Le elezioni in Abruzzo confermano il pronostico: vittoria del centrodestra, risalita del centrosinistra, crollo del Movimento 5Stelle. Marco Marsilio è dunque il nuovo governatore d’Abruzzo con quasi il 50% dei voti. A seguire Giovanni Legnini (centrosinistra) molto distanziato, al 31,5%. Addirittura sotto il 20% il candidato pentastellato Sara Marcozzi, crollo importante per il M5s che solo un anno fa alle politiche era primo partito in regione con il 40% dei voti. Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, ha parlato intorno all’una già da vincitore, dopo un lungo abbraccio con Giorgia Meloni.
“È un’emozione fortissima. La ricostruzione sarà la nostra priorità assoluta. È rimasta ferma in questi ultimi tempi, è una vergogna che dobbiamo cancellare assolutamente. Il centrodestra ha già dimostrato con la ricostruzione del 2009 e torneremo a replicare quel modello. La mia assoluta priorità è rimettere in pochi mesi le persone nelle condizioni di rientrare nelle loro case”.
Il primo test elettorale del 2019 per la maggioranza che sostiene il governo Conte si risolve quindi a favore della Lega di Salvini, che ha deciso di presentarsi senza l’alleato di governo ma con l’alleanza di centrodestra ‘classica’, ovvero Forza Italia, Fratelli d’Italia e i centristi. Si tratta di un centrodestra a guida leghista, certo, ma con il Carroccio che ottiene “solo” il 28% dei voti. Questo sta a significare che il desiderato 40% è molto lontano e che Salvini dovrà quindi continuare a trattare con Berlusconi e Meloni per il futuro immediato. Le elezioni in Abruzzo certificano la fine del suo sogno di “far da solo”. Si tornerà al tavolo delle trattative con Gianni Letta insomma…
Il centrodestra guadagna circa il 15% rispetto a 12 mesi fa, mentre il M5s perde oltre 20 punti percentuali. Quello di Legnini – che si è candidato con i gruppi civici in evidenza e il Pd in seconda fila – è tutto sommato un buon risultato, anche se alla vigilia forse il candidato sperava meglio. E a caldo, mentre lo spoglio era ancora in corso, è intervenuto commentando i risultati: “Tutti i sondaggi ci davano terzi, siamo ampiamente secondi, con uno spostamento a destra dell’elettorato. Penso che il centrosinistra in Italia debba riaprire un canale di partecipazione, debba tendere verso un modello coalizionale aperto e largo come abbiamo fatto qui”.
Ma il buon risultato di Legnini non è accompagnato da un altrettanto brillante esito per il Pd (terzo partito dietro Lega e M5s), che con l’11,2% resta intorno alle percentuali dello scorso anno, anche se in questo caso i suoi consensi possono essere stati rosicchiati dalle liste civiche. La nota di Silvio Berlusconi arriva mentre Marsilio rilascia le prime dichiarazioni. E dimostra – insieme alle affermazioni di Meloni e Salvini – come il centrodestra sta studiando un nuovo assetto e cercando un futuro: “Il grande successo di Marsilio apre una pagina nuova per l’Abruzzo ed è un momento importante per il futuro del centro-destra e della politica italiana”.
E continua: “Il centro-destra è la maggioranza naturale fra gli elettori. Da oggi comincia la sfida di Forza Italia e del centro-destra per la Sardegna, per la Basilicata, per il Piemonte e infine per le elezioni europee di maggio decisive per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Sono sicuro che il centro-destra unito avrà successo in tutte queste importanti elezioni”, spiega il leader di Forza Italia.
Sara Marcozzi è arrivata solo a tarda notte al comitato elettorale M5s e lo fa per parlare di “sconfitta della democrazia”, rappresentata dall’avere “permesso di partecipare alle elezioni a otto liste create poco prima delle elezioni”. Siamo alle solite, insomma. Il modello M5S è questo ormai, e la gente si è stufata di complottismi continui, fantasie, irrazionalità. Poi ha aggiunto “mi aspettavo gli abruzzesi non cedessero a un candidato neanche abruzzese”, e ha rivendicato di aver “lavorato sui temi e non sulla propaganda” insieme al fatto che “non abbiamo portatori di voti, noi”.
La coalizione di centrosinistra crescerebbe sensibilmente nei consensi, passando dal 17,6% delle politiche a oltre il 30% delle regionali. Un anno fa il PD si fermò al 13,8% (105.129 voti) ed era alleato con +Europa (1,9%), Civica Popolare (1,0%) e Italia Europa Insieme (0,9%). Al dato odierno concorre anche il risultato di Liberi e uguali – che alle politiche correva da solo (2,6% e 19.793 voti) – mentre oggi i suoi voti sono confluiti su Legnini.
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