerogeno messo al bando nell’Unione Europea.
Leggi anche: Ritirati diversi lotti di latte con gusto anomalo. L’allerta si allarga a molte catene di distribuzione in Italia
Leggi anche: Gusto anomalo, latte Esselunga richiamato dai supermercati italiani: i lotti ritirati

Il sequestro

L’ultimo sequestro risale al 9 aprile scorso: un carico di peperoncino proveniente dall’India bloccato alla frontiera italiana. Le analisi del campione avevano infatti rilevato un contenuto di ossido di etilene sei volte oltre la soglia. Pochi mesi prima il semaforo rosso alla nostra dogana era scattato per dell’estratto di centella e alla fine del 2023 per un carico di curcuma. I prodotti contaminati da ossido di etilene provenienti dall’India, destinati al mercato italiano e bloccati alla frontiera dall’ottobre del 2020, ricostruisce Repubblica, ad oggi sono stati 27 in Italia e 527 in tutta Europa, secondo il sistema di allerta rapido Rassf. La maggior parte sono peperoncini, ma non mancano i prodotti dietetici, i semi di sesamo, il pepe, la frutta secca e i condimenti pronti da versare nel piatto. Il problema è annoso, basti pensare che l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, nell’ultimo rapporto con i dati del 2022 ha censito 47 campioni di spezie fuori norma per l’ossido di etilene – per la maggior parte provenienti dall’India – eppure ha salutato un miglioramento rispetto all’anno precedente.

Nuova Delhi: “Attacco ingiustificato, nostri prodotti sicuri”

Dal sequestro di aprile, anche l’Fda americana (la Food and Drug Administration che si occupa di sicurezza dei farmaci e alimentare), la sua equivalente australiana e quella neozelandese hanno deciso di avviare un’indagine sulla purezza delle spezie indiane. Mdh ed Everest hanno replicato che i loro prodotti sono controllati e sicuri. Mdh, in particolare, ha aggiunto che non effettua trattamenti con ossido di etilene. Per Nuova Delhi si tratta di un attacco a una delle industrie più rappresentative e colorate del paese. Le esportazioni di spezie – secondo lo Spice Board India che fa capo al Ministero del Commercio – raggiungono il miliardo di dollari all’anno per i peperoncini, mezzo miliardo ciascuno per cumino e olii aromatizzati per condimenti. Il totale dell’export delle spezie è di 4 miliardi di dollari. L’India ha reagito al bando dei Paesi vicini invitando gli esportatori (non, all’apparenza, i produttori per il mercato interno, che hanno un giro d’affari di altri 10 miliardi all’anno) a preferire metodi alternativi per sterilizzare i propri prodotti.

Cos’è l’ossido di etilene

L’ossido di etilene è un gas usato in origine per disinfettare gli strumenti medici (ora è vietato anche in questo settore), poi si è diffuso in agricoltura per eliminare i parassiti dai prodotti pronti al commercio. La Iarc, l’Autorità internazionale per la ricerca sul cancro affiliata all’Oms, lo classifica come sostanza cancerogena per l’uomo, senza troppi dubbi. L’Fda americana – secondo un conteggio della Reuters – ha respinto dal 2021 il 14,5% dei carichi di spezie di Mdh a causa di contaminazioni di tipo diverso: causate da batteri. Lo riporta sempre il quotidiano milanese. Nel 2023 l’Fda aveva bloccato un lotto di mix di spezie di Everest per la presenza di salmonella. Una sostanza legata all’ossido di etilene, il glicole etilenico, nel 2022 era stato trovato “in quantità inaccettabili”, secondo le parole dell’Organizzazione mondiale per la sanità, negli sciroppi per la tosse prodotti in India, esportati in Africa e considerati legati alla morte di 66 bambini in Gambia.

Su un fronte simile, a novembre del 2023 la rivista medica The Lancet, riporta ancora Repubblica, aveva lanciato l’allarme della curcuma mescolata al cromato di piombo. Il metallo pesante dona alla spezia un bel colore giallo brillante, ma si accumula nell’organismo, avvelenandolo progressivamente. Il Bangladesh da allora ha emanato nuove leggi e lanciato campagne pubblicitarie per abolire il costume, ma attende ancora di essere se

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Telepass, UnipolMove e MooneyGo: confronto tra costi, dispositivi e targhe https://www.business.it/telepass-unipolmove-e-mooneygo-confronto-tra-costi-dispositivi-e-targhe/ Thu, 16 May 2024 07:24:07 +0000 https://www.business.it/?p=137892 Da luglio Telepass avrà tariffe più elevate: una notizia a metà perché, in realtà, tra le comunicazioni dirette ai clienti e il passaparola, gran parte degli automobilisti sono già a conoscenza della novità. <e c’è chi si guarda intorno alla ricerca di un servizio alternativo. Che esiste, eccome: ci sono infatti UnipolMove, di proprietà dell’omonimo gigante… Leggi tutto »Telepass, UnipolMove e MooneyGo: confronto tra costi, dispositivi e targhe

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Da luglio Telepass avrà tariffe più elevate: una notizia a metà perché, in realtà, tra le comunicazioni dirette ai clienti e il passaparola, gran parte degli automobilisti sono già a conoscenza della novità. <e c’è chi si guarda intorno alla ricerca di un servizio alternativo. Che esiste, eccome: ci sono infatti UnipolMove, di proprietà dell’omonimo gigante italiano, e MooneyGo, azienda di Enel e Intesa Sanpaolo che ha guadagnato rapidamente notorietà grazie anche a uno sponsor d’eccellenza qual è Valentino Rossi. Vediamo insieme un confronto fra i tre servizi di telepedaggio, Telepass con i canoni che scatteranno in estate e gli altri alle condizioni attuali, presumendo che da qui a luglio rimangano invariati.
Leggi anche: Telepass aumenta le tariffe, ma basta un gesto e il servizio diventa gratis: ecco come
Leggi anche: Telepass, ecco come risparmiare in autostrada: tariffe (e servizi) a confronto. La guida

Costi a confronto

Se è vero e innegabile che Telepass costerà di più rispetto ai concorrenti, lo è pure che rispetto a questi lo storico servizio giallo ha un ventaglio di servizi molto ampio a contorno del telepedaggio, dal pagamento delle strisce blu o dei parcheggi convenzionati all’Area C di Milano. Non è detto però che questi siano indispensabili a chiunque, ciascuno, per ottimizzare la spesa, deve intercettare il miglior compromesso tra i servizi utilizzati e il canone. Telepass, UnipolMove e MooneyGo prevedono tutti delle formule in abbonamento e delle altre pay per use, adatte quindi a diverse tipologie di automobilisti: la prima a chi in auto macina chilometri su chilometri, la seconda invece a chi i caselli autostradali non li incrocia troppo spesso.

Modalità pay per use, cioè pagamento basato sull’utilizzo (al netto di sconti e promozioni, che variano di continuo):

  • Telepass: 10 euro di attivazione + 1 euro per giorno di utilizzo del telepedaggio + 1 euro per giorno di utilizzo dei servizi;
  • UnipolMove: 10 euro di attivazione + 0,50 euro per giorno di utilizzo;
  • MooneyGo: 10 euro di attivazione + 2,20 euro per mese di utilizzo.

Modalità in abbonamento (al netto di sconti e promozioni) 

  • Telepass Base (ci sono altri pacchetti): dal 1° luglio 3,90 euro al mese attivazione inclusa;
  • UnipolMove Base (unico pacchetto): 1,50 euro al mese attivazione inclusa;
  • MooneyGo (unico pacchetto): 1,50 euro al mese + 5 euro di attivazione.

Dispositivi e targhe 

Solitamente, chi si approccia al telepedaggio si chiede quanti dispositivi può avere con un solo contratto, e quante targhe si possono associare a ciascun dispositivo? Sul numero dei dispositivi per contratto:

  • Telepass ha l’opzione Twin, che consente di aggiungere al contratto un secondo dispositivo di un colore a scelta; in questo momento costa 0,88 euro per 3 mesi, poi 2,88 euro al mese e l’assistenza stradale in Italia è inclusa;
  • UnipolMove permette di utilizzare lo stesso contratto su più di un veicolo: si può avere un secondo dispositivo con la stessa offerta pay per use sempre a 0,50 euro al giorno, chi ha un contratto in abbonamento il secondo dispositivo lo paga 1 euro in più al mese, se richiesto all’attivazione il canone è gratis per un anno;
  • MooneyGo non consente di avere un secondo dispositivo se si attiva il servizio di telepedaggio in un punto vendita fisico, si può avere facendo il contratto online o tramite l’app per smartphone: in questo caso si possono richiedere fino a tre dispositivi con un account MooneyGo.

Per quanto riguarda il numero delle targhe associabili a ciascun dispositivo:

  • Telepass consente di registrare fino a 2 targhe per dispositivo, 2 anche per i contratti pay per use a partire dal 1° luglio 2024;
  • UnipolMove permette una sola targa per dispositivo, ma si può modificare in ogni momento;
  • MooneyGo consente fino a 2 targhe per dispositivo, a differenza di Telepass però non la si può inserire via app ma occorre chiamare l’assistenza clienti.

Telepedaggio: c’è anche Dkv Mobility  

Le aziende che operano nel settore del telepedaggio, in realtà, non sono tre ma quattro: oltre alle tre appena descritte, c’è infatti Dkv Mobility. È l’attore meno noto al pubblico, perché i suoi ambiti sono esclusivamente quelli dei mezzi pesanti o delle flotte aziendali.

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Estate caldissima, costi roventi: i rincari degli stabilimenti balneari https://www.business.it/estate-caldissima-costi-roventi-i-rincari-degli-stabilimenti-balneari/ Thu, 16 May 2024 06:45:28 +0000 https://www.business.it/?p=137889 Un’estate caldissima. Se quella del 2024, secondo le previsioni meteorologiche, raggiungerà picchi di temperatura da nuovi record, sarà il fronte dei prezzi praticati dagli stabilimenti balneari a renderla rovente. Secondo un’analisi del Codacons, a far spingere ai massimi il costo per i servizi in spiaggia è la recente decisione del Consiglio di Stato, che ha… Leggi tutto »Estate caldissima, costi roventi: i rincari degli stabilimenti balneari

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Un’estate caldissima. Se quella del 2024, secondo le previsioni meteorologiche, raggiungerà picchi di temperatura da nuovi record, sarà il fronte dei prezzi praticati dagli stabilimenti balneari a renderla rovente. Secondo un’analisi del Codacons, a far spingere ai massimi il costo per i servizi in spiaggia è la recente decisione del Consiglio di Stato, che ha bocciato la proroga al 2024 della concessioni sui lidi nazionali. Come, peraltro, non si auspicava il governo Meloni. Con il risultato che molti gestori vedranno la struttura in cui operano essere oggetto di una gara pubblica, in base ai bandi che i Comuni dovrebbero emanare entro l’anno. Comuni che in attesa potrebbero aumentare i costi delle spiagge concesse ai privati. 

Codacons, i rincari in spiaggia

Rincari del 50% delle tariffe: è allarme

“Gli operatori balneari minacciano possibili rincari del 50% per le tariffe applicate dai lidi italiani, come conseguenza degli aumenti dei prezzi delle concessioni. Rincari che andrebbero ad aggiungersi a quelli già registrati negli ultimi anni”, ha sottolineato il Codacons (coordinamento associazioni per la tutela dei consumatori) in un comunicato diffuso oggi. Registrando che “tra misure legate al Covid, aumento dei costi energetici e incremento dell’inflazione, i listini degli stabilimenti balneari hanno registrato costanti rialzi negli ultimi anni.

Al tirar delle somme, secondo l’associazione, per la prossima estate una giornata al mare che preveda il pagamento di lettini, ombrelloni e sdraio, oltre ai servizi vari come possono essere i pasti e il parcheggio, “costerà in media tra il +30% e il +40% rispetto al 2019”. Tutto questo mentre non sono ancora stati comunicati i nuovi listini al pubblico praticati dai lidi per il 2024.

Nella scorsa estate, dai dati raccolti dal Codacons sulle coste italiane, per affittare un ombrellone e due lettini nei fine settimana in uno stabilimento standard, “la spesa media si attestava tra i 30 e i 35 euro al giorno, ma con forti differenze a seconda della zona”. Secondo l’associazione dei consumatori il costo variava dai 40 euro in media degli stabilimemti di Viareggio o Riccione, agli 80 euro di Gallipoli, passando per i 60 euro di alcune località della Sardegna. Ma si poteva arrivare anche a 120 euro nelle strutture di livello più alto”. Se poi si sceglievano stabilimenti di lusso, la spesa saliva fino a 500 euro al giorno – per capanni o tende – in Costa Smeralda, Forte dei Marmi e Lido di Venezia.

Fuori range, almeno per molti comuni cittadini, “i 600 euro della tenda araba al Twiga fino a raggiungere il record di 1.010 euro al giorno per una postazione in prima fila a Le Cinque Vele beach club” di Marina di Pescoluse (Lecce)”.

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Rimborso Irpef del 730, quando arriva e come si richiede: tutte le novità e le scadenze https://www.business.it/rimborso-irpef-del-730-quando-arriva-e-come-si-richiede-tutte-le-novita-e-le-scadenze/ Wed, 15 May 2024 10:57:14 +0000 https://www.business.it/?p=137862 Le scadenze La prima è il 15 giugno 2024, che slitta in realtà a lunedì 17 giugno perché cade di sabato. In questa data è prevista la presentazione telematica alle Entrate da parte di Caf o intermediari abilitati delle dichiarazioni presentate dal contribuente entro il 31 maggio. Fissata poi al 29 giugno (che slitta a lunedì 1 luglio) la… Leggi tutto »Rimborso Irpef del 730, quando arriva e come si richiede: tutte le novità e le scadenze

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Le scadenze

La prima è il 15 giugno 2024, che slitta in realtà a lunedì 17 giugno perché cade di sabato. In questa data è prevista la presentazione telematica alle Entrate da parte di Caf o intermediari abilitati delle dichiarazioni presentate dal contribuente entro il 31 maggio. Fissata poi al 29 giugno (che slitta a lunedì 1 luglio) la presentazione telematica alle Entrate, da Caf o intermediari abilitati, delle dichiarazioni presentate dal 1 al 20 giugno. In data 23 luglio 2024 invece sarà necessario presentare da parte di Caf o intermediari abilitati le dichiarazioni inviate dal contribuente dal 21 giugno al 15 luglio. C’è tempo invece fino al 15 settembre 2024 (o meglio a lunedì 16 settembre) per presentare le dichiarazioni inviate dal contribuente dal 16 luglio al 31 agosto 2024. Ultima data utile il 30 settembre 2024 per le dichiarazioni presentate dal contribuente dal 1° settembre al 30 settembre 2024.

Tra le novità, c’è la possibilità di ricevere eventuali rimborsi da 730 direttamente dall’Agenzia delle Entrate, anche in presenza di un sostituto d’imposta, selezionando l’opzione `nessun sostituto´, insieme ai dati relativi ai rimborsi per il `bonus vista´, quelli inviati dagli infermieri pediatrici e quelli relativi agli abbonamenti al trasporto pubblico locale. Tutte voci che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, ricorda il Corriere della Sera: contributi previdenziali, spese universitarie, per gli asili nido, per gli interventi di ristrutturazione, erogazioni liberali e via dicendo. Si ricorda che i rimborsi  saranno poi erogati con il primo stipendio utile.
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Bonus edilizi, ecco come cambieranno gli incentivi per i lavori di casa https://www.business.it/bonus-edilizi-ecco-come-cambieranno-gli-incentivi-per-i-lavori-di-casa/ Wed, 15 May 2024 10:02:56 +0000 https://www.business.it/?p=137855 Il Superbonus e i vari bonus edilizi rappresentano uno dei nodi principali intorno al quale verte l’attività legislativa e politica di questi mesi. L’intenzione del Governo Meloni è dare un stretto giro di vite alla cessione del credito e fermare la circolazione della moneta fiscale, scaturita dalle varie agevolazioni edili avviate nel corso degli ultimi anni. Dopo il… Leggi tutto »Bonus edilizi, ecco come cambieranno gli incentivi per i lavori di casa

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Il Superbonus e i vari bonus edilizi rappresentano uno dei nodi principali intorno al quale verte l’attività legislativa e politica di questi mesi. L’intenzione del Governo Meloni è dare un stretto giro di vite alla cessione del credito e fermare la circolazione della moneta fiscale, scaturita dalle varie agevolazioni edili avviate nel corso degli ultimi anni. Dopo il 2024, andrà in scadenza non solo il Superbonus ma anche gli incentivi per verde e mobili. Vediamo nel dettaglio come cambieranno gli incentivi per i lavori di casa.
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Come cambieranno gli incentivi

Per il bonus casa ci sarà solo la riduzione dell’aliquota, mentre ecobonus e sismabonus sono destinati a sparire. Addio anche a bonus verde e bonus mobili. Lo scrive oggi Repubblica, sottolineando che restano invece ancora per un anno il Superbonus al 65% ma solo per i lavori sui condomini, e il bonus barriere al 75%. Già per le spese di quest’anno, poi, per tutti i bonus la durata della detrazione è allineata a dieci anni.
Dal 1° gennaio 2025, dunque, la detrazione per ristrutturazione torna ad avere l’aliquota del 36% come prevista a regime dal Tuir, il Testo unico delle imposte sui redditi. In parallelo passa si riduce da 96.000 a 48.000 euro il tetto di spesa ammesso all’agevolazione, che riguarda tutti i lavori che rientrano nella grande categoria della detrazione per ristrutturazione, con i vari bonus “settoriali” come bonus infissi, caldaie, climatizzatori, installazione dei pannelli solari, bonus sicurezza ecc. A partire dal 2028, poi, scatta una nuova temporanea riduzione dell’aliquota al 30% che varrò fino al 2033, mentre non cambia l’importo delle spese. Nessuna ribasso temporaneo dell’aliquota, invece, per l’acquisto di appartamenti all’interno di immobili ristrutturati da impresa.

Niente più bonus verde e bonus mobili e addio al sismabonus

Scadono invece a fine anno in via definitiva bonus mobili e bonus verde. Si tratta in questo caso di detrazioni previste in via temporanea e non a regime. Se non ci saranno novità nella legge di Bilancio per il 2025 non sarà quindi più possibile godere della detrazione per l’acquisto di mobili o per rinnovare il giardino.

A partire dal 2025, sparisce anche il sismabonus con le aliquote maggiorate. Si tratta della possibilità per gli immobili nelle zone sismiche 1, 2, e 3, di avere la detrazione per gli interventi di consolidamento fino all’80% per le villette a seconda della riduzione della classe di rischio sismico ottenuta con i lavori. Se non ci saranno novità anche per questi interventi l’aliquota ordinaria tornerà ad essere quella prevista per il bonus casa, ossia il 36%. Sale invece già da quest’anno la durata della detrazione che passa da cinque a dieci anni.
Anche l’ecobonus con aliquote al 50% e 65% a seconda dei lavori, è una detrazione temporanea e non a regime, prevista fino al 31 dicembre 2024. Dal 1° gennaio 2025 tutti i lavori di efficientamento energetico sui singoli immobili rientreranno nell’ambito del bonus casa.

Il Superbonus per i soli lavori condominiali, bonus barriere al 75%

Per efficientamento energetico e consolidamento sugli edifici condominiali e su quelli assimilati, ossia gli edifici di un unico proprietario con fino a quattro appartamenti distintamente accatastati, spiega sempre Repubblica, sarà invece ancora in vigore il Superbonus. In questo caso l’aliquota prevista fino al 31 dicembre 2025 è pari al 65%. La durata della detrazione passa da quattro a dieci anni già da quest’anno.
Resta in vigore fino a fine 2025 anche il bonus barriere, ossia la detrazione del 75%. L’agevolazione è ammessa solo pe

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Sugar tax, ecco come funziona la tassa sulle bibite zuccherate: 5 centesimi al litro https://www.business.it/sugar-tax-come-funziona/ Tue, 14 May 2024 08:04:12 +0000 https://www.business.it/?p=137817 Non è ancora sicuro che la nuova tassa sulle bibite zuccherate entri in vigore già da luglio, come promesso dal governo Meloni. A meno di un mese dalle elezioni Europee, infatti, lo scontro anche dentro la maggioranza di centrodestra è fortissimo, con Forza Italia nettamente contraria a questa ipotesi. Tutto potrebbe slittare quindi al 2025. Ma come funziona… Leggi tutto »Sugar tax, ecco come funziona la tassa sulle bibite zuccherate: 5 centesimi al litro

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sugar tax come funziona

Non è ancora sicuro che la nuova tassa sulle bibite zuccherate entri in vigore già da luglio, come promesso dal governo Meloni. A meno di un mese dalle elezioni Europee, infatti, lo scontro anche dentro la maggioranza di centrodestra è fortissimo, con Forza Italia nettamente contraria a questa ipotesi. Tutto potrebbe slittare quindi al 2025. Ma come funziona la cosiddetta Sugar tax?
Leggi anche: Sondaggi, Governo Meloni sempre più giù: finita luna di miele

Al momento la proposta del governo Meloni, contenuta nell’emendamento al decreto Superbonus, è per i primi due anni, a partire da luglio, un prelievo di 5 euro per ettolitro per i prodotti finiti e di 0,13 euro a chilogrammo per i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. Dal 1° luglio 2026, invece, scatta il ritorno alla misura ‘piena’ prevista inizialmente dalla manovra 2020 (ma mai entrata in vigore): ovvero rispettivamente di 10 euro per ettolitro e 0,25 euro per chilogrammo.

Le barricate di Forza Italia contro la Sugar tax

Ma Forza Italia come detto è contraria e, nelle ultime ore, ha deciso di presentare due subemendamenti al decreto. Il primo contiene un’ipotesi “minima” che punta al rinvio di sei mesi. Il secondo una “massima” per arrivare fino a luglio 2026, contemporaneamente alla Plastic tax. Secondo i forzisti, infatti, l’entrata in vigore immediata della Sugar tax metterebbe a rischio “oltre 5mila posti di lavoro”.

“Dobbiamo dimostrare di essere delle persone che mantengono fede a quello che hanno sempre detto, non dei fanfaroni, degli sbruffoni. – minaccia il leader di Forza Italia Antonio Tajani all’apertura della campagna elettorale di Forza Italia all’Eur, a Roma – Ci batteremo perché la pressione fiscale non aumenti di un euro, si chiami Sugar tax o patrimoniale non ce n’è nessun bisogno. Attenzione a non approvare delle norme che hanno un effetto retroattivo, perché il cittadino deve sapere che lo Stato mantiene fede a quanto deciso”.
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Bonus TARI 2024, ecco chi può ottenerlo. Come funziona e come richiederlo: le regole dei Comuni https://www.business.it/bonus-tari-2024-ecco-chi-puo-ottenerlo-come-funziona-e-come-richiederlo-le-regole-dei-comuni/ Tue, 14 May 2024 07:59:28 +0000 https://www.business.it/?p=137816 Il lettore avrà notato che oramai esiste un bonus per tutto, sia che si concretizzi in un incentivo economico oppure in uno sgravio fiscale. Anche per il 2024, dunque, il bonus TARI consente di beneficiare di una riduzione – o anche dell’esenzione totale – del versamento della tassa sui rifiuti. Si tratta notoriamente di un… Leggi tutto »Bonus TARI 2024, ecco chi può ottenerlo. Come funziona e come richiederlo: le regole dei Comuni

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Il lettore avrà notato che oramai esiste un bonus per tutto, sia che si concretizzi in un incentivo economico oppure in uno sgravio fiscale. Anche per il 2024, dunque, il bonus TARI consente di beneficiare di una riduzione – o anche dell’esenzione totale – del versamento della tassa sui rifiuti. Si tratta notoriamente di un tributo municipale e proprio per questo, pur essendoci delle direttive nazionali obbligatorie per tutti, è gestito dai Comuni, sicché per poter beneficiare del bonus TARI 2024, è necessario presentare domanda direttamente al proprio Comune di residenza, ma non mutano le caratteristiche tipiche: i limiti ISEE da rispettare si allineano in molti casi a quelli degli sconti sulle bollette della luce e del gas. Il nucleo familiare interessato deve vantare un reddito ISEE basso, pressoché il medesimo che consente l’accesso agli sconti sulle bollette della luce e del gas. Nel 2020, in piena pandemia, fu presentato per la prima volta un pacchetto di misure che prevedeva specifici bonus per limitare l’impatto delle tariffe Tari sulle famiglie che si trovavano in condizioni di precarietà e di difficoltà economiche. Dal 2021 il bonus sociale è riconosciuto in automatico agli aventi diritto che hanno un Isee in corso di validità. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il “pasticcio” dei Comuni

Ancora nell’anno in corso, si fa riferimento a quei nuclei familiari con Isee inferiore ai 9.530 euro oppure fino a 20mila euro, ma solo nel caso in cui all’interno della famiglia vi siano almeno quattro figli a carico. A dover versare la tassa sono tutti coloro che detengono, a qualsiasi titolo, un immobile atto a produrre rifiuti, dunque occorre precisare che non sempre è il proprietario a doversi accollare l’onere del versamento: se la casa è locata, ad esempio, l’obbligo di versamento ricade su chi la abita. Sorge, però, un problema, dettato dalla natura già richiamata della competenza comunale: i vari Comuni non sono obbligati a riconoscere il bonus Tari ai propri cittadini perché su scala nazionale nulla è previsto. L’agevolazione sulla tassa rifiuti è a discrezione del Comune perché, se da una parte c’è una norma nazionale che ha lanciato il beneficio, dall’altra non è stato mai emanato un provvedimento che ne detti regole e funzionamento: si attende, da anni, un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ne detti le regole, come ricorda il portale economico Informazionefiscale. (Continua a leggere dopo la foto)

A quanto ammonta il bonus

Anche l’ammontare stesso del bonus dipende dal proprio Comune di residenza. Vediamo, ad esempio, solo le due principali città italiane: a Roma i termini per accedere all’incentivo per il 2024 sono già scaduti a fine febbraio, così come quelli per rinnovare l’Isee per coloro che già beneficiano del bonus. Nel caso della Capitale, comunque, la misura si caratterizza come esenzione totale dal pagamento, ma è limitata ai nuclei con una soglia inferiore a 6.500 euro. A Milano, invece, le agevolazioni riguardano nullatenenti, titolari di redditi molto bassi o di pensioni minime che vengono assistiti dal Comune.

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Mense scolastiche, cresce il costo per le famiglie italiane: + 3% rispetto al 2023 https://www.business.it/mense-scolastiche-cresce-costo-famiglie/ Mon, 13 May 2024 11:39:19 +0000 https://www.business.it/?p=137796 Una notizia che non farà di certo piacere alle famiglie italiane. La spesa per le mense scolastiche è cresciuta ancora nell’ultimo anno. Secondo i dati presentati nella VII Indagine di Cittadinanzattiva per l’anno 2023/24, il costo medio mensile per le famiglie (formate da tre componenti, con reddito lordo annuo di 44.200 euro, Isee pari a 19.900) è del 3% in più… Leggi tutto »Mense scolastiche, cresce il costo per le famiglie italiane: + 3% rispetto al 2023

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mense scolastiche cresce costo

Una notizia che non farà di certo piacere alle famiglie italiane. La spesa per le mense scolastiche è cresciuta ancora nell’ultimo anno. Secondo i dati presentati nella VII Indagine di Cittadinanzattiva per l’anno 2023/24, il costo medio mensile per le famiglie (formate da tre componenti, con reddito lordo annuo di 44.200 euro, Isee pari a 19.900) è del 3% in più rispetto all’anno precedente, il 2022/23. La spesa a famiglia ha una media di circa 85 euro al mese per un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Si tratta di 4,20 e 4,26 euro per ogni pasto. Ma da Regione a Regione si registrano differenze consistenti.
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Il costo delle mense scolastiche Regione per Regione

Ma quali sono le Regioni in cui le mense scolastiche risultano essere più economicheE quelle più costose? In media la Regione più costosa risulta essere la Basilicata (109 euro mensili), seguita dall’Emilia Romagna (107euro) e dalla Liguria (103euro). La Regione più economica, invece, è la Sardegna (61 euro nell’infanzia e 65 per la primaria), seguita dall’Umbria (67euro). Soltanto in due Regioni, inoltre, il costo del pasto rimane uguale rispetto all’anno scorso (Abruzzo e Valle d’Aosta). Mentre in quattro (Basilicata, Lazio, Toscana e Umbria) diminuisce.

I numeri città per città

Aumenti anche rilevanti si registrano invece in Regioni come Calabria (+26%), Lombardia (+7,5%), Molise (+7,2%), Puglia (+6,9%), Liguria (+6,83%) e Friuli Venezia Giulia (+5,9%). Passando invece ad esaminare i dati città per città, Torino è il capoluogo di Provincia dove si spende di più nelle mense scolastiche (6,60 euro a pasto), mentre Barletta è la più economica con 2 euro a pasto sia per la scuola di infanzia che per la primaria. A Roma il costo di un pasto a scuola è di 2,32 euro.

Nelle regioni del Sud solo il 22% delle scuole possiede una mensa, nelle Isole appena il 21%. Ma questi numeri sono ancora più bassi in Campania (15,6%) e in Sicilia (13,7%). Al Centro e al Nord, invece, la percentuale delle mense scolastiche è rispettivamente il 41% e il 43%. Infine, la Regione con il maggior numero di mense è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte, Toscana e Liguria.
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Ponte sullo Stretto, le grandi manovre sull’opera che non c’è https://www.business.it/ponte-sullo-stretto-le-grandi-manovre-sullopera-che-non-ce/ Mon, 13 May 2024 08:24:35 +0000 https://www.business.it/?p=137787 L'articolo Ponte sullo Stretto, le grandi manovre sull’opera che non c’è proviene da Business.it.

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Telepass aumenta le tariffe, ma basta un gesto e il servizio diventa gratis: ecco come https://www.business.it/telepass-disdire-abbonamento-telefonata-penali/ Fri, 10 May 2024 07:23:40 +0000 https://www.business.it/?p=137723 Interessanti novità per gli automobilisti. A partire dal 1° luglio aumenterà il canone mensile Telepass. Ma c’è un modo per recedere senza pagare penali entro il 30 giugno. Dunque, come spiega Assoutenti, tutti gli automobilisti che non vogliono accettare le modifiche unilaterali dei contratti Telepass e i rincari delle tariffe previsti, possono decidere di recedere senza alcuna… Leggi tutto »Telepass aumenta le tariffe, ma basta un gesto e il servizio diventa gratis: ecco come

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Telepass abbonamento telefonata penali

Interessanti novità per gli automobilisti. A partire dal 1° luglio aumenterà il canone mensile Telepass. Ma c’è un modo per recedere senza pagare penali entro il 30 giugno. Dunque, come spiega Assoutenti, tutti gli automobilisti che non vogliono accettare le modifiche unilaterali dei contratti Telepass e i rincari delle tariffe previsti, possono decidere di recedere senza alcuna spesa e senza alcuna penale entro il prossimo 30 giugno. Ma c’è anche una promozione per chi decide di restare.
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“A partire dal prossimo primo luglio, intendiamo attuare alcune modifiche alla nostra offerta: in particolare, il canone del servizio Telepass Family verrà portato a 3,90 euro (Iva inclusa) su base mensile”, questa la comunicazione inviata nei giorni scorsi da Telepass ai propri clienti. “A partire dall’1 luglio 2024 il servizio base di Telepass (Family) passerà infatti dagli attuali 1,83 euro mensili a 3,90 euro, con un rincaro del 113%”, scrive invece Assoutenti in una nota.

Come recedere dal contratto Telepass senza pagare

Ma come si fa a a recedere dal contratto con effetto immediato, senza pagare penali o costi di disattivazione, se non si vogliono accettare queste modifiche tariffarie? Basta chiamare il numero verde 800.904940 o inviare una comunicazione tramite mail (all’indirizzo [email protected]), Pec ([email protected]), utilizzando il form online (https://www.telepass.com/KTI/public/contattaci-noregistrato), oppure scaricando un apposito modulo sul sito della società Telepass.

L’offerta per chi decide di restare

Dopo aver inviato la richiesta, il dispositivo fino a quel momento utilizzato dall’automobilista dovrà essere restituito in uno dei Telepass Store, Centro Servizi Telepass o Telepass Point, o spedendolo tramite raccomandata postale a Telepass S.p.A. Via del Serafico 49 00142 Roma. In caso di recesso, il periodo di tempo a disposizione per restituire il relativo dispositivo è stato aumentato fino a sei mesi. Ma non è tutto perché, a chi decide di non lasciare la società, viene offerto un anno di servizio gratuito, senza vincoli per il futuro. Come? Dopo aver chiamato il numero verde, basta pronunciare la parola “recedere” e l’abbonamento Telepass invece di aumentare diventa gratuito, almeno per un anno. Senza rincari e senza dispositivi da restituire.
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Stipendi reali fermi da 30 anni. Ecco come calcolare il proprio stipendio adeguato e dove si vive meglio https://www.business.it/stipendi-reali-fermi-da-30-anni-ecco-come-calcolare-il-proprio-stipendio-adeguato-e-dove-si-vive-meglio/ Thu, 09 May 2024 16:01:14 +0000 https://www.business.it/?p=137713 Gli stipendi “reali” degli italiani sono fermi da decenni. A conti fatti, dove si può vivere meglio? Se si considera il costo della vita, quali sono i Paesi migliori? Ecco come calcolare il proprio stipendio adeguato.Leggi anche: Bonus mamme 2024, 3.000 euro all’anno: come funziona la nuova applicazione per chiedere l’esonero dei contributi Se gli… Leggi tutto »Stipendi reali fermi da 30 anni. Ecco come calcolare il proprio stipendio adeguato e dove si vive meglio

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Gli stipendi “reali” degli italiani sono fermi da decenni. A conti fatti, dove si può vivere meglio? Se si considera il costo della vita, quali sono i Paesi migliori? Ecco come calcolare il proprio stipendio adeguato.
Leggi anche: Bonus mamme 2024, 3.000 euro all’anno: come funziona la nuova applicazione per chiedere l’esonero dei contributi

Se gli stipendi italiani sono al palo, considerando il costo della vita, chi sta meglio di noi? La stagflazione ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, ma la frenata dei prezzi attesa per questo 2024 offre una speranza di sollievo. Quanto sarebbe opportuno guadagnare oggi?

L’ultimo Salary Outlook

Considerando l’ultimo Salary Outlook dell’Osservatorio JobPricing, che si basa su dati Ocse, si vede che (anno 2022) la retribuzione media annua in Italia rimane una delle più basse dell’area e d’Europa. Ragionando in termini di parità di potere d’acquisto, con 44.893 dollari siamo al 21esimo posto tra i 34 Paesi osservati dall’Organizzazione. La media è a 53.416 dollari e siamo più vicini al Messico (ultimo) che all’Islanda prima.

“Dei 17 Paesi dell’Eurozona inclusi nel grafico – si legge sul Salary Outlook – l’Italia si colloca al 10° posto, al di sotto di Paesi come il Lussemburgo, la Germania e la Francia, mentre la Grecia è l’ultima in classifica (25.979)”.

L’Italia ha un problema di stipendi e questo è ormai un dato sconcertante. Tra le varie fonti ufficiali che l’hanno certificato, c’è il rapporto della Commissione europea sulla convergenza sociale, appena pubblicato.

Il documento che ha puntato il dito contro l’effetto-boomerang dell’Assegno di inclusione (quello che ha mandato il soffitta il Reddito di cittadinanza) nella lotta alla povertà. Quel focus sull’Italia mette a nudo le fragilità strutturali del mercato del lavoro, che vanno oltre il recente guadagno di occupazione. Lì si legge, ad esempio, che “la crescita dei salari nominali non è stata sufficiente a colmare la perdita di potere d’acquisto causata dal recente picco di inflazione collegato alla crisi energetica generato dall’invasione russa in Ucraina”.

E poco dopo che “i salari italiani sono strutturalmente bassi: tra il 2013 e il 2022, la crescita dei salari nominali per occupato è stata del 12%”, la metà della crescita europea (23%). E se si ragiona in termini di potere d’acquisto, ecco il testacoda con l’Italia che va in rosso del 2% mentre la Ue cresce del 2,5%.

Il medio-lungo periodo

Lo stesso Salary Outlook, tornando ai dati Ocse, estende l’analisi al medio-lungo periodo evidenziando “una condizione salariale italiana che non ha brillato”. I salari reali dal 2000 per l’Italia, così come per la Spagna, “sono rimasti allo stesso livello negli ultimi 23 anni (rispettivamente -0,9% e -0,3%). La Lituania ha registrato la crescita più elevata, pari al 156% (praticamente triplicando il salario medio), mentre alcuni Paesi presi come riferimento e spesso paragonati all’Italia, ovvero Francia e Germania, mostrano tassi di crescita rispettivamente del 21% e del 14,8%”.

La speranza di recupero nel 2024

Se si prendono solo gli anni più recenti, i redditi nominali da lavoro dipendente sono aumentati del 4,7% nel 2022 e del 3,8% nel 2023, soprattutto per la crescita delle retribuzioni contrattuali. Ma quelli reali sono diminuiti di circa il 2,3% nel 2023, dopo essere scesi addirittura del 4% nel 2022, proprio a causa dell’elevata inflazione. Solo pochissimi Paesi come Islanda, Svizzera o Francia sono riusciti a tenere botta ai prezzi, ma ora ci si affida alla speranza di recupero che si individua per quest’anno, con la proiezione di un aumento dell’1,6% in termini reali grazie alla frenata dell’inflazione.

Lo stesso rapporto della Commissione europea mette vicino la dinamica negativa dei salari a quella della produttività. Tra il 1995 e il 2022, la nostra è stata stagnante (+0,4%) contro una pur minima spinta europea (+1,6%).

Confronti sul costo della vita

Questi problemi strutturali si calano poi nella vita reale delle persone. E allora bisogna cioè “pesare” i salari per il costo della vita. Torna di nuovo utile il Salary Outlook, che offre un confronto tra gli indici delle retribuzioni nette – considerando quindi i diversi cunei fiscali – e del costo della vita. “Salvo pochissime eccezioni, si può affermare che, sebbene appaia evidente una relazione tra i due indicatori, ogni paese ha una propria particolare dinamica, diversa da quella del nostro paese”, si legge nel documento.

Il grafico ne dà una dimostrazione plastica. Se prendiamo la Svizzera, ad esempio, è vero che è un Paese con salari molto elevati rispetto all’Italia (indice 162,6), “ma se confrontiamo l’indice del costo della vita scopriamo che è quasi doppio rispetto a quello dell’Italia (191,8)”. E quindi, a conti fatti sta alle nostre spalle. Il bilancio peggiore – tra stipendi e costi – è quello della Grecia.

Le dinamiche di Francia, Spagna, Regno Unito e Germania

Francia, Spagna, Regno Unito e Germania offrono invece tre dinamiche differenti. Tutte si posizionano alla sopra l’Italia, cioè con un bilancio vantaggioso.
In Francia, i due indici sono abbastanza allineati, quindi se in proporzione i salari netti sono più alti che in Italia, il costo della vita è altrettanto più alto; in Spagna, i salari netti di poco inferiori ai nostri sono più che compensati da un costo della vita sensibilmente più basso che da noi; infine, in Germania e nel Regno Unito, i salari sono più elevati rispetto a quelli dei lavoratori italiani, ma il costo della vita è solo di poco superiore al nostro”.

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Allergie alimentari, finalmente un farmaco che previene le reazioni https://www.business.it/allergie-alimentari-finalmente-un-farmaco-che-previene-le-reazioni/ Thu, 09 May 2024 10:50:39 +0000 https://www.business.it/?p=137705 “La fine delle allergie alimentari”. È il titolo di una recentissima copertina di New Scientis, su cui campeggia una croce che cancella le reazioni allergiche a latte, nocciole, uova, crostacei, soia, pesche, arachidi. Le allergie alimentari sono in aumento in tutto il mondo e, soprattutto quando riguardano i bambini, dribblare tutto ciò che può essere… Leggi tutto »Allergie alimentari, finalmente un farmaco che previene le reazioni

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“La fine delle allergie alimentari”. È il titolo di una recentissima copertina di New Scientis, su cui campeggia una croce che cancella le reazioni allergiche a latte, nocciole, uova, crostacei, soia, pesche, arachidi. Le allergie alimentari sono in aumento in tutto il mondo e, soprattutto quando riguardano i bambini, dribblare tutto ciò che può essere rischioso è compito impegnativo, soprattutto a feste di compleanno o pasti fuori casa.

La scoperta

Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che l’utilizzo di Omalizumab è in grado di ridurre il rischio di insorgenza di effetti collaterali gravi causati dal consumo di allergeni come gli arachidi. In base a questi risultati la Food and Drug Administration americana (FDA) ha approvato l’utilizzo del prodotto come trattamento per la prevenzione delle allergie alimentari. Ma è necessario fare attenzione: le persone allergiche dovrebbero evitare il consumo dei prodotti “incriminati”. Questo trattamento è infatti utile in caso di consumo accidentale di allergeni.

Testato su 3 adulti e 177 bambini di età compresa tra uno e 17 anni gravemente allergici alle arachidi e ad almeno altri due alimenti, il farmaco -dopo circa quattro mesi di trattamento, riporta il sito Alimenti e Salute – è stato in grado di prevenire reazioni allergiche gravi nel 67% dei casi in cui i partecipanti allo studio hanno consumato l’equivalente di due o tre arachidi. Una percentuale considerevole se si considera il solo 7% tra chi ha ricevuto il placebo. Non solo, Omalizumab è risultato efficace anche nell’aumentare la tolleranza dei partecipanti ad altri alimenti a cui erano allergici, tra cui anacardi, latte e uova. In generale, dopo il trattamento, 8 allergici su 10 sono stati in grado di assumere almeno piccole quantità dell’allergene che prima scatenava gravi reazioni.
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Gli esperti raccomando di fare attenzione

Il farmaco comunque non fa miracoli e gli esperti raccomandano di fare sempre attenzione: “Omalizumab, è bene ricordarlo, può solo aumentare la soglia della quantità di cibo che una persona può mangiare prima che si scateni una reazione allergica in corso di trattamento”.

Ecco perché l’FDA ha sottolineato che le persone che assumono il farmaco devono comunque continuare ad evitare di mangiare alimenti ai quali sono allergici. Detto ciò il trattamento rimane un valido supporto per migliorare la qualità della vita d

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Bonus mamme 2024, 3.000 euro all’anno: come funziona la nuova applicazione per chiedere l’esonero dei contributi https://www.business.it/bonus-mamme-2024-esonero-contributi/ Thu, 09 May 2024 09:50:24 +0000 https://www.business.it/?p=137701 Il governo Meloni ha previsto delle agevolazioni per i contributi previdenziali per le donne che siano lavoratrici dipendenti, oppure che abbiano almeno due figli. Si tratta in pratica di un esonero. Per utilizzarlo le lavoratrici dei settori pubblico e privato possono comunicare al datore di lavoro la volontà di beneficiarne ed informarlo del numero dei figli e… Leggi tutto »Bonus mamme 2024, 3.000 euro all’anno: come funziona la nuova applicazione per chiedere l’esonero dei contributi

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bonus mamme esonero contributi

Il governo Meloni ha previsto delle agevolazioni per i contributi previdenziali per le donne che siano lavoratrici dipendenti, oppure che abbiano almeno due figli. Si tratta in pratica di un esonero. Per utilizzarlo le lavoratrici dei settori pubblico e privato possono comunicare al datore di lavoro la volontà di beneficiarne ed informarlo del numero dei figli e dei rispettivi codici fiscali. Ecco come funziona questo nuovo bonus che non ha limiti di reddito.
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Chi può richiedere il bonus mamme

Il bonus mamme è dunque un esonero dei contributi previdenziali che non vengono pagati perché vengono abbattuti totalmente fino a un limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile. Possono accedervi tutte le lavoratrici madri, dipendenti di datori di lavoro sia pubblici che privati, anche non imprenditori, compresi quelli appartenenti al settore agricolo, con l’esclusione dei soli rapporti di lavoro domestico.
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La lavoratrice deve essere mamma di tre o più figli nel periodo ricompreso dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, di cui il più piccolo abbia un’età inferiore a 18 anni. Ma, attenzione, anche se si hanno due figli si può ottenere il bonus perché l’agevolazione spetta anche alle lavoratrici che, nel periodo ricompreso dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, risultino essere madri di due figli, di cui il più piccolo abbia un’età inferiore a 10 anni.

Tutti i casi previsti

La lavoratrice può comunicare autonomamente con l’Inps tramite una nuova applicazione denominata ‘Utility esonero lavoratrici madri’. Ecco i casi in cui il bonus spetta o non spetta. La lavoratrice, alla data del 1° gennaio 2024, è madre di tre figli. L’esonero spetta e trova applicazione a partire dal 1° gennaio 2024. Se il figlio più piccolo compie il diciottesimo anno di età il 19 ottobre 2025, l’applicazione dell’esonero contributivo termina nel mese di ottobre 2025; La lavoratrice, alla data del 1° gennaio 2024, è madre di due figli. Il bonus viene erogato dal 1° gennaio 2024. Il figlio più piccolo compie il decimo anno di età il 18 luglio 2024. L’applicazione dell’esonero contributivo termina nel mese di luglio 2024.

La lavoratrice, alla data del 1° gennaio 2024, è madre di un figlio ed è in corso la gravidanza del secondo figlio. La nascita del secondo figlio avviene l’11 giugno 2024. L’esonero trova applicazione a partire dal 1° giugno 2024 al 31 dicembre 2024; La lavoratrice, alla data del 1° agosto 2024, è madre di due figli, ed è in corso la gravidanza del terzo figlio. La nascita del terzo figlio avviene in data 2 marzo 2025. Fino al 31 dicembre 2024 si applica l’esonero. Dal 1° gennaio 2025 al 28 febbraio 2025, invece, non si applica alcuna riduzione contributiva. A partire dal 1° marzo 2025 e fino al 31 dicembre 2026 si applica l’esonero. La lavoratrice, alla data del 1° gennaio 2024, è madre di tre figli, tutti di età superiore ai 18 anni. Non spetta alcuna riduzione contributiva.
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Ponte sullo Stretto, quanto costerà il pedaggio per passare in auto https://www.business.it/ponte-stretto-messina-costo-pedaggio-auto/ Wed, 08 May 2024 10:48:03 +0000 https://www.business.it/?p=137675 Il Ponte sullo Stretto di Messina per il momento resta soltanto un progetto sulla carta. Anche se il ministro delle Infrastrutture e leader leghista, Matteo Salvini, ha promesso che stavolta verrà costruito davvero. E allora, la domanda che in molti si stanno già facendo è: quanto costerà il pedaggio per passare in auto sul Ponte?… Leggi tutto »Ponte sullo Stretto, quanto costerà il pedaggio per passare in auto

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Ponte Stretto pedaggio auto

Il Ponte sullo Stretto di Messina per il momento resta soltanto un progetto sulla carta. Anche se il ministro delle Infrastrutture e leader leghista, Matteo Salvini, ha promesso che stavolta verrà costruito davvero. E allora, la domanda che in molti si stanno già facendo è: quanto costerà il pedaggio per passare in auto sul Ponte? Secondo l’analisi costi benefici della Stretto di Messina Spa, la società che dovrebbe realizzarlo, il pedaggio avrà un costo uguale a quello attuale del traghettamento che, a quel punto, non sarebbe più sostenibile economicamente. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente avverte il ministero sul rischio della perdita di molti posti di lavoro.
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Ecco quanto costerà il pedaggio del Ponte sullo Stretto: l’analisi

Dunque, secondo l’analisi costi benefici della Stretto di Messina Spa, il pedaggio per transitare sul Ponte sullo Stretto avrà un costo minimo di 32-36 euro, cioè identico a quello attualmente praticato per il traghettamento. E l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente lancia l’allarme: “Analizzare la ricaduta economica/occupazionale della cessazione degli attuali servizi”.

Una ‘relazione di aggiornamento’ su questo tema è stata redatta dai professori della Bocconi, Roberto Zucchetti e Oliviero Baccelli, e poi consegnata nel dicembre del 2023. Nel testo si legge che, “per le classi di pedaggio dei veicoli stradali in transito sul Ponte, sulla base delle indicazioni provenienti dalle relazioni sugli scenari di traffico, si ipotizzano valori coincidenti con le classi tariffarie dei traghetti al 2023”. Anche se, precisano i due professori nella relazione, “altri scenari tariffari possono essere ipotizzati”.

Riguardo invece al tempo di percorrenza stimato, “il Ponte sarà in grado di assicurare tempi di attraversamento pari a circa 15 minuti per i servizi ferroviari diretti tra Villa San Giovanni e Messina Centrale e circa 10 minuti su strada (tra lo svincolo Santa Trada e lo svincolo Giostra)”.
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Bonus 100 euro, ecco a chi sarà erogato (e quando). Come funziona e come si può richiedere. La guida https://www.business.it/bonus-100-euro-ecco-a-chi-sara-erogato-e-quando-come-funziona-e-come-si-puo-richiedere-la-guida/ Tue, 07 May 2024 12:58:56 +0000 https://www.business.it/?p=137631 Il pacchetto di misure contenute nel decreto “Primo maggio”. Come si sa e come si evince dal titolo, contiene politiche di sostegno al lavoro. Prevede tra le altre una misura – una tantum – destinata a un milione di famiglie. Il cosiddetto bonus “100 euro” è invero la principale misura del Decreto. Tale cifra sarà… Leggi tutto »Bonus 100 euro, ecco a chi sarà erogato (e quando). Come funziona e come si può richiedere. La guida

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Il pacchetto di misure contenute nel decreto “Primo maggio”. Come si sa e come si evince dal titolo, contiene politiche di sostegno al lavoro. Prevede tra le altre una misura – una tantum – destinata a un milione di famiglie. Il cosiddetto bonus “100 euro” è invero la principale misura del Decreto. Tale cifra sarà destinata ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Si tratta, dunque, di un trattamento integrativo che sarà erogato in busta paga a inizio gennaio 2025. Occorre dapprima puntualizzare che i 100 euro non corrispondono all’importo netto. Si tratta infatti di un’indennità lorda, da rapportare al periodo di lavoro svolto e all’aliquota fiscale e alle detrazioni di ciascun beneficiario. L’Irpef da pagare per chi ha un reddito al di sotto dei 28mila euro (che, come vedremo, è il requisito essenziale per adire al sussidio) è pari al 23%.. Il bonus si aggirerebbe attorno ai 77 euro. (Continua a leggere dopo la foto)
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I requisiti per accedere al bonus

I 100 euro lordi verranno erogati attraverso i sostituti d’imposta nel 2025, si diceva, perché nel 2024 il governo ha già utilizzato tutte le risorse in favore dei primi tredici decreti legislativi attuativi della delega. Sarà dunque il datore di lavoro, quale sostituto d’imposta, a erogare il bonus con la busta paga di gennaio 2025. Il sussidio, nel primo mese del prossimo anno, spetterà ai lavoratori dipendenti – sia del settore pubblico che del privato – con un reddito Isee complessivo non superiore a 28.000 euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. Inoltre spetta anche alle famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Saranno considerati i redditi accumulati nell’anno in corso, i quali non devono superare la soglia di cui abbiamo scritto. Inoltre, l’imposta lorda calcolata sui redditi da lavoro del lavoratore deve superare le detrazioni spettanti. Ciò significa che se il lavoratore non è soggetto a debiti fiscali – è tecnicamente definito “incapiente” – non avrà diritto al bonus, che come detto funzionerà tramite l’accredito diretto in busta paga, in quanto è un trattamento integrativo. (Continua a leggere dopo la foto)

Come richiedere il bonus “100 euro”

Il bonus non verrà erogato in maniera automatica: sarà necessario richiederlo. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, per ottenerlo sarà il lavoratore a chiedere al datore di lavoro il bonus, attestando per iscritto di averne diritto, indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli. I sostituti d’imposta poi, recupereranno il credito maturato in compensazione con le imposte e i contributi da versare. Occorre, infine, puntualizzare che  l’importo del bonus sarà proporzionato al periodo lavorativo. Perciò, se un dipendente venisse assunto il primo luglio 2024, il bonus iniziale sarebbe di 50 euro, secondo l’esempio che si legge sul portale Fanpage. Circa il bonus “pieno”, ovvero i 100 euro (da tassare), secondo le stime del viceministro all’Economia Maurizio Leo, considerando anche alcune detrazioni e deduzioni, si dovrebbe arrivare attorno agli 80 euro netti.

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Spente le antenne 5G. I giganti delle telecomunicazioni tremano: “Rischio per la salute”. Cosa sta succedendo https://www.business.it/spente-le-antenne-5g-i-giganti-delle-telecomunicazioni-tremano-rischio-per-la-salute-cosa-sta-succedendo/ Mon, 06 May 2024 15:23:25 +0000 https://www.business.it/?p=137589 A Santa Margherita Ligure hanno “spento” il 5G, qualcosa si sta muovendo e forse c’è una certa consapevolezza, finalmente, ora che come è noto, dal 29 aprile sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare. Pochi giorni orsono, il sindaco di Lavagna, in provincia di Genova, Gian Alberto Mangiante, ha emesso una ordinanza con la quale… Leggi tutto »Spente le antenne 5G. I giganti delle telecomunicazioni tremano: “Rischio per la salute”. Cosa sta succedendo

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A Santa Margherita Ligure hanno “spento” il 5G, qualcosa si sta muovendo e forse c’è una certa consapevolezza, finalmente, ora che come è noto, dal 29 aprile sono entrati in vigore i nuovi limiti di emissione elettromagnetica per le reti di telefonia cellulare. Pochi giorni orsono, il sindaco di Lavagna, in provincia di Genova, Gian Alberto Mangiante, ha emesso una ordinanza con la quale vieta su tutto il territorio comunale “qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti pari a 6 V/m e che nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà giustificare un aumento di tale limite con rischio per la salute della popolazione”. Ebbene, la protesta si allarga e, ancora in Liguria, Paolo Donadoni, sindaco di Santa Margherita Ligure, la perla delle Golfo del Tigullio, ha firmato una analoga ordinanza contro il 5G su tutto il territorio comunale, che innalzerebbe il campo elettromagnetico dai 6 ai 15 V/m – ovvero volt su metro, dunque si riferisce all’intensità del campo elettromagnetico. (Continua a leggere dopo la foto)

La protesta contro il 5G, “Rischi per la salute”

Poiché non si hanno ancora delle prove evidenti della presunta innocuità del 5G per la salute nel medio e nel lungo periodo, il sindaco ha affidato a un post di Facebook, riportato (solo) da Il Giornale d’Italia, la seguente considerazione: “Nessuna ragione economica può compromettere la salute della popolazione”. Come anticipato, è dalla piccola e incantevole regione tirrenica che è partita la rivolta contro il 5G. Non solo il sindaco di Lavagna e quello di Santa Margherita Ligure, anche il primo cittadino di Rapallo, Carlo Bagnasco ha emesso un’ordinanza che: “vieta qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti, pari a 6 V/m”; ancora, a Sestri Levante il Consiglio comunale ha votato favorevolmente alla pratica presentata dal sindaco Solinas; stessa ordinanza anche a Cogorno, con il sindaco Gino Garibaldi, e a Pieve Ligure, il cui sindaco Paola Negro ha ribadito: “Un innalzamento dell’attuale limite dei 6 V/m, in ottica di ragionevolezza, prudenzialità e sostenibilità dovrebbe essere necessariamente determinato sempre e soltanto in base a robuste scelte ed evidenze di tipo medico-scientifiche, e non già mai in base a scelte politico-economiche, tecnologiche o comunque altrimenti opportunistiche, in funzione cioè di interessi diversi da quello primario della tutela della salute dei cittadini”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il conto economico

Le nuove disposizioni prevedono un aumento dei limiti di emissione elettromagnetica a 15 V/m. Ciò consente ai gestori di modificare le proprie reti e di adeguarle a questi standard. Il tempo massimo per l’adeguamento ai parametri del 5G innovativi sarà di 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, che abbiamo detto essere in vigore sin dal 29 aprile. Se, dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico, Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, punta il dito contro “i campi elettromagnetici generati dalle alte frequenze”, vi è anche un risvolto economico da non trascurare: Attualmente, il 62% dei siti nelle aree urbane non è in grado di essere aggiornato al 5G a causa dei limiti di emissione, il che comporta costi aggiuntivi stimati intorno a 1,3 miliardi di euro per operatore per estendere la copertura 5G.

 

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L’Italia è davvero un paradiso fiscale, per alcune categorie di contribuenti. Ecco quali https://www.business.it/litalia-e-davvero-un-paradiso-fiscale-per-alcune-categorie-di-contribuenti-ecco-quali/ Mon, 06 May 2024 13:17:11 +0000 https://www.business.it/?p=137580 Dalle dichiarazioni dei redditi del 2023, sull’anno d’imposta 2022, emerge l’aumento dei regimi fiscali agevolati che garantiscono sconti sostanziosi sulle tasse da pagare al Fisco italiano. L’inchiesta del Sole 24 ore dimostra che ricchi e pensionati possono trovare condizioni interessanti anche in Italia.Leggi anche: Automobili, obbligo di ADAS a bordo. Cosa sono e quando entrano… Leggi tutto »L’Italia è davvero un paradiso fiscale, per alcune categorie di contribuenti. Ecco quali

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Dalle dichiarazioni dei redditi del 2023, sull’anno d’imposta 2022, emerge l’aumento dei regimi fiscali agevolati che garantiscono sconti sostanziosi sulle tasse da pagare al Fisco italiano. L’inchiesta del Sole 24 ore dimostra che ricchi e pensionati possono trovare condizioni interessanti anche in Italia.
Leggi anche: Automobili, obbligo di ADAS a bordo. Cosa sono e quando entrano in vigore. Occhio alle multe!

Chi paga meno tasse e perché

Alcune categorie di contribuenti versano solo il 10% del reddito guadagnato in Italia. E quando va male, calcolano le tasse dovute solo sul 50% dei redditi annui. C’è chi invece possiede un reddito tale da versare soltanto 100 mila euro forfettari.
Leggi anche: Bonus 100 euro, ecco a chi sarà erogato (e quando). Come funziona e come si può richiedere. La guida dettagliata.

Altre categorie versano soltanto il 7% della pensione. Sono i 37.331 contribuenti che, trasferendo in Italia la residenza hanno trovato il loro paradiso fiscale.

Fino allo scorso aprile, il Dipartimento delle Finanze ha aggiornato i numeri dei contribuenti che sfruttano i regimi speciali italiani. Il fisco, in realtà, aveva introdotto questi criteri per far rientrare in Italia professionalità e dipendenti espatriati. Oppure, specifica Il Sole 24 ore, pensionati o neo residenti ad alto reddito.

Quota mille

I neo residenti ricchi che hanno scelto l’Italia per vivere sono vicini a quota mille. Dalle ultime dichiarazioni dei redditi, emerge che i “paperoni” circa 957. Il 46% di questi soggetti ha prodotto in Italia un reddito complessivo pari a 75 milioni di euro. Questo proviene soprattutto da reddito da lavoro dipendente (pari all’86% del totale).

Inoltre, il regime agevolato prevede che le persone fisiche che si trasferiscono in Italia e optano per l’agevolazione neo residenti, versino un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero di 100 mila euro l’anno.

Questa imposta agevolata si estende anche ai familiari. Per questi ultimi l’imposta forfettaria è ridotta a 25 mila euro. L’opzione è revocabile e comunque cessa di produrre effetti “una volta trascorsi quindici anni dal primo periodo d’imposta di validità e non è cumulabile con le agevolazioni per il rientro dei docenti e ricercatori e degli impatriati”. Per i redditi prodotti in Italia la tassazione resta quella ordinaria.

I pensionati scelgono il Sud Italia

Come il Portogallo negli ultimi anni, anche l’Italia dal 2019 ha introdotto un drastico taglio delle tasse ai pensionati stranieri che si trasferiscono in Italia. L’agevolazione spetta solo se il pensionato prende la nuova residenza italiana in un comune delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20 mila abitanti.

Lo sconto concesso è invitante. Sul 93% della pensione di fonte estera non si versa nulla in Italia, potendo applicare un’aliquota a titolo di imposta sostitutiva del 7%. A scegliere il paradiso fiscale del Sud Italia e delle isole, nel 2023, sono stati 474 soggetti che hanno dichiarato reddito da pensione estera per un importo di 19 milioni di euro (40.210 euro in media) e un totale di redditi di fonte estera di 28,7 milioni di euro. L’imposta sostitutiva dichiarata ha sfiorato i 2 milioni di euro.

Ricercatori, professori e impatriati

Il regime agevolato per riportare talenti e lavoratori in Italia ha subito l’ennesimo cambio a inizio anno, con l’attuazione della riforma fiscale. In particolare, con il decreto sulla fiscalità internazionale, si è tagliato al 50% del regime agevolato.

I docenti e ricercatori interessati dall’esenzione dalla tassazione del 90% dei redditi sono stati oltre 3.300 per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 56.492 euro, mentre il regime degli impatriati ha coinvolto oltre 32.600 lavoratori dipendenti per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 114.501 euro.

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Scarica i gelati ma dimentica il freno, furgone investe 29 bimbi: il drammatico video dal Kirghizistan https://www.business.it/scarica-i-gelati-ma-dimentica-il-freno-furgone-investe-29-bimbi-il-drammatico-video-dal-kirghizistan/ Fri, 03 May 2024 17:12:15 +0000 https://www.business.it/?p=137503 Completamente fuori controllo, giovedì un camioncino dei gelati è rotolato giù per un pendio per poi schiantarsi contro un gruppo di bambini durante un festival culturale in una zona montuosa del Kirghizistan centrale. Lo rende noto Russia Today, spiegando che i media locali hanno dichiarato che almeno 29 bambini e un adulto sono rimasti feriti, tra cui quattro ricoverati in… Leggi tutto »Scarica i gelati ma dimentica il freno, furgone investe 29 bimbi: il drammatico video dal Kirghizistan

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Completamente fuori controllo, giovedì un camioncino dei gelati è rotolato giù per un pendio per poi schiantarsi contro un gruppo di bambini durante un festival culturale in una zona montuosa del Kirghizistan centrale.

Lo rende noto Russia Today, spiegando che i media locali hanno dichiarato che almeno 29 bambini e un adulto sono rimasti feriti, tra cui quattro ricoverati in ospedale a causa di fratture ossee. L’incidente si è verificato quando migliaia di persone si sono riunite vicino al villaggio di Jerge-Tal per un evento dedicato all’Epopea di Manas, un poema kirghiso del XIX secolo.

Secondo il Ministero della Salute, il furgoncino è finito proprio su un gruppo di ragazzi tra i 9 ai 16 anni prima di schiantarsi contro un gazebo che lo ha bloccato. Dei 29 minori colpiti e feriti, 18 hanno avuto bisogno del ricovero in ospedale. Tra di loro 7 bambini sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale regionale e le condizioni di 3 di questi sono considerate gravissime. Altri bambini sono stati ricoverati in condizioni di media gravità.

L’autista del camion è stato arrestato dalla polizia e – stando ai media locali – ha dichiarato agli investigatori di aver abbandonato un attimo il veicolo per parlare al telefono quando ha notato che il camion si stava muovendo. Le autorità hanno aperto un caso di violazione della sicurezza stradale. Il sito web 24.kg ha citato la polizia affermando che non è chiaro il motivo per cui il veicolo sia rotolato in discesa.

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Automobili, obbligo di ADAS a bordo. Cosa sono e quando entrano in vigore. Occhio alle multe! https://www.business.it/automobili-obbligo-di-adas-a-bordo-cosa-sono-e-quando-entrano-in-vigore-occhio-alle-multe/ Fri, 03 May 2024 07:16:23 +0000 https://www.business.it/?p=137470 Sono oramai in dotazione su tutte le vetture di recente fabbricazione, ma ora anche chi sia proprietario di un veicolo più “datato” dovrà sottostare all’ennesima imposizione che giunge da Bruxelles. E l’obbligo di dotare l’automobile dei dispositivi Adas sarà naturalmente a carico del proprietario. Dapprima sciogliamo l’acronimo Adas: sta per Advanced Driver Assistance Systems (“Sistemi… Leggi tutto »Automobili, obbligo di ADAS a bordo. Cosa sono e quando entrano in vigore. Occhio alle multe!

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Sono oramai in dotazione su tutte le vetture di recente fabbricazione, ma ora anche chi sia proprietario di un veicolo più “datato” dovrà sottostare all’ennesima imposizione che giunge da Bruxelles. E l’obbligo di dotare l’automobile dei dispositivi Adas sarà naturalmente a carico del proprietario. Dapprima sciogliamo l’acronimo Adas: sta per Advanced Driver Assistance Systems (“Sistemi avanzati di assistenza alla guida”). Gli obblighi sono previsti dal Regolamento UE 2019/2144 e si avvicina la data entro la quale adempiere. Il tutto rientra nella strategia della Commissione europea di ridurre gli incidenti stradali, secondo la “Vision zero” che ha fissato l’obiettivo di ridurre a zero il tasso di vittime e feriti gravi entro il 2050. I sistemi Adas si precisano in quella serie di strumentazioni con tecnologie avanzate, allo scopo di rendere più sicura la guida, andando a preservare la vettura da incidenti, e imprevisti durante la guida. L’obbligo scatterà dal 7 luglio 2024.

Come funziona la “retrocamera” 

Tra le principali previsioni del Regolamento comunitario, tutti i modelli in vendita nelle concessionarie – ma, come detto, pure quelli di precedente omologazione – dovranno disporre della “retrocamera” telecamera di retromarcia, allo scopo di prevenire collisioni con persone e oggetti dietro il veicolo. Non solo la telecamera: si intende qualsiasi altro sistema, ad esempio il rilevamento sonoro degli ostacoli, può concorrere al medesimo fine. Ad ogni modo, il conducente resta l’unico responsabile dell’eventuale danno recato a persone o cose. Sicché una telecamera di retromarcia non funzionante può comportare una multa, e se il malfunzionamento provoca anche un incidente, sono previste delle sanzioni, come si legge sul portale specializzato Automobili10. L’inosservanza dell’obbligo di diligenza generale al momento del ripristino è sanzionabile per la cifra di 35 euro; la messa in pericolo degli altri utenti della strada durante la retromarcia comporta 80 euro di multa e 1 punto di penalità sulla patente; la messa in pericolo degli altri utenti della strada durante la retromarcia, con conseguente incidente, può costare una multa di 100 euro e 1 punto di penalità sulla licenza di guida. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli altri sistemi Adas

Oltre a tali rilevamenti in retromarcia, altri sistemi Adas, diverranno obbligatori: il Lane assist consente il mantenimento automatico della corsia di marcia. In sostanza, una telecamera legge le strisce sulla strada e allertare il conducente con vibrazioni del volante; in maniera analoga, funziona l’ISA (Intelligent Speed Assistant), il dispositivo che rileva la velocità del veicolo e la confronta con quella consentita sulla strada dove si sta viaggiando; vi è, poi, l’alcolock, una sorta di etilometro connesso al sistema di avviamento dell’auto. Se il dispositivo rileverà l’assenza totale di alcol nel conducente, obbligato a soffiarci dentro prima che l’auto possa mettersi in moto, l’auto non potrà partire. Ad oggi il costo è compreso tra i 70 e i 150 dollari Usa. Infine, la normativa parla di “registratore di dati di evento” ma si tratta della cosiddetta scatola nera, per intenderci quella che è montata sugli aerei: non può essere disattivata e i dati raccolti, secondo la nuova normativa europea, saranno: la velocità del veicolo, la frenata, la posizione e l’inclinazione del veicolo sulla strada.

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Bonus 100 euro, non sarà automatico: ecco cosa fare per averlo https://www.business.it/bonus-100-euro-cosa-fare-requisiti/ Thu, 02 May 2024 08:55:26 +0000 https://www.business.it/?p=137427 Fino a poche settimane fa si chiamava bonus tredicesima per i lavoratori dipendenti. Oggi è stato trasformato in una tantum dal valore di 100 euro lordi a gennaio. Ma non sarà elargito in modo automatico: andrà invece richiesto al proprio datore di lavoro. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i tempi, i modi e tutti i requisiti per richiederlo.Leggi… Leggi tutto »Bonus 100 euro, non sarà automatico: ecco cosa fare per averlo

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bonus 100 euro requisiti

Fino a poche settimane fa si chiamava bonus tredicesima per i lavoratori dipendenti. Oggi è stato trasformato in una tantum dal valore di 100 euro lordi a gennaio. Ma non sarà elargito in modo automatico: andrà invece richiesto al proprio datore di lavoro. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i tempi, i modi e tutti i requisiti per richiederlo.
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Tutti i requisiti per ottenere il bonus 100 euro

Per ricevere dunque il bonus 100 euro, conteranno i redditi maturati nell’anno in corso che non dovranno essere superiori a 28.000 euro. Allo stesso tempo, l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro (con esclusione di pensioni e di assegni a queste equiparati) percepiti dal lavoratore, deve essere più alta delle detrazioni spettanti. Ovvero, se il lavoratore non deve soldi al Fisco non ha diritto al bonus.

“Questi fantomatici 100 euro di bonus tredicesima erogato a gennaio non li date ai lavoratori dipendenti che, pur avendo coniuge e figlio a carico, hanno un reddito inferiore a 8500 euro”, dichiara la responsabile lavoro del Pd Maria Cecilia Guerra.

Un altro requisito fondamentale per ottenere il bonus 100 euro è quello di avere un coniuge e almeno un figlio a carico. Nella bozza di decreto sono previsti comunque anche i casi di nuclei monogenitoriali con almeno un figlio a carico. Inoltre, il bonus effettivamente incassato sarà quasi certamente inferiore ai 100 euro, considerato che sarà soggetto alle normali ritenute fiscali e detrazioni. Infine, l’indennità sarà erogata con la busta paga di gennaio 2025. Si stima che arriverà a 1,1 milioni di famiglie italiane.
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730, da oggi online le dichiarazioni precompiliate: tutte le novità https://www.business.it/730-da-oggi-online-le-dichiarazioni-precompiliate-tutte-le-novita/ Tue, 30 Apr 2024 09:06:37 +0000 https://www.business.it/?p=137382 Sarà online da oggi pomeriggio, 30 aprile, il 730 precompilato, con la possibilità di accedere alla nuova modalità semplificata che prevede un percorso più intuitivo senza la necessità di navigare tra quadri e codici ci spesa. Da quest’anno, riporta Repubblica, il 730 potrà essere utilizzato anche per dichiarare redditi da investimenti esteri. Per l’accesso sono… Leggi tutto »730, da oggi online le dichiarazioni precompiliate: tutte le novità

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Sarà online da oggi pomeriggio, 30 aprile, il 730 precompilato, con la possibilità di accedere alla nuova modalità semplificata che prevede un percorso più intuitivo senza la necessità di navigare tra quadri e codici ci spesa. Da quest’anno, riporta Repubblica, il 730 potrà essere utilizzato anche per dichiarare redditi da investimenti esteri. Per l’accesso sono necessari Spid o Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). Per il momento il modello si potrà soltanto consultare, mentre sarà possibile confermare o modificare i dati a partire dal dal 20 maggio prossimo.
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I dati inseriti dall’Agenzia delle Entrate

Sono circa 1 miliardo e 300 milioni (1.270.674.831) i dati ricevuti dal Fisco e pre-caricati nelle dichiarazioni 2024. Nella top five delle occorrenze svettano come sempre le spese sanitarie (oltre 1 miliardo di documenti fiscali), i premi assicurativi (98 milioni di dati), le certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (75 milioni), i bonifici per ristrutturazioni (10 milioni) e gli interessi sui mutui (9 milioni). Presenti poi contributi previdenziali, spese universitarie, per gli asili nido, per erogazioni liberali. Tra le novità di quest’anno, i dati relativi ai rimborsi per il “bonus vista”, quelli inviati dagli infermieri pediatrici e quelli relativi agli abbonamenti al trasporto pubblico locale.

Cosa cambia

Con il nuovo 730 semplificato e precompilato il cittadino non dovrà più conoscere quadri, righi e codici ma sarà guidato fino all’invio della dichiarazione con una interfaccia più intuitiva e un linguaggio meno burocratico. I dati relativi all’abitazione (rendita, contratti di locazione, interessi sul mutuo ecc.) saranno ad esempio raccolti nella nuova sezione denominata «Casa« e le informazioni su coniuge e figli nella sezione «Famiglia». 

Il Fisco ha pre-caricato circa 1,3 miliardi di dati dei contribuenti. La stragrande maggioranza sono spese sanitarie (oltre 1 miliardo di documenti fiscali), seguite da premi assicurativi (98 milioni di dati), certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (75 milioni), bonifici per ristrutturazioni (10 milioni), interessi sui mutui (9 milioni), spese scolastiche (oltre 8 milioni). Tra le novità, i dati relativi ai rimborsi per il «bonus vista» (quasi 46.000), quelli inviati dagli infermieri pediatrici e quelli relativi agli abbonamenti al trasporto pubblico locale. Tutte voci che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi: contributi previdenziali, spese universitarie, per gli asili nido, per gli interventi di ristrutturazione, erogazioni liberali ecc. Nuova anche la possibilità di ricevere eventuali rimborsi fiscali direttamente dall’Agenzia, anche in presenza di un sostituto d’imposta come datore di lavoro o ente pensionistico, selezionando la voce “nessun sostituto”.

L’accesso per i titolari di partita Iva

Anche per i titolari di partita Iva, imprenditori e professionisti, c’è la possibilità di consultare la dichiarazione precompilata con i redditi risultanti dalle certificazioni uniche di lavoro autonomo, da fabbricati e terreni, le spese detraibili e deducibili e quelle dei familiari a carico. Inoltre, in caso di adesione al regime di vantaggio o al regime forfetario, direttamente tramite l’applicativo della precompilata sarà possibile completare e inviare il modello Redditi e aderire, a partire dal 15 giugno, al concordato preventivo che consente di definire in anticipo le imposte da pagare per due anni.

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Ferragni, il divorzio che le costerà caro: l’ex manager le ha chiesto una cifra record per la liquidazione https://www.business.it/ferragni-il-divorzio-che-le-costera-caro-lex-manager-le-ha-chiesto-una-cifra-record-per-la-liquidazione/ Mon, 29 Apr 2024 17:59:00 +0000 https://www.business.it/?p=137366 Ennesima batosta per Chiara Ferragni. Dopo le vicende degli ultimi mesi, il sodalizio tra l’influencer e lo storico manager Fabio Maria Damato si sarebbe infatti allentato, al punto da aver portato l’ex braccio destro della 36enne a dare le dimissioni, chiedendo anche una maxi liquidazione da quattro milioni di euro.L’indagine per truffa aggravata non ha coinvolto solo Chiara Ferragni ma… Leggi tutto »Ferragni, il divorzio che le costerà caro: l’ex manager le ha chiesto una cifra record per la liquidazione

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Ennesima batosta per Chiara Ferragni. Dopo le vicende degli ultimi mesi, il sodalizio tra l’influencer e lo storico manager Fabio Maria Damato si sarebbe infatti allentato, al punto da aver portato l’ex braccio destro della 36enne a dare le dimissioni, chiedendo anche una maxi liquidazione da quattro milioni di euro.
L’indagine per truffa aggravata non ha coinvolto solo Chiara Ferragni ma anche Damato, di cui molti si chiedono che fine abbia fatto, data l’assenza sui profili social dell’influencer. La motivazione sembra essere indubbiamente legata all’accusa ricevuta, a cui si aggiunge anche quella di Fedez durante la sua intervista a Belve, in cui ha rivelato la sua mancata simpatia nei confronti del braccio destro della moglie. Le voci di una possibile separazione tra i due si fanno sempre più numerose, rivelando anche la cifra richiesta dal manager dopo le accuse ricevute.

I due non si vedrebbero da quando è scoppiato il “caso pandoro”. O almeno, secondo Gabriele Parpiglia, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5. Quel che è certo, però, è che il clima tra i due sarebbe molto teso, tanto da aver portato il manager a chiedere il pagamento di una liquidazione “di 4 milioni di euro, oltre alle dimissioni da tutte le aziende”, dice Parpiglia. Una richiesta, questa, che arriva insieme a un divorzio ormai nell’aria da un po’. Forse ancora prima di quello di Chiara Ferragni con il marito Fedez.

Il manager avrebbe avuto, suo malgrado, un peso anche nella separazione tra I Ferragnez. A rivelarlo è stato, poche settimane fa, Fedez nell’intervista rilasciata a Belve. “Chiara ha scelto di prendersi tutte le responsabilità, lei poteva e doveva spiegare che le responsabilità non sono tutte sue. Anche dei manager? Di un manager, uno solo”, ha dichiarato – e sottolineato – il rapper senza fare direttamente il nome di Damato ma facendo ben capire. Dal canto suo il dirigente si è trincerato nel silenzio: non ha mai rilasciato interviste e non aggiorna il suo profilo Instagram dal 10 dicembre 2023. Una liquidazione, quella richiesta da Fabio Maria Damato, che arriva in un momento molto difficile per Chiara Ferragni e per le sue società.

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“Aids dopo il lifting”, allarme sul trattamento estetico. Cos’è il “Lifting del vampiro” e come si esegue https://www.business.it/aids-dopo-il-lifting-allarme-sul-trattamento-estetico-cose-il-lifting-del-vampiro-e-come-si-esegue/ Mon, 29 Apr 2024 06:44:38 +0000 https://www.business.it/?p=137328 Negli Stati Uniti, un trattamento estetico noto come “Vampire Facial” o “Lifting del vampiro” ha causato gravi preoccupazioni per la salute pubblica dopo che cinque persone, quattro donne e un uomo, hanno contratto l’HIV a seguito di tale procedura. Questo lifting non convenzionale, ideato da Charles Runels, un chirurgo estetico dell’Alabama, consiste nel prelievo di… Leggi tutto »“Aids dopo il lifting”, allarme sul trattamento estetico. Cos’è il “Lifting del vampiro” e come si esegue

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Negli Stati Uniti, un trattamento estetico noto come “Vampire Facial” o “Lifting del vampiro” ha causato gravi preoccupazioni per la salute pubblica dopo che cinque persone, quattro donne e un uomo, hanno contratto l’HIV a seguito di tale procedura. Questo lifting non convenzionale, ideato da Charles Runels, un chirurgo estetico dell’Alabama, consiste nel prelievo di sangue dal paziente, seguito dalla separazione e attivazione del plasma ricco di piastrine, che viene poi reiniettato nel viso.

Il costo di questa pratica varia tra 950 e 1.400 dollari per sessione, e pur essendo definito “mini-invasivo”, è in realtà un intervento molto delicato che richiede autorizzazioni mediche specifiche. Tuttavia, è emerso che un centro estetico ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, non possedeva le licenze necessarie per eseguire il trattamento in sicurezza.

Le indagini, condotte dal Dipartimento della Salute del New Mexico (NMDOH) in collaborazione con i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), hanno rivelato che il centro non solo mancava delle autorizzazioni, ma violava anche norme fondamentali di sicurezza. Infatti, sono state trovate provette di sangue non etichettate e conservate inappropriatamente, siringhe usate depositate in spazi comuni, e una totale assenza di sistemi di sterilizzazione adeguati.

Il nome “Vampire Facial” deriva dall’aspetto temporaneamente sanguinolento che si ottiene durante la procedura, un dettaglio che ha contribuito alla sua popolarità, specialmente tra i VIP sui social network. Kim Kardashian è una delle celebrità che ha contribuito a diffondere questa moda.

Questa vicenda sottolinea il rischio di trasmissione dell’HIV attraverso iniezioni non sterili, un pericolo noto ma qui drammaticamente concretizzato. Il CDC ora incoraggia i potenziali clienti a verificare attentamente le credenziali e le licenze dei centri estetici, oltre a informarsi sulle procedure di sterilizzazione e sicurezza adottate. La vicenda ha anche rivelato un’altra grave lacuna: il centro di Albuquerque non teneva un registro completo dei suoi clienti, ritardando così le operazioni di tracciamento e notifica necessarie per limitare ulteriori danni.

Oltre all’immediato impatto sanitario, questo caso solleva questioni più ampie riguardo agli standard di bellezza promossi e ai rischi che le persone sono disposte a correre per adeguarvisi, evidenziando la necessità di una maggiore vigilanza e regolamentazione in ambito cosmetico, soprattutto per trattamenti che implicano la manipolazione del sangue.

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