Non è ancora chiusa la partita della legge i Bilancio 2019, con l’accordo Italia-Europa che si sta avvicinando alle richieste fatte da Bruxelles, scivolando da quel rapporto deficit/Pil fissato al 2,4% verso il 2%. Con gli interrogativi che si concentrano soprattutto sulla riforma delle pensioni e sul reddito di cittadinanza, misure sbandierate da Lega e Cinque Stelle in questi mesi e che saranno però riviste per rispettare i nuovi paletti. 
Tra i tanti casi c’è quello dell’ecotassa sulle vetture inquinanti e del corrispettivo bonus per quelle elettriche. Una misura, soprattutto nella sua prima gamba impositiva, fortemente osteggiata dalla Lega e che invece era stata difesa dai grillini, ora pronti però a scendere a compromessi. La sintesi è stata affidata a un messaggio lanciato in rete dal vice premier Luigi Di Maio.
“Abbiamo confermato l’ecosconto fino a 6.000 euro per le macchine elettriche e non inquinanti – ha scritto il leader M5S – senza tassare nessuna delle auto in circolazione né l’acquisto di nuove utilitarie. Solo chi deciderà di acquistare un suv diesel o a benzina o una “super car” extralusso pagherà qualcosa in più”.
La prima versione dell’ecotassa prevedeva 300 milioni di gettito per finanziare il bonus: un tesoretto che rischia di esser fortemente ridimensionato. Secondo l’emendamento approvato a Montecitorio, il bonus è suddiviso in tre fasce: 1.500 euro per le auto che emettono tra 70 e 90 grammi di CO2 al km, 3.000 euro tra 20 e 70 g/km e 6.000 euro tra 0 e 20 g/km. Possibile che anche questa platea debba esser compressa.
Lega: “Via ecotassa”, Di Maio imbufalito. Altra guerra di emendamenti in corso