C’è il via libera. Il Vaticano ha disposto l’apertura di due tombe nel cimitero Teutonico nell’ambito della nuova inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia scomparsa misteriosamente a Roma il 22 giugno 1983. “La decisione – spiega Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana – si inserisce nell’ambito di uno dei fascicoli aperti a seguito di una denuncia della famiglia di Emanuela Orlandi che, come noto, nei mesi scorsi ha, tra l’altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere nel piccolo cimitero ubicato all’interno del territorio dello Stato Vaticano”.
Era stata la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, l’estate scorsa, ad aver ricevuto una lettera con allegata la foto della tomba in oggetto, con un messaggio anonimo: “Cercate dove indica l’angelo”.
Il riferimento è alla statua di un angelo che regge in mano un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace”, “riposa in pace”. Secondo alcune ricostruzioni da anni diverse persone depongono dei fiori presso quella stessa tomba, perché si dice che vi sia seppellita Emanuela. Le operazioni di apertura delle due tombe si svolgeranno il prossimo 11 luglio, alla presenza dei legali delle parti, oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate.
Il portavoce vaticano ha spiegato che ci sarà l’ausilio tecnico del professor Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, e di personale della Gendarmeria. “Il provvedimento giudiziario prevede una complessa organizzazione di uomini e mezzi”, spiega Gisotti, in quanto “sono coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personale del Cos, il Centro Operativo di Sicurezza della Gendarmeria Vaticana, per le operazioni di demolizione e ripristino delle lastre lapidee e per la documentazione delle operazioni”.
“Vorrei veramente ringraziare il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, sicuramente da parte sua c’è stato tanto coraggio nell’apertura di questa indagine e nella decisione di aprire le tombe. E anche il comandante Giani vorrei ringraziare, ho capito che c’è la volontà di fare chiarezza”, ha detto all’Ansa il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi. “Siamo molto contenti di questa notizia che apprendo da lei”, ha commentato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi raggiunta telefonicamente dall’AGI riguardo alla decisione del Vaticano.
“Sono appena uscita da una udienza e non sapevo nulla”, ha continuato Sgrò che aggiunge: “Attendo di avere un colloquio immediato con le autorità vaticane per apprendere altre informazioni. Un sincero e sentito ringraziamento per il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin per questo atto coraggioso”, ha poi concluso.
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