Secondo Matteo Salvini l’emergenza rifiuti a Roma è colpa di qualcuno che in Regione Lazio e in Campidoglio “ha dormito e non si è mosso per tempo”. Loro le responsabilità, per il ministro dell’Interno, “se nel Lazio, per smaltire i Rifiuti della Capitale, ci sono solo tre impianti funzionanti (di cui due a scartamento ridotto) e due discariche quasi sature”.
Il titolare del Viminale ha poi aggiunto di non essere interessato alle polemiche, ma di voler “risolvere i problemi e tutelare la salute dei romani”. Per Salvini in tutta Europa e in parte in Italia “i rifiuti sono una ricchezza e producono calore ed energia. Perché gli amministratori di Roma e della Regione Lazio non hanno seguito questo esempio negli anni passati? In questa situazione gli unici che rischiano di fare affari sono i criminali. Come ministero dell’Interno seguiamo la vicenda con grande attenzione”.
A stretto giro è arrivata la risposta della Regione Lazio, con l’assessore all’Ambiente, Massimiliano Valeriani, che si è detto in profondo disaccordo con le affermazioni del ministro: “Penso che la Regione anche in questa occasione ha dimostrato senso di responsabilità, e anche con lo strumento che stiamo adottando è molto chiaro di chi siano le responsabilità di questo disastro di degrado ambientale che è in corso a Roma. Questo scelto da Salvini è un terreno soltanto di polemica politica, non di merito”.
Per il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, al momento la priorità non è costruire un inceneritore, “perché ci vogliono 7 anni e ce ne vogliono altri 20 per il recupero dei costi, quindi aspettiamo 27 anni con la criticità ambientale? Non è polemica, ma non possiamo aspettare 27 anni”. Così il ministro all’AdnKronos, rispondendo al collega del Viminale.
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