L’Europa si prepara alle prossime elezioni. Il fronte sovranista sembra intenzionato a esprimere un candidato condiviso. Salvini ne ha già parlato con Orban, mentre intanto continua a tessere la tela anche con Austria e Svezia. Un altro attesissimo incontro è quello che avverrà oggi a Roma con Marine Le Pen, da lì il quadro che emergerà sarà molto più dettagliato, anche perché ad ora c’è solo l’intenzione ma manca il nome che metta d’accordo tutti. Alcuni indizi portano verso il Nord Europa, soprattutto allo svedese Jimmie Akesson (in seconda battuta ci sarebbe il tedesco Manfred Weber). La partita è complessa e Salvini si muove su più tavoli, dimostrando come il suo ruolo inizi a pesare anche nelle dinamiche dei populismi europei.
I singoli movimenti sovranisti, sbocciati ormai in tutti i paesi dell’UE, però, non appartengono tutti alla stessa famiglia politica. Il loro obiettivo è certamente comune: ribaltare Bruxelles e imporre una politica nazionalista, annientando praticamente il sogno europeo e i tanti passi avanti fatti fin qui.
Oggi a Roma Salvini incontrerà Marine Le Pen, in un luogo simbolo della sinistra: via delle botteghe oscure, dove c’era la storica sede del Partito Comunista. L’incontro è organizzato dalla Ugl e i due leader parleranno in pubblico. Gli occhi, però, sono puntati sul pranzo, lì saranno soli e sicuramente ne approfitteranno per discutere del candidato comune e della strategia da adottare. La settimana scorsa, invece, Salvini ha avuto modo di parlarne con il leader austriaco di estrema destra Heinz-Christian Strache.
Emergono retroscena secondo cui da mesi Salvini, sotto traccia, sta lavorando a questo piano di conquista dell’Europa. Dall’incontro in Austria è emersa la linea che porta verso i paesi scandinavi, lì i contatti sono intensi e continui.
Altro tavolo aperto è quello con Alternative fur Deutschland: ed è da qui che si deve partire per leggere la mossa di Salvini di bloccare i rimpatri degli immigrati dalla Germania. Il leader della Lega sa benissimo che questa è l’ultima carta che si sta giocando la Merkel per riacciuffare un po’ di elettorato. Salvini, dunque, con questo rifiuto, e alzando le barricate, ottiene il favore in patria contro la Germania e soprattutto aiuta i suoi colleghi tedeschi a indebolire la Merkel.
In tutto questo i socialisti e i democratici europei cosa fanno? Stanno a guardare l’avanzata degli orchi senza fare nulla? No, ovviamente anche loro si stanno muovendo, ma come accade in Italia, anche in Europa le divisioni sono il principale nemico della strategia politica della sinistra e del centrosinistra. Tutto dipende, pare, da quel che vuole fare Macron, sarà lui a dettare la linea.