Emma Bonino lascia +Europa, il partito che lei stessa aveva fondato, sbattendo la porta. “Non voglio stare più in questo partito, né partecipare a questo gioco al massacro”, ha attaccato durante l’assemblea in streaming. “La vostra cupidigia è senza limiti”, ha detto rivolta alla minoranza. “Esco a testa alta, prima che mi facciate fuori voi. Vi lascio il mio posto, se volete anche il seggio a Palazzo Madama”, arringa. “Non è un grosso problema, visto che per voi faccio parte degli incompetenti e degli ignoranti”.
Ha poi aggiunto: “D’altronde è già pronta a tavolino, con il passaggio farsa in un congresso già deciso fuori, la nuova leadership plurale”. Dunque è un addio al partito da lei stessa fondato con Benedetto Della Vedova (che contestualmente si è dimesso da segretario) e poi confluito nel gruppo con Azione di Carlo Calenda, che conta 2 parlamentari.
Il fronte trasversale anti-Bonino annovera, tra gli altri, Pier Camillo Falasca, Silvia Manzi e Carmelo Palma. Ma il dissidio è più profondo. “Qui bisogna rimboccarsi le maniche, invece perdiamo tempo dietro a queste faccende”. Con a lei rompe anche Della Vedova, sottosegretario agli Esteri del governo Draghi. “Lo statuto prevede che se il segretario si dimette il congresso sia convocato entro tre mesi ed è quello che volevamo ottenere. E io ovviamente mi ricandiderò”.
Nel frattempo le sue funzioni passano ad interim alla presidente di +Europa Simona Viola. Confida in una ricomposizione l’alleato Carlo Calenda che su Twitter scrive: “Con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova abbiamo fatto gruppi e partecipato insieme alle consultazioni, unici a tenere la barra dritta durante il Conte 2. Sono certo che questo incidente di percorso si risolverà presto. Un abbraccio a entrambi”.
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