A differenza di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini non ha ancora chiamato Giorgia Meloni per le congratulazioni di rito. Né amichevoli e informali, nemmeno di facciata.
Ci sono molte questioni sul tavolo che il centrodestra deve risolvere e sul quale litiga già dai primi giorni di campagna elettorale: chi andrà da Mattarella e chi riceverà l’incarico di formare il nuovo governo?
A rigor di logica, e di conseguenti accordi estivi, dovrebbe essere il partito con più voti, dunque lo schiacciasassi di queste elezioni, Fratelli d’Italia, che si attesta al 26%.
Se non è prevedibile la rottura del gioco da parte di Matteo Salvini, è però probabile che l’ex fenomeno del centro destra, sceso dal 15% del 2018 all’8,74% di queste ultime fasi di scrutinio – peraltro incalzato da Forza Italia, approdato all’8% – è possibile che il leader della Lega tenti di negoziare tutto ciò che è negoziabile.
Un ruolo “di garanzia” tra i litiganti, dall’alto, anzi dal basso del modesto risultato personale ottenuto? Oppure i ministeri di peso? in ogni caso gli accordi pre-elettorali e il recente passato di Salvini dovrebbero aiutarlo a cadere in piedi, ma il cellulare può sempre accenderlo per chiamare la sua amica-nemica.