Fuori dal Parlamento per una manciata di voti. Qualche migliaio per essere più precisi. È il destino toccato al partito Più Europa e alla sua leader Emma Bonino. La Bonino è stata sconfitta a sorpresa nel collegio uninominale di Roma da una candidata di centrodestra, azzoppata dalla contemporanea candidatura di Carlo Calenda, giunto terzo in quel collegio. Ma il risultato disastroso del suo partito, che non è riuscito a raggiungere per un soffio il quorum del 3%, fermandosi al 2,95%, non le ha permesso nemmeno di essere ripescata nella quota proporzionale. Per questo la segreteria di Più Europa è esplosa, con il segretario Benedetto Della Vedova, il presidente Riccardo Magi (entrambi eletti in Parlamento) e la stessa Bonino scatenati nel pretendere il riconteggio delle schede.
“Chiediamo una verifica sui risultati perché il margine di errore è infinitesimale. – il primo ad avanzare la richiesta è Della Vedova in conferenza stampa – Se hanno una maggioranza confortevole al Senato è anche perché seggi come quello di Bonino sono andati alla destra in conseguenza della scelta di Calenda e Renzi di uscire dal patto sottoscritto con il centrosinistra e andare da soli”.
“Dal punto di vista politico è un risultato straordinario, ma siamo fermi appena prima dell’ingresso in Parlamento. – ribadisce il concetto Magi – Lo 0,05% sono poco più di 10mila voti a livello nazionale, a fronte di centinaia di migliaia di schede nulle: è per questo che chiederemo il riconteggio. È necessario per restituire valore al voto di tantissimi cittadini. Calenda ha regalato il collegio senatoriale della sua Roma a quella che ha lui stesso definito la peggiore destra europea. Lo ha fatto per una prova di forza con una candidatura che ha favorito la destra, una candidatura che non ha mai avuto una chance”.
Anche Emma Bonino, considera il riconteggio delle schede come un’azione “necessaria e dovuta”. Poi, prendendosela con i mass media, spiega che “dispiacersi del risultato è tardivo e ipocrita. Detto sottolineare il ruolo negativo di media e tv: abbiamo fatto ricorso all’Agcom e contattato i direttori di tg uno per uno. La par condicio non l’ha rispettata nessuno”.
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