La falsa certezza di essere invincibile e i festeggiamenti ostentati sui social media hanno segnato la fine della corsa per Emanuele Donato Pirro, un giovane di 29 anni, che insieme ai suoi complici ha messo in atto una serie di truffe ai danni di anziani vulnerabili in tutta Italia. La loro ultima vittima, ad esempio, una donna di 73 anni residente a Piazza Vescovio a Roma, ha perso gioielli per un valore di oltre 50.000 euro.
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“Signora, sono un carabiniere” : il metodo Pirro
Il modus operandi di Pirro era sinistramente ingegnoso: spacciandosi per un carabiniere, informava le sue vittime di incidenti fasulli coinvolgenti i loro parenti per spingerle a consegnare denaro e preziosi, affermando che questi servivano per evitare conseguenze legali gravi ai loro cari. Nell’episodio più recente, sotto la finta identità del “maresciallo Primo”, Pirro ha convinto l’anziana donna, affetta da Alzheimer, che sua figlia aveva causato un grave incidente stradale. Dopo aver svaligiato l’abitazione della vittima con l’aiuto di un complice che si fingeva avvocato, i truffatori si sono dati alla fuga verso Napoli, celebrando il loro “successo” con champagne e una sosta in una spa extralusso per “smaltire la tensione”.
Traditi dai post su Instagram
Questa celebrazione è stata immortalata in una serie di post e storie su Instagram che avrebbero poi portato alla loro rovina.Il punto di svolta è avvenuto il 10 gennaio, quando Pirro, convinto della propria impunità, ha postato immagini che lo ritraevano nei luoghi del misfatto. Questi post hanno attirato l’attenzione degli investigatori del commissariato di Porta Pia, che hanno iniziato a collegare i puntini. Dopo un mese di indagini, il 29enne è stato fermato dalla polizia ferroviaria a bordo di un treno diretto a Napoli. Addosso aveva ancora alcuni dei gioielli rubati.
Grazie alle immagini delle videocamere di sicurezza e ai post sui social media, gli investigatori sono stati in grado di identificare Pirro e i suoi complici, mostrando una volta di più come la vanità e l’ostentazione possano diventare nemici di chi vive al di fuori della legge. Questo caso sottolinea l’importanza della sorveglianza digitale e della collaborazione tra le forze dell’ordine per proteggere i cittadini più vulnerabili dalla predazione criminale.
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