Uno dei casi più discussi nella storia del nostro Paese, quello della scomparsa di Emanuela Orlandi. E che continua ancora oggi a tenere banco, dopo i tanti misteri veri o presunti che negli anni hanno coinvolto il Vaticano, lo Stato italiano, alcune organizzazioni terroristiche, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti. Qualche settimana fa, l’ennesimo colpo di scena: il giornalista Alessandro Ambrosini ha parlato di un audio choc, una registrazione effettuata in un luogo pubblico. “Chi parla è rimasto anonimo, ma sappiamo che si tratta di un vecchio sodale di Enrico De Pedis, uno dei capi storici della banda della Magliana” ha scritto il giornale. Oggetto della discussione proprio la scomparsa di Emanuela Orlandi. (Continua a leggere dopo la foto)
Nell’audio, l’uomo ha puntato il dito verso una persona in particolare, facendone nome e cognome. Informazioni che il giornalista ha poi dato agli inquirenti. In queste ore, ecco spuntare un’altra ipotesi choc, fatta alla trasmissione Atlantide da Mehmet Ali Agca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II: “Da quarant’anni si ripetono sempre le stesse cose. Quando non c’è la verità, quando la menzogna continua, può danneggiare sia il Vaticano sia Emanuela Orlandi”. (Continua a leggere dopo la foto)
E ancora: “Questa storia del sesso e del banco ambrosiano, dei riti satanici, è una menzogna. C’è una sola verità: Emanuela Orlandi è collegata con il Terzo segreto di Fatima”. Agca ha poi aggiunto: “Un gruppo di persone dentro il Vaticano ha organizzato questo rapimento. Doveva servire soltanto per ottenere la mia liberazione. Se qualcuno in Vaticano vuole, Emanuela ritorna a casa domani. Se non è successo qualcosa di straordinario o un attacco cardiaco, Emanuela Orlandi sta benissimo, nessuno le ha fatto male”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Occorre fare pressioni sul Vaticano – ha concluso Agca – non c’è altra soluzione. Chiedo a Papa Francesco di concludere questa storia. Karol Wojtyla non c’entra niente con questa storia, quando è accaduta era in Polonia per salvare il suo paese dalla tirannia sovietica”.
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