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Elezioni Sardegna, spunta Whatsapp di Casalino: “Nostro candidato è inesistente”

Spunta un altro messaggio di Casalino che farà molto discutere. È successo durante le elezioni in Sardegna. C’è chi racconta che mentre arrivavano i dati degli exit poll, Casalino e alcuni colleghi della comunicazione del Movimento 5 Stelle si trovassero in un ristorante giapponese del quartiere Prati di Roma a degustare sushi, sashimi e altre prelibatezze. A rovinare il pasto e a creare tensione, la nuova batosta elettorale da nascondere agli occhi del mondo.

“Per essere la prima volta che ci presentavamo alle regionali è andata più che bene, non c’è stato nessun crollo perché il risultato delle politiche non è paragonabile. Poi il candidato era inesistente, ma questo non possiamo dirlo”: questo il messaggio vocale inviato alla chat “interna”.

“Candidato inesistente”, dunque. Questo il giudizio dei pentastellati e di Casalino. Ai giornalisti arriva quasi in contemporanea la versione ufficiale, che sarà poi smentita in modo devastante dai numeri reali: “Il vero tracollo è quello del vecchio Nazareno, perché Forza Italia e Partito Democratico perdono rispettivamente il 10 per cento e il 6 per cento. Se i dati verranno confermati, al contrario, il Movimento 5 Stelle risulterà primo partito passando da 0 a 18 per cento”.

C’è chi racconta che tutte queste operazioni fossero eseguite con una mano sola, mentre l’altra inzuppava i gunkan nella salsa di soia. Per la cronaca, il Movimento 5 Stelle si è fermato sotto il 10 per cento: il 4 marzo scorso, alle politiche, toccò il 42 per cento. Un tracollo che ha scatenato il terremoto interno più grave dalla nascita del Movimento a oggi.

E sarà anche vero, in parte, che si tratta di elezioni completamente diverse, dove il radicamento sul territorio dei candidati conta e non poco, ma il crollo è difficilmente negabile. Insomma, non è “colpa delle elezioni precedenti”, per usare una tipica argomentazione grillina: Di Maio e i suoi continuano a subire inerti il gioco di Salvini, padrone sempre più incontrastato del sedicente “governo del cambiamento”. Ma de che…

E il voto in Sardegna, una delle regioni che più di altre aveva trascinato il Movimento alle scorse politiche, ha il sapore amaro della clamorosa batosta. Mentre Casalino continua a mandare vocali tra una portata e l’altra certificando sempre più la morte del fu Movimento.

 

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