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Retroscena sulle prime mosse di Elly Schlein: “Salta la Serracchiani”

Con un risultato inatteso e a sorpresa Elly Schlein batte Stefano Bonaccini alle primarie e diventa segretaria del Pd. La vittoria ai gazebo della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, guidata proprio dal presidente Bonaccini, è un chiaro segnale che anche tra gli elettori Dem c’è voglia di voltare pagina mandando a casa tutta la vecchia classe dirigente del Nazareno. E infatti, secondo quanto riporta l’Adnkronos, crescono di ora in ora i timori e i mal di pancia tra la vecchia dirigenza del Nazareno che potrebbe adesso venir spazzata via. Ecco i nomi di chi rischia più di tutti la poltrona. Un nome su tutti è quello di Debora Serracchiani.
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Elly Schlein Debora Serracchiani
Elly Schlein e Debora Serracchiani

Debora Serracchiani rischia la poltrona

Dopo la vittoria di Elly Schlein, la parola scissione non è più un tabù nel Pd. L’ala centrista e cattolica del partito potrebbe decidere di fare le valigie. Oppure potrebbe essere direttamente la nuova classe dirigente a dare il benservito ai vecchi. I fedelissimi di Bonaccini, raggiunti dall’Adnkronos, mugugnano di “ovvia delusione, forte preoccupazione e attesa”. I primi a rischiare di essere fatti fuori dalle loro attuali cariche sono Lorenzo Guerini, Brando Benifei, referente Dem all’europarlamento, ma soprattutto le due capogruppo in Parlamento Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, rispettivamente al Senato e alla Camera.

Chi ha paura di Elly Schlein

Ma, oltre a Debora Serracchiani e ad altri vip, sono a rischio anche diversi sindaci ed amministratori locali. “Ora dipende tutto da lei. La preoccupazione è forte, il rischio di una emorragia di dirigenti ed elettori è concreto”, si sfogano alcune gole profonde del vecchio Pd. Anche se uno storico esponente centrista come Beppe Fioroni ha già annunciato il suo addio al Nazareno. “Noi saremo leali, ma non diciamo che la sosteniamo. – puntualizzano i bonacciniani – Noi restiamo a rappresentare un’area consistente del partito che Elly Schlein non l’ha votata. A partire dagli iscritti che hanno votato Bonaccini con 18 punti di distacco. Noi non chiediamo nulla, non chiediamo certo di entrare in segreteria ”.

Uno spartiacque sarà rappresentato anche dalla linea sulla guerra in Ucraina che Elly Schlein deciderà di seguire. Dalla sua risposta dipenderà anche la permanenza nel Pd di Giorgio Gori, avverte il sindaco di Bergamo. “Saremo leali con la nuova segretaria. – avverte invece Alessandro Alfieri – Lo farò, lo faremo con la forza delle idee che abbiamo portato avanti in questo congresso, quelle di un Pd con un profilo riformista, popolare e rispettoso delle diverse sensibilità. Certamente sono emerse alcune contraddizioni, a partire dal fatto che ci sono due vincitori diversi tra gli iscritti e tra gli elettori. Molti sono preoccupati anche delle dinamiche che, se non gestite, può innescare l’esito del voto”, conclude.
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