Al Quirinale si sono svolte le premiazioni degli Eni Awards 2017. L’obiettivo dell’evento è stato quello di promuovere un migliore utilizzo delle fonti energetiche e di stimolare le nuove generazioni di ricercatori. Tra gli illustri ospiti presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente di Eni Emma Marcegaglia e l’Amministratore Delegato del gruppo petrolifero italiano Claudio Descalzi.
Nel suo intervento Marcegaglia dice parla del premio come di un “catalizzatore di progetti di ricerca di altissimo rilievo in ambiti di concreta applicazione”, si è imposto sulla scena internazionale “come cerniera tra il mondo accademico e quello industriale, dando vita a una comunità che ha visto dal 2007 coinvolti migliaia di ricercatori, fra docenti e studiosi di tutto il mondo, tra cui alcuni premi Nobel, e ha permesso di compiere importanti passi avanti nel progresso scientifico, promuovendo soluzioni innovative e all’avanguardia che sono state poi oggetto di applicazione in Eni e in altre società in un’ottica di lungo termine”.
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Il commento dell’Ad Claudio Descalzi
Positivo anche il commento di Descalzi, che ha affermato: “sono riusciti ad interpretare al meglio le nuove sfide che come azienda e come Paese ci stiamo ponendo, esplorando nuove soluzioni in ambito di transizione energetica; di frontiere energetiche; di soluzioni avanzate su tematiche ambientali”. Anche i premi assegnati alle migliori soluzioni tecnologiche sviluppate: ”sono indirizzati a esplorare le nuove energie verdi che riducono l’impatto ambientale e a ottimizzare l’efficienza energetica lungo la nostra filiera.
Per decretare i vincitori la Commisione Scientifica a riunito 27 Premi Nobel. Le domande in arrivo sono state più 8mila, segno del grande successo del tema energetico, sempre più attuale e rivolto alla sensibilità ecosostenibile. Infatti, sempre dare più importanza e autorevolezza all’evento, sono stati istituiti altri riconoscimenti. Ad esempio, “il Debutto nella Ricerca: Giovani talenti dall’Africa, dedicato ai giovani laureati africani va ad affiancarsi al più noto e gettonato Premio come Giovane Ricercatore dell’anno.
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Il Premio come Giovane Ricercatore dell’anno
Questo premio ha riscosso un successo inatteso, grazie alle 71 candidature provenienti da 15 diversi paesi africani. Come sottolinea Descalzi, la collaborazione tra i due paesi è fondamentale perché: “i vincitori “avranno la possibilità di sviluppare ulteriormente le loro capacità attraverso dei percorsi di studio specialistici nel nostro Paese durante i quali porteranno avanti dei progetti innovativi le cui applicazioni verranno implementate nei loro paesi di provenienza; il premio ci permetterà di condividere, con i paesi in cui operiamo, know-how e possibilità di sviluppo, sociale, economico e culturale.
I tre premi principali sono andati rispettivamente a Robert Schlögl per la Transizione Energetica, a Graham Hutchings per le Soluzioni Ambientali Avanzate e a Jens Nielsen per le Frontiere dell’energia per ricerche sulle fonti di energia rinnovabile e sullo stoccaggio di energia.
Online per le candidature dei premi 2018.
Fonte: Adnkronos