L’indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne vaticana scomparsa nel giugno del 1983, si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo 40 anni, un nuovo indizio emerge, questa volta collegato allo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi (oggi deceduto), che aveva mantenuto i contatti telefonici con i presunti rapitori della ragazza.
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La procura Vaticana ha trasmesso alcuni documenti alla procura di Roma che sembrano aprire uno scenario inedito nel mistero irrisolto. Il carteggio risale a settembre 1983, quando della quindicenne figlia di un messo pontificio non si avevano notizie da tre mesi.
All’epoca, il Segretario di Stato, Agostino Casaroli, aveva inviato un messaggio per posta diplomatica a un sacerdote inviato in Colombia da Wojtyla. L’oggetto della missiva era una richiesta di conferma riguardo a un dettaglio che il prelato conosceva, in quanto confessore della famiglia Orlandi.
Casaroli chiedeva se Natalina, la sorella maggiore di Emanuela, avesse rivelato di essere stata molestata dallo zio Mario, marito di Lucia Orlandi, sorella del padre di Emanuela. Questo episodio era stato sollecitato da ambienti investigativi romani.
La risposta da Bogotà confermò le preoccupazioni di Casaroli: Natalina era stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, un segreto che la ragazza aveva confessato in preda al terrore. Le era stato intimato di tacere, pena la perdita del suo lavoro alla Camera dei Deputati, dove Meneguzzi, che gestiva il bar, l’aveva fatta assumere tempo prima.
Laura Sgrò, l’avvocato di Pietro Orlandi, ha dichiarato a riguardo: “Di questa vicenda si era già occupata la magistratura italiana nei primi anni Ottanta senza arrivare ad alcun esito. Spero che queste non siano le uniche carte, che non sono affatto una novità, che la procura Vaticana ha inviato alla procura di Roma”.
La rivelazione di questi documenti potrebbe aprire un nuovo percorso di indagine nel mistero che dura da quasi mezzo secolo. Dopo le piste legate al terrorismo internazionale, ai soldi della mafia e alla sfera sessuale all’interno della Santa Sede, ora si presenta l’ipotesi di un coinvolgimento familiare. Quest’ultimo sviluppo promette di portare nuova luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, un caso che ha scosso l’Italia e il mondo.