Per più di metà della sua vita, Elisa è stata costretta in una stanza di ospedale. Degente di tre differenti nosocomi in Veneto, poi accolta al Bambin Gesù di Roma, dove è stata sottoposta a due diversi trapianti di midollo, l’ultimo dei quali è stato realizzato lo scorso 28 novembre. La sua durissima battaglia, quella contro la leucemia, non è però ancora vinta. Una storia di lotta, coraggio e sofferenza, la sua, che in questi giorni sembra più che mai attuale.
Il padre di Elisa ha infatti scelto le pagine dell’Ansa per mandare il suo messaggio di incoraggiamento agli italiani che stanno affrontando dure prove durante l’emergenza coronavirus. Spiegando: “
Non abbiamo nulla da insegnare ma soltanto far osservare che ci sono sempre delle situazioni impreviste e imprevedibili che si debbono affrontare per forza. Che ci sembrano impossibili all’inizio, ma che poi ci costringono a sfide quotidiane, che durano anni”.L’uomo, Fabio Pardini, ha raccontato la storia della sua famiglia: “Da tre anni Elisa e mia moglie, Sabina, sono chiuse nella loro camera sterile dell’ospedale: mai un giorno fuori, mai una passeggiata, al massimo si affacciano alla finestra. Per questo penso che i problemi che ci affliggono sono tutti relativi alla situazione che ciascuno sta vivendo”.La famiglia oggi vive a Roma, da quando è stato necessario il ricovero di Elisa. La madre sta
beneficiando delle ferie solidali che i colleghi dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale le hanno donato, mentre il padre può contare sul sostegno dell’associazione Luca Onlus di Udine, visto che ha dovuto lasciare il lavoro.
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