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Chi è Ellie Goldstein, la prima modella Gucci affetta dalla sindrome di Down

Ellie Goldstein è nata con la sindrome di Down ma, nonostante ciò, è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare una modella. Dopo anni di gavetta tra pubblicità e shooting, all’età di 18 anni, Ellie ce l’ha fatta ed è oggi la prima modella di Gucci con la sindrome di Down. Ha debuttato nel fashion system tre anni fa dopo aver firmato un contratto con Zebedee Management, un’agenzia che rappresenta solo persone con disabilità, e da allora è apparsa in diverse pubblicità e servizi fotografici. È solo di recente, però, che è arrivata la svolta: Ellie ha posato per Gucci, diventando il volto della campagna beauty realizzata per sponsorizzare il mascara L’Obscur, nonché la prima top con la sindrome di Down della griffe di lusso. Una conquista sua ma anche del mondo della moda che ha scavalcato pregiudizi e resistenze nei confronti della disabilità.

Originaria di Ilford, cittadina dell’Essex, nel nord di Londra, Ellie ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda facendo anni di gavetta tra pubblicità e shooting, prima di approdare all’alta moda. Tre anni fa è arrivato il primo contratto con un’agenzia che rappresenta persone con disabilità, poi il debutto nel fashion system e le prime pubblicità con brand quali Vodafone e Nike. Ma il sogno di Ellie è sempre stato quello di posare per un brand di alta moda. E oggi quel sogno è diventato realtà.Il post condiviso dalla casa di moda, nel quale appare in primo piano, sorridente, con i capelli sciolti e un’appariscente collana di pietre preziose, ha raggiunto quasi i 60.000 like, a prova del fatto che il pubblico vuole fortemente che la moda sia sempre più inclusiva. Alla fine di questo mese, inoltre, apparirà sulle pagine di Vogue Italia con indosso dei vestiti firmati dalla Maison.Oltre alla moda però, Ellie vuole anche laurearsi. E’ iscritta alla facoltà di arti performative del college di Redbridge ed è un esempio per i suoi compagni, ma anche per tutti i disabili che vogliono realizzare un sogno e affermarsi in una lavoro. La diversità non può – e non deve – essere un limite, ma un valore aggiunto”.

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