È un Enrico Letta dai toni insolitamente alti quello che traspare dalle prime pagine dei giornali di oggi. In un’intervista alla Stampa dichiara: “Renzi e Calenda sono stati eletti, entrambi, con il Pd. Sono loro ad avere un problema, non noi. Devono spiegare all’opinione pubblica quello che mi sembra evidente: non riescono a stare in un gioco di squadra. O comandano o portano via il pallone. Questa logica del centro è residuale rispetto a comportamenti individuali, non c’è una strategia politica. E visto che non vedo folle di elettori leghisti o di Fratelli d’Italia che corrono verso di loro, è un modo per aiutare Meloni e Salvini, non per contrastarli”.
Il tempo per accordi e alleanze, comunque, sembra finito per il segretario del Partito Democratico, e la cosa riguarda soprattutto l’ipotesi di un ticket dell’ultimo minuto con il Movimento Cinque Stelle: “Per quanto ci riguarda le alleanze sono chiuse e definite. È stato fin troppo complicato. Ora pensiamo solo alla campagna elettorale, a parlare dei nostri temi, a incontrare le persone. Abbiamo 600 feste dell’Unità in corso in tutt’Italia”.
Un ultimo pensiero furioso che sa di epitaffio per Carlo Calenda: “Credo che il primo onore sia rispettare la parola data, vale in politica come nella vita. E non una parola data a casaccio, ma una firma fatta davanti alle telecamere. Se un politico, un uomo di Stato, fa saltare gli accordi che ha firmato perché ha cambiato idea non c’è più politica, siamo su Twitter, dove si può cambiare idea ogni minuto. Ecco, credo che Calenda abbia scambiato Twitter con il mondo reale”.