Si chiama Einhorn – unicorno, in tedesco – ed è il marchio dei condom dai nobili ideali. Ecosostenibili e coloratissimi, i preservativi vegani sono nati dall’esigenza di dare una risposta etica a un prodotto sanitario tanto importante e diffuso. Dietro a questa idea, oggi società operativa, ci sono Waldemar Zeiler e Philip Siefer. Poco più che trentenni, sono soci da anni, condividono business e idee a Berlino. Fanno parte del network di imprenditori Entrpreneur’s Pledge, 50 persone che da qualche tempo si sono impegnate a fondare almeno un business ad alto valore sociale, e a reinvestire il 50% dei loro profitti in progetti analoghi. Zeiler e Siefer hanno deciso di fondare Einhorn.
Perché i preservativi “vegani”?
I due imprenditori sono partiti da un assunto: i preservativi sono necessari, ma poco amati. Sicuramente ci sarà anche qualcuno che li trova sexy o affatto fastidiosi, ma la maggior parte delle persone spera in realtà che scienza e tecnologia le traghetteranno, un giorno, verso un mondo di sesso sicuro, protetto e ancora più comodo. In attesa che quel momento arrivi, ci sono però altri aspetti legati al consumo di preservativi, tra cui la loro filiera di produzione.
Dopo una campagna di crowdfunding su Startnext, i due hanno quindi lanciato il progetto e da quasi due anni producono i loro condom in Malaysia.
Einhorn ha oggi all’attivo 25 piantagioni di gomma, un laboratorio per la lavorazione del lattice e uno per la produzione vera e propria dei condom, nello stato del Kedah, nel nord della Malaysia. Il lavoro è duplice, e guarda sia agli aspetti ambientali che alle condizioni di lavoro. Gli operai e le operaie che vi lavorano lo fanno in un clima partecipativo e rispettoso. Le loro storie sono visibili e sono state raccolte in una lunga gallery che accompagna a conoscere volti e nomi di chi c’è dietro i preservativi.
Einhorn è anche partner per lo sviluppo di una coltura di gomma sostenibile con l’Università di Hohenheim. Durante l’estate scorsa quattro studenti hanno partecipato a un focus sulle piantagioni, in loco, per lavorare sugli aspetti tecnici ed ecologici. In Europa invece, nella loro sede di Berlino, curano altri aspetti, come quello delle confezioni: curate e accattivanti, vengono create da un ampio team di designer. Come gli unicorni, i preservativi vegani sanno di avere una marcia in più: la fairstainability. E non lo fanno nemmeno pesare al portafogli, anzi.